martedì 30 ottobre 2012

Un giorno di ordinaria... P_q

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Ieri sono stato con Francesco, la moglie e i due figli. Abbiamo fatto un giro per centri commerciali a Siracusa e, dato che non abbiamo trovato quello che cercavamo, uscendo dall'ultimo (il "Conforama" ex Emmezeta di Melilli), visto che eravamo praticamente sull'autostrada abbiamo deciso di allungare un po' la strada e puntare direttamente verso Catania, per raggiungere l'IKEA, d'altronde alle porte del comune etneo.
Dopo un breve tragitto (in effetti circa un quarto d'ora, quasi quanto tornare a casa di Francesco, visto il traffico medio cittadino), siamo giunti al centro e siamo entrati. Dopo un breve giro di nuovo relativamente poco fruttuoso (ma la chiara idea che i centri commerciali etnei sono abbondantemente diversi da quelli che facciamo a Siracusa...) ci dirigiamo verso il bar per rifocillarci un attimo prima di ripartire.
Immagine tratta da Wikipedia
E qui casca l'asino. Perché mentre facciamo una non indifferente fila in direzione del locale interno, che offre varie specialità svedesi o locali, decidiamo le varie consumazioni guardando la lista di cose sopra la cassa.
Ok, io una cioccolata calda, Francesco una bibita, il figlio di Francesco una tortina, l'altro un gelatino da 50 centesimi, va bene siamo organizzati? Bene così? Confermato? Confermato. Arriviamo alfin in cassa, e quindi snocciolo le varie ordinazioni e concludo con la mia: "... e infine una cioccolata calda". Che sulla lista è la quinta consumazione dopo le variazioni di caffè, cappuccino e mokaccino. Ma a questo punto il barista mi guarda come se fossi appena uscito da un quadro neocubista, e con un'inflessione vocale fra l'inorridito e lo sconvolto mi fa: "Signore! Ma a quest'ora noi non serviamo più le colazioni..."
Segue un minuto di silenzio, durante il quale io e Francesco ci guardiamo l'un l'altro proprio per capire se per caso uno di noi non sia diventato un extraterrestre, poi ripiego su una bevanda al volo. Ma ciò non toglie che mi sono sentito come Michael Douglas in "Un giorno di ordinaria follia". Ma che cosa significa che il bar che offre specialità svedesi che arrivano preconfezionate e identiche in tutti i punti vendita IKEA dell'orbe terracqueo... alle 18 non servono colazioni? Ma la cioccolata calda è una colazione? E anche ammesso: ma c'è freddo, cavoli, è anche piacevole...

Sono senza parole...

venerdì 26 ottobre 2012

Terremoto nel Pollino

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Seguo con molta preoccupazione le notizie sul terremoto che stanotte ha colpito l'area del Pollino. Sono (virtualmente) vicino ai cittadini...

mercoledì 24 ottobre 2012

Condannati gli scienziati della commissione "Grandi rischi"

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La condanna che è stata emessa un paio di giorni fa ha fatto scoppiare il classico polverone che si ha in Italia quando, come sempre, anziché utilizzare la logica e la ragione, ci si fa prendere dal momento e ci si riempie subito la bocca senza sapere nulla sull'argomento.
Premessa: io mi auguro che la condanna a questi signori, in sede di Cassazione, non solo venga confermata, ma anche accentuata all'estremo, poiché gente del genere meriterebbe non sei, ma persino *SESSANTA* anni di carcere. E duro, tipo il regime del 41/bis. Perché gente del genere che adesso piange merenda mentre i colleghi si inventano stronzate come "adesso non si potrà fare prevenzione oppure saremo costretti ad allerte massime per ogni nonnulla, perdendo credibilità" non merita altro. Ma sul serio, però, eh?

Ma porcaccia della miseriaccia zozza & lurida (citando Bernie Lefkowitz di "Cocoon - Il ritorno"): possibile che bisogna sempre ricordare a tutti che il mondo non è solo bianco o nero ed esistono varie sfumature di grigio? (Sì, ora cito Peter Venkman in Ghostbusters II: è una giornata di citazioni, finché non passo a quelle in giudizio).

