lunedì 27 luglio 2015

VOGA2015: Introduzione

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Agosto: ferie, vacanze, studio, libri, viaggi, relax, lavoro, feste, piscina, mare, montagna, soprattutto divertimento, e soprattutto: #VOGA2015!
#VOGA2015 è una challenge, un modo di mettersi davanti alla telecamera tutti i giorni, per tutti e trentuno i giorni di agosto per realizzare un vlog al giorno.
Trentuno vlog, e... «Caspita! Trentuno vlog sono pesantucci!» Sì, ma 31 vlog potete realizzarli con il montaggio, con l'attrezzatura, con la strumentazione, con gli effetti speciali... oppure semplicemente prendendo la telecamera e inquadrandovi e parlando, per uno-due minuti, dieci minuti, un quarto d'ora, due ore... il tempo che avete voi a disposizione (vi consiglio di tenervi brevi, perché così attirate un pochettino l'attenzione).
Trentuno vlog, e subito voi mi direte: «Caspita! Come facciamo a fare trentuno vlog? Come si fa uno a mettere davanti alla telecamera? Di che parla per trentuno giorni?»
Beh... è semplice: andate sul doobly-doo, trovate un calendario Google (disponibile anche in formato iCalendar e in RSS/XML). Potete importarlo sul vostro calendario Google, se già lo utilizzate. Potete importarlo dove volete, potete stamparlo! Ci sono trentuno argomenti: uno per ogni giorno, dal primo giorno ("Parla di te, presentati") al trentunesimo giorno ("Sei arrivato fino in fondo, che cosa hai imparato?") e passando per ogni genere di argomento: si parla di mangiare, si parla di viaggiare, si parla di te, si parla della famiglia, degli animali, di quello che capita! Naturalmente questo calendario non è obbligatorio: è un consiglio! Se non avete un argomento di cui parlare, leggete il calendario: «Oggi di che si parla? Oh, ma guarda: c'è quest'argomento, è interessante!» ma se avete un argomento di cui volete parlare, potete fare un vlog su QUELL'ARGOMENTO. La sfida è di arrivare fino in fondo.
Naturalmente può anche succedere che: «Eh, ma sai! Questo giorno non posso girare, non ho la connessione ad internet, sarò fuori casa tutto il giorno, c'avrò 'sto problema, 'sta cosa... e vabbè, mi salta tutta la challenge
MA NO! FERMO!
Ma se ti salta questo giorno non importa: girerai il vlog domani, girerai il vlog dopodomani, se saltano uno o due giorni non farti demoralizzare! È una sfida: la sfida è quella di mettersi davanti alla telecamera a parlare, ed è una sfida importante perché aiuta gli iscritti a conoscerti, aiuta te a essere più naturale davanti alla telecamera... io stesso non mi sento molto naturale: mi sento più naturale quando sono in auto, davanti alla telecamera.
Aiuta un po' il canale a crescere, aiuta a dare una "movimentata" a YouTube nel periodo di agosto, che c'è poco movimento.
E soprattutto è una cosa che, se tu usi la telecamera del telefonino, la funzione di registrazione di YouTube, ti può rubare un minuto al giorno, quindi pensaci!
#VOGA2015: dai, è la mia challenge. Ve la lancio per quest'anno, per tutto il mese di agosto 2015.
Troverete sul mio canale la playlist #VOGA2015, troverete sul doobly-doo (di questo video e di TUTTI i video di  #VOGA2015) i link al calendario (in formato Google Calendar, in formato iCal, in formato XML), quindi venite e poi ditemi sui commenti se state facendo anche voi #VOGA2015, se state facendo i VEDA, magari in lingua inglese: io l'ho fatto quest'anno ad aprile e in agosto, invece che fare di nuovo il VEDA in lingua inglese ho pensato di portare il VEDA in Italia e... VOGA è anche una cosa più in... VOGA, no? È molto più simpatico come acronimo di VEDA... eh... VEDA se vogliamo fare i VOGA!
Bene ragazzi: ci vediamo per tutto il mese di agosto su questo canale, ogni domenica sempre con Diario di Viaggio on the road, ma ogni giorno del mese di agosto con #VOGA2015. Ciao a tutti, e grazie!

domenica 26 luglio 2015

VLOG 76: La tecnologia che ci... aiuta

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Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]
La settimana scorsa abbiamo parlato di tecnologia sotto la «chiave di lettura» un pochino più negativa. Oggi voglio parlarvi di tecnologia sotto una «chiave di lettura» più positiva. Perché comunque io mi considero un "geek", sono - comunque - un appassionato di tecnologia, anche se lascio che sia io ad appassionarmi della tecnologia, e non la tecnologia a prendere il sopravvento su di me (almeno: cerco di farlo il più possibile).
La comunicazione è cambiata tantissimo grazie alle innovazioni tecnologiche. Ora: da una parte se, con il concetto di comunicazione, uno - magari - pensa "vabbè, perché c'è il telefonino, perché c'è una maggior velocità di connessione ad internet. In realtà mi riferisco a un discorso molto più globale.
Vi faccio un esempio molto veloce: pensate a come, nel passato, venivano gestite le "comunicazioni", la diffusione delle notizie durante le grandi calamità. Per esempio pensate, nei primi anni '80, alla terribile esplosione del Monte St.Elena (negli Stati Uniti) e a tutto quello che è successo, e a come le notizie sono poi arrivate nel mondo.
