mercoledì 25 maggio 2011

Una centrale nucleare nel cortile

Segnalo questo interessante articolo sul Corriere della Sera.
Lo segnalo per un motivo ben preciso, e prima di continuare consiglio anche un secondo articolo, sempre sul Corriere a proposito della centrale di Garigliano.
In Italia, nel 1987 (anno del famoso referendum post-Chernobyl), avevamo in Italia quattro centrali nucleari attive e due in costruzione (Wikipedia). Poi, col referendum, ne abbiamo sospeso la costruzione delle due prossime venture, e sospeso la produzione elettrica nelle altre quattro.
Sottolineo non a caso le parole "sospeso la produzione": una centrale nucleare non si può semplicemente spegnere e demolire, e richiede tempi non voglio dire biblici ma comunque non indifferenti per il decommissioning, oltre a costi non indifferenti.
Ora, la mia posizione riguardo al nucleare è semplice: "sì, sono favorevole all'uso dell'energia nucleare".
Anche la mia posizione riguardo alla costruzione è semplice: "no, non sono favorevole alla costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano".
Le due posizioni potrebbero sembrare in contrasto, ma invece non lo sono, poiché entrambe sono dettate da una posizione generale: l'uso dell'energia nucleare è un futuro non del tutto insostenibile rispetto ad altri meccanismi (secondo ma ugualmente importante l'incenerimento dei rifiuti urbani), il problema è che viviamo in un territorio ad elevato rischio sismico e in cui lo sport di subappaltare i lavori risparmiando sui materiali (cemento depotenziato) e con più che il rischio direi la realtà che i cantieri sarebbero comunque a partecipazione della criminalità organizzata, siano non già probabilità remote, quanto piuttosto la normalità di gestire le opere pubbliche in Italia.
Questo sabato (il 28 maggio) ci sarà un dibattito a proposito di nucleare presso Palazzo Vermexio (17~19) a cui invito tutti i miei lettori in zona di andare a partecipare (no, non credo che sarò presente, anche se m'interessa moltissimo: purtroppo ho un'assemblea proprio quel sabato pomeriggio...).
Ma vi invito a porvi nei confronti del "dilemma nucleare" (ho un libro di Rubbia con questo titolo, che mi è stato regalato proprio poco dopo il referendum del 1987, ed eppure è ancora attualissimo) con la maggior consapevolezza possibile, ma anche con il minor influsso possibile da parte delle fazioni estremiste: la mancanza di un serio dialogo sull'argomento è purtroppo una cosa che, sull'argomento, manca moltissimo, e i risultati li vedo praticamente ogni giorno... 

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