Ora vediamo di rimettere i piedi per terra. E vediamo di dire le cose come stanno.

Primo) intorno a ottobre 2008 nel territorio di L'Aquila e circondario comincia uno sciame sismisco molto ampio, con scosse leggere ma continue. E fin qui, va bene.

Secondo) è vero, e diciamolo una volta per tutte prima di continuare: non è possibile prevedere eventi sismici (si può dare qualche informazione statistica, ma del tipo "visto l'andamento e la zona si può ragionevolmente pensare che questa zona sarà sottoposta a varie scosse telluriche", stop: fine della previsione). E questo è un dato di fatto importante, anzi importantissimo proprio riguardo alla condanna di questi signori e di un'indagine che comunque secondo me dovrebbe coinvolgere anche altri. Importantissimo, ma badate bene.

Terzo) appunto non è possibile prevedere eventi sismici, e mi ripeto, ma questa volta non lo dico a voi lettori, lo dico a loro scienziati. Perché non devono dire a me questa frase, bensì ripetere a loro stessi questo punto. Perché non sono in grado di dire se ci sarà un terremoto, ma anche e soprattutto il contrario: NON SONO IN GRADO DI DIRE CHE NON CI SARANNO SCOSSE. Cominciate a capire qualcosa? Bravi, ma aspettate un altro istante.

Quarto ed ultimo) la commissione grandi rischi di cui facevano parte questi signori aveva un compito. Ben preciso. Non il compito di fare previsione, perché sappiamo che non è possibile, bensì quella di fare prevenzione, che è possibile, oltre che importante.

Sapete come si fa prevenzione? In Giappone, che statisticamente ha meno terremoti che l'Italia (sono più forti, ma in un anno le scosse totali fra rilevanti e strumentali sono inferiori: l'Italia è attraversata da molte più faglie e situazioni complesse), per esempio si fanno esercitazioni. Di evacuazione. Di sicurezza. Tante. Tantissime. Centinaia di migliaia di esercitazioni: nelle scuole, nei posti di lavoro, nei negozi, nei centri commerciali, quasi quasi anche nelle case private.
E si costruisce con criteri antisismici. Da anni, peraltro. Non come a Reggio Emilia e circondario, dove se qualcuno presentava un progetto per un capannone con criteri antisismici oltre il limite, il progetto NON VENIVA approvato...
In Giappone si lavora per avere una cultura del terremoto e del rischio del terremoto, e si sanzionano GRAVEMENTE quelli che saltano le esercitazioni o violano le regole.
Dico: in Giappone. Perché in Italia siamo in leggerissima controtendenza: se riusciamo a fare un'esercitazione di evacuazione in una scuola, e poi vai dal dirigente scolastico e gli dici: "Ok, è andata bene. La rifacciamo il mese prossimo?"
"MA NOOOOOOOOOOOOOOO: MA L'ABBIAMO GIA' FATTA! NON CE N'E' BISOGNO!!"
Se a Tokyo una scuola salta l'esercitazione mensile, o è perché ci sono state dieci scosse in quel mese, oppure il governo prende il dirigente scolastico e gli dice: "o la fai SUBITO o ti prendiamo e ti portiamo nella patria galera". Questa è una differenza importante.

Perché sono successi due gravi errori in Abruzzo. Il primo è davanti agli occhi di tutti: gli edifici si sono sbriciolati perché il calcestruzzo che è stato usato per costruirli in alcuni casi si è dimostrato della medesima consistenza delle fette biscottate.