E pensate adesso al fatto che, grazie agli smartphone, alla connettività a internet, alla possibilità di condividere video «in tempo reale», a strumenti come Periscope, Meerkat etc., come: al giorno d'oggi, quando succede qualcosa di importante, quando succede quello che è un fatto di cronaca, come sia più facile (soprattutto per le cose "più gravi", per le cose "più importanti", per le cose che "dovrebbero coinvolgere tutto il mondo"), come sia più facile che la notizia faccia il giro del mondo [schiocco delle dita] veramente in un lampo.
Non so: in questi giorni stavo riguardando alcune cose sull'attentato di Breivik, l'attentato che c'è stato in Norvegia (prima a Oslo, al palazzo del governo, e poi sull'isola di Utøya), proprio andando a leggere le notizie e guardando alcuni video YouTube, ho osservato una cosa: come la notizia riuscì a diffondersi in tutto il mondo molto velocemente proprio grazie al fatto che cominciarono a comparire video su internet, cominciarono a essere pubblicati i primi video.
Ora io penso: notizie di una certa gravità, cose che succedono al giorno d'oggi, dalla «Primavera Araba» a - comunque - situazioni... non so: il terremoto e il successivo maremoto di Sendai, che c'è stato in Giappone nel 2011. Come è stato diverso, a livello di diffusione delle notizie, rispetto - per esempio - al maremoto che c'è stato in Indonesia.
La tecnologia, la tecnologia delle comunicazioni, la tecnologia in molti ambiti - come dicevo - migliora tantissimo la vita, e ci sono strumenti, per esempio a disposizione dei medici, dei chirurghi, che permettono di operare a distanza, di effettuare delle conferenze... cioè, io faccio una considerazione stupida: non tantissimi anni fa il classico "luminare" della (non so) cardiologia, che doveva andare a consultare dei colleghi, o di cui era richiesto un consulto: doveva FISICAMENTE spostarsi in aereo, doveva analizzare, magari, delle TAC, della roba... magari c'era una cosa urgente "è complesso: come facciamo a farle avere le TAC e via discorrendo?", quando adesso, nel momento in cui ci fosse in un ospedale, non so, a Sidney, un problema complesso con un paziente, e c'è un bravissimo medico a Londra che potrebbe dare un consulto, il consulto del medico di Londra, rispetto a Sidney, con la possibilità di analizzare tutta la strumentazione, di analizzare tutte, non so, le radiografie, le TAC, tutto ciò che è disponibile... è alla distanza VERAMENTE di un clic di mouse.
In un clic di mouse è possibile collegare da Sidney il medico di Londra, e magari anche un consulente a New York, magari anche un altro medico che ha avuto casi del genere e che si trova, non so, in Messico.
È una cosa che, virtualmente, fino a pochi anni fa era estremamente complicata da realizzarsi, e se andiamo indietro nel tempo (non indietro nelle centinaia di anni, ma veramente indietro nelle DECINE di anni), quello che sto dicendo negli anni '50, negli anni '60, che sono NULLA rispetto allo sviluppo dell'uomo, ma già andare indietro di una cinquantina d'anni: sono cose completamente da libro di fantascienza.
Quindi sicuramente la tecnologia è andata a evolversi, migliorando tantissimo la vita dell'uomo. Io sono appassionato di lettura, sono appassionato di libri, leggo molto, e però ho sempre avuto la difficoltà di riuscire a reperire alcuni libri particolari. C'è stato... quando andavo in vacanza, magari, riuscivo a trovare dei libri nella biblioteca di Trento, per il prestito, prenotandoli prima. Però succedeva che non era possibile trovare il libro, arrivava disponibile il giorno che io dovevo partire... e quindi per me è stata una grandissima cosa positiva la rivoluzione dell'ebook: ne ho parlato nel vlog in cui parlavo di lettura digitale.
La possibilità di trovare dei titoli, anche rari, in bene o male qualche store on-line e, dato che l'ebook non richiede tempi di spedizione: trovo il libro, lo compro, tac! C'ho lì il file, quindi tutta la mia libreria (una GROSSA PARTE della mia libreria) è nel cloud, che è una cosa che lascia un po' pensare, perché virtualmente, quindi, penso che ci sia della poesia Vogon che sta *galleggiando* nel mio wi-fi.... creepy!
E adesso, grazie alle reti di nuova generazione (anche le reti di nuova generazione in ambito mobile) abbiamo la possibilità di portarci appresso una tecnologia sempre più evoluta, che sta all'interno dei nostri telefonini, che sta all'interno dei nostri tablet, che sta all'interno delle nostre auto (che ormai lavorano un po' anche come un tablet: ci sono auto su cui si installano le App, no?)
Da una parte, utilizzando correttamente questo tipo di tecnologia, sicuramente migliorano tantissimo le cose, e ci sono - per esempio - quei navigatori satellitari che si mettono sul veicolo, che riescono grazie alla connessione a internet a determinare in tempo reale qual è la miglior situazione per il minor traffico, oppure se ci sono degli incidenti, dei rallentamenti, dei lavori in corso.
Sempre delle situazioni che, fino a pochi anni fa, rientravano veramente in quella che sarebbe stata la mente di uno scrittore di libri di fantascienza, non certo una realtà che quasi si da per scontata.
