domenica 26 ottobre 2014

VLOG 37: Esperienza con Windows

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Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
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Il vlog scorso mi sono fatto un po' prendere la mano e sono andato avanti un po' troppo a lungo, quindi onde evitare il problema di cui ci parla il canale YouTube di oggi, cercherò di essere più breve.
Infatti ironicamente il canale YouTube di oggi (di nuovo oggi parliamo di cinema e informatica; prossimo vlog metteremo assieme le due cose), comunque il canale di oggi è "TL;DW" ossia "Too Long; Didn't Watch", ossia ancora (riferendomi al vlog precedente) "Troppo lungo, non l'ho guardato". Uno spettacolare canale di Mashable, molto divertente, in cui si prendono le saghe e i film particolarmente corposi, che vi hanno fatto dire, magari "No: troppo lungo, non l'ho guardato" o che - in realtà - avete guardato ma siete curiosi di vedere questa reinterpretazione, taglia e riassume in due-tre minuti le trame particolarmente complesse.
È un canale ancora molto giovane: per il momento ci sono solo due saghe, che sono state estremamente ristrette, però sono due video che vi segnalo sul doobly-doo che sono molto ben fatti e molto divertenti.
Ora, il canale è "TL;DW" (trovate il link sul doobly-doo) assieme a: la trilogia di Star Wars in tre minuti, bello concentrato ma molto simpatico e primo video che vi segnalo sul doobly-doo.
E (secondo video) la trilogia di Matrix in due minuti e mezzo. Questo è il canale "TL;DW", link sul doobly-doo.
Argomento del giorno: mi riallaccio all'argomento Linux della settimana scorsa per raccontare velocemente una parentesi del mio rapporto con Windows.
Nel 2004 acquistai, in un centro commerciale, il mio primo vero computer portatile, un Acer Aspire (della serie 2300) che arrivava con Windows XP Home Edition preinstallato.
E, non appena acquistato il portatile, mi mossi seguendo le indicazioni fornite all'epoca tra Zeusnews e Punto-Informatico e via discorrendo (da Paolo Attivissimo e da pochi altri), quindi rifiutai la licenza di Windows presente sul portatile, feci spegnere il portatile alla prima accensione e quindi mi misi in contatto con l'assistenza tecnica di Acer per sapere come procedere per la restituzione della licenza di Windows.
Dovetti spedire il portatile a mie spese (in realtà una decina di euro il costo complessivo) a Milano, il portatile mi venne restituito dopo due o tre settimane senza la licenza di Windows, con l'hard disk completamente vuoto (proprio tabula rasa) assieme a un assegno circolare non trasferibile di € 149. Di cui una parte (se non ricordo male € 69) che copriva il costo della licenza di Windows che era stata rimossa, e l'altra parte (€ 80) come risarcimento per il danno provocato al portatile (allo chassis del portatile) nel rimuovere l'etichetta di conformità della licenza di Windows.
Il portatile mi era costato € 749, così facendo il portatile mi costò, praticamente, € 600; che nel 2004 era una cifra interessante per un computer portatile.
La prima cosa che feci, una volta ricevuto il portatile, fu quella di installare il sistema operativo Linux.
Il portatile, nel tempo, l'ho poi leggermente modificato: montava 256Mb di RAM e un hard disk da 40Gb; con il tempo sono riuscito a trovare delle espansioni di RAM fino a farlo arrivare a 1Gb, con il tempo ho cambiato l'hard disk sino a quando l'ultimo hard disk che ho avuto era un hard disk da 100Gb, ma il sistema operativo è rimasto, fondamentalmente, sempre lo stesso: è stato il portatile su cui son cresciute le mie versioni di Ubuntu fino al 2012, quando - finalmente - ho venduto il portatile e ho acquistato un nuovo portatile (un Compaq Presario CQ58) che ho attualmente e per il quale - invece - ho svolto un lavoro differente.
Quindi, innanzi tutto: sì. Ufficialmente io sono una di quelle persone a cui sono stati restituiti i soldi della licenza di Windows XP che era preinstallata sul computer.
Però parliamo dell'anno 2004. In questo caso, però, ho deciso di tenere la licenza di Windows, per due motivi.
Il primo è tristemente noto perché è finito alla cronaca: i vari paletti che sono stati posti dal produttore (in questo caso da HP) a ottenere il risarcimento del costo della licenza, sinché non vi sono state diverse pronunce di diversi tribunali, del TAR eccetera.
Il secondo motivo è che ho deciso di - comunque - utilizzare la licenza di Windows, anche se la ho trasferita dal portatile al mio PC di casa. Sul portatile, infatti, è sempre installato il sistema operativo Linux (tra l'altro al momento ho anche rimosso l'hard disk originale del portatile e ho installato un disco allo stato solido da 120Gb).
