domenica 25 dicembre 2016

VLOG speciale: Natale 2016

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Il panorama del lago appariva irrealmente quieto nell’ora che si avvicinava al tramonto.
Il paesaggio circostante mi fece ripensare, per qualche istante, al Lago di Terlago. E, con l’immagine del lago, mi tornarono in mente anche il bar, il gelato buonissimo, il minigolf dove giocavo sempre da piccolo…
Guidavo lungo la strada che costeggiava il lago: mi ricordava un po’ la Gardesana, ma il panorama circostante mi faceva pensare piuttosto al circondario di Caldonazzo.
Ad ogni modo non sapevo di preciso dove mi trovassi: mi limitavo a seguire l’unica strada.
Il sole era molto basso sull’orizzonte, e ormai mancavano veramente pochi minuti al tramonto.
Intravedevo delle luci lungo la sponda opposta del lago (saranno stati dei paesini lontani) e nel frattempo raggiunsi una specie di paese sulla sponda (no: in realtà era più un agglomerato di case senza neppure un nome); pensai alla strada d’ingresso verso Calceranica, ma decisamente non ero lì.
Percorsi ancora poche centinaia di metri, poi mi fermai ad un bar. Scendendo dall’auto con l’intenzione di prendere un caffettino, finalmente mi resi conto che sul sedile anteriore, accanto a me, era rimasto seduto tutto il tempo Lucky. Con la cintura di sicurezza allacciata (bravo il mio orsacchiotto!)
Mi allontanai in direzione dell’ingresso del locale, ma prima di entrare mi girai riguardando la macchina: una station-wagon grigio metallizzato non ben identificata (forse una Renault Laguna SW nuova serie).
Notai che l’orsetto, ancora seduto sul lato passeggero, si girava verso di me sorridente. Ma mi girai ed entrai nel bar.
Una ragazza bionda con i capelli lunghi, e una maglietta verde schizzata di qualche gocciolina d’acqua mi guardò con un sorriso, le chiesi solo “un caffè”, senza specificare nulla, ma dopo pochi istanti quella mi mise davanti al naso un bicchierino di vetro con esattamente la perfetta misura del mio amato caffè ristrettissimo.
Lo assaggiai:
{Grizzly} «Eccellente, non c’è che dire.»
Sorbii il caffè lentamente, mentre mi guardavo intorno. Il locale era deserto, in sottofondo c’era una radio accesa che mandava il coro di “The promise you made” di Cock Robin; la ragazza al banco era rilassata e stava sciacquando dei bicchieri.
Mi infilai una mano in tasca, trovando una moneta forse da un euro, che misi sul bancone allontanandomi lentamente (senza neppure aspettare resto, scontrino od altro).
Uscendo, pescai dall’altra tasca dei pantaloni un pacchetto di MS Club sgualcito, da cui estrassi una sigaretta scafazzata e storta (la famosa sigaretta alla Jigen) e cominciai a rigirarmela tra le mani mentre superavo la porta e mi avvicinavo all’auto.
Sedendomi a lato del cofano, mi girai a guardare la spiaggia alle spalle del bar, a pochi passi. Subito dopo mi allontanai proprio in direzione del lago stesso, avvicinandomi al ghiaietto artificiale con cui si delineava una specie di spiaggia, divisa dalla strada dal guard-rail, alcuni alberi e un po’ di praticello.
Rimasi fermo a guardare affascinato le luci del paese lontano, mentre ormai il tramonto era quasi del tutto completo e il cielo si faceva sempre più scuro; ero letteralmente ipnotizzato dallo sciabordio dell’acqua del lago, dal rumore delle sparute onde che si infrangevano con delicatezza un paio di metri avanti a me, o dalla risacca che le spostava indietro.
Mi spostai sulla sinistra di un paio di metri, avvicinandomi ad un piccolo frassino ben curato che faceva capolino dalla ghiaia. Mi sedetti per terra, appoggiando la schiena al tronco della pianta; un rumore alla mia destra attirò la mia attenzione: lo sportello della mia auto che si richiudeva. Lucky si stava avvicinando lentamente, ma quella che intravidi fu solo la sua ombra proiettata dai faretti esterni al bar. Tornai a guardare il lago che diventava sempre più scuro; l’orsetto mi superò, sedendosi alla mia sinistra a circa un metro di distanza, mentre mi mettevo la sigaretta in bocca. Infilai una mano nella tasca del gilet e pescai l’accendino, puntandolo subito alla sigaretta per accenderla.
Mentre aspiravo la prima boccata, una lieve brezza sul lago mi venne incontro, facendo oscillare le foglie del frassino in un rumore soffice e inebriante.
Rimasi così per diversi minuti, fumando silenziosamente.
Poi, con un colpo deciso, la gettai in direzione del lago, osservando la sua brace che roteava lentamente fino a spegnersi sul filo dell’acqua.
Un altro colpo di brezza scosse le foglie e una sensazione fresca alle braccia, alla faccia e al torace mi sferzò. Alzai le ginocchia e feci un respiro profondo, cercando di far entrare quelle sensazioni fino a dentro i miei polmoni, in un movimento che appariva ben più piacevole del fumo della sigaretta.
Guardai quindi alla mia sinistra verso Lucky che, nell’oscurità ormai quasi totale, appariva come un fagottino sull’erba poco discosto da me. Stava guardando il cielo; sorrisi e alzai lo sguardo anche io: le stelle erano poco luminose, ma riuscii a trovare sul lato sinistro, pressoché davanti a me e basso sulla linea d’orizzonte, il Gran Carro che si stagliava poco sopra le montagne. Allungando lo sguardo verso destra, in alto e quasi dietro di me, intravidi negli ultimissimi sprazzi di luce che spariva anche la Cintura di Orione.
Un pensiero, fugace: “Praticamente ho la fascia centrale di passaggio delle Perseidi davanti al naso”. Molto fugace, perché nello stesso istante in cui questa considerazione mi passava in testa, un piccolo bolide non molto luminoso si spostò lungo una linea obliqua dall’alto verso il basso:
{Grizzly} «Potrebbe essere una notte ideale per le stelle cadenti, lo sai?»
{Lucky} «Sì: infatti ne ho già viste un paio non molto luminose, ma fra un po’ migliorerà»
Rimanemmo così, uno accanto all’altro, per un tempo molto lungo: continuavo a scrutare il cielo, che più volte ci aveva fatto intravedere delle belle scie luminose. Dopo quella che credo almeno un’ora di osservazione, la temperatura cominciò a farsi più frizzante, per cui srotolai le maniche della camicia e mi abbottonai i polsini, pescando quindi un’altra sigaretta.
{Lucky} «Fammi sapere quando hai finito di impuzzolentire la serata, che fa freschino ed ho voglia di starti un po’ più accanto.»
Stavamo guardando entrambi il cielo, e non mi girai neppure mentre gli rispondevo:
{Grizzly} «Ehm… se me lo dicevi prima non me la sarei neppure accesa.»
{Lucky} «Non ti preoccupare. Per ora fuma tranqui… WOW!»
{Grizzly} «BELLISSIMA!»
Una scia luminosissima e quasi orizzontale aveva letteralmente tagliato in due il cielo da destra a sinistra, sgretolandosi come un fuoco artificiale: avevo ancora la sigaretta in mano ed ero quasi tentato di gettarla via e applaudire. E ce l’eravamo goduta dall’inizio alla fine!
