Ma concordo anche in pieno con le parole del cittadino Alessandro di Battista (parlamentare M5S): «Esprimo cordoglio alla famiglia di Andreotti per il dolore della scomparsa, ma sarebbe bello se il senatore a vita avesse lasciato delle memorie... Spero che non si sia portato nella tomba tutto quello che sapeva, perchè gli italiani hanno il diritto di sapere».
In questo momento è stato, purtroppo, l'unico che non ha subito corso a incensare un "grande statista" su cui invece sono tanti (troppi) i lati oscuri.
Peraltro ringrazio tutte le testate giornalistiche che hanno dato spazio alle parole di Licio Gelli, "venerabile" della P2: «I segreti li aveva, e se li è portati con sé». Li ringrazio affinché sia chiaro a tutti CHI sta osannando quella figura.
Rilancio, in conclusione, un bell'articolo di "La voce della Russia" che ho trovato cercando notizie sull'argomento; lo rilancio citando, peraltro:
È morto Giulio Andreotti, uomo di grande intelligenza che ha caratterizzato per decenni la politica italiana, dal dopoguerra ad oggi. E fu certamente un democristiano molto influente sia per la storia del suo partito che per tutto il Paese.
Detto ciò, sbaglierebbe chi volesse parlare di lui come di un grande "statista". Il politico è colui che agisce nell'agone della vita pubblica e nelle istituzioni con maggiore o minore successo. Lo statista è, invece, quel politico che si contraddistingue per un alto senso dello Stato, rispetto per le Istituzioni ed è guidato dalla ricerca del bene comune. Statista è anche chi si distingue per doti morali che possano essere invocate ad esempio per tutti i cittadini. De Gasperi ne fu un fulgido esemplare.
Andreotti non lo fu mai.
0 commenti:
Posta un commento