Il secondo, che forse molti hanno dimenticato, e che è alla base della condanna, era principalmente lo sciame sismico.
Ma non perché si deve dire che uno sciame sismico è di sicuro il preludio a una scossa più forte, CHE È UNA STRONZATA IMMANE e totalmente priva di ogni base scientifica, bensì perché lo sciame sarebbe dovuto essere, doveva essere, deve essere e DOVRÀ SEMPRE ESSERE il segnale per *verificare* *attentamente* il funzionamento della macchina della protezione civile.
Ci vuole poco: "Non sappiamo né possiamo sapere se questo sciame finirà in un megaterremoto o se continuerà per anni: i terremoti non li possiamo prevedere. Però possiamo prevenire i danni, per cui da domani ogni mese faremo esercitazioni di evacuazione nelle scuole, negli uffici pubblici. Diffonderemo notizie su cosa fare in caso di scossa e su cosa fare dopo, faremo verifiche di stabilità degli edifici pubblici, metteremo a disposizione anche un numero verde dei cittadini, se necessario. SIGNORI, levatevi dalla testa di chiamare tutti i giorni il numero verde per chiedere se sono previste scosse nella giornata, perché questa informazione forse la sa il buon Dio, e forse manco lui ha tutti i dettagli, figuriamoci noi...".

Logico, giusto? No. Perché la logica quando siamo in Italia va SEMPRE a farsi benedire, e da adesso "o non si farà prevenzione o si faranno allarmi massimi ad ogni pié sospinto".

Congratulazioni. No, dico: veramente. Anzi, sapete che c'è di buono? Andatevene pure un po' a fanculo, già che ci siete.

Fate prevenzione, che era quello che avreste dovuto fare e non avete fatto!
E magari da domani chi si azzarda a rispondere alla richiesta di informazioni "state a casa e non vi permettete di fare domande perché se no vi denunciamo", questo qualcuno molto intelligente pigliatelo e buttatelo subito in cella e con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, affinché comincino a imparare tutti che essere parte di una commissione non significa avere poteri divini per comandare a bacchetta gli altri, ma soprattutto responsabilità per fare bene il proprio lavoro... L'avete detto voi e lo ripetete a ogni foglia che cade: "non si possono prevedere i terremoti". Avete ragione, quindi perché avete sbraitato ai quattro venti a tutti che era tutto a posto e che dovevano restare tutti a casa? Come vi è saltato in mente di prevedere che non ci sarebbero stati terremoti? Perché non avete revisionato la macchina della protezione civile? Perché non avete fatto verifiche di stabilità? Perché in otto mesi vi siete limitati solo a gridare allo scandalo e minacciare di denuncia chiunque chiedesse notizie? Adesso non venite a fare le vittime o a dire che in Italia siamo tornati al tempo di Galileo Galilei, perché state giocando con la vita delle persone, e non si gioca così...