Passarono ancora altri minuti, forse poco meno di mezz’ora (sentivo l’orologio al polso, ma non avevo comunque nessuna voglia di guardare l’ora; in realtà non mi chiedevo, né mi interessava saperlo, se quello fosse un sogno o meno).
Lucky si avvicinò, e mi si sedette sulla pancia. La prima sensazione era fresca come la brezzolina che ci sferzava entrambi a ondate di pochi istanti ogni decina di minuti, successivamente divenne calda e rilassante; lo cinsi col braccio sinistro e cominciai ad accarezzargli delicatamente il fianco, mentre rimanevamo entrambi in silenzio ad osservare il cielo, e le stelle cadenti che lo attraversavano: qualcuna poco luminosa, qualcuna di più, e che magari percorreva una tratta più lunga.
A un certo punto guardai incuriosito alla mia destra, in direzione del bar: le luci esterne erano accese (ma mi apparivano un po’ più fievoli di quando ero arrivato), mentre dall’interno continuava a filtrare la luce accesa. Non c’era nessun rumore, e solo la sensazione lontana di musica che veniva dalla radio. Non ci feci troppo caso, e neanche si sentiva tanto bene, ma in qualche modo mi ricordò “Shine a little love” degli Electric Light Orchestra… accanto al bar c’era la “mia” auto parcheggiata, ma non si vedevano altre auto, né persone.
E silenzio: neppure il verso di qualche animale notturno.
Riportai la mia attenzione su Lucky, seduto sulle mie gambe, che guardava il cielo con un’espressione piuttosto soddisfatta. Gli sorrisi, solleticandogli debolmente il pancino, poi alzai di nuovo lo sguardo in direzione della sponda opposta del lago, notando che le case illuminate sembravano sempre di meno (la sensazione era che stessero rimanendo solo le luci stradali).
Proprio in quel frangente improvvisamente un’auto ci passò alle spalle, ma si allontanò senza fermarsi. In realtà non avevo visto l’auto, ma solo i fari che si riflettevano sull’acqua del lago, e la sensazione di un motore diesel common-rail in marcia non eccessivamente vivace.
Il rumore dell’auto era ormai lontano, coperto dai rilassanti suoni del lago e delle foglie; abbassai di nuovo la testa verso l’orsetto:
{Grizzly} «Torniamo a casa? Sei stanco?»
{Lucky} «Ormai tanto vale che aspettiamo, no?»
{Grizzly} «Aspettiamo cos…?»
M’interruppi mentre un lampo azzurrognolo breve e molto intenso illuminava per un brevissimo istante tutto il circondario, come fosse stato il flash di una gigantesca macchina fotografica.
Girai lo sguardo verso la sponda destra del lago, alzandolo al cielo quel tanto che bastò ad intravedere per un attimo le stelle, chiedendomi cosa fosse successo, mentre Lucky – appoggiandomi la schiena alla pancia – mi commentò tranquillo:
{Lucky} «Sta cominciando…»
Abbassai di nuovo lo sguardo verso l’orsetto:
{Grizzly} «Cosa? Un temporale? Ma se non c’è una nuvo…»
Una intensa luce gialla lo illuminò. Anzi: illuminò a giorno praticamente tutto il circondario.
L’orsetto alzò la testa soddisfatto, e nel medesimo istante guardai anche io nella stessa direzione, inquadrando il gigantesco fuoco artificiale che si stava aprendo sul lago, a poche centinaia di metri da dove ci trovavamo, proprio mentre il colpo secco di questa prima apertura scuoteva il terreno e il frassino, ripetuto dall’eco delle montagne alle nostre spalle.
{Grizzly} «Eh? Ah, però!»
Gli solleticai di nuovo il pancino, mettendomi comodo, ed entrambi seguimmo i diversi minuti di fuochi sul lago. Inoltre il cielo continuava ad essere solcato dalle stelle cadenti, e io ripensai ai “giri pirotecnici” a Cisternazza: fuochi d’artificio contemporaneamente sulla linea di cinque o sei paesi, con le stelle cadenti in mezzo.
Mentre il bagliore degli ultimi fuochi si smorzava nel cielo, e tutto intorno tornava a spandersi un silenzio irreale, sentii la zampina di Lucky che mi toccava il braccio sinistro, e abbassai lo sguardo verso di lui.
{Lucky} «Direi che ormai è ora di andare…»
{Grizzly} «Ok.»
Mi alzai, tenendo il cucciolo in braccio e, mentre un ultimo furtivo botto si smorzava nella vallata, mi girai in direzione del bar e dell’auto. Adesso il locale era chiaramente chiuso (solo i faretti esterni erano accesi) ma – sinceramente – non avevo fatto caso a qualcuno che andasse via.
Raggiungemmo l’auto, poi misi in moto (sì, è una Renault: freno e “Start/Stop”).
{Lucky} «Vuoi tornare subito a casa?»
{Grizzly} «Non lo so. Ti va di fare un giretto, prima?»
{Lucky} «Sì. Una passeggiata ci vuole.»
Ripartii, completando il giro e oltrepassando il paese. L’oscurità era ormai la nostra compagna, e lentamente cominciai a percorrere strade che non portavano più a nulla, se non a paesaggi che si stagliavano nell’oscurità del cielo.
Dopo alcuni minuti, aprii il finestrino lasciandomi sferzare un po’ dall’aria fresca che veniva dall’oscurità.
Improvvisamente rallentai, infilandomi repentinamente in una stradina laterale sulla sinistra e inerpicandomi quindi lungo una salita tortuosa, che dopo alcuni minuti ci portò in quota in un luogo molto panoramico.
Scesi dall’auto, mentre Lucky abbassava il finestrino e si affacciava dal lato passeggero.
Era una notte senza luna, per cui in realtà il panorama era soprattutto un oscuro stagliarsi dei confini delle dolomiti sul cielo stellato, con qualche sparuta luce stradale o di piccoli agglomerati di casette in basso; tutto quanto mi dava un’impressione molto rilassante.
Passando davanti all’auto, girai verso lo sportello del lato passeggero, e quindi arruffai gentilmente la testa dell’orsetto:
{Grizzly} «Più di venti minuti di fuochi d’artificio e non hai fatto una piega. Invece se piove al primo tuono ti vai a nascondere, vero?»
{Lucky} «Io… a dire la verità non saprei: ero troppo rilassato. E poi, comunque, mi stavi coccolando ugualmente!»
{Grizzly} «Lo so io, lo so: la verità è che tu te ne approfitti perché sai che non ti direi mai nulla. Secondo me manco dei tuoni hai paura, guarda!»
Feci un profondo sospiro, poi infilai la mano in tasca e presi l’accendino, che cominciai a rigirarmi fra le dita. Avevo voglia di una sigaretta, ma invece mi lasciai inebriare dal leggero vento fresco in quota.
Continuavo a guardare il cielo stellato, anche se adesso non intravedevo più stelle cadenti.
{Lucky} «Direi che è ora…»
{Grizzly} «Di tornare? No, dai, rimaniamo qui ancora un po’»
Mi inginocchiai accanto allo sportello, portandomi all’altezza del musetto di Lucky, che mi sorrise.
{Lucky} «No. Non di tornare: è ora di svegliarsi…»
Sorrisi a mia volta, poi stesi il braccio destro ad abbracciarlo, avvicinandomi allo sportello.
Chiusi gli occhi, la sensazione della mia posizione cambiò velocemente, ma dolcemente.
Aprii di nuovo gli occhi: ero sul mio letto. Impiegai qualche istante a mettere a fuoco la proiezione dell’ora sul soffitto: mancavano pochi minuti alle cinque, e al suono della sveglia. Sentivo ancora il calore di Lucky contro il petto, e con la mano sinistra gli accarezzai gentilmente la testa:
{Grizzly} «Grazie, Lucky. Mi ci voleva proprio.»