Il punto è che la licenza di Windows Seven Home Premium è quella che mi sono installato sul PC di casa, su... prima sul dual-core duo, adesso sull'i7 (ho cambiato computer da pochissimo) e questo perché da una parte, facendo il tecnico informatico devo andare a combattere con i sistemi Windows dei clienti, quindi mi serve anche poter conoscere bene il sistema operativo Windows.
Dall'altra, alcune operazioni, come per esempio il montaggio di questi vlog: lo svolgo comunque con software Windows.
Ora, quello che io ho fatto già da lungo tempo, e in questo senso vi segnalo sul doobly-doo un articolo che scrissi sul mio blog "Pagine Oscure" qualche tempo fa (quando tenterete di aprire quell'articolo, la prima cosa con cui vi avvertirà Blogger è "attenzione: l'autore di questo blog ha segnalato che i contenuti potrebbero non essere adatti a tutti": dovete clickare su "Dichiaro di comprendere e di voler continuare" per poter aprire l'articolo. Non vi preoccupate: è una scelta che ho fatto io, inerente appunto il fatto che all'interno di quel blog non ci sono filtri).
La scelta che ho fatto di mettere Windows in casa è passata dalla decisione di mettere una versione originale di Windows, e di installare o versioni originali dei software, o alternative gratuite. Perché, se pur vero che c'è una grandissima diffusione di uso di tantissimi software "blasonati", che spesso trovo sui computer dei miei clienti installati con il relativo crack, e che poi danno problemi, e che poi non funzionano, e che poi - non lo so - computer che prendono virus.
Ma potrebbe anche non essere così, per carità: ci possono essere anche computer che hanno software crackati che funzionano benissimo. Però io ho fatto una scelta ben precisa: la scelta di non avere software pirata sul computer di casa. Sul pc portatile non ho software pirata perché ho Linux, quindi...
La scelta, alla fine, è dettata da questi fattori. E pensate che alla fine il software con cui faccio i montaggi, con cui lavoro sul vlog. Fino ad oggi ho utilizzato avidemux per fare un montaggio lineare molto sporco ma funzionale; adesso sto utilizzando un software per fare il montaggio lineare che mi permette di fare degli effetti, di inserire dei fotogrammi all'interno dell'immagine, di fare piccoli effetti video eccetera.
È un software che, alla fine, è composto da un pacchetto molto grosso di programmi (sono, credo, una quindicina di programmi) la cui licenza di tutti e quindici i programmi mi è costata poco meno di una cinquantina di euro. Alla fine ho deciso di investire, di pagare questa licenza, piuttosto che di andare a cercare la versione crackata. E ho: gli aggiornamenti sempre inclusi, l'assistenza tecnica funzionale: molti gentili, molto educati e molto veloci nel rispondere. E per i software, non so, per masterizzare, per la gestione dei documenti, invece ho scelto di utilizzare non i software blasonati, ma le tante alternative che ci sono in open source, da InfrarRecorder a LibreOffice e via discorrendo. Tralasciando che tutti i libri che ho scritto (e che sto scrivendo) vengono scritti con OpenOffice prima, LibreOffice adesso.
A questo punto chiedo a voi (cercate di essere almeno sinceri con voi stessi): trovate che le alternative gratuite siano limitanti e preferite i software blasonati?
Trovate che la pirateria informatica sia comunque un problema per le grandi case produttrici del software, che può far vivere in maniera complessa lo sviluppo di nuovi programmi, lo sviluppo di aggiornamenti?
La pirateria diffonde l'uso dei programmi, cosicché tutti quanti conoscono i programmi in un certo modo e quindi, poi, li fanno diventare uno standard de-facto?
Oppure: la pirateria è una cosa sbagliata, che dovrebbe essere colpita gravemente sino all'ultimo punto?
Ricordiamo che, quando ci fu il grande crash del Play Station Network, tutti gli utenti della PlayStation che avevano tutte le cose originali e perfettamente pulite e controllate non sono stati in grado di utilizzare i loro videogame, di entrare nel Play Station Network eccetera, mentre tutti i pirati hanno continuato a giocare come se niente fosse.
Quindi c'è anche da considerare questo fattore: voi che cosa ne pensate? Fatemi sapere, come sempre nei commenti, oppure su Twitter hashtag #DdVotr. Ragazzi, questo è tutto: io ho concluso. Come sempre vi ricordo: se questo vlog vi è piaciuto, fate pollice-in-alto e condividetelo con gli amici. Se vi è piaciuto e non l'avete già fatto, iscrivetevi al mio canale: è gratuito, e riceverete una notifica ogni volta che pubblico un nuovo vlog.
Grazie a tutti, ciao e ci vediamo domenica prossima.
{Quello che penso di quel film... c'è un mattone in mezzo alla strada, aspetta n'attimo...}