E, sicuramente, come la tecnologia ha migliorato tantissimo le cose sino ad oggi, migliorerà tantissimo le cose in futuro, e considerando la velocità a cui si muove la tecnologia, a cui arrivano le innovazioni tecnologiche, certamente quando parlo di "migliorare le cose in futuro" non intendo dire "fra vent'anni, fra trent'anni" (cioè: SICURAMENTE fra vent'anni, fra trent'anni le cose saranno radicalmente cambiate), ma certamente noi cominciamo a vedere miglioramenti nella nostra vita, miglioramenti nell'ambito tecnologico ormai, letteralmente, dall'oggi al domani.
C'è una situazione - secondo me - bellissima (di cui parlerò più avanti) che è il crowdfounding, in cui alcuni ambiti scientifici, alcuni ambiti tecnologici che potrebbero venire sviluppati, ma che all'inizio - magari - ci sono molte grandi aziende che non si fidano, non sanno quanto possa avere uno sbocco... grazie al crowdfounding moltissime di queste situazioni vengono invece sviluppate, potranno venire sviluppate, potranno dare un risultato, e quindi veramente nel giro di uno-due anni già la tecnologia avrà cambiato le nostre vite radicalmente. Da qui ai prossimi (non lo so) quindici anni, vent'anni, chi può sapere che cosa sarà successo? Ci saranno chissà quali grandi innovazioni nella sicurezza, nella salute, nella vita umana...
Voi cosa ne pensate? Che effettivamente la tecnologia migliorerà la vita dell'uomo? Oppure che l'evoluzione tecnologica favorirà soprattutto l'appiattimento culturale? Fatemelo sapere con un commento qui sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Bene, io ho concluso anche per questa domenica, per cui - innanzi tutto - vi ringrazio per essere arrivati fino in fondo a questo vlog, vi ricordo, se questo vlog vi è piaciuto, vi ha incuriosito, se pensate che abbia ragione (o anche se pensate che abbia torto), comunque ricordatevi di fare un pollice-in-alto e di condividere questo vlog con gli amici, condividerlo sugli altri social network: trovate tutti i bottoni per la condivisione sotto al video.
Vi ricordo (se non l'avete già fatto) di iscrivervi al mio canale: è gratuito, vi farà subito assumere quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace tanto e soprattutto potreste anche ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Bene ragazzi, di nuovo: grazie, ciao tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 19 luglio 2015

VLOG 75: La tecnologia che ci circonda (+ extra: "Sfoca i volti")

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Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]
Come dicevo nel vlog scorso, la tecnologia è arrivata al punto che io ho una telecamera grossa quanto un pacchetto di sigarette sul parabrezza, che mi sta riprendendo in alta definizione e grazie alla quale posso condividere i miei pensieri con tutti voi, utilizzando il portale YouTube.
Tecnologia che già dieci anni fa, ancora, non era arrivata a questi livelli: vent'anni fa non c'era assolutamente.
La tecnologia ci circonda, e lo fa in modi talmente sottili che ormai ci siamo persino abituati a essa: la mia stessa auto è completamente circondata da tecnologia: tutta una serie di funzionalità, calcoli, il controllo del consumo di carburante, la centralina, la funzione economy... già solo per parlare della mia automobile! Quando avevo il 126 c'era l'impianto elettrico che era fatto con i fili che andavano direttamente dalla batteria, alle candele, allo spinterogeno.
La tecnologia, sicuramente, ha tantissimi pregi: grazie al telefonino cellulare in questo momento siamo in grado di poter effettuare una telefonata, anche nel caso di emergenza (non so quanti di voi abbiamo mai utilizzato un telefono in caso di emergenza) IN MEZZO AL NULLA!           Facendo il volontario di protezione civile ho comunicato diverse volte con la sala operativa restando, praticamente, perfettamente in mezzo alla campagna.
Ma diciamo che se pensiamo a vent'anni fa, trent'anni fa: se io, in mezzo alla campagna, fossi rimasto a piedi con l'auto, toccava andare a cercare una casa con una linea telefonica; adesso prendo il cellulare: c'è l'app che mi fa venire il carro attrezzi nella mia posizione GPS, no?
Eppure tutta questa tecnologia quanto può essere positiva? Uno sketch dai Simpson: la Caprapall viene licenziata e sostituita da un supplente che si chiama Zachary Vaughn. Zachary è un ragazzo appena laureato, è la prima classe in cui va a insegnare, è pregno di tecnologia (manda SMS, fa fare i Tweet, usa Skype)... e a un certo punto fa una domanda:
«Allora. Chi sa dirmi cos'è la Dottrina di Monroe?»
Subito Martin Prince (il secchione della classe): «Oh, oh! La dottrina del presidente Monroe, secondo cui l'America aveva diritto a...»
«Aspetta, aspetta: mi stai dicendo che hai memorizzato questo fatto, quando chiunque abbia un cellulare può saperlo in 30 secondi?»
Martin, sconvolto: «Mi... mi... mi sono riempito la testa di spazzatura!»
«Sì, esatto!»
Che mi rimanda a un altro sketch, in realtà un'intera puntata del programma "Oltre i Limiti": in questa puntata (che non mi ricordo molto bene, dovrei vedere se riesco a trovare notizie. Se trovo il titolo della puntata o qualche informazione aggiuntiva, lascerò un link nel doobly-doo). Dicevo: in questa puntata tutto il mondo vive con una specie di impianto nel cervello.