giovedì 22 dicembre 2016

VLOG 145: Buone feste a tutti ^_^

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Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly, lui è Kent, entrambi vi diciamo «BUONE FESTE!»
Questo è Diario di Viaggio on the road: in questa puntata speciale siamo qui, appunto, solo per augurarvi buone feste.
Ora, velocissima digressione: come probabilmente molti di voi sapranno, io - tendenzialmente - non celebro il natale.
Non che significa che "non lo festeggio": fondamentalmente almeno quest'anno il natale casca di domenica, quindi quantomeno è un giorno nel quale sto lontano dal lavoro e posso, un attimo, tirare il fiato. Ma non celebro il natale, così come genericamente non celebro le festività.
Però ciò non toglie che possa essere una persona che può "entrare" nello spirito festivo, perché comunque è un momento in cui ci si può rilassare, ci si può vedere con gli amici, ci si può vedere con i familiari, e soprattutto quando si augura di "passare buon natale", quando si augura "buon anno", quando si "augura" in generale buone feste, in fondo si è "benauguranti", e che cosa c'è di male in questo? Anzi! Mi sembra una cosa particolarmente positiva, e in questo momento in cui nel mondo succedono tante cose negative, essere positivi - secondo me - è molto importante.
Per questo io vi dico "buone feste a tutti", passate un periodo di pace, di quiete, divertitevi, rilassatevi: perché ne abbiamo bisogno un po' tutti.
Io in questo periodo (così come tutti gli altri anni nel periodo di dicembre) lavoro tantissimo, perché l'approssimarsi delle festività comprende il dare consigli e guide a quei clienti che vogliono acquistare il nuovo computer o attrezzatura tecnologica nuova, a quei clienti che vogliono fare regali tecnologici a figli, nipoti, cugini e via discorrendo... soprattutto anche di preparare questi computer portatili o tablet, o altre cose che vengono acquistate e che devono essere messe sotto l'albero.
C'è un po' di lavoro pesante fino - diciamo - al periodo di natale, poi con le feste di natale un attimo la situazione si stabilizza, quindi è il momento in cui mi posso rilassare. E - come ripeto - ci può stare benissimo.
Ma questo può andare bene anche per chi in queste festività ha anche qualcosa da celebrare con uno scopo religioso: in fondo che c'è di male? È sempre un periodo piacevole, è un periodo che può essere di gioia, che - come ripeto - in questo momento in cui c'è moltissima negatività, ci può stare benissimo, per cui: perché no?
Io approfitterò della pausa natalizia per sistemare un po' le cose sul canale: sto lavorando ad alcune grandi e piccole novità, adesso sto lavorando (anche proprio in questi giorni, anche oggi tra le altre cose) al video per il giorno di natale, e come ho già scritto su Telegram (se non mi seguite su Telegram, anzi, seguitemi! Trovate il link del canale sul doobly-doo e sulla scheda: lì pubblico informazioni sui nuovi video, come appunto questa...): pubblicherò un racconto breve, molto semplice e molto piacevole, che spero possa trasmettere un'atmosfera molto lieta, molto rilassante, che è quello che ci vuole per le vacanze.
Devo lavorare anche al video del primo gennaio e alla prossima puntata di #OperazioneNostalgia, che eccezionalmente manderò giorno 8 gennaio, cioè la SECONDA domenica di gennaio, così dopo che tutti quanti avrete mangiato il cenone, non dovete anche "digerire il mio video" del primo gennaio: sarà un video molto leggero, come questo, solo per scambiarsi gli auguri, per parlare un po' del più e del meno.
Ci sono un po' di novità che finalmente arriveranno sul canale. Sicuramente MusYTube: ho scritto diverse puntate, devo solo girarle (ci vuole solo il tempo di girarle). E devo cominciare a lavorare al montaggio della nuova stagione di Vita da Tecnico: in questo momento (che sto girando questo video) ho già - tra le altre cose - girato più di metà della nuova stagione, però devo ancora sedermi e cominciare a montare questi video, e mi porterà via del tempo: mi sa che io - il giorno di natale e quello di santo Stefano - fondamentalmente lavorerò tantissimo al computer, al montaggio dei video. A santo Stefano tra l'altro devo girare almeno il video del primo gennaio...
Bene ragazzi. Prima di concludere vi ricordo, se non l'avete già fatto, di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto (che fa pendant con l'albero di natale! È una cosa bellissima in questo periodo festivo).
E detto questo, come sempre: grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

lunedì 19 dicembre 2016

Efrem's Tube: cinque strumenti da youtuber (collaborazione)

