martedì 17 gennaio 2012

Il movimento dei forconi, o l'azione dei co...oni?

[Nota: ho cominciato a scriverlo il 17 gennaio, ma ho continuato a svilupparlo durante il protrarsi degli eventi, fino più o meno a giorno 23]
Qualche giorno fa, proprio ai primi di gennaio, passando in associazione ho incontrato dei colleghi che stavano distribuendo un piccolo manifesto giallo, che invitava tutti gli imprenditori siciliani a fermarsi dal 16 al 20 gennaio, bloccando l'intera regione Sicilia, come forma di protesta contro una serie di aumenti di tasse, imposte, accise ed altri balzelli che, as usual, da anni a questa parte vengono praticati buttando nella spazzatura lo statuto speciale della nostra regione.
Sebbene tutti mi avessero sottolineato l'importanza di questa manifestazione, io sin dall'inizio ho espresso delle serie perplessità sul modo, sul metodo e, soprattutto, sulla logistica. Tutti dubbi più che seri, cominciando da: "per informazioni contattate Tizio su facebook? Ma un pezzetto di sito web?"
Le risposte mi lasciavano più interdetto che chiarito: "Noooo, non vogliono far sapere le iniziative che intraprenderanno"
Io: "Le iniziative? E CHISSENEFOTTE DELLE INIZIATIVE? Io voglio capire le ragioni, i programmi, cosa chiedono... e mi pare che come lo voglio capire io, lo vorremmo capire in molti imprenditori nella regione."
Ma naturalmente, come avviene spesso in questi casi, quando io apro bocca, l'importante è dirmi che non so niente e non capisco niente, quando poi si dimostra che invece avevo capito tutto sin dall'inizio, cadere dalle nuvole o dire "eee, vabbè, ma l'avevano capito tutti".
Una volta che fosse una in cui qualcuno si mette davanti allo specchio, si da due sberle da solo e si mette a gridare: "OHHHHHHH!!!! MA CHE CA$$O STO FACENDO!??!?!?" manco a pagarla oro.
E che cosa succede? Succede l'ovvio, il contrario dell'ovvio, il meglio e il peggio.
L'ovvio: aver bloccato il movimento dei mezzi pesanti in Sicilia comporta una serie di disagi per la regione, una serie di lamentele sui giornali sul fatto che sono stati costretti a scioperare o a bloccarsi camionisti, padroncini, negozianti che non volevano aderire. Succede che, come è ovvio in questi casi, la criminalità organizzata faccia in modo di infiltrarsi nei movimenti per i propri tornaconti personali. Succede addirittura che il "movimento dei Forconi" guidato da Mariano Ferro ed altri subisca uno spaccamento netto e fuori misura. Da una parte (che comprende *tutti* i movimenti dei forconi nati fuori dalla Sicilia, peraltro) il movimento che si dichiara non solo apolitico ed apartitico, ma anche (testuali parole dei leader e dei loro vicini) "pronti a prendere a calci nelle natiche qualsiasi politico che tentasse di infiltrarsi e fare sua la protesta", sapete che fa? Sin dal primo momento (giorno 15 gennaio a Catania) da ampio spazio a un movimento politico di estrema destra: Forza Nuova. E non lo dà perché, come dirà poi qualcuno, non sapevano con chi avevano a che fare (peccato che ad esempio il buon Gaetano Bonanno che ha parlato sulla piazza di Catania, nella città dell'Elefantino persino I SASSI sapevano chi fosse...), bensì perché c'era disorganizzazione logistica di ampio spettro, la stessa disorganizzazione che ha portato il movimento a perdere la propria pagina facebook ufficiale (e minacciare inutili denunce alla postale: la fanpage è ancora lì, così come i movimenti i cui leader in giro per l'Italia sono stati scelti dalla "famiglia" di Martino Morsello di FN), ma soprattutto la stessa disorganizzazione per cui quando Ferro ha cominciato a sbraitare sui giornali e sui media che Morsello non era più riconosciuto da loro come leader.
Bene. Ora facciamo una veloce cronistoria: Ivan Lo Bello (presidente di Confindustria Sicilia) a questo punto sostiene (lapalissianamente, oserei dire) che nel movimento si è infiltrata la criminalità organizzata. Martino Morsello, punto sul vivo, comincia uno sciopero della fame, sbraitando su tutti i media "Io, Ferro e Scarlata [Ferro e Scarlata sono i due leader "ufficiali" del movimento dei forconi. Tecnicamente lo era anche Morsello, ma dopo la mossa di lasciare tutto in mano a FN lo hanno scaricato, ndG] siamo pronti a dimostrare che non c'è nessuna infiltrazione"
Ferro ogni volta che gli viene nominato Morsello va su tutte le furie, sbraita che farà denunce "con nomi e cognomi" [le quali denunce, se ci sono state, gli si ritorceranno contro per palese calunnia, ma probabilmente non ci sono state nemmeno: tant'è che la pagina facebook dei forconi sempre in mano di FN è rimasta, e ce n'è un'altra di Ferro e Scarlata... congratulazioni: ora sapete perché non si affida un movimento a strumenti che non si conoscono, ndG], però a quel punto visto che Morsello e Ferro sono in due differenti punti di Catania, dato che Morsello continua a fare il nome di Ferro e Scarlata, e Ferro e Scarlata continuano a dire di averlo scaricato, succede un'altra cosa: su Twitter (che ha dimostrato di funzionare più o meno meglio di facebook) CENTINAIA di siciliani si incavolano con Ferro: sei a Catania, e hai detto che vuoi prendere i politici a calci nelle natiche, vai da Morsello coi giornalisti e digli in faccia che se fa ancora il tuo nome, lo butti a mare. Prendi una posizione chiara.