giovedì 23 ottobre 2014

Oggi ci vediamo tutti allo SMAU 2014?

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Ragassuoli, come già anticipato sul vlog, sono a Milano. Oggi andrò allo SMAU, e se volete ci possiamo incontrare lì a Fieramilanocity.

APPUNTAMENTI:

10:30-11:00 Porta Scarampo (in via Scarampo) vicino alle fast-lane (gate 1 ed 8)
12:00-12:15 Ristorante self fra le due scale mobili (il pad 3 è chiuso...)

Per contatti logistici potete scrivermi a grizzly.e90@g-sr.eu (mi arriva sul cellulare)
Ciao e a più tardi! ^_^
-----# Resoconto filmato #-----
 

domenica 19 ottobre 2014

VLOG 36: Buon compleanno Ubuntu e... esperienza con Linux

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Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
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Con questo vlog e con il prossimo comincio un piccolo esperimento: l'argomento del giorno e il canale avranno a che fare con il cinema e l'informatica (per questo vlog e per il prossimo vlog); poi, nel vlog successivo, cercherò di fare un'unione fra le due cose.
Comunque, innanzi tutto parliamo del canale YouTube di oggi, e lo facciamo con una considerazione, semplicissima: quante volte, guardando un film, dopo aver visto un bel film o un film più o meno discutibile, tutti noi abbiamo detto "E vabbè ma... poteva andare a finire in tanti modi, poteva andare a finire così, sarebbe potuto andare a finire colì..."
Questo canale YouTube ci viene incontro, infatti ci dice: "Come sarebbe potuto andare a finire" un determinato film con delle simpatiche animazioni, con una simpatica ricostruzione; e infatti il nome del canale (è già tutto un programma) è "How It Should Have Ended" ("Come sarebbe dovuto finire"): link al canale nel doobly-doo.
Ci sono alcuni film, segnalati sul canale, che in realtà sono usciti al cinema da pochissimo, quindi se non li avete visti ci sono anche degli spoiler, perché - insomma - uno dice "Va bene, è andata a finire così ma sarebbe potuta andare a finire diversamente" però uno può anche andarsi ad immaginare in qualche modo come andava a finire, quindi non è il caso di rovinarsi lo spettacolo; per cui vi segnalo tre film un pochino datati, che penso che abbiamo visto quasi tutti, la cui reinterpretazione è estremamente divertente, infatti nel doobly-doo vi segnalo come sarebbero potuti andare a finire dei film abbastanza storici. Il primo che vi segnalo è Ghostbusters. E... sì: ci sono ben due ipotesi di finale, e una è una differente risposta alla domanda «sei tu un dio?».
Il secondo che vi segnalo è un altro cult: Pulp fiction. Sempre sul doobly-doo: come sarebbe dovuto andare a finire Pulp Fiction.
Terzo grande classico, che in questo caso non è un finale ma un vero e proprio plot sulla trama: come si sarebbe potuto svolgere praticamente tutto il film. Un altro colpo geniale: Lo squalo, direttamente dal 1973 (come il film sarebbe potuto durare un quarto d'ora).
E vi segnalo anche un piccolo extra: come sarebbe dovuto andare a finire Scream. O, come è successo con Lo squalo: come si sarebbe dovuta sviluppare la trama di Scream.
È una specie di via di mezzo fra Scary Movie e la "Evil Overlord List", è molto divertente, quindi: quarto video che trovate sul doobly-doo.
Argomento del giorno: oggi parliamo di informatica, e lo facciamo in maniera molto particolare: giovedì 23 ottobre sarà rilasciato Ubuntu "Utopic Unicorn" (Ubuntu 14.10). È una data importante, non tanto per il 23 ottobre in sé o per il fatto che la versione è la 14.10, ma è una data importante perché è una importante pietra miliare per la distribuzione Linux Ubuntu, perché esattamente dieci anni fa (va bene: giocando di due giorni), il 20 ottobre del 2004, fu rilasciata Ubuntu "Warty Warthog" (il famoso Facocero Verrucoso) che è stata la PRIMA versione di quella che è una fortunata, funzionale e ben diffusa distribuzione Linux.
E questo ottobre 2014 è una data importante anche per me, perché nell'ottobre del 1994 (quindi vent'anni fa) io facevo la conoscenza e cominciavo ad utilizzare il sistema operativo Linux.
La prima distribuzione su cui ho sbattuto la testa è stata la Slackware 2.1 (c'era ancora il kernel 1.1.59; siamo adesso al 3 e rotti, non seguo più gli aggiornamenti che vedo su Ubuntu). Una distribuzione installata dopo aver preparato una lunghissima distesa di floppy disk, tra l'altro.
Slackware è stata per me, per un lungo periodo di tempo, una interessante parentesi che mi ha traghettato dal mondo non di Windows 95, ma parliamo addirittura dal mondo del DOS (di MS-DOS), di 4DOS (che sono stato uno degli utenti che lo utilizzava) e di Windows 3.0 e poi Windows 3.11 per Workgroup. Sì: ho usato queste due versioni di Windows. E rimango, comunque, un vecchio bacucco dell'informatica, visto che ho cominciato con un XT-8088 senza hard disk: due lettori floppy: 3,5 720k e 5,25" da 360k.
Non avete mai visto un floppy da "5 pollici e 1/4"?
Eccolo!
Doppia faccia, doppia densità, 360 Kilobyte (180 per lato).
Vedete questa piccola tacca? Serve a dire che ci si può scrivere, se è chiusa (veniva chiusa con un adesivo argentato) il disco è protetto dalla scrittura. C'erano i programmi antivirus che arrivavano con il floppy *senza* questa tacca.