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[♪ introduzione ♫]
Benvenuti!
Questo è un video in collaborazione con il mitico Grizzly!
Abbiamo deciso di parlarvi degli YouTubers e di quelli strumenti che non possono mancare e che identificano uno YouTuber.
Innanzitutto: le videocamere!
Di videocamere non ce ne sono mai abbastanza, potrei usarne una sola no? Oppure, 2... 3... 4!
Però, normalmente, ne basta una Solo in casi particolari è inevitabile averne tante.
-Efrem! Ma (ehm) scusa... non ti sembra di esagerare? Voglio dire, tutte queste telecamere! Ma non possiamo semplicemente in un colpo girare i campi e poi la rifacciamo e giriamo tutti i controcampi?
-COSA? COSA!? Scherzi? Voglio la PERFEZIONE al primo ciak. Oltretutto ho un sacco di soldi, quindi è totalmente una mia scelta artistica
quella di fare un solo ciak per questa immensa esplosione! E... e non una necessità perché in realtà non ho un soldo.
-Esplosione? Come ESPLOSIONE?! Quale esplosione?! Scusa ma non... non stavamo girando una chubby bunny challenge?
EFREM?! A-aiuto!
Microfoni!
I microfoni sono FONDAMENTALI!
[Audio pulito] L'effetto col microfono
[audio rimbombante] Effetto senza microfono!
Certo, con tanti microfoni c'è sempre la possibilità che ci sia qualcuno ad ascoltarti da qualche parte per... prendere le tue informazioni [ride]
Però, voglio dire, non siamo in un film di fantascienza o d'azione, in cui ci sono davvero queste cose, quindi...
Nulla di cui preoccuparsi!
[registrazione] ... ione, in cui ci sono davvero queste cose, quindi...
[registrazione] Nulla di cui preoccuparsi!
Ce l'abbiamo! [musica inquietante]
Le luci! Le luci non possono mancare. [click!] Se mancano, te ne rendi immediatamente conto! Sono davvero FONDAMENTALI: danno profondità al viso, alla faccia all'ambiente!
Puoi mettere una luce colorata per creare un effetto particolare nella tua inquadratura!
Sono veramente, veramente, veramente FONDAMENTALI!
Anche perché il video è luce! Quindi, se c'è tanta luce, c'è anche un buon video!
Tuttavia tante luci scaldano... TANTO.
E con questo concludiamo l'episodio di oggi! Noi ci rivediamo il lunedì, il mercoledì e il venerdì alle 15:00
Sempre qui, su EfremsTube! [applausi e musica]
Uff!
Niente: non ce la posso fare ad andare avanti cosi!
Devo... devo comprarmi dei faretti a LED, che scaldano meno di queste due... bestie qua!
Non posso proprio andare avanti così! Proprio no!
[cori angelici]
Il computer è FONDAMENTALE: non c'è nient'altro da dire.
Questi erano gli strumenti fondamentali che contraddistinguono uno YouTuber dal resto del mondo.
Ma uno YouTuber lo riconosci anche per come si comporta in certe situazioni.
Per cui andate a vedere il video del mio amico Grizzly (che vi lascio linkato qua sopra o nella descrizione) che spiega appunto come si comportano gli YouTuber in certe situazioni!
E come li puoi identificare al meglio!
E se ancora non conoscete Grizzly, vi consiglio tra i suoi video la serie «VITA DA TECNICO», che è la mia preferita!
Mi raccomando, andate a vedere il video di Grizzly, iscrivetevi al suo canale e lasciategli un commento con scritto che *IO* lo saluto!
GRIZZLY> Efrem ma, non ti sembra di esagerare? Voglio dire... ehmmmmmmmmm! Ahhhrrrgg gne gne gne!
CAMERAMAN> Voglio dire...
GRIZZLY> Voglio dire!

VLOG 144: Cinque comportamenti da youtuber

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Sì Kent, lo so, hai ragione: sono uno youtuber, tutti gli youtuber salutano in questo modo, devo salutare così anch'io... Avanti: ci provo! Dunque, «bella a tutti, ragazzi: benvenuti in un nuovo video»... sììì: ce la posso fare...
Beeheehcoff! coff! [tossisce violentemente]
Uhm! Uhm! No... calmo, rilassato. Pace interiore... pace interiore...
Beeehhengueeee! [piange disperato]
Oooh... mamma mia! Mi sento come Fonzie quando doveva ammettere di aver sbagliato, e non riusciva a pronunciare quella frase. Lasciamo stare, va, dai: cerchiamo di tornare "seri".
Benvenuti a bordo, viaggiatori. Io sono Grizzly, lui e Kent (la mia "decorazione natalizia"), entrambi vi diciamo «Buone Feste» e questo è Diario di Viaggio on the road!
Beh, dai Kent, questa volta ci sono riuscito: questa è venuta proprio *BELLA*...

... GASP!
[♪♫♪]

Allora ragazzuoli: prima di cominciare, questo è un video in collaborazione con il mio amico Efrem del canale Efrem's Tube. Per cui vi lascio il link del suo canale sul doobly-doo e sulla scheda: prima di tutto andate, iscrivetevi al suo canale - se non l'avete già fatto - perché lui è molto bravo e molto simpatico, poi tornate, che cominciamo il vlog.
Oggi parliamo - per l'appunto - di youtuber, perché ormai sono uno youtuber... mamma mia che brutta cosa: anche se strofino bene non se ne va via!
Scherzi a parte, il problema di essere uno youtuber è che con il tempo impari che ci sono dei gesti, dei comportamenti, dei modi di approcciarsi alle cose che sono molto tipici di chi fa video su YouTube, ma soprattutto di chi è un vero e proprio youtuber.
E ho pensato di raccontare cinque di questi comportamenti (di questi gesti molto particolari) che condividiamo tutti noi youtuber. E sì: non tutti questi gesti, questi comportamenti sono qualcosa di "positivo"... per cui cominciamo!
Numero 1: dover avere a che fare con troll, "IscrittoRicambi" e personaggi del genere. Tralasciamo il classico IscrittoRicambi semplicemente perché non ti puoi definire uno youtuber se - minimo - non hai raccolto almeno una quarantina di IscrittoRicambi sul tuo canale, e arriviamo - innanzi tutto - a quelli che: "Iscritto, ricambi? Però vieni sul mio canale, commenta, spollicia, condividi, restiamo attivi: se no me ne vado via!"
... ecco. E non lo so: vuoi anche che vengo a pulirti casa?
E poi abbiamo i troll, quelli che qualsiasi cosa fai "copi qualcuno", o qualsiasi cosa fai "fai schifo, fai pietà, sei..." etc etc.
L'importante in questi casi, naturalmente, è lasciare che gli insulti scorrano: tanto sono bambini che si divertono a premere tasti sulla tastiera e il loro apporto è meno di niente, tranne che - anche se vi criticano - tutto quello che dimenticano è che COMUNQUE vi stanno regalando una visualizzazione: stanno regalando interazione al video, per cui ben vengano anche loro.
Tanto alla fine ci vuole poco per rapportarsi con certa gente:
"Sei un cancro!"
"No: sagittario ascendente capricorno. Quindi non quagliamo assieme, per cui se vuoi vai a vedere il video di qualcun altro, perché probabilmente è più il tuo tipo, no?"
A parte che poi questo "Iscritto, ricambi?"... ma, ricambio? Mi son fatto la doccia, mi sono appena messo i vestiti puliti, perché mi dovrei cambiare di nuovo? No!

