giovedì 13 ottobre 2005

Varie dalla cronaca

[NOTA: Rispetto a molti blog che si limiterebbero a narrare i fatti, io - come sempre - voglio piuttosto esprimere la mia opinione sui fatti in oggetto.]
Sono molte le notizie che sono girate in questi giorni e che sono salite sul livello della cronaca. Passando dai problemi di Calissano e Lapo [poverini: stanno solo passando un momento, loro due... tutte le altre persone che ogni giorno rischiano un overdose di cocaina invece sono degli sporchi tossicodipendenti (odio questa ipocrisia nell'uso di due pesi e due misure, anche se rientra nel normale malcostume italiano)], e arrivando a farmi scoprire che non e' bastato Rodney King per farci vedere dei neri picchiati dai poliziotti di Los Angeles.
Adesso i galletti da film americano ci volevano anche con Robert Davis, un insegnante in pensione di 64 anni che e' stato arrestato e malmenato da alcuni agenti di New Orleans; quella stessa New Orleans scossa dall'uragano Katrina e in cui il 27 settembre Eddie Compass [capo (adesso ex capo) della polizia], nero, ha dato le dimissioni [con le solite storie da eroe mancato, dopo ben 26 anni di onorato servizio basato sull'onesta' bla bla per carita' non voglio mettermi ad analizzare al microscopio la vita di un uomo le cui responsabilita' sui fatti dell'uragano in certi versi sono piu' che trascurabili ed in altri versi sono pressoche' implacabili] e dopo le solite discussioni e le scelte difficili e compagnia briscola e' subentrato Warren Reilly, nero anche lui - ovviamente -, di cui ho visto un'intervista sul sito della CNN proprio riguardo al pestaggio di Davis.
Ma Davis non porta rancore [gia': perche' questa e' una manovra elusiva grazie alla quale l'opinione pubblica ha gia' diverse pale di merda da spalare sugli agenti coinvolti o piuttosto perche' veramente non ha bisogno di provare astio verso degli agenti che comunque andranno incontro ad un beffardo destino per via delle denuncie d'ufficio che sono partite?] e io non riesco a capire com'e' che in America ci sono queste situazioni assurde in cui una pattuglia di poliziotti che in certi casi puo' comprendere una "miscelazione" di razze [come la squadra dei quattro che pettino' King: un bianco, due ispanici e un nero] viene accusata per aver picchiato un nero per motivi razziali: questa e' la rappresentazione maxuma della globalizzazione della xenofobia.
Una delle cose che mi preoccupa sinceramente e' il modo in cui sempre di piu' stiamo importando il modello americano.
Mi chiedo quanto tempo passera' prima di vedere agenti di polizia italiani impegnati a malmenare immigrati. Perche' quello che stiamo importando dal modello americano non e' il bene e il male, ma principalmente solo il male-che-genera-maggiori-profitti-per-pochi.
Report ci ha fatto vedere come funzionano alcune cose negli Stati Uniti e in Italia, altre le si sapevano o le si immaginavano. Premetto che determinate situazioni gia' le conoscevo di mio perche' qualche cosa la seguo tramite una serie di (spero) sane abitudini che comprendono la lettura di giornali esteri (fra cui l'edizione europea del Time) e l'ascolto di canali televisivi esteri (anzi, e' qualche giorno che devo farmi sistemare la parabola) nonche' la consultazione di siti internet stranieri. Una delle mie "fonti di ispirazione" della giornata e' stato spesso il sito della Casa Bianca (anche se ho trattato sul blog solo poche volte l'argomento), specie adesso che l'amministrazione Bush/Cheney sta dando veramente il meglio di se per far credere agli americani che va ancora tutto bene e che in Iraq e Afganistan non muoiono ancora soldati in nome del dio denaro o del dio petrolio.
Ma in questi giorni ho perso anche l'ispirazione da siti istituzionali di questo genere. E' un susseguirsi di avvenimenti molto generici e neutrali, un appiattimento che cerca di rendere inutili i fatti di cronaca politica piu' importanti, sebbene nella situazione in cui ci si trova ogni singola virgola tende a far tremare governi o popolazioni.
Entro la prossima legislatura avremo il proporzionale, le leggi ad-personam ormai sono talmente evidenti che le stesse procedure di insabbiamento ed arrampicata-sugli-specchi hanno preso una forma pressoche' olimpionica, in un Italia in cui tutto va lentamente a rotoli.
Mi chiedo: "Ma tutto questo, prima o poi, finira?"
Diciamo che mi auguro di si, ma diciamo che da bravo realista (e non ottimista o pessimista) so gia' che la domanda giusta e' piuttosto: "finira in tempo?".

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