lunedì 27 maggio 2013

Una cronaca negativa

In questi giorni la cronaca è stata piena. Di incidenti, di omicidi, di terrorismo, di aggressioni. Così tanto che mi rendo conto di due cose.
La prima: che il mondo sta cambiando. In peggio, ovviamente. Se prima esisteva una sorta di "linea di demarcazione" per la violenza... se prima c'era l'uomo onesto e morigerato che andava avanti in una vita piatta giorno dopo giorno e quello che è stato dentro e fuori di galera per droga, furtarelli e in generale con una fedina penale distribuita su dispense... adesso no.
Adesso una famigliola ti si pianta nella casa accanto. Sono simpatici, vengono dall'Iraq e scappano dalla guerra. Lei non sta tutto il tempo col chador, lui è un serio ed onesto lavoratore. Vi fate qualche grigliata domenicale (ok, di peperoni: son pur sempre musulmani e a voi hanno insegnato un minimo di rispetto per le scelte degli altri). E tutto sembra normalissimo per due-tre anni, finché il vostro vicino non entra nel centro commerciale con una cintura ripiena di esplosivo e al grido "Allah è grande!" si fa saltare in aria facendo una carneficina, mentre il figlio fuori dallo stesso centro commerciale comincia a tirare giù a colpi di mitra pompieri e soccorritori. Sono terroristi. Violenti. Brutti. Cattivi. No, sono i vostri vicini di casa, quelli con cui avete guardato le partite di football e baseball gridando come scalmanati. Sono quelli con cui avete bevuto limonata nel caldo del patio della vostra casa in estate. Sono loro, gli stessi vicini di casa che da due anni si sono integrati con il vicinato. Non parliamo dell'uomo normale che impazzisce, parliamo di persone che portano un terribile segreto, e che spesso non può essere svelato, perché dietro non c'è una grande criminalità organizzata, ma magari solo un esaltato che in un paio di dialoghi domenicali gli ha chiesto di fare la guerra santa.
La seconda: questo fa aumentare la paura. Perché quando il problema è questo, non sai come gestire la sicurezza. Cosa fai? Allontani tutti gli immigrati? In America soprattutto? Dove lo studente simpatico, dolce, diciassettenne sotto il letto invece di qualche peluche per tenere lontano l'uomo nero ci teneva il napalm? Dove il bambino di sette anni ha sparato alla sorellina di tre con il fucile automatico calibro 22 per bambini che gli avevano regalato per il compleanno scorso?
Solo io comincio a chiedermi non più "che cosa è successo al mondo", quanto piuttosto "perché"?

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