Ferro fa qualcosa? Macché! Il movimento si sgretola, la manifestazione è finita facendo un sacco di danni alla regione, alcuni simpatizzanti del movimento dei forconi vogliono continuare ad oltranza, ma a questo punto sono le prefetture ad annunciare che possono essere tollerati i presidi, ma qualsiasi blocco sarà rimosso con la forza. Restano gli striscioni lungo le strade. Restano sparuti gruppetti di manifestanti (come un gruppo alla rotonda della Targia con una tenda bianca) in cui per ogni tre persone ci sono otto agenti della celere. Restano gli striscioni, le scritte, la gente che ti guarda mentre passi con la macchina, o col camion.
Qualcuno riesce a mettere in piedi dei blocchi veri e propri, ma questo fa sì che nell'astigiano si registri anche una prima vittima di questo scellerato tentativo di scioperare dandosi la zappa sui piedi: un autista tedesco si trova un manifestante in mezzo alla strada e in mezzo alla nebbia.
A questo punto le cose cominciano a precipitare, ma non come possiate immaginare: dalle prefetture cominciano ad arrivare direttive per lasciare che il diritto a manifestare non si scontri con il diritto di non aderire allo sciopero. Bloccare un camion di chi vuole scioperare si può fare, bloccare un camion di chi non vuole scioperare no, e succedono cose come quella che non ho potuto registrare con la mia dashcam perché c'era la batteria scarica (non sapete quanto mi sono mangiato le mani per questo): alla Targia non appena qualcuno prova a mettersi in mezzo alla strada per fare segno a qualcuno di fermarsi, immediatamente quattro poliziotti lo prendono e lo riportano a bordo strada.
Dopo cinque giorni di maledizioni, la Sicilia si lecca le ferite. In questo momento saltano fuori tutte le magagne, e quindi non solo che il movimento apolitico e apartitico si è fatto appoggiare in buona parte dell'Italia da un movimento politico, ma anche che quei pochi che hanno resistito hanno ottenuto un pugno di mosche, fatto incavolare un sacco di siciliani, e fatto ridere un capo del governo(*) che ha risposto ufficialmente ai loro screzi: "Ma che volete da me? Avete uno statuto speciale? Bene, fatelo attuare! Non è il governo nazionale che deve metterci le mani, sono i vostri governi locali. Avete avuto dal 1996 ad oggi gente inutile al governo(**)? Prendetevela con voi stessi"
(*) Anche Twitter, ha riso. Quando hanno cominciato a girare i presunti elenchi di richieste al governo siciliano e a quello nazionale, vennero fuori almeno cento liste, ognuna con il suo manipoli di twitteristi incavolati che continuavano a ritwittarne i link a cani e porci. Quella pubblicata dal sito della regione Sicilia in cui mancavano molti punti di cui si era discusso su twitter e facebook, che si suppone essere stata quella più affidabile. Poi quelle pubblicate sui siti più o meno ufficiali dei vari movimenti (forza d'urto, forconi, forza nuova e compagnia cantante & ballerina), poi anche quelli pubblicati sui siti personali di Tizio, Caio e Sempronio, ripresi peraltro chi da Repubblica, chi dal Corriere della Sera, chi da La Stampa. E appena uno su twitter diceva "Ma non è stato chiesto al governo questo" mille utenti inferociti rispondevano "infomati prima di parlare" linkando il sito dell'Orsacchiotto Teddy che c'aveva una lista. E allora rispondevi "ma sul sito del Coniglietto Bunny non c'è scritto quel punto!" e giù una guerra. Quando cominciò a girare come "ufficiale" (e diamola per tale, cavoli!) la lista presentata sul sito della regione c'era gente che pure a me rispondeva in malo modo che la lista corretta era sul Corriere della Sera. A chi credere?
(**) E sottolineo che fra la gente inutile che abbiamo avuto nel governo siciliano ci dobbiamo mettere quel simpaticone di Totò Cuffaro: due volte presidente della regione che quando era un giovane politico ebbe anche la faccia tosta di attaccare Giovanni Falcone al Maurizio Costanzo Show, e adesso sta scontando una condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato a cosa nostra e violazione del segreto istruttorio. Un presidente della regione che è stato discusso soprattutto negli ultimi anni del suo mandato, specie nel tempo che passò fra la condanna in appello e la conferma in cassazione, ma che confermata la condanna in cassazione ha dimostrato uno spirito di rispetto per le istituzioni e la giustizia che ha lasciato molti (me compreso) veramente senza parole, e che manca a moltissimi altri.
Torniamo a noi: il movimento si sgretola, i risultati non sono i migliori, anzi le cose sono clamorosamente andate molto peggio del previsto. Per questo il movimento decide di ricompattarsi: anche loro adesso hanno bisogno di leccarsi le ferite prima di intraprendere una nuova azione, col rischio che questa volta succeda qualcosa di brutto. A questo punto sono in molti a dare fiato alle corde vocali: si sarebbe potuto fare la protesta così, cosà, costà, cosù, lupo ululà e castello ululì. E adesso si ventila l'ipotesi di bloccare i porti e fermare non più il movimento delle merci in Sicilia, non più il carico di approvvigionamenti dall'esterno verso la nostra regione, bensì di bloccare tutto ciò che dalla regione stessa dovrebbe uscire. Vedremo che cosa succederà, io mi auguro solo che ci siano idee più funzionali ma, soprattutto, una logistica fatta più seriamente.

1 commenti:

Rizard ha detto...

Azione dei cojoni ! Decisamente !

Ha "stranizzato" anche me come è partita la cosa, e non mi sono stupito per nulla per come è finita !