Questo impianto mette tutte le persone in contatto con una specie di enorme macchina sensiente. Quest'enorme macchina sensiente contiene tutto lo scibile umano, e quando un uomo ha bisogno di sapere qualcosa, manda una richiesta "telepatica" a questa macchina, e questa macchina gli risponde, e quindi tutto lo scibile è a disposizione in uno schiocco di dita.
Non so: «Hai letto la Divina Commedia?»
«Aspetta... Hmmmmm.... sì: tutta quanta. Qualcosa che vuoi sapere?»
E praticamente c'è un ragazzino che, per una disfunzione, per un qualcosa che ha (non so: non mi ricordo se era una malattia o una mutazione genetica), non può ricevere l'impianto, quindi non può collegarsi con questa macchina ed è costretto a imparare le cose con il metodo "classico": quindi sta imparando a leggere e scrivere, che sembrano una cosa in parte dimenticata dagli altri uomini, perché - dato che viene fatto l'impianto praticamente appena nati, gli uomini crescono con l'impianto che li collega a questa macchina, e questo ragazzo leggendo libri, che sono vecchi libri trovati in una vecchia biblioteca, che un professore (che vuole comunque credere in lui, anche se non può avere l'impianto...) e i ragazzi - i compagni di classe - che comunque cercando di vivere assieme a lui... questo professore gli ha trovato questi libri, questo ragazzo legge, ogni tanto (non so) parla coi compagni: «Sai? Ho letto questo libro... tu l'hai letto?»
E appunto: «Sì, aspetta... Hmmmm, sì: perché? Hai qualche punto che non è chiaro?»
«No. Sai: pensavo che quel personaggio, che ha fatto questa cosa, secondo me ha fatto male, perché non si è comportato correttamente nei confronti di...»
E METTE I COMPAGNI DI CLASSE COMPLETAMENTE NEL PALLONE! Perché sono talmente abituati ad avere dei concetti serviti su un piatto d'argento, che è evidente che non stanno più pensando, è evidente che c'è un appiattimento culturale, c'è una grande cultura che... è utilizzata per fare citazioni!
È una puntata veramente toccante, veramente molto bella, ma soprattutto veramente che lancia un messaggio, perché seppur noi non abbiamo un impianto, comunque la tecnologia è arrivata talmente tanto intorno a noi, che VERAMENTE se uno non sa una cosa, non ha più bisogno di pensarla, di giungerci con un ragionamento logico: si prende il telefonino, si guarda sul telefonino, si guarda su internet... e spesso si trova la risposta, spesso si trovano anche tutta una serie di considerazioni allucinanti fatte da "menti" di persone che si sentono pensatori... che lasciamo perdere: purtroppo su internet c'è spazio per tutti quanti, quindi c'è spazio anche per certe teste bacate.
Ora, certamente la tecnologia in questo senso porta a un appiattimento negativo della cultura: grazie al mio telefonino io, anche se so appena appena leggere o scrivere (sullo scrivere, guardando certi messaggi che passano sui social-network, temo che sia sempre di più così, perché vedo gente che messa di fronte alla necessità di coniugare tre congiuntivi in fila, rischia di entrare in coma!) eppure, ha in mano - virtualmente - una tecnologia che gli permette di trovare la risposta alla vita, l'universo e tutto quanto (che, come ben sapete, è 42) anche mentre sono seduti sulla tazza del water.
Però, prima di farvi la domanda, voglio dire anche un punto positivo, e questo punto positivo riguarda anche un breve video che linko sul doobly-doo: è un video "non elencato" nel mio canale: l'algoritmo che cancella le facce da Google Street View è a disposizione di tutti gli youtuber per cancellare (oscurare) i volti nei video YouTube. E se volete saperne un pochino di più, ne parlo in questo breve video che è linkato sul doobly-doo e sulla scheda (che dovrebbe essere lì in alto, se YouTube non decide di cambiare posizione); comunque trovate il link sul doobly-doo, il link sulla scheda, metto un'annotazione sullo schermo: riuscirete a trovare il link a questo breve video in cui parlo dell'oscuramento dei volti.
E quindi vi chiedo (prima di rispondere, comunque, vi consiglio di dare un'occhiata anche a quel video), vi chiedo: secondo voi la tecnologia sta appiattendo la cultura e quindi sta danneggiando l'uomo come pensatore? Oppure la tecnologia, utilizzata nella maniera corretta, può migliorare moltissimo le capacità dell'uomo?
Però, per l'appunto, la tecnologia può portare anche alla considerazione di Zachary Vaughn: hai imparato una cosa che chiunque, con un telefonino, ritrova in 30 secondi!
Quindi: voi che cosa ne pensate? Fatemelo sapere con un commento qui sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Bene, anche oggi siamo arrivati in fondo a questo vlog, quindi come sempre vi ricordo - se questo vlog vi è piaciuto, vi ha incuriosito o vi ha lasciato pensare - di fare pollice-in-alto e di condividerlo con gli amici, condividerlo sugli altri social network.
Vi ricordo, se non l'avete già fatto, di iscrivervi al mio canale: è gratuito, vi farà subito assumere quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace tanto e, soprattutto, potreste anche ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video!