La mia parentesi con Linux mi ha fatto apprezzare un sistema operativo che introduceva nell'ambito informatico alcune caratteristiche che noi utenti che venivamo dal DOS (e a malapena da Windows 3.11 per Workgroup) non conoscevamo. Come: un certo livello di manutenzione del multitasking e un certo livello di gestione della multiutenza sulla macchina.
Sono cresciuto, come dissi una volta su Fidonet, a pane e Slackware, però poi successivamente a Slackware ho sperimentato per un anno Debian; io ho potuto mettere le mani su Debian Potato, su Debian Woody e sono state delle distribuzioni... ho sperimentato molte distribuzioni Linux, ho sperimentato la gestione del sistema e, già ai tempi di Slackware 7, avevo cominciato a mettere in uso determinate caratteristiche che, poi, diventeranno le caratteristiche di manutenzione del sistema, per esempio, di Ubuntu. Una delle cose più semplici e stupide è che io, anziché utilizzare l'utente «root», utilizzavo il super-user (il «su»: non conoscevo molto bene «sudo», quindi usavo principalmente il comando «su»), però avevo impostato, nelle macchine dove condividevo l'utenza con altri, che chi potesse entrare come super-user doveva farlo usando la propria password.
Ossia, chi dava il comando «su» ed era autorizzato a diventare super-user non doveva conoscere la password di «root»: gli bastava utilizzare la propria password utente per accedere come super-user.
Che poi è la tecnica utilizzata in Ubuntu, in cui l'utente «root» c'è ma non può fare login direttamente (perché la sua password è disabilitata) e quindi chi entra come utente «root» è l'utente del gruppo «admin» (quindi l'utente abilitato a effettuare il comando super-user perché nel gruppo «admin») che utilizzerà «sudo» usando autonomamente, quindi, la propria password di utente. Quindi senza la necessità di conoscere la password di root.
L'uso di Linux (può sembrare stupido, ma invece non è così) mi ha persino aiutato a comprendere meglio alcune cose che stanno alla base della tecnologia dei sistemi basati su Windows NT, e quindi dei sistemi Windows sulla gestione della rete, dei sistemi basati su rete e multiutenza basati su sistema operativo Windows, dei quali avevo un'infarinatura estremamente di base, fatta principalmente leggendo qualche rivista d'informatica e che invece sono riuscito a comprendere meglio, comprendendo le dinamiche della gestione e della manutenzione della rete sotto Linux, perché le dinamiche di gestione e di manutenzione della rete, in realtà, sono le stesse.
C'è anche da dire una cosa (ne parlavo l'altra sera con l'amico Francesco): dal DOS siamo arrivati ai sistemi Windows, i sistemi Windows si sono evoluti, ma l'evoluzione dei sistemi Windows NT che ha portato ai sistemi Windows dedicati all'ambito server, ha lanciato un po' il ritorno della shell, dell'esecuzione di comandi da «riga di comando».
Una cosa, forse, inaspettata: la Windows Power Shell è qualcosa che - sicuramente - Microsoft quando aveva cominciato a lavorare a Windows 95, a Windows 98, quando ha cominciato a lavorare a Windows XP, quando ha cominciato a sviluppare meglio la tecnologia NT, secondo me si aspettava che sarebbe andata molto in secondo piano. Secondo me molti non si sarebbero aspettati questo boom del ritorno dell'esecuzione dei comandi da riga di comando.
Purtuttavia la diffusione dei sistemi Unix (e di Linux) nell'ambito server ha messo in evidenza questo grosso gap tra la gestione dei sistemi in rete basati su Unix, in cui un semplice accesso in telnet o in SSH mi permette di - virtualmente - eseguire moltissimi comandi di manutenzione della macchina, contro l'accesso alla consolle del sistema Windows che mi richiedeva un accesso, non so, magari in Remote Desktop.
Voi avete esperienza con il sistema operativo Linux? Avete mai utilizzato un altro sistema operativo, diverso da Windows? Oppure, avete esperienza - non so - magari su Macintosh? Su un sistema basato su Unix? D'altronde OSX è basato su BSD, quindi sotto il cofano gira un sistema Unix.
Se avete questo genere di esperienza, non so: fatemi sapere, ditemelo nei commenti. Se è un'esperienza che trovate positiva, che trovate negativa... potete commentare, potete commentare anche su Twitter, hashtag #DdVotr.
Io ho concluso, come sempre vi ricordo: se questo vlog vi è piaciuto fate pollice-in-alto e condividetelo con gli amici. Se vi è piaciuto e non l'avete ancora fatto, iscrivetevi al mio canale: è gratuito e sarete notificati ogni volta che pubblico un nuovo vlog.
Ragazzi: questo è tutto, ciao e ci vediamo domenica prossima.
Dimenticavo: giovedì 23 ottobre, mentre tutto il mondo aspetterà l'uscita di Ubuntu, io sarò a Milano allo SMAU, se volete ci possiamo incontrare a Fieramilanocity: io sarò entro le ore 11 a Porta Scarampo (gate 1 e 8, in prossimità delle fast-lane: è da lì che ho il mio ingresso), oppure intorno alle 12:15 al bar del padiglione 3, fate un po' voi.
Eventualmente potete mandarmi un'e-mail (la leggo sul telefonino): grizzly.e90@g-sr.eu
La trovate comunque scritta anche nel doobly-doo; ragazzi, ciao a tutti, casomai ci vediamo allo SMAU, e altrimenti ci vediamo domenica prossima.