giovedì 18 ottobre 2012

Un piano tecnico di pura demagogia

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Come fece il buon Adriano Celentano anni fa in "Rockpolitik", lasciate che prima di cominciare io prenda il "dizionario d'italiano" e vi dia la definizione della parola demagogia che non a caso ho usato nel titolo dell'articolo (tratta da Wikipedia):
Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espiatorio".
E ora vi rileggo questa definizione, ma in maniera, beh... diciamo leggermente differente:
Il DDL 2156-B "anticorruzione" è una legge di chiaro intento populista che evidenzia il classico comportamento dei politici italiani, i quali riempiendosi la bocca con le classiche parole "ci vuole una nuova legge" e "ci vogliono pene più severe" mirano a rendere più felice la sensibilità comune seppellendo sotto la sabbia il fatto che esistono già delle specifiche leggi a contrasto della corruzione e che anziché chiedere pene più severe basterebbe applicare di base quelle esistenti. In questo modo si distoglie l'attenzione dal problema nella sua interezza per chiuderlo sui singoli corrotti scoperti, usati come "capro espiatorio".
E adesso vediamo se le cose sono chiare.
In un paese civile se io vengo condannato a trenta giorni di prigione, domani mattina mi prendono, mi portano in un istituto penale, mi mettono in cella e mi fanno uscire esattamente fra un mese. Se prendo vent'anni di carcere me ne farò venti anni esatti, non un singolo giorno di meno.
In un paese civile se devo essere processato e giudicato sarò processato e giudicato in tempi decenti, e a seconda del rischio eventuale di poter reiterare il reato sarò posto, in attesa, in carcere, agli arresti domiciliari o sottoposto al confinamento con "braccialetto elettronico".
Ma soprattutto in un paese civile se cento persone vengono scoperte a commettere lo stesso reato, vengono condannate tutte e cento velocemente, anziché riempirsi la bocca dicendo che ci vuole una nuova legge...
In Italia, invece, andiamo in leggerissima controtendenza: perché a quanto pare sembra che qui non ci siano le leggi. Questa "nuova legge" anticorruzione è una fesseria immonda che non solo aggiunge inutilmente decine e centinaia di punti a decine di leggi già esistenti, rischiando di provocare danni: non vi ricordate la "nuova legge sugli incendi boschivi"? Tre parole: che sta appiccando, e un disgraziato di contadino con lo zaino pieno di inneschi dopo essere stato arrestato fu liberato con le scuse della magistratura e il rischio che facesse una querela per arresto arbitrario a cui noi (pronto? Ma invece legiferare su argomenti per cui le leggi ESISTONO, perché non regolamentare invece la responsabilità civile dei magistrati?) italiani avremmo dovuto risolvere con un corposo risarcimento danni.
Crozza qualche giorno fa, quando era fresco lo scandalo della corruzione nella Regione Lazio, evidenziò che mentre i consiglieri regionali si erano aumentati lo stipendio, la regione aveva dovuto reintrodurre il ticket per le prestazioni sanitarie agli handicappati. Ora che è caduta la giunta, perché invece di pensare alla pulizia dei candidati per un istante qualcuno non ha pensato di cancellare questa situazione di disagio per gli handicappati abbassando sensibilmente gli stipendi e compiendo altri tagli? Perché invece di preoccuparsi di chi intasca finanziamenti pubblici affinché venga condannato ad anni luce di galera (sì, anni luce: perché tanto sarà mooolto distante comunque), non sarebbe utile procedere all'immediata confisca di tutti i beni e, in caso di condanna, alla vendita all'asta con recupero dei denari che dovrebbero subito e rapidamente tornare alle casse dello stato?
Ma nooooooooooooo!
Vedrete che con una nuova legge che introduce pene più severe sarà condannato a trenta anni di ... opssss... il reato si è prescritto. E vabè, complimenti allora. Stretta di mano e si tenga pure le sue cose.
Già, perché norme del tipo "nei reati commessi da un parlamentare/senatore o da un delegato cittadino/regionale consigliere/assessore ovvero da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni eccetera non esiste alcuna prescrizione" non sarà mai approvata: il bue non darà mai del cornuto a se stesso...

Eppure basta un po' di logica, per combattere molte piaghe come la corruzione, senza bisogno di fare nuove leggi e costringendo a una certa trasparenza che, nella gestione della cosa pubblica, dovrebbe essere non la regola ma semplicemente l'ovvio.

Comunque questo non cambia le carte in tavola: state certi che al prossimo fatto di cronaca più o meno increscioso, ricominceremo tutti a far riempire la bocca con parole come "ci vuole una nuova legge".
Capperi, pensavo che almeno un governo tecnico fosse capace di fare meno demagogia dei governi politici, ma evidentemente mi sbagliavo...

sabato 13 ottobre 2012

Si vis pacem, para culum...

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Alfred Nobel con la fondazione e il premio voleva sottolineare ed evidenziare l'eccellenza. Cito dalla Wikipedia:
Il premio Nobel è un'onorificenza di valore mondiale, attribuita annualmente a persone che si sono distinte nei diversi campi dello scibile, «apportando considerevoli benefici all'umanità», per le loro ricerche, scoperte ed invenzioni, per l'opera letteraria, per l'impegno in favore della pace mondiale. Viene all'unanimità considerato come l'encomio massimo dell'epoca contemporanea.
Il problema è che negli ultimi anni, riguardo al premio conferito per l'impegno in favore della pace mondiale, le cose sono a mio modesto parere più adatte a lasciare che i poveri resti di Alfred si contorcano nella tomba in preda a spasmi incontrollabili. Parafrasando una mia vecchia barzelletta su IBB, "Quando Nobel seppe a chi hanno dato il premio per la pace, scoppiò a piangere..."
Stamattina su RTL102.5 Davide Giacalone ha parlato proprio di questo con molta critica, e sono d'accordo con lui. Per cui vi segnalo l'articolo un po' irriverente ma che secondo me merita molto, dell'amico blogger "Il Mango di Treviso".