Numero 2: potete toglierci tutto (tanto c'è un sacco di youtuber che stanno facendo dei video su come sopravvivere in caso di apocalisse), però mettiamo ben in chiaro una cosa: toglietemi tutto ma non la connessione ad internet, se no le cose vanno completamente fuori controllo...
A questo punto [sospiro] prendiamo uno stick di colla a caldo, e dei fiammiferi (dei normalissimi fiammiferi) che ci permetteranno... {BLAM!} Ohu! [Colpo molto forte contro portone di metallo]
[Lamento di zombie fuori dalla porta] È tardi, l'apocalisse è cominciata: sono tutti lì fuori...
... i miei clienti stanno impazzendo! Internet manca in città già da due ore, e non possono condividere gattini! Non so se sopravviverò...
Numero 3: spesso gli youtuber non sono visti come persone, ma come dei miti irraggiungibili, a tratti anche delle divinità, e quindi quando ci si approccia a uno youtuber il comportamento è sempre quello di "guardare a un grandissimo mito", che - per carità - ci può stare bene, però ragazzi: noi youtuber siamo persone normalissime, facciamo anche cose normalissime... quindi non preoccupatevi di trattarci come se fossimo anche delle "persone", di comportarvi normalmente, con amicizia, con simpatia... senza bisogno di andare a qualche eccesso.
[fischietta]
-Ohu: ma tu sei Efrem!
-Io?
-Di Efrem's Tube! Daaai: grandissimo! Sei il mio idolo. Ma sei un grande, mi fai l'autografo? No, facciamoci un selfie, dai! Un selfie!
-Ah... ehm... sssì... la... puoi reggere un secondo?
-È per me? Un regalo da Efrem? Oh grazie: che bello. Grazie, ciao, ciao!
-Ehm... è la mia spazz... uff!
Che poi io, quando mi riconoscono per strada, quando mi riconoscono alle fiere, entro completamente nel pallone perché sono una persona dannatamente timida!

Numero 4 (che è una cosa molto tipica degli youtuber): normale nella vita reale, completamente matto di fronte alla {sbatt} telecamera rifacciamo!
[bleeep]
completamente matto di fronte alla telecamera!
Perfettamente normale nella vita reale, completamente matto di fronte alla telecamera. No, no no no no no, aspetta, aspetta, aspetta, aspetta...
Perfettamente normale nella vita reale, completamente matto di fronte alla telecamera... Uhm... se no eventualmente: perfettamente normale nella vita reale. COMPLETAMENTE MATTO di fronte alla telecamera!
Voi che ne dite? L'ultima, vero? Uhm! Lo sapevo: come farei senza di voi? Grazie ragazzi, se potessi v'abbraccerei... ehi un momento: certo che posso. Dai che v'abbraccio tutti!
E infine numero 5: il momento in cui stai montando un video. Quando stai montando un video, il mondo potrebbe - letteralmente - finire fuori dalla finestra della tua camera, ma a te non interessa perché sei concentrato su quell'operazione!
[gente festosa] Tre... due... uno... {stap!} BUON ANNO!
Una bottiglia di spumante?
Ma certo! Qua ci metto in sovrapposizione una bottiglia di spumante! Dai che la vado a cercare...
Insomma: questi sono i cinque comportamenti (o i cinque gesti) più tipici per poter riconoscere uno youtuber: se ne conoscete altri, potete farmeli sapere nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Scherzi a parte, spero di essere riuscito a strapparvi un sorriso. Ma naturalmente non sono solo i gesti e i comportamenti a dire che una persona è uno youtuber: non possono mancare certi strumenti perché una persona possa definirsi uno youtuber.
E in questo caso ci aiuta il mio amico Efrem, con il suo video in collaborazione con questo (video che vi lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda: andate e dategli un'occhiata, che è molto simpatico anche questo): in questo video lui ci parla dei cinque strumenti che non devono mai mancare ad uno youtuber.
Bene, io sono Grizzly: se con questa analisi vi ho divertito vi ricordo di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram), vi ricordo di condividere anche il vlog di Efrem (e di fare pollice-in-alto, e di iscrivervi al canale di Efrem, se non l'avete già fatto).
Se non l'avete già fatto, iscrivetevi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto. Inoltre - se v'iscrivete al mio canale Telegram (che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda) - riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Detto questo, ancora buone feste (da me e dal piccolo Kent), e noi ci vediamo alla prossima: ciao a tutti!

domenica 18 dicembre 2016

VLOG 143: Centrale Solare Termodinamica Archimede #CentraliAperte

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Bruciamo del combustibile, facciamo bollire dell'acqua, otteniamo del vapore, etc... ve l'ho detto la volta scorsa.
Eppure (a parte la nuvola) è una gran bella giornata di sole; se solo si potesse usare il sole per far bollire l'acqua, fare il vapore etc...
... eh! Ma come si fa? Qua ci vorrebbe il genio di Archimede e i suoi specchi... oh!
Benvenuti nella Centrale Solare Termodinamica Archimede, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]

Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road. La settimana scorsa vi ho portati nel "cuore della montagna" dentro la centrale idroelettrica "Anapo"; questa settimana - visto che si è verificata una situazione particolare - vi sto portando nella Centrale Archimede: quella che dicevo che erano undici anni che non visitavo, perché quando sono stato alla centrale Anapo ancora non si parlava di riaprire la centrale Archimede, invece dopo aver girato il video etc (dopo una settimana o due), è venuto fuori che doveva essere aperta la centrale Archimede sabato scorso.
Quindi sabato scorso sono stato alla centrale Archimede, solo che... c'era stata l'allerta meteo, quindi la manifestazione era stata spostata di una settimana.
Ora non ho idea se la centrale è aperta (intanto ci sto andando), perché questa settimana non c'è stata allerta meteo, però ieri sera ha diluviato e stamattina la giornata è un po' discutibile.
Speriamo bene! Se state vedendo questo video, tendenzialmente la centrale dovrebbe essere aperta e quindi facciamo un'altra esperienza, un'altra passeggiata dentro una centrale elettrica. In questo caso la Centrale Archimede è una centrale "Termica", ma una centrale termica che utilizza anche gli "specchi".
Allora: come la volta scorsa segue un montaggio della visita, delle attività che ci sono in centrale, della centrale stessa, e ci vediamo dopo il montaggio per le conclusioni. A dopo!
[♫ Musica: Elektronomia - "Energy" ♪]
Bene! Siamo giunti alla fine di questa passeggiata all'interno dell'area della Centrale elettrica Archimede, e siamo giunti alla fine di questa passeggiata: io sono uscito dalla centrale (che si trova qui, alle spalle) e sono venuto qui, nella Riserva Naturale delle Saline di Priolo.
Per due motivi, il primo motivo è "per allontanarmi un po' dalla confusione": ci sono molti ragazzi, ci sono molte scuole, ci sono molte attività... è stata comunque una giornata *veramente* molto interessante.
Il secondo motivo ha a che fare proprio con questa riserva, perché la centrale Enel Priolo è stata coinvolta in un'attività che ha riguardato queste saline, perché... dato che queste saline ormai - ovviamente - non sono più utilizzate per produrre sale (ma sono un'area protetta) sono anche un'area dove vengono molti uccelli migratori.
Nella parte delle saline, che era ridotta - veramente - a un pantano, Enel è venuta incontro al comune di Priolo perché c'è un sistema per il raffreddamento dell'olio lubrificante che utilizza l'acqua di mare.
Quindi l'acqua di mare viene aspirata (da delle pompe che si trovano proprio qui davanti) e viene portata all'interno del circuito, con uno scambiatore viene utilizzata per abbassare la temperatura dell'olio, e quindi l'acqua di mare, che si ritrova a una temperatura poco più alta (di qualche grado più alta in realtà) viene poi rigettata in mare. In questo caso, utilizzando le pompe di mandata e "girando" determinati tubi, anziché rigettare l'acqua di mare - appunto - in mare, parte è stata "deviata" e pompata all'interno delle saline per permettere di ripopolare in qualche modo di acqua (e di acqua di mare "fresca", non stagnante) la zona dell'acquitrino, quindi di migliorare la situazione.
È un progetto molto interessante, che ha avuto naturalmente successo, ed è un'altra cosa molto interessante che è stata fatta all'interno di questa centrale.
Ora, rispetto alla centrale dell'Anapo (che abbiamo visto la volta scorsa), questa centrale - naturalmente - ha un impatto ambientale superiore, molto superiore perché il gruppo principale è un gruppo "Turbogas", quindi è un gruppo che utilizza il metano e l'aria calda per riscaldare l'acqua etc. Però ha questo discorso degli specchi.
Questo discorso degli specchi, della centrale «solare termodinamica» è un discorso sperimentale. Vengo e mi spiego: il progetto era stato presentato dal Premio Nobel Carlo Rubbia con la collaborazione dell'ENEA.
E considerate che nel 2005, quando sono entrato la prima volta in questa centrale, ancora questo progetto era - appunto - solo «un esperimento di cui si parlava». Addirittura nel 2005 si ventilava l'ipotesi di "mettere in funzione" questa situazione intorno al 2025~2030, probabilmente con l'apporto dei cinesi.
E invece siamo oggi nel 2016 in uno spazio in cui è stata realizzata buona parte della centrale solare termodinamica.
È un discorso molto interessante per molti motivi: la centrale solare termodinamica, a parità di superficie rispetto alla centrale termica classica, naturalmente ha una capacità di generazione di corrente molto molto inferiore: considerate che la struttura che c'è degli specchi è veramente estesa, ciò nonostante tutta la struttura è in grado di generare - approssimativamente - fra i 4,5MW e i 5MW (contro la centrale termica classica, che a pieno regime va a generare una variazione fra i 760MW e gli 800MW).
Però è il principio sperimentale quello che conta, perché sono state trovate moltissime soluzioni e sono state considerate moltissime cose  proprio grazie al fatto che è stata sperimentata questa situazione.
Per esempio all'interno dei tubi che arrivano agli specchi gira un sale (un sale ovviamente fuso: sotto "forma liquida"), il sale che è una miscela di nitrato di sodio [NaNO3] e nitrato di potassio [KNO3].
Sono quindi dei sali "naturali": il nitrato di potassio (il classico "salnitro") è un sale che viene utilizzato come fertilizzante, come ossidante, addirittura lo si trova in uso anche alimentare; il nitrato di sodio è un sale del tutto simile al sale da cucina. E questo ha due pregi: il primo pregio è che utilizzare del sale liquido per accumulare calore permette di avere una buona resa calorifica rispetto ad altre sostanze.