domenica 12 ottobre 2014

VLOG 35: Il contrario delle fobie, le filie

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Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road!
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Nella descrizione del suo canale ci dice "Il mio nome è Adam e sono qui per illuminarvi la giornata", al contrario della giornata di oggi che è nuovamente nuvolosa.
Lui è CrashBangAdam, è divertentissimo: è uno youtuber britannico e il suo accento è semplicemente splendido (e se ve lo dico io, che non amo alla follia l'accento britannico!).
Nel doobly-doo vi segnalo alcuni dei suoi video che ho trovato molto divertenti.
Innanzi tutto, primo video che vi segnalo è: "cinque cose che ci serviranno nel futuro".
E secondo video sul doobly-doo, e riguarda i mondiali di calcio 2014 (e se è piaciuto a me a cui non piace il calcio, potete fidarvi!): "Cinque cose che non sapevate sui mondiali di calcio 2014"
E poi vi segnalo "Vespe, tablet e tenersi a mani nude", terzo video sul doobly-doo, assieme a un bellissimo extra (che mi riguarda): "Cinque cose da fare con un bel nuovo paio di baffi".
Cosa che - peraltro - mi ricorda che mi è successo alcune volte, mentre parlavo con dei clienti dopo varie volte che ci siamo visti. Il cliente mi guarda un po' "Ma... ti vedo un po' diverso... AH: Ma ti sei fatto crescere i baffi! Complimenti: ti stanno bene"
"Ehm, grazie... negli ultimi VENT'ANNI me l'hanno già detto..."
Comunque: lui è Adam, CrashBangAdam, link al suo canale nel doobly-doo, e passiamo all'argomento del giorno. Il vlog scorso vi ho parlato di fobie, questo vlog - forse - è il caso di parlare dell'opposto: delle "filie", le cose che si amano.
Anche se il termine fobia identifica chiaramente una (più che un'avversione) una paura vera e propria, non una semplice avversione, come per esempio la chrometofobia (o chrométofobia) che è la paura del denaro.
Io penso di avere - invece - una grande di forma di chrometofilia, visto che ADORO il denaro... però non me ne danno mai!
Ora, la fobia è una paura ben delineata. Con le filie non si identifica, necessariamente, una passione ben delineata, perché le filie possono avere determinati significati in base all'accezione che gli diamo o in base all'accezione di determinate parole: dell'uso che hanno nella società.
Per esempio esiste l'emofilia, che però non è che "è la passione per il sangue" (c'è forse quella dei vampiri), tendenzialmente è una malattia: è una difficoltà del sangue a coagularsi.
Vi sono le parafilie, che hanno a che fare con la propria vita sessuale; però vi sono anche dei concetti che sono un pochino più semplici.
Per darvi un esempio sulle diverse accezioni delle parole, vi dirò ad esempio una parola: "zoofilia", letteralmente "amore per gli animali". Ora, la zoofilia può avere tre diverse accezioni: può significare, semplicemente, una passione per gli animali, una persona a cui piacciono molto gli animali.
La parola zoofilia, riferita all'ambito botanico, può identificare un determinato equilibrio tra le piante e gli animali
{per esempio la cosiddetta impallinazio... sì: impallinazione!}
per esempio la cosiddetta impollinazione zoogama, in cui la pianta fa uso dell'animale per diffondere il polline: la cosa più semplice è quella di utilizzare le api per diffondere il proprio polline; ma possono essere utilizzati anche, non so, animali come pipistrelli o situazioni del genere. È un caso di zoofilia. "Zoofilia" può essere utilizzato anche nell'ambito professionale (nell'ambito "zootecnico"): c'è, per esempio, la guardia zoofila.
E infine la zoofilia può identificare anche una delle parafilie e può riferirsi a coloro che si eccitano sessualmente con gli animali (ci sono anche quelli che si eccitano COME animali, ma questa è un'altra storia).
Tra l'altro alcune filie sono parole molto utilizzate, per esempio: i cinefili, gli amanti dei film, gli amanti delle produzioni cinematografiche, gli amanti del cinema. O i cinofili, che sarebbero gli amanti dei cani; il buon Cesare Marchi, nel suo libro "In punta di lingua" ci diceva di fare attenzione a non confondere le due cose, anche se è vero che abbiamo visto dei film realizzati dall'amico quattrozampato dell'uomo...
Di alcune fobie esiste anche l'opposto, per esempio della nictofobia (la paura del buio) esiste la nictofilia: la capacità di rilassarsi moltissimo nelle situazioni particolarmente buie. E che è un po' il mio modo di essere, perché io amo dire che «la mia camera da letto dev'essere citata ai bambini per incutere loro timore, poiché deve rientrare nei canoni fisici del corpo nero». Io ODIO la luce che filtra mentre dormo, quindi nella mia stanza c'è un'oscurità completa; ho impiegato vari mesi (e non sto scherzando) ad abituarmi alla proiezione dell'ora - sul tetto - della sveglietta radiocontrollata, e sapete quanta *pochissima* luce faccia quella sveglietta, quindi immaginatevi un po'.
Anche se devo ammettere che dormire all'addiaccio (fare "hike", come si faceva ai tempi degli scout) è una cosa che adoro tantissimo, perché quello che mi da fastidio è la luce che filtra da tutti i lati, ma essere illuminato in maniera graduale e uniforme, svegliarsi con la luce del sole... indubbiamente quello è un altro paio di maniche. "Svegliarsi con la luce del sole". Mi sveglio la mattina alle cinque e dieci: in piena estate sta albeggiando, lasciamo stare, va...
Se dobbiamo parlare di me, sono un ben noto arctofilo...
... adoro gli orsi! Eheheh!
E voi? C'è qualcosa che vi piace tantissimo? Avete una passione, una filia per qualche cosa in particolare? Non so: per i libri, per i film... ditemelo un po' nei commenti, oppure (come sempre) su Twitter hashtag #DdVotr.
Ragazzi: questo è tutto. Come sempre vi ricordo: se questo vlog vi è piaciuto, fate pollice-in-alto e condividetelo con gli amici. Se vi è piaciuto (e non l'avete già fatto) iscrivetevi al mio canale: è gratuito e riceverete una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Bene! Io ho concluso, noi ci vediamo domenica prossima. Ciao a tutti e grazie.
Trentott'anni, un'azienda avviata da quindici e clienti (e colleghi di protezione civile) che guardano i miei video...
... ma è bello così!

