sabato 21 dicembre 2013

Processione nel sangue

Non seguo le processioni religiose. Lo sapete: anzitutto per l'ovvio motivo religioso in sé (sono agnostico: semplicemente non mi interessa), ma anche perché non sono amante della confusione che si genera, soprattutto al sud, in occasione di certe manifestazioni che sinceramente mi danno molto l'impressione di aver perso il senso di religioso (o fortemente pagano, come avviene spesso qui al sud) per lasciare lo spazio ad una splendida ed efficace "facciata" di falsa modestia e discutibile fede.
Non è la prima volta (e, temo, non sarà l'ultima) che sento amici che mi dicono di non andare a seguire la processione della patrona da anni, per colpa di incontri poco piacevoli.
Ma una cosa, anche da agnostico, la osservo: ho rispetto per il culto degli altri. Ho rispetto per la festa, per il modo in cui i siracusani vivono la fede. Ho abbastanza rispetto da sentirmi molto colpito per quello che è successo.
Perché non posso immaginare il dolore e lo sgomento di un fatto di sangue così grave che ha colpito con violenza due famiglie (perché non c'è solo un ragazzo di vent'anni che è morto, ma anche un altro coetaneo che si è rovinato per tutta la vita non solo per il gesto in sé che avrà le sue conseguenze legali, ma anche perché comunque passerà il resto della sua vita con la vita di quel suo coetaneo sulla coscienza), in quello che dovrebbe essere un giorno felice, in prossimità delle feste natalizie, davanti alla santa a cui moltissimi dichiarano la loro devozione e il loro rispetto. Rispetto che è mancato, sostituito dal silenzio. Dalla banda che smette di suonare, dal percorso della processione che è costretto a deviare, dalla gioia che si smorza, dai fuochi d'artificio che vengono smontati e riposti, dal simulacro della santa che diviene un oggetto ingombrante, che si vuole solo conservare nel silenzio e nella tristezza.
Da oggi la festa patronale di Siracusa non sarà più la stessa. L'ultima volta che la festa è cambiata, è stato a causa del terremoto, nel 1990. Ora cambierà di nuovo. Come è cambiata la vita di due ragazzi di soli vent'anni: una finita tragicamente, una bloccata nella macchina legislativa. Come è cambiata la vita di due famiglie, a pochi giorni dal natale.
Sono cose che ti fanno riflettere, veramente. E concludo anche io, in silenzio, per ricordare una giovane vita spezzata in un momento che sarebbe dovuto essere felice, festoso, non così tragico ed improvviso.

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