martedì 25 settembre 2012

Lettera aperta al ministro Terzi

Approvo in pieno e rilancio questa lettera aperta al ministro Terzi a proposito di libertà d'espressione e di critica della religione:
Signor ministro,
abbiamo avuto modo di leggere che lei, intervenendo a proposito della pubblicazione delle vignette da parte del Charlie Hebdo, ha parlato di "sensazionalismi irresponsabili" che "provocano i credenti", di "grandi sensibilità che devono essere rispettate", di necessità di "perseguire penalmente chi offende le religioni". Perché "nessuno deve permettersi di dileggiarle o di scherzare su questi valori".
Le sue sono dichiarazioni assai pesanti, e per certi versi non nuove: in passato si era pronunciato in favore dei "valori della cristianità" e del riconoscimento delle "radici cristiane". Ma rappresentano un salto di qualità.
Non certo verso l'alto. Non si rende conto, signor ministro, che con le sue dichiarazioni sta, molto semplicemente, buttando a mare due secoli di conquiste civili, laiche e democratiche, nonché le dichiarazioni internazionali in materia di diritti umani sottoscritte dal nostro Paese? Non si rende conto, signor ministro, che la possibilità di poter esternare liberamente la propria opinione è la base stessa della nostra civiltà?
Ci saranno sfuggite, ma non abbiamo avuto modo di leggere sue dichiarazioni a difesa degli atei che, in Tunisia, in Egitto, in Indonesia e in altri paesi islamici, sono stati incarcerati per avere espresso la propria opinione. Ora capiamo perché. Lei sostiene la legittimità di tali detenzioni. Anche se le basi su cui hanno avuto luogo sono le stesse degli imprigionamenti che, in quegli stessi paesi, hanno colpito i cristiani. In tali casi la sua voce si è elevata pronta e stentorea. Due pesi e due misure.
Le ricordiamo che gli atei e gli agnostici, che costituiscono una parte significativa della popolazione italiana, sono frequentemente oggetto di pesanti offese da parte delle gerarchie ecclesiastiche: ne troverà un florilegio alla pagina www.uaar.it/ateismo/dicono-di-noi. Eppure non sono certo soliti assaltare chiese e ambasciate: innumerevoli studi mostrano anzi come siano più rispettosi dei credenti nei confronti delle minoranze e dei diritti individuali. A differenza della maggioranza dei credenti, noi non invochiamo di reprimere le libertà di chi la pensa diversamente e non ci riteniamo intoccabili. Ma pretendiamo che a uguali doveri corrispondano uguali diritti. Quelli che lei sembra volerci negare.
Non sappiamo se le sue parole siano dovute ad acceso clericalismo, oppure a pavidità. Resta il fatto che sono assolutamente fuori luogo in bocca a un ministro della Repubblica laica. E ci auguriamo che non sia così sconsiderato da unire il nostro Paese in una Santa Alleanza internazionale con i paesi liberticidi. La invitiamo fermamente a rispettare la nostra carta costituzionale sulla quale ha giurato.
Raffaele Carcano, segretario Uaar
Mi auguro che queste parole siano un segnale ben più profondo di una semplice accozzaglia di parole al vento, ma temo che difficilmente andranno oltre...

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