venerdì 22 ottobre 2004

Venerdì 22 Ottobre

In mattinata mi sono svegliato presto, intorno alle 6:40, e mi sono preparato lentamente dentro lo scompartimento cercando di non disturbare troppo i miei due compagni [che, peraltro, russano nella grossa], poi sono andato in bagno a finire di prepararmi e lavarmi per bene.
Giunge la colazione: ho preso il the caldo [Mi sono portato dei biscotti al cioccolato da Siracusa, dato il costo dei biscotti sul treno], mentre i due ragazzi hanno scelto Luca un cappuccino e l'altro ragazzo un caffè; io in serata avevo sconsigliato caldamente di fidarsi del caffè che esce da quella macchinetta gaggia.zip parcheggiata nella garritta del conduttore.
Luca, tanto per non smentirsi, per avere il cappuccino ci chiede: "Ma, te lo porta lui o glielo devi chiedere?"
Io, innocentemente: "Beh, di solito vai li e glielo chiedi...".
Lui quindi esce, fa un metro [Scompartimento 31, circa poco oltre le ruote di testa: la garritta del conduttore è sulle ruote opposte] e grida: "Scusa, mi porti il cappuccino!?!?".
Io e l'altro ragazzo ci guardiamo negli occhi e soffochiamo una risata.
Portano finalmente il giornale, e qui poi aprirò una parentesi sulle pagine de "La Repubblica" che ho potuto leggere in attesa dell'arrivo a Bologna, con i soliti 45 minuti di ritardo...
Giunto a Bologna, saluto Luca [Che continua fino a Venezia] e l'altro ragazzo [Che, invece, ha l'auto al seguito], poi finalmente mi dirigo alla sala d'attesa del binario 1 dove passo una buona parte dell'ora e mezza di attesa per il treno continuando a leggere il libercolo del Trio Medusa.
Due pause veloci: una per andare in bagno (e approfittarne per comprare il giornale: prendo all'edicola una copia di Linux Pro dalla cui copertina sono attirato), l'altra per un caffè.
Davanti al bar ci sono le persone che manifestano per il rinnovo del contratto di lavoro [è in corso uno sciopero generale dei servizi pubblici in ambito locale, non so se avete presente: le solite cose che il governo ignora solo per poter dire meglio che va tutto bene].
Alcuni lavoratori mi invitano ad astenermi dal consumare il caffè nel bar della stazione (che, peraltro, è l'unico aperto dei sei disponibili in stazione). Non acconsento e prendo il caffè: non capisco cosa c'entri con la manifestazione, e mi risulta quantomeno discutibile invitarmi a non prendere un caffè restando fissi di fronte al bar.
Di per se la signora che mi ha invitato a non prendere il caffè sbattendomi in faccia un volantino, me lo strappa di mano e se ne va via disgustata.
Roba da matti!
Finalmente giunge il treno, salgo e tento di prendere posto: rimango fuori dallo scompartimento il cui posto ho prenotato per alcuni minuti durante i quali un gruppetto di amici si sistema, lascia armi & ritagli, e poi una loro amica incontrata alla stazione cerca di approfittare della comitiva chiedendo mentre tenta di entrare per sedersi, se l'ultimo posto rimasto libero accanto al finestrino fosse libero.
Con un certo dispiacere [ma, ca%%o, ho pur sempre pagato il mio euro e mezzo] le annuncio di averlo prenotato. Capisco gli amici, ma ho prenotato proprio per non farmi Bologna->Trento in piedi a forza di chiedere cortesie con una valigia di una tonnellata al seguito; finalmente riesco ad entrare e guadagnare il mio posto [sbloccando le persone che si erano incastrate dietro di me].
Il viaggio a questo punto scorre lentamente senza troppi particolari intoppi.
Giunti a Verona, mi porto in piattaforma e approfitto della lunga fermata per scendere dal treno qualche momento, sgranchirmi le gambe e fumarmi una sigaretta [in effetti sul treno, che è un EuroCity per Monaco di Baviera, non vige il divieto di fumare generalizzato che vige sui treni regionali e interregionali, ma sebbene abbia prenotato un posto nello scompartimento fumatori non mi va di disturbare le persone presenti].
Parlando con una signora, tanto per far scorrere il tempo [e di tempo parlavamo, ma meteorologico: ho lasciato Siracusa con la gente che andava al mare per finire a Verona con il cielo nuvoloso, un freddo cane e un nebbione tremendo] ho attirato l'attenzione di un tipo che mi dice di aver vissuto per molti anni a Siracusa, e che adesso sta salendo ad Arco (TN) per arbitrare un torneo di scacchi [per chi lo conosce: Massimo Rossi]; abbiamo discusso un po' di Siracusa e di amici comuni [quali Maurizio B. e Stefano N.] conosciuti lui per via degli scacchi e io per via dell'informatica.
Dopo un po' di discussione ritorno al mio posto per un'altra oretta di attesa, prima di giungere finalmente a Trento.
Un po' di confusione in stazione, poi riesco a procurare i biglietti del treno per Milano e ritorno, quindi è il momento di giungere a casa, smantellare la valigia pesantissima, preparare il letto, estrarre dallo zaino il povero orsetto da viaggio (tale sig. "Lucky") schiacciatissimo [Come dite? Non ve lo aspettavate? Io secondo voi viaggio fino a Trento e lascio i miei orsi soli & abbandonati? ((-: Comunque ho già detto che di norma non sono io che dormo con l'orsacchiotto: è lui che dorme con me...], una sacra doccia per togliermi di dosso il fetore del viaggio... e giù a dormire io e Lucky fino all'ora di cena!

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