Bene ragazzi: questo è tutto. Io, come sempre, vi ringrazio per essere arrivati fino in fondo a questo vlog, per cui: grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!





Ciao a tutti.
Come vedete, la mia faccia è sfocata. Prima che diciate tutti quanti "e che ci vuole? Col programma di montaggio video e gli opportuni filtri!"... no: non è questo quello che ho utilizzato.
Mi sono avvalso della funzionalità "sfoca i volti" messa a disposizione direttamente da Google: quando andate sulla gestione video, nella voce "Miglioramenti" c'è una funzione "Effetti speciali" che comprende - appunto - questa funzione "Sfoca i volti".
La funzione "Sfoca i volti" non è precisa al 100%, anche se per esempio nella situazione attuale, in cui la mia faccia è in vista in un video a 1080p, molto probabilmente sarà precisa al 100%.
In realtà le imprecisioni che noterete sono durante i miei movimenti: magari potrebbe - in certi momenti - sfocare la mia mano prendendola per un volto, oppure ho fatto degli esperimenti per capire se funzionasse bene: ogni tanto mi sfocava il gomito o la maglietta.
Però, a parte questi "errori", la funzionalità è molto precisa e molto efficace.
E se pensate che la funzionalità "Sfoca i volti" sia totalmente inutile per un tizio che sta girando un vlog dentro l'auto: SU QUESTO AVETE PERFETTAMENTE RAGIONE!
*MA* dovete provare a immaginare questo: una bella manifestazione di piazza in un Paese teocratico (avete presente - non so - Primavera Araba?) e in questa manifestazione si vuole evidenziare (e far conoscere al mondo) quello che sta succedendo sulla piazza, però senza far conoscere - magari alla polizia segreta - le facce dei manifestanti, affinché possano essere identificati e torturati. Ecco che la funzione diventa MOLTO interessante.
La funzionalità è la stessa della cancellazione dei volti che viene utilizzata in Google Street View: è lo stesso algoritmo, è lo stesso programma. Ma è, virtualmente, messo a disposizione di tutti quanti.
Ok: questo era il breve video. Quindi potete tornare alla visione del vlog, o alla visione del mio canale: grazie e ciao a tutti.

domenica 12 luglio 2015

VLOG 74: Gli anni '80

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{C'è un caldo *colossale*: spero di non SCIOGLIERMI mentre guido...}
Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road!
[♪♫♪]
Oggi parliamo di anni '80, ho già parlato dello Zio, Aldo Jones, adesso parlo di un altro youtuber che parla degli anni '80 (dei cartoni animati degli anni '80, ma un po' anche della vita che c'era negli anni '80): oggi vi parlo di Stefano Piffer.
Stefano ci parla dei cartoni animati degli anni '80, e lo fa in una maniera - secondo me - eccezionale, e quindi trovate (subito) sul doobly-doo il link al suo canale e vi segnalo due cose differenti, ossia due trame dei cartoni animati, dei (secondo me) cartoni animati un po' più "rappresentativi" degli anni '80, e due cose (due "storie") sulla "vita negli anni '80".
Quindi cominciamo con il primo video che vi segnalo sul doobly-doo: "Mila e Shiro in tre minuti", veramente fatto benissimo, molto divertente, e comunque tutta la trama di Mila e Shiro in tre minuti... eccellente!
E, secondo video che vi segnalo sul doobly-doo, "Lady Oscar in tre minuti (e mezzo!)": è di nuovo una cosa ben fatta, ben studiata, un racconto eccezionale, che ho trovato molto divertente.
E comunque guardate tutti i video, tutti i cartoni animati degli anni '80 che sono stati "riassunti" da Stefano: sono veramente uno migliore dell'altro.
E invece, per parlare un po' degli "anni '80", della "vita" negli anni '80, vi segnalo altri due video. Innanzi tutto il "Capitolo VI: le pubblicità degli anni '80".
La pubblicità è cambiata tantissimo negli anni (e di questo - tra l'altro - parlerò in un altro vlog) ma le pubblicità degli anni '80, in certi casi, sono rimaste "nel cuore", sono entrate un po'... anche alcuni detti sono entrati in detti che si usano ancora al giorno d'oggi (e sono nati, appunto, nelle pubblicità); quindi in questo capitolo VI si parla delle pubblicità degli anni '80, e c'è anche una Top-5 delle pubblicità "più note" degli anni '80, quindi: un video che merita tantissimo.
E inoltre, vista la quantità abnorme di caldo questo video ci può stare, sicuramente è il "Capitolo XI: i gelati", che è molto meglio che parlare di minestroni, sicuramente.
Comunque, lui è Stefano Piffer, trovate il link al suo canale (e i video che vi ho segnalato) sul doobly-doo: andate, iscrivetevi, è un canale veramente eccellente, i suoi contenuti sono divertentissimi.
Quindi fidatevi: è veramente molto bravo.
E parliamo dell'argomento del giorno, e quindi CONTINUIAMO a parlare di anni '80.
Allora, io sono nato nel 1976, quindi nella decade degli anni '80 (dal 1980 al 1989) io ho vissuto tutta la mia infanzia. Nel 1980 avevo quattro anni, quindi: proprio tutta la fascia dai quattro ai tredici anni, tutta la mia infanzia l'ho vissuta nel «nucleo centrale» degli anni '80. E ho tantissimi ricordi positivi degli anni '80, sicuramente.