venerdì 12 ottobre 2012

Conteso e strappato con la forza

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Ieri sera un filmato è andato in onda alla trasmissione televisiva "Chi l'ha visto".
Il filmato ritrae, in un momento particolarmente concitato, degli agenti di polizia che caricano di peso un bambino di dieci anni mentre la zia, la madre e i nonni materni sbraitano come ossessi insultando tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine per cercare di prendere la difesa del bambino.
Un filmato che lascia di stucco, per la violenza spropositata a cui si assiste.
[Nota: un filmato che non pubblico su questo blog e di cui non do link o indizi per cercarlo, non per il contenuto che può urtare la sensibilità dei miei lettori, bensì perché ritengo che anzitutto sia una palese violazione della privacy del minorenne, ma questo lo spiegherò più avanti. Ad ogni modo, se non l'avete visto, potete cercarlo facilmente in giro...]
Un filmato in cui si evidenzia un trattamento che non sarebbe degno neppure del più infimo degli animali e che ha scatenato proteste in tutta l'opinione pubblica i programmi televisivi i forum su internet e twitter e antani e supercazzore e il moige e la santa inquisizione e...

... e adesso fermatevi. Tutti.
Fermi.
STOOOP!
Quello è un bambino di dieci anni. Ci vuole rispetto, ci vuole silenzio, ci vuole riflessione.
Le urla e le minacce da forconi non servono a niente, anzi fanno pure più danno.
Come si può arrivare a tanto? Viviamo in un paese di nazisti con metodi da gestapo che non sono neppure in grado di operare con i bambini? Si strappa così un minorenne a una povera madre che...? Che cosa? Una povera madre che ha perso la patria potestà da ben cinque anni? Aspetta, ho detto di fermarsi. Com'è questa storia?
No no, non mi raccontate "ma era un bambino", un momento per favore...
Vediamo di fare un respiro profondo, e già che ci sono mi faccio una flebo di salina a temperatura frigo, così mi raffreddo un po' il sangue.
Cominciamo dall'inizio. C'è un bambino. Questo bambino ha due genitori, forse separati, forse divorziati, questo non lo sappiamo e non lo vogliamo sapere. Ma sappiamo una cosa, ben precisa.
Anzi no, due cose.
La prima: ormai da moltissimo tempo nei casi di separazione e di divorzio il giudice sottolinea come la cessazione degli effetti civili del matrimonio non vada e non debba andare a influire nella gestione, nella formazione e nella crescita dei figli minorenni. Si ottempera a tale compito secondo una regola definita dell'affido condiviso. Saranno e dovranno essere entrambi i genitori a occuparsi della crescita del figlio o dei figli minorenni, della loro educazione, del loro inserimento nella società eccetera. Entrambi i genitori. Il ruolo genitoriale è importantissimo nella società moderna (sì, quella fondata sul matrimonio e tutte quelle belle parole).
La seconda, legata alla prima: il ruolo genitoriale è così importante che la potestà genitoriale può venire sospesa e/o revocata solo in situazioni particolarmente gravi e complesse, e non decade persino in casi nei quali il genitore abbia ad affrontare talune condanne penali. Ma può venire sospesa, o revocata del tutto, a uno o entrambi i genitori, per gravi giustificati motivi dai quali possa risultare un grave nocumento alla vita relazionale o sociale del bambino. La rimozione della patria potestà toglie al genitore tutti i diritti sulla vita del figlio ai sensi del codice civile, ma non gli rimuove pressoché nessuno dei doveri, che anzi continuano ad essere attivi ed efficaci (sono esclusi i doveri derivanti direttamente e dipendenti dal diritto di potestà genitoriale, ma sono ben pochi: il genitore potrà esprimere ad esempio pareri su determinati fattori inerenti la vita sociale e di relazione o il percorso educativo/di studi etc. però per un genitore con potestà sono vincolanti, mentre se si perde la potestà assumono principalmente la funzione di consigli, ma non diventano vincolanti).