Vi sono per esempio delle centrali... vi è una centrale (come questa) solare termodinamica in Spagna, che però utilizza un «olio diatermico» per accumulare calore. Ci sono una serie di rischi nell'utilizzare olio: il primo fra tutti, che in caso di perdita (di danneggiamento di uno dei tubi) naturalmente l'olio inquina. L'olio caldo è estremamente infiammabile.
Mentre il fatto di utilizzare del sale fuso ha dei pregi: innanzi tutto in caso di perdita, la prima cosa che succede è che il sale liquido a contatto con l'ambiente tende a solidificare (quindi in realtà tenderebbe proprio anche a "tappare" la perdita). In caso di dispersione di olio, rischia di infiltrarsi ed andare a finire nelle falde acquifere, mentre una dispersione di sale - a meno che non stia diluviando - tendenzialmente finisce in terra e lo si può raccogliere veramente con una pala.
Se si dovesse smantellare l'impianto (dismettere l'impianto) i sali che sono stati utilizzati non sono dei rifiuti tossici, mentre l'olio che viene smaltito è comunque un rifiuto di tipo tossico.
Quindi: se pur vero che - come dicevo - la centrale arriva a generare circa 5MW, è anche da considerare che la centrale (anche quella solare) ha un suo "consumo interno", per esempio le pompe che fanno circolare il liquido, i motori che servono a orientare gli specchi... naturalmente lo sbilanciamento è *estremamente* positivo rispetto al calore accumulato.
Il punto di questione è il problema di tenere la centrale di generazione "ferma", come è successo per esempio in questi giorni che c'è maltempo.
Perché il punto è... vi ho fatto vedere nel video che ci sono due serbatoi: un serbatoio di sali a 290 gradi e un serbatoio di sali a 550 gradi.
La temperatura di esercizio con il sale "surriscaldato dal sole" è - appunto - di 540~550~560 gradi; il restante sale (questo è il cosidetto "serbatoio dei sali caldi"). Il restante sale viene tenuto a una temperatura superiore ai 290 gradi (al momento in cui abbiamo girato il sale era all'incirca intorno ai 330~340 gradi) perché viene mantenuto al di sopra della temperatura di fusione, cosicché è un liquido.
Ora il problema è QUESTO: quando la centrale è in funzione, il sale viene surriscaldato dal sole, viene utilizzato in uno scambiatore termico per surriscaldare l'acqua, poi ritorna nel serbatoio dei sali a 290 gradi ("serbatoio dei sali freddi", freddi relativamente: non ci metterei un ditino dentro in un sale a 300 gradi!) e ritorna in quel serbatoio, rimane costantemente caldo.
Ci sono delle resistenze sotto il serbatoio che permettono di controllare la temperatura, ma finché il sale è caldo, finché c'è questo ricircolo continua a entrare del sale "caldo", quindi comunque resta a temperatura. Il problema è quando la centrale si ferma, viene drenato tutto il sale dai tubi (per evitare che solidifichi): il problema è che bisogna tenere il sale caldo, quindi comunque ci sono delle resistenze che costantemente tengono a temperatura quel sale, con un consumo elettrico.
Ora, prima di concludere io ci tengo - innanzi tutto - a ringraziare Enel, che non ha sponsorizzato questi video ma comunque mi ha permesso di poter effettuare le riprese all'interno della Centrale dell'Anapo e all'interno di questa Centrale Archimede. Vi ricordo che l'iniziativa Centrali Aperte c'è in tutta Italia, quindi informatevi, guardate sul sito di Enel (o chiamate la sala stampa di Enel per chiedere informazioni), perché spesso succede che nei weekend (soprattutto il sabato) venga aperta una particolare centrale, magari nel vostro territorio. E può essere un'occasione molto interessante per approfondire un po' il discorso che c'è dietro la produzione di corrente che arriva alle vostre case, e soprattutto - quando si tratta di aprire delle centrali "particolari" (come delle centrali idroelettriche, come questa che è una centrale solare, come magari una diga) può essere anche un'occasione molto interessante di andare - anche con i bambini - a fare una passeggiata particolarmente istruttiva.
Infatti, come è stato per la Centrale dell'Anapo, anche in questo caso sono venute moltissime scuole, ed è una cosa che fa moltissimo piacere vedere - comunque - questo interesse. Sono venute tantissime persone, c'è stata tanta attività (attività sportiva, attività ricreativa e assaggio di prodotti tipici: c'era dell'ottimo pane con l'olio, perché c'è dell'olio tipico di queste zone, molto buono) ma comunque, al di là di quello è stata anche molto interessante questa passeggiata all'interno della centrale.
Bene ragazzi: io direi che ho concluso qui; io sono Grizzly, vi ringrazio per essere arrivati sino in fondo a questo vlog, vi ricordo - se questo vlog vi è piaciuto, se comunque siete incuriositi dall'iniziativa Centrali Aperte - di chiedere maggiori informazioni e di fare pollice-in-alto. Vi ricordo di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram).
Vi ricordo inoltre di iscrivervi al mio canale YouTube, se non l'avete già fatto... [cinguettio molto intenso :D ]
Vi ricordo anche di iscrivervi al mio canale YouTube, se non l'avete già fatto: è gratuito e vi farà subito assumere quel buon profumo di nuovo iscritto che... è abbastanza simile al profumo che c'è all'interno di una riserva naturale.
Vi ricordo inoltre che se v'iscrivete anche al mio canale Telegram - che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda - riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Detto questo, noi ci vediamo domenica prossima con i normali contenuti di #DdVotr, per cui di nuovo grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 11 dicembre 2016

