Comunque, durante il tragitto verso la Val di Fiemme decidiamo di passare da Daiano, per passare a trovare due vecchi amici, che fortunatamente riusciamo a trovare in casa. Restiamo in piacevole conversazione per circa un'oretta, poi partiamo in direzione di Predazzo perche' rischiamo di restare "a bocca asciutta" visto che e' mezzogiorno e siamo ancora ben lontani.
Giungiamo sul bivio per le malghe Venegia e Venegiota, appunto in quella localita' pomposamente denominata "Val Venegia", e come ricordavo il parcheggio ed il rifugio negli ultimi anni sono divenuti sistema di latrocinio autorizzato nei confronti dei gitanti. Mia madre e' dubbiosa, perche' e' gia' l'una meno un quarto, ma dopo una breve consulta, decidiamo di rinunciare alla Malga Venegiota e di andare oltre in direzione del passo Valles.
Incrociamo sulla strada una malga, che ormai e' l'una inoltrata, per cui ci fermiamo. Il posto pare alla buona, un po' troppo alla buona, se rendo l'idea. Non c'e' un menu' apposto per avere un'idea dei prezzi, c'e' una confusione infernale, dalla cucina vengono fuori piatti di polenta "sintetica" scaldata in padella, dalla sala interna un odore di sudore e capre non indifferente. Mia madre chiede per un paio di volte a diverse ragazze del locale un menu, e finalmente riesce ad ottenerne uno, ma io la invito a desistere e andare piu' avanti.
Lei non e' molto convinta, e mi fa notare che l'orario e' gia' ben inoltrato, ma io sono categorico: "Proviamo ad andare avanti, in ogni caso abbiamo diverse possibilita' di ripiego in Val di Fiemme senza dover fare troppa strada, e sono locali dove abbiamo gia' mangiato diverse volte: sappiamo che si mangia bene e che non ci pelano."
Infatti secondo me non ha senso fermarsi in un locale in cui sai che mangerai male e pagherai un sacco di soldi. Continuo lungo la provinciale, fino a quando arriviamo al Passo Valles. Continuando finiamo in provincia di Belluno, per cui laonde non perdere le specialita' tipiche trentine, ci fermiamo. Sul passo c'e' un rifiugio molto piu' bello e funzionale di quella malga sulla strada. Il menu' porta prezzi decisamente piu' piacevoli di quelli che abbiamo visto in malga, ed entrando veniamo investiti da un buon odore di cibo (intravedo passare piatti di polenta fresca & fumante che vengono portati ai vari tavoli) e nonostante la confusione imperante e il non aver prenotato, il personale si mostra cortese fino all'incredibile. Ci accomodiamo su un tavolo laterale quasi fuori in terrazza, e veniamo serviti molto velocemente: prima un piatto di affettati misti tipici a dir poco squisito, accompagnato dal pane di segale del luogo, poi segue un'ottima polenta accompagnata da funghi buonissimi per mia madre e da una generosa dose di formaggio locale fuso per me. Concludiamo con uno yoghurt con frutti di bosco freschi da leccarsi i baffi, e dopo qualche minuto di pausa e qualche fotografia, ripartiamo ben piu' contenti in direzione di Paneveggio. In montagna, mai fermarsi alle apparenze! ((-:
Dopo un pasto veloce e non eccessivo, ci mettiamo di fuori per parlare qualche minuto mentre fumo un paio di sigarette, poi dato che siamo entrambi cotti, verso le 22 mi rimetto in strada per tornare a Cadine.
A letto continuo per un po' la lettura del Principe Mezzosangue, con Simon che e' indeciso fra il non guardarmi nemmeno e il restarmi appiccicato al braccio, dato che si avvicina il capitolo della Caverna, con i successivi ed i fattacci legati a cio'...
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