Ora. Ritorniamo a pensare per un momento al bambino. Anzi: pensiamo principalmente al bambino, perché è lui la vittima. La vittima del comportamento degli agenti, forse, della magistratura, forse, ma soprattutto del comportamento dei genitori e parenti che avrebbero dovuto usare LA LOGICA e IL BUON SENSO senza permettersi in nessun modo di usare il bambino come "arma" di ricatto nei confronti di una o dell'altra parte.
Perché quello che conta anzitutto è il buon senso. Il buon senso che sta alla base di un processo e un appello (e varie istanze di sospensione della sentenza) persi dalla madre.
Il buon senso di un accordo che dovrebbe essere onesto fra i genitori mettendo il figlio minorenne al primo posto, e non guardando a come usare il bambino quale arma di ricatto verso uno o l'altro genitore. Soprattutto da parte della madre, che per essere stata giudicata inadatta a conservare la potestà genitoriale qualche scheletro nell'armadio lo deve avere.

Perché è facile dire "povero bimbo e povera madre". O dirmi "perché, come ti comporteresti tu se trattasero così tuo figlio?". È facile, ma non è questa la domanda.
Quando (non è questo il caso, non sappiamo di che si tratta, ma l'esempio calza) si sente che un genitore faceva prostituire la figlia minorenne vendendola a tutto il vicinato, quando va lì la polizia e gli strappa (letteralmente) la bambina dalle mani, pensate che i genitori stiano lì mogi mogi e silenziosi, o che facciano scenate peggiori dicendo che sono i poliziotti a fare del male?

Bene.
Vediamo di leggere la storia, compresi i retroscena.
Da cinque anni il padre è l'unico con potestà genitoriale, ma da cinque anni il bambino è in mano alla madre. Che si rifiuta di incontrare gli assistenti sociali e il marito (complimenti, dov'è il buon senso di cui dicevo?).
Da cinque anni appena si presenta il padre con gli assistenti sociali il bambino si nasconde e scappa. Perché? Perché il bambino sa qualcosa, o perché madre e zia e nonni e parentado vario gli ha detto e fatto capire che vogliono fargli del male?
Poi accettano il passaggio in uno spazio "neutro", che è la scuola.
Scuola dove sembrerebbe tutto andare se non per il verso giusto, almeno con toni pacati. Finché non arrivano la madre, la zia e i nonni. Tutti sbraitanti e isterici, tutti che lanciano insulti contro il padre e le forze dell'ordine.
E il bambino, che vedendo adulti presi da una crisi isterica e non avendo una mente abbastanza formata e da persona adulta abbastanza da guardare la scena e dire "mi fate schifo tutti", bensì abbastanza da andare anche lui nel panico, visto che è cresciuto secondo i canoni della madre.
E la zia che GUARDACASO ha portato una telecamera comincia a filmare mentre in preda a una crisi isterica comincia a insultare i poliziotti che CERCANO di fare il loro lavoro. E scoppia il caos: il bambino si rifiuta di collaborare e viene caricato di peso, la zia sbraita contro un'ispettrice di polizia che - sottolineo - quando sta cercando di chiudere lo sportello dell'auto non fa altro che dire "calma", "così è peggio", "se avete ragione dovete far valere le vostre ragioni in tribunale, non fare così". Poi quando la zia si permette anche il lusso di chiedere di vedere gli atti, l'ispettrice (che ne avrebbe avuto ben donde di lavarle la faccia a spray al peperoncino, romperle le ossa a manganellate e chiedere un TSO con relativa querela per aggressione, resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale) la ha sonoramente mandata a quel paese (gli atti del tribunale sono per i genitori, se la zia vuole, chiede alla madre di mostrarglieli, non certo a un ispettore di polizia); non mi dispiace dirlo, l'ispettore ha fatto benissimo. Anzi, io vorrei incontrare quell'ispettrice di polizia e avere l'onore di stringerle la mano e complimentarmi con lei per la reazione pacata ma di polso che ha avuto, e che non ha peggiorato la già difficile situazione esistente, e che evidenzia ancor di più la malafede della zia.