VLOG 142: Centrale Idroelettrica Anapo #CentraliAperte

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Bruciamo del combustibile, otteniamo del calore con il quale riscaldiamo, fino a far bollire (ed evaporare) dell'acqua.
Otteniamo del vapore, che inseriamo in dei tubi ad alta pressione.
Grazie a questa pressione possiamo far girare delle turbine.
Queste turbine, a loro volta, fanno girare degli alternatori, che producono corrente elettrica, e attraverso una rete di trasformatori e distribuzione su cavi, portano la corrente elettrica fino alle nostre case.
A questo punto abbiamo una presa elettrica, alla quale colleghiamo uno scaldabagno, il quale RISCALDA dell'acqua...
... devo dire che non sembra molto efficiente come sistema! Però perlomeno ci sono dei sistemi, per produrre l'energia elettrica, che sono un tantino più efficienti. E oggi parliamo di uno di questi perché, approfittando del progetto «Centrali Aperte» di ENEL, vi porto a visitare la centrale idroelettrica dell'Anapo.
Cominciamo: sigla.
[♪♫♪]
Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly, questo è Diario di Viaggio on the road, stiamo andando a Pantalica, quindi raggiungiamo la centrale elettrica Anapo.
A questo punto io direi che, per rendere le cose un pochino più funzionali, seguirà un montaggio di immagini e musica di tutte le attività che ci sono al di fuori della centrale (e poi della visita vera e propria dentro la centrale) e ci vediamo, dopo questo montaggio, per tirare le conclusioni. Cominciamo!
[♫ Musica: Ahxello - "Forever" ♪]
Bene ragazzi. Allora: direi che come «passeggiata» (in questa centrale elettrica) è stata molto interessante. Erano undici anni che non entravo in una centrale con la visita guidata, perché l'ultima volta che sono stato con la visita guidata in "Centrali Aperte" è stato nel 2005: sono stato nella «Centrale Archimede» di Priolo Gargallo.
È stata una delle prime (credo che sia stata proprio una delle prime centrali che è stata aperta al pubblico): è una normale centrale termica (una "turbogas"), però la centrale Archimede di Priolo è famosa per una cosa molto particolare, che è stata implementata successivamente (all'epoca, nel 2005, era ancora sperimentale).
È una centrale che non solo funziona con il turbogas, ma anche con gli specchi che concentrano il sole e scaldano un sale: infatti è chiamata "Archimede" in ricordo del famoso discorso degli "specchi ustori di Archimede".
È stata una visita molto interessante, questa è stata ancora più interessante, perché non immaginavo che ci fosse una struttura così grande, perché non tanto la struttura che si vede esternamente - soprattutto dove mi trovo adesso - in cui c'è questo enorme bacino, che è il bacino "inferiore", sulla montagna c'è il bacino "superiore",  e vengono usati per: la mattina far scendere acqua e far girare le turbine per generare corrente, durante la notte viene ripompata acqua nel bacino superiore.
Ma soprattutto non immaginavo che all'interno ci fosse una struttura così grande, e quindi c'è questo: ho trovato una visita molto interessante e molto istruttiva.
Rispetto al 2005, alla volta che sono venuto appunto a visitare la centrale Archimede a Priolo, questa volta ci sono tantissime scuole, ma soprattutto tantissima gente: è una cosa molto interessante, ci sono moltissime attività, c'è la LIPU (c'è il punto di osservazione per gli uccelli, che vi ho fatto vedere), c'è degustazione di prodotti tipici, ci hanno offerto il gelato... molto molto interessante e una cosa che non mi aspettavo, perché appunto quando - nel 2005 - sono andato alle "Centrali Aperte" son venuti, letteralmente, quattro gatti: cioè erano... tantissimi erano dipendenti ENEL che volevano vedere la centrale perché avevano già visto (o lavoravano in altre centrali) con i figli.
Invece, come vedete dalle macchine parcheggiate (sto raggiungendo la mia macchina, che è parcheggiata abbastanza lontana), questa è stata un'esperienza - invece - decisamente superiore.
Ecco: sono arrivato all'altezza della mia macchina, quindi mi fermo un attimo. Qui c'è uno spiazzo con un salvagente, giustamente.
Eccoci qua. La giornata è stata SPETTACOLARE, sta diventando nuvolosa adesso, ma ci può anche stare (questo credo che debba essere chiuso ma: vabbè resta così...) e direi che c'è questo: un vlog diverso, perché volevo rendervi partecipi di questo, voi... questo non è un video sponsorizzato da ENEL, però volevo comunque informarvi che - se siete curiosi, se ci sono delle centrali "particolari" nella vostra zona, ENEL organizza durante il corso dell'anno, delle visite guidate alle centrali proprio in questa manifestazione che si chiama "Centrali Aperte", quindi è possibile che ogni tanto vengano aperte delle centrali nella vostra zona. Se volete dargli un'occhiata al sito dell'ENEL (c'è il programma "Centrali Aperte"), può essere un'esperienza interessante. Come ripeto è anche un modo di conoscere, nel mio caso di conoscere anche il territorio, di conoscere come questa centrale sia integrata nel territorio, perché siamo in mezzo alla campagna: è interessante proprio questo discorso della centrale che è una centrale idroelettrica "classica", quindi con il doppio invasamento.
Ci sono anche le centrali idroelettiche con la diga, semplicemente (fluviali): c'è la diga e si apre la diga, e sono anche delle centrali - comunque - molto interessanti, perché sono delle centrali elettriche fondamentalmente a bassissimo (se non nullo) impatto ambientale, contro il fatto che - invece - generalmente si produce corrente elettrica bruciando del combustibile.
È come ho detto all'inizio: facciamo bruciare del carburante per scaldare l'acqua, etc. quindi sicuramente qualcosa di cui tenere conto.
(Ecco: mi giro a favore di sole) Bene: direi che per oggi è tutto, io come sempre vi rimando a domenica prossima.
Vi ricordo - se questo vlog vi è piaciuto, se vi ha incuriosito - di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici, anche su Whatsapp o Telegram.
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e vi farà subito assumere quel buon profumo di nuovo iscritto [sniff!] che  nonostante il mio naso un po' chiuso per un leggero rafrreddore - somiglia molto al profumo della campagna in autunno (è comunque piacevole) del profumo di erba tagliata.
Vi ricordo che se v'iscrivete anche al mio canale Telegram, che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda, riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
E detto questo, come sempre: grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 4 dicembre 2016

VLOG 141: Modem 56k #OperazioneNostalgia

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Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e...
... ascoltiamo un po' di "musica"
[suono di un modem a 56k che si connette]
Questo suono allucinante, questa cacofonia di frequenze che sentite, si chiama "handshaking" (letteralmente "stretta di mano"), ed è il suono a cui eravamo abituati tutti noi quando ci collegavamo ad internet (o alle BBS) utilizzando il «modem»: questo è il suono del nostro modem che cerca di sincronizzarsi con il modem che c'è dall'altra parte, attraverso la linea telefonica, prima di stabilire una «connessione» tra le due parti che permetteva di trasmettere dei dati.
È - in fondo - la base della telematica: quando tutto si faceva utilizzando la linea telefonica (e *occupando* la linea telefonica).
Oggi parliamo proprio di questo, perché adesso metto una musica un pochino più gradevole (ossia Tobu, con "Infectious"), perché questo è Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia
[♪♫♪]
Abbiamo connessioni ad internet che vanno a velocità pazzesche: io in casa ho una connessione a 100Mbit, però ci sono posti, qui in Italia, dove in questo momento (attraverso fibra ottica in casa) si stanno sperimentando connessioni addirittura ad 1Gbit!
Ovviamente non è stato sempre così, perché tutto è cominciato utilizzando la linea telefonica: utilizzando il «modem», un apparecchio "modulatore" e "demodulatore" (ossia - tradotto molto in "termini spiccioli" - un telefono che utilizzava il computer al posto della cornetta) e permetteva al computer di colloquiare con un altro computer da un'altra parte. Per collegarsi ad internet, ma non solo ad internet: soprattutto alle BBS, perché parliamo di un periodo (vent'anni fa o poco più di vent'anni fa) quando ancora internet era soprattutto appannaggio delle università e dei grandi centri di calcolo o di ricerca, e la telematica (in Italia, così come un po' nel resto del mondo) soprattutto si era diffusa in maniera più amatoriale attraverso una grossa rete di BBS.
La BBS è un computer, messo a disposizione da una persona, con uno speciale programma che permetteva ad un utente di collegarsi a questo computer "da lontano", di interagire con questo computer, trovando a disposizione una serie di file, generalmente dei piccoli programmi, delle piccole utilità da potersi utilizzare tutti i giorni, non so: programmini di videoscrittura, programmi per collegarsi ad altre BBS, elenchi di BBS... programmi di compressione: all'epoca andavano *tantissimo*!
Oppure la possibilità di scambiare dei messaggi con altri utenti della BBS o, in una particolare situazione (quando le BBS erano collegate fra di loro in "rete"), scambiare messaggi con altri utenti di altre BBS.
Tutto funzionava con la linea telefonica e tutto era basato in