Maurizio Belpietro, direttore di Libero (il quotidiano, non il portale web).
Sotto scorta già da diverso tempo, è rimasto coinvolto in un presunto attentato alla sua vita praticamente sulla porta di casa.
Perché uso la parola "presunto attentato"? Perché ho sempre detto e sempre dirò che ammiro i tutori dell'ordine che per mille euro al mese rischiano la loro vita per proteggerci, ma non riesco ad ammirare quelli che invece cercano di farsi belli & forti in virtù dell'istituzione che rappresentano. E il capo scorta di Belpietro che dice di aver sventato questo attentato (e un altro, in passato, al procuratore D'Ambrosio) purtroppo pur concedendogli la piena fiducia, molti dubbi fa venire.
Non voglio ricordare a tutti quanti lo splendido lavoro fatto da un perito dei RIS per incastrare maldestramente il povero Zornitta, cercando di raggiungere la fama di "quello che ha incastrato unabomber". Non voglio, ma il paragone tra chi lavora per la giustizia e chi con la giustizia ci gioca, è troppo facile.
Aspetterò una pronuncia della magistratura su quanto accaduto, perché se si è trattato di un vero attentato, è un bruttissimo sintomo del clima di tensione e rabbia che gira intorno ai media e alla carta stampata, per il quale esprimo sempre un profondo biasimo (ci sono giornali, lo dico placidamente, come "Libero" che non leggo e non mi interessa sinceramente manco leggerli), ma sono comunque del parere che questo non debba essere motivo per boicottare la carta stampata, meno che mai con l'uso della violenza. Ma se invece fosse un falso ideato per creare ad arte un fatto di cronaca, rappresenterebbe un ben peggiore clima per poter giustificare comportamenti al limite del regime di uno stato di polizia.
Personalmente, non credo affatto che l'attentato sia vero, ma per ora lascerò che sia la magistratura a concludere le indagini.
0 commenti:
Posta un commento