domenica 5 ottobre 2014

VLOG 34: Paure e fobie

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Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
Eh... sì: l'illuminazione di oggi è gentilmente offerta da Giove Pluvio...
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{ecco...} [clacson] {pure i piccioni in mezzo alla strada!}
Oggi parliamo di Mental floss, «il vostro appuntamento settimanale con la scienza e con tante curiosità». Adesso è un periodo in cui sta pubblicando due video alla settimana: uno - appunto - di curiosità in generale, e uno in cui si risponde a una domanda fatta dal pubblico su GooglePlus, sui commenti di YouTube eccetera...
Trovate sul doobly-doo (sì: sta uscendo un po' di sole, non mi lamento!) trovate - dicevo - sul doobly-doo il link al canale Mental floss e ad alcuni dei video che ho trovato più interessanti e che possono darvi un'idea un po' del canale.
Cominciamo innanzi tutto col primo video che vi segnalo, che sono "33 curiosità sui giocattoli".
E se passiamo a giocattoli un po' più grandi abbiamo anche "32 significati di nomi delle automobili" (delle marche delle automobili), come d'altronde la FIAT: Fabbrica Italiana Automobili Torino... ['na vota... eh!]
Oppure... (come non detto: è andato via il sole di nuovo) - no: non è questo il video! Quello di Mental floss è "21 pazzesche forme di vita ormai estinte.
E per chiudere con le curiosità scientifiche, perché non parlare di "27 curiosità divertenti sul... divertimento"!
Ma, come dicevo, ci sono anche delle risposte a delle domande poste dal pubblico, e perché non vedere la risposta alla domanda "da dove viene il simbolo del dollaro?" con un ospite speciale che risponde, che è Craig Benzine (il nostro caro amico WheezyWaiter). Ultimo video sul doobly-doo: "da dove viene il simbolo del dollaro?"
E adesso passiamo all'argomento del giorno: ho fatto una piccola deviazione perché ho un momento libero e voglio farvi vedere un piccolo posto che ha a che fare con l'argomento del giorno. Anche se la giornata non è l'ideale: infatti, come dicevo prima, l'illuminazione è offerta da Giove Pluvio.
E infatti se ci dovessero essere dei lampi, mi metterò in posa con un bel sorriso: magari Zeus pubblica la mia foto sulla sua bacheca; mentre se dovessero esserci dei tuoni, hanno a che fare con l'argomento di oggi.
No: non ho intenzione di parlare di Thor!
Oggi vi parlo, infatti, di fobie. E lo faccio andando in un posto che alcuni di voi - se sono siracusani, se sono venuti con me o se seguivano il mio blog - conoscono, che è Cisternazza: mi fermerò lì qualche minuto.
Nel frattempo vi linko sul doobly-doo un articolo, che ho scritto sul mio Blog un po' di tempo fa, parlando proprio di paure e fobie.
Anni fa ero a casa di un amico e gli stavo sistemando il computer, c'era una giornata peggiore di questa: proprio pioggia, vento... un lampo pazzesco ha illuminato a giorno tutta la casa, l'amico aveva due figli piccoli (credo sei e tre anni) e gli ha tirato un'urlata: «Ragazzi: le orecchie!». I bambini si sono tappati le orecchie circa un secondo prima che un tuono PAZZESCO facesse - proprio - tremare tutta la casa.
È una cosa - sapete - molto tenera pensare a bambini e paura dei tuoni. E son paure che poi, generalmente, crescendo, con l'età, passano. Eppure ci sono anche persone adulte che, nonostante siano cresciute, nonostante quell'età, nonostante sappiano che ci sono delle cose che comunque non dovrebbero essere motivo di timore (o di terrore), provano delle vere e proprie fobie, fino al punto di trovarsi anche fortemente a disagio in determinate situazioni.