La zia era presente con una telecamera con il chiaro intento di scatenare una lite furibonda e poi mostrare i poliziotti come nazisti. È vero che gli agenti non avrebbero dovuto comportarsi così, e sono da biasimare, ma è anche vero che neppure genitori e nonni avrebbero dovuto comportarsi così. Perché il fatto che il bambino stesse facendo ogni genere di resistenza contro gli agenti non è certo colpa sua, né del padre che da cinque anni chiede solo di poter vedere crescere suo figlio secondo i canoni del "buon padre di famiglia", come ci dice la legge.
E non dite "ma la madre". Perché la madre è brava a fare la vittima, ad andare da mattino cinque a dire "non mi hanno fatto vedere mio figlio". Certo. Se fosse andato il padre, il giorno prima, a dire "da cinque anni non vedo mio figlio"? Chissenefrega del padre?

L'ho detto e lo ripeto: è facile fare del moralismo, ed è evidente l'intento provocatorio e biasimevole della madre e della zia di scatenare le proteste gettando benzina sul fuoco. La zia che urla che il padre maltratta il bambino mi nausea, perché secondo non due giudici, ma due giurie popolari, forse invece è vero l'esatto contrario, ed è la madre che non rappresenta il modo migliore di far crescere quel bambino.

Io sono nauseato. Nauseato da quelle scene di violenza che si sarebbe potuta evitare(*), ma soprattutto nauseato dallo sporco gioco messo in atto dalla madre e dalla zia del bambino, per scatenare l'opinione pubblica contro il padre, quando invece è proprio la madre quella che per vari motivi doveva già da cinque anni essere allontanata dal bambino.
L'unica cosa certa è che il bambino ne avrà ben donde, a diciotto anni, di sputare in un occhio a entrambi i genitori, agli agenti di polizia e a qualcun altro, perché molti se lo meritano: la vera vittima è solo lui. E non è la vittima di quattro agenti di polizia, ma di molte più persone.

(*) Mia madre, assistente sociale in pensione, mi ha raccontato che cosa si fa quando i genitori non vogliono collaborare per il bene del minore: il giudice interviene SEMPRE per il bene del minore, e quindi se necessario autorizza a compiere questi tasferimenti di nascosto. Il bambino andava a scuola: un agente in borghese si accertava della sua presenza, e alle dieci di mattina con un rapido blitz si faceva uscire il bambino da scuola e si portava via senza informare madre, zia, nonni eccetera. Poi si chiamava la mamma per metterla davanti al fatto compiuto: «qui c'è l'atto del tribunale, qui c'è il padre, il bambino è in una struttura protetta e ci è stato portato senza urla, senza violenza e senza problemi, ora lei può sbraitare quanto vuole».

L'uso della forza è stato sbagliato, lo ripeto, ma la violenza più grande a quel bambino l'hanno fatta i genitori, che l'hanno usato come un giocattolo. Stamattina su RTL 102.5 Bruno Vespa ha fatto l'esempio del bambino conteso dalle due madri portato davanti a re Salomone, e direi che mi pare un paragone azzeccato: se ci fossero più genitori intenti a fare il bene dei propri figli anziché il loro, le cose andrebbero molto meglio.
Infine, il garante per la privacy si è molto risentito per lo spargimento di questo filmato su tutti i media: si deve rispettare il dolore di questo bambino, ma soprattutto si deve rispettare il suo diritto a non venire spiattellato su tutti i media dell'urbe terracqueo...

AGGIORNAMENTO delle ore 19 (su segnalazione di un amico)
Vi segnalo questa analisi pacata e funzionale su perché l'unica vittima di questo sporco gioco sia il bambino.