Da una parte, certamente, i cartoni animati con i robottoni (ne abbiamo parlato), o anche tutta un'altra serie di cartoni animati, tutti quelli riassunti da Stefano Piffer, e anche quei cartoni animati che forse, in qualche modo, si sarebbero dovuti considerare "femminili"? Più dedicati alle femminucce? Come (non so) Candy Candy? Che comunque tutti noi maschietti degli anni '80 abbiamo guardato.
Ma anche ho i ricordi dei telefilm degli anni '80, da Happy Days (che in realtà è molto più vecchio degli anni '80, ma che ha avuto un boom negli anni '80 in Italia), a Hazzard, o Knight Rider... comunque quella stramaledetta macchina con le luci led lampeggianti è una cosa che rientra nel ricordo di tutti quanti... e comunque SIAMO ARRIVATI, fondamentalmente, alle auto "smart" che ti rispondono a modo: ormai puoi veramente dire "Kitt, accendi le luci" e la macchina ti accende le luci! Quindi ci siamo arrivati a quel livello di tecnologia, dai: è una cosa piacevole. Per fortuna, però, non abbiamo la luciazza rossa che lampeggia davanti... anche se in quest'auto, per esempio (che è stata costruita dopo novembre 2011 e rientra nella categoria delle auto con quella normativa europea) e quindi - comunque - c'ho le luci accese anche di giorno, perché ho le «luci di marcia diurne», quello sì.
Degli anni '80 c'è anche un ricordo molto piacevole di quello che è stato il cinema degli anni '80. Da una parte è nato il "Trash" del cinema italiano degli anni '80: i film di Fantozzi, quei polizieschi con il "Monnezza" o - comunque - con quelle cose... con il classico poliziesco all'italiana che cerca d'imitare il poliziesco violento all'americana, no?
E c'ho i ricordi dei film horror degli anni '80, che erano SIGNORI FILM HORROR, che erano quei film che "Guardavi quel film e c'avevi incubi per tre settimane", che quando c'erano scene inquietanti, arrivavi - non lo so - a sputare il cuore per terra...
Tutto il contrario dei film horror che si sono sviluppati soprattutto negli ultimi anni, in cui si punta più al fenomeno «jumpscare» che all'horror vero e proprio. Cioè: tu guardavi un film horror degli anni '80, veramente ti affacciavi da dietro il divano tremante, perché tutto ti dava l'impressione cupa: il nemico, il «cattivo» era una cosa che non avresti voluto incontrare nemmeno nei tuoi incubi peggiori...
... adesso il film horror sono ombre che si muovono.
MUAA! ZAAN!
Ma... non si vede mai il «nemico», la musica che cambia, la stanza... ma... sì, va bene: ma CHE SUCCEDE?
Qualcosa un pochino si salva, per carità, così come qualcosa di horror degli anni '80, comunque è talmente trash da essere andato a prevaricare l'horror e arrivato a certi livelli... ma il trash degli anni '80 è comunque una parte "importante" del cinema italiano ed è una parte che mi è rimasta nel cuore, così come mi è rimasto nel cuore anche il cinema che riguardava in parte il trash, come per esempio i film di Fantozzi, che però rivisti negli anni duemila, nel 2015 riguardando i film di Fantozzi, uno però rivede anche quello che era un po' lo stereotipo degli anni '80, perché comunque i film di Fantozzi vanno vissuti, vanno guardati (i libri, e i film di Fantozzi, perché sono correlati) vanno guardati anche con un occhio un po' a quelli che erano i grandi stereotipi degli anni '80.
Io mi ricordo una discussione che ebbi con un amico un po' di tempo fa, in cui parlavamo - in inverno - del fatto che avesse avuto una settimana lavorativa massacrante, rinchiuso in ufficio, e fuori giornate di sole bellissime. Arriviamo a sabato: "Dobbiamo fare una bella partita di calcio con gli amici... e DILUVIA, c'è il campo alluvionato: è IMPOSSIBILE GIOCARE!"
E io gli dissi: "Tu, quando eri più giovane, guardavi i film di Fantozzi e vedevi la nuvola dell'impiegato, scommetto che ridevi. Tu non hai MAI capito i film di Fantozzi!"
E comunque volevo condividere con voi questo momento, questa perla di ricordarsi un po' degli anni '80, ricordarsi di quel periodo in cui non avevamo le macchine fotografiche digitali, o addirittura il telefonino (che è diventato lo "smartphone", il telefono "furbo", il telefono "intelligente"... che non lo so quanto è intelligente un telefono che praticamente mi può seguire anche mentre sono in bagno, ma di questo - di nuovo - ne parlerò in un altro vlog).
Però sicuramente il punto è che non c'erano telefonini e macchine fotografiche digitali con cui scattare, più che fotografie, FOTOGRAMMI: c'è gente che scatta delle vacanze venticinque foto al secondo! Sono fotogrammi: le metti assieme e ottieni il filmino delle vacanze... mentre negli anni '80, quando si andava in vacanza, c'era l'Instamatic (se non la Polaroid) e tu facevi, con l'istamatic (col caricatore 126) *VENTIQUATTRO* *FOTOGRAFIE*, e quindi dovevi scegliere molto attentamente che cosa fare, e SPERARE, perché poi - finivi le vacanze, te ne andavi dal fotografo, dovevi fare sviluppare il rullino e *SPERARE* che le fotografie fossero venute bene, e non fossero venute mosse.