La differenza principale tra paura e fobia è data da un concetto: la paura scatta in determinate situazioni...
Sono a Cisternazza, solo che c'è un tempo da cagnacci.
Mi sono fermato un attimo in aperta campagna, sono in un posto che molti conoscono, perché io adesso mi giro e ve lo faccio vedere (c'è la macchina di qualche contadino, giustamente): questa alle mie spalle è Cisternazza e, dall'altro lato, c'è una vista (non so se si riesce a intravedere) che va da Sortino, Solarino, Floridia, altri paesi fino - praticamente - da quella parte c'è Siracusa.
Quando ho cominciato a venire in questo posto, e parliamo - veramente - di più di una decina di anni fa, ma anche più di quindici anni fa, c'eran meno alberi, era un posto un pochino più brullo, un pochino più desolato e qui io ci venivo di notte nel periodo di agosto. Venivo di notte perché questo è un posto relativamente lontano dalle città, dalla grande illuminazione delle città, relativamente tranquillo; in estate anche ventilato e fresco.
Uhm, sì: ci sono un bel po' di zanzare. Questo purtroppo è un problema, per il quale usavamo svariati prodotti. Soprattutto però questo era un posto... venivamo qui (vi faccio vedere): questa costruzione è un'antica cisterna.
[oplà!]
Bene. Questa è un'antica cisterna e noi ci mettevamo qui, sul tetto di questa cisterna, con un asciugamano, o con qualcosa per stare asciutti, tra l'altro lontani dalle formiche eccetera, per guardare il cielo.
Ora, perché sto parlando di questo discorso? (tra l'altro questo discorso è un bel po' che non lo faccio, perché ormai è un periodo in cui in agosto vado in vacanza a Trento, eccetera) Parlo di questo perché: voi vedere questo ambiente, abbastanza brullo, desolato e relativamente deserto. Di notte è un ambiente molto buio, molto lugubre e molto sinistro, ed è un ambiente in cui moltissime persone con cui sono venuto, quando eravamo da soli, si sono sentite un pochino a disagio: perché si è grandi, adulti & vaccinati, ma ci sono posti che ti fanno un po' riscoprire di avere paura del buio.
C'è un'importante differenza tra paura e fobia. La paura è quel sentimento che aiuta ad evitare determinati pericoli, ed è importante che ci sia: è grazie alla paura che non infiliamo una mano dentro il camino acceso, perché sappiamo, abbiamo paura, di grigliarci la mano!
La fobia è una cosa che tende a diventare irrazionale, rispetto all'elemento che dovrebbe dare paura.
Ora, ci sono elementi che danno paura in maniera differente. Portando l'esempio del camino: guardare un camino crepitante è un'immagine, per molti, anche rilassante. Ma guardare un incendio che sta per lambire la vostra casa... sempre fuoco è, ma è UN TANTINO meno rilassante, no?
In certi casi, però, la paura arriva al livello di fobia. Quando la paura arriva al livello di fobia, diventa una cosa inconsciamente molto forte: c'è una scarica di adrenalina, il corpo si prepara a quello che dovrebbe essere "combatti o corri" (in inglese sarebbe "Fight or Flight"), perché ci sono persone adulte che hanno fobie invalidanti.
Alcune sono cose abbastanza diffuse: se io vi parlo, non so, di claustrofobia: la paura di restare dentro luoghi chiusi. La cabina di un ascensore, magari dentro questa macchina (no, ok, spero... questa macchina è abbastanza ampia. Spero che non provochi claustrofobia).
C'è l'opposto, l'agorafobia: la paura di stare negli spazi aperti. Sono paure, sì irrazionali: è facile dire che una fobia è una paura irrazionale, ma è difficile superare una fobia, perché comunque può essere veramente invalidante.
Ci sono alcune di queste fobie, alcune delle fobie, sono abbastanza diffuse da far parte integrante della realtà umana: la brontofobia, che non è la paura dei brontosari, ma dei tuoni, per esempio. Obiettivamente è irrazionale: ha senso aver paura del fulmine, ma il tuono è ciò che si manifesta quando ormai il fulmine è passato. E molti bambini ce l'hanno, ok, ma ce l'hanno anche molte persone adulte. Una mia amica diceva di adorare i temporali, e sosteneva che il modo migliore di godere appieno dello spettacolo della natura che si scarica fosse sotto il letto, con gli occhi chiusi e le dita nelle orecchie.
C'è, per esempio, l'aracnofobia: la paura dei ragni, che può essere a molti livelli, ci sono persone che si trovano a disagio a pensare di avere un ragnetto che gli gira per casa, ci sono persone che entrano nel panico vedendo la foto di un ragno anche sull'enciclopedia...
C'è la herpetofobia (n'altra parolaccia), significa: paura dei serpenti e dei rettili in genere.
Ma ci sono fobie irrazionali molto più complesse e di cui probabilmente non avete mai sentito parlare. Di una ve ne ho parlato (così, al volo) nel vlog scorso...
{il film che ha donato la più grande quantità di *coulrofobici* nell'intera storia dell'umanità}
(... e sì: finalmente ho cambiato software di montaggio video, ahhhhhhh!)
La courlofobia è la paura dei clown. Appunto donata moltissimo dal film "IT", eppure esistente anche in molti altri casi, al di là di persone che non hanno (appunto) visto il film "IT" perché comunque già terrorizzati dai clown di loro... ma è comunque una paura molto diffusa, anche tra persone adulte, tra persone che sanno che non c'è nessun pericolo in un clown! Ma ce ne sono alcune, di cui vi ho parlato anche nell'articolo che ho linkato nel doobly-doo.
La lachanofobia, che è la paura delle verdure. Oppure, come ho detto: Cisternazza, andare a guardare le stelle cadenti... c'è chi non lo fa mai, perché soffre di anablefobia: paura di guardare in alto.
Concludo, prima di farvi una domanda, con una fobia - oserei dire - ironica. Provo a pronunciarla: hipopotomonstrosesquipedaliofobia (che mi sta venendo a me solo a TENTARE di pronunciarla), che è la paura delle parole troppo lunghe.
E voi? Avete qualche fobia che vi portate appresso sin da quando eravate piccoli? Avete scoperto da adulti di avere qualche fobia? Oppure non avete paura di nulla, siete coraggiosissimi (come tutti gli amici che ho portato a Cisternazza...)
Ditemi un po' quello che ne pensate, ditemi un po' se conoscete qualcuno che ha qualche fobia strana, che vi stupisce. Oppure se avevate una fobia e siete riusciti a superarla, ditemi come avete fatto, anche perché superare una fobia - spesso - non è facile: c'è bisogno di aiuto, c'è bisogno - in certi casi - di, anche, aiuto psicologico. Non è una cosa che si fa dall'oggi al domani, cioè: è facile
dire "ok, sono una persona adulta, questa è una cosa che non deve spaventarmi"... è facile dirlo, il difficile è farlo.
Ditemi un po' quello che ne pensate, come sempre potete commentare sotto il video, oppure su Twitter hashtag #DdVotr
Insomma, ragazzi, come sempre vi ricordo: se questo vlog vi è piaciuto, fate pollice-in-alto e condividetelo con gli amici. Se vi è piaciuto, e non l'avete già fatto, iscrivetevi al mio canale: è gratuito e riceverete una notifica ogni volta che pubblico un nuovo vlog.
Ragazzi: questo è tutto, io ho concluso. Grazie a tutti, ciao, e ci vediamo domenica prossima.

{oggi vi parlo di Mental floss, un'appuntamento settimanale con la scienza e le curiosità}
[rumore di bande sonore per rallentare]
{E ti pareva!}
{E a proposito di WheezyWaiter}
[rumore di bande sonore per rallentare, AGAIN!]
{Wow! Non era quello a proposito di WheezyWaiter...}