C'era la Polaroid (che ne ho ancora una da parte) e non c'era il selfie, c'era il chiedere alle persone "Scusi, sia gentile: ci può scattare una fotografia?"
E sono cose che un po' mi mancano, lo devo dire. Anche se - sicuramente - l'avvento della tecnologia e il futuro che ormai è entrato nelle nostre case, nelle nostre vite, certamente ha migliorato tantissime cose.
Però alcune cose un po' mi mancano, sono - sicuramente - nostalgico e appassionato a certe cose "vintage".
E a voi chiedo: voi siete appassionati del vintage, o no? Siete «figli degli anni '80» come me, siete nati molto dopo di me e quindi degli anni '80 ne avete sentito solo parlare? E avete seguito queste cose, così, guardando questi canali YouTube... O magari siete molto più (no: non voglio dire quel termine)... avete qualche anno in più di me, e quindi avete vissuto magari la vostra adolescenza negli anni '80. Non lo so: fatemelo sapere con un commento, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr: racconatemi qual è stata la vostra esperienza degli anni '80, se avete dei ricordi degli anni '80 che vi colpiscono al cuore, oppure se siete curiosi di conoscere come sono stati gli anni '80.
Bene ragazzi: questo è tutto, un vlog abbastanza veloce (e MOLTO NOSTALGICO, sicuramente) per cui vi ricordo, se questo vlog vi è piaciuto, vi ha fatto tornare alla mente i vostri anni '80, o vi ha fatto desiderare di aver conosciuto gli anni '80, di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con gli amici, condividerlo sugli altri social-network.
Vi ricordo, se non l'avete già fatto, di iscrivervi al mio canale: è gratuito, vi farà subito assumere quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace tanto, e soprattutto potreste anche ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
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domenica 5 luglio 2015

VLOG 73: Incidenti con... armi da fuoco

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Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]
Buon quattro luglio a tutti: Festa dell'Indipendenza!
Beh, sì: in effetti è dell'Indipendenza degli Stati Uniti, ma dato che importiamo una marea di feste qui in Europa, prima o poi sono sicuro che importeremo anche questa.
Festa dell'indipendenza dal Regno Britannico per gli Stati Uniti, e... a Roswell, nel Nuovo Messico, anche dell'indipendenza dagli extraterrestri, quindi: questa sera si festeggia! Ci saranno grigliate, ci saranno parate, a Roswell ci saranno palloncini a forma di extraterrestri e, probabilmente fuochi d'artificio verdi (come in Tommyknockers).
Ma voglio parlare comunque di Stati Uniti, oggi, anche se in realtà il discorso è un pochino più generale e ha a che fare con quasi tutto il mondo.
Oggi vi parlo di armi, di incidenti con le armi. Gli Stati Uniti sono il posto in cui, veramente, c'è la più grossa quantità di armi pro-capite nel mondo civilizzato (se poi escludiamo, non lo so: posti come... i terroristi dell'ISIS che, probabilmente, hanno più armi degli americani, ma dico: seriamente probabilmente!) visto che comunque in America personaggi come Burt Gummer (di Tremors) sembra che siano molto più diffusi di quanto si possa immaginare.
E ora il punto di cui vi voglio parlare è questo: gli incidenti con le armi. Quando si parla di armi da fuoco e di incidenti, principalmente uno s'immagina "Beh sì: parte un colpo e ferisce (o uccide) qualcuno", come il colpo (o la raffica di mitra) che è partita a una bambina di nove anni in Arizona, che ha ferito mortalmente il proprio "trainer".
E tralasciamo che la bambina di nove anni era in un poligono di tiro, ma lo tralasciamo perché adesso, in Arizona, per legge bisogna avere dodici anni per entrare in un poligono di tiro. [sospiro]
Io ho un onore: sino ad oggi non ho utilizzato nessuna arma da fuoco. È un onore molto particolare perché, tra i maschi italiani della mia generazione, per quanto possa sembrarvi, a prima vista «stupida» questa dichiarazione (non ho mai usato un'arma da fuoco), invece è una cosa relativamente rara. Perché tutti i maschi italiani della mia generazione sono stati obbligati a svolgere la «naja»: il servizio di leva obbligatorio. E io ho svolto il servizio di leva obbligatorio, solo che non ho fatto il servizio militare, bensì ho fatto il servizio sostitutivo civile. E infatti della mia generazione (dei maschi italiani della mia generazione) moltissimi a 18-19-20 anni (età massima 24 anni, per i vari rinvii), moltissimi italiani (almeno della mia generazione) hanno avuto il primo incontro con le armi da fuoco. Che può essere vissuto in molti modi: io alla fine ho vissuto il mio «servire lo Stato Italiano» in maniera non armata, c'è chi ha voluto servire lo Stato Italiano in maniera armata, chiuso la parentesi del servizio militare e basta, c'è chi - successivamente invece - ha avuto un altro modo di rapportarsi con le armi: per via del lavoro, perché - magari - è entrato nelle Forze dell'Ordine, o perché è una guardia particolare giurata, o perché è un (non so)... fa comunque un lavoro che lo costringe ad essere armato (e non parlo di rapinatori di banche!) ma per esempio un gioielliere, una "categoria a rischio" che ha un porto d'armi.
Oppure semplicemente ci sono persone che praticano l'attività della caccia.
Gli incidenti con le armi: come dicevo, principalmente uno quando immagina un incidente con un'arma da fuoco, immagina soprattutto che «parta un colpo accidentalmente», ma in realtà dobbiamo considerare l'arma come una macchina, e una macchina può fallire in più modi. L'arma può fallire perché - appunto - può partire accidentalmente un colpo, ma può fallire perché può incepparsi, perché può bloccarsi la canna, potrebbe esplodere l'arma per un problema nella cartuccia o di qualunque altro genere.
E in questo una delle cose che interviene, nella sicurezza dell'arma, è la sua manutenzione e l'uso che se ne fa.
È vero il detto "non sono le armi che uccidono, sono le persone che hanno le armi che uccidono" ma molto relativamente, perché purtroppo di moltissime cose non è la cosa in sé che uccide: anche la mia automobile, guidando correttamente, non uccide nessuno. Ma se io mi metto a guidare come un pazzo a 300km/h in città, stirando tutti i pedoni che incontro, è ovvio che la mia auto diventa un'arma.
La sicurezza è data da tanti fattori; ora: ci sono delle figure che sono gli «esperti della sicurezza delle armi», gli esperti delle armi. E ci sono delle persone che PENSANO di essere esperte nell'uso delle armi, ma purtroppo la grande differenza tra chi DICE di essere un esperto di armi, e chi È un esperto di armi, spesso è una GRANDE DIFFERENZA, che appunto c'è e si vede.
Perché chi dice di essere un esperto di armi, spessissimo si dimostra - purtroppo - un completo DECEREBRATO che sicuramente quanto prima rimarrà coinvolto in un grave incidente con un'arma da fuoco.
E mi riferisco soprattutto a quei tantissimi americani che hanno un poligono di tiro in casa, che permettono a bambini (BAMBINI!) di operare con delle armi da fuoco, a CINQUE ANNI! Non sai leggere e scrivere, ma sai caricare una nove millimetri?
The Amazing Atheist, parlando dell'incidente in Arizona (avevo linkato quel video in quel vlog) aveva citato l'intervista appunto a un decerebrato della lobby delle armi (o comunque della categoria di americani che dormono abbracciando un fucile a guisa di orsacchiotto di peluche!) che (e SPERO CHE SIA FALSO, anche se *temo* che non sia così...) sin da quando era "in fasce" suo padre... quando aveva pochi mesi suo padre gli prendeva la manina e col ditino gli faceva tirare il grilletto del fucile!
C'è questa cultura, e chi ha questa cultura prima o poi farà un danno. Ed è un dato di fatto: le statistiche parlano da sole.
Gli esperti di armi (veri!) sanno che prima o poi rimarranno coinvolti in un incidente, che potrebbe essere provocato dalla disattenzione dei «passaggi di sicurezza», ma potrebbe essere provocato anche dal fallimento dell'arma in sé. Essere consapevole, e applicare una serie di regole, non cancella il rischio di incidente, ma lo riduce molto sensibilmente.
Quando si considera che quello che si ha davanti non è un giocattolo, ma un'arma, diventa tutto molto più evidente.
Ora, io sono - da obiettore di coscienza - contrario all'uso delle armi e favorevole a controlli e tecnologie mirate per rendere virtualmente impossibile, e comunque estremamente complesso, e legislativamente pesantissimo, l'abuso delle armi: limitazioni! Non è possibile che uno possa avere in casa 700mila fucili, pistole, proiettili, granate... Eh Oh!?!
Ecco quindi che vi chiedo: voi che cosa ne pensate? Siete d'accordo con me che bisogna avere delle normative estremamente restrittive sulle armi da fuoco? Oppure pensate che mi sbagli o che in tutto il mondo dovrebbe esserci una cosa, come in America, che tutti devono poter avere un'arma da fuoco? In certi Stati addirittura (degli Stati Uniti) basta essere residente in quello Stato, non c'è bisogno di chiedere il porto d'armi: se sei residente hai diritto, in qualsiasi momento, a entrare in armeria e comprarti un'arma da fuoco (una pistola o un fucile) per difesa personale.
Pensate che si debba arrivare a questo livello?
Oppure no? Oppure pensate che sì, effettivamente sia il caso (non solo in America) di applicare delle normative estremamente restrittive e di poter sfruttare sempre determinate tecnologie?
Oppure avete altre posizioni? Non lo so: fatemelo sapere sui commenti, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Se avete il porto d'armi, avete una licenza di caccia e avete una posizione specifica, che dovrebbe essere differente per quanto concerne la caccia, rispetto all'attività sportive... non lo so: se fate le guardie giurate e pensate... conosco gente che ha il porto d'armi, ed eppure la pensa come me, quindi non lo so: fatemi un po' sapere sui commenti, su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Ragazzi: so che è un argomento abbastanza complesso e negli Stati Uniti è un argomento che ogni volta genera ogni genere di discussione, e vi chiedo quindi, comunque, di restare pacati sui commenti.
Bene ragazzi: questo è tutto, io come sempre vi ringrazio per essere arrivati fino in fondo a questo vlog.
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Di nuovo (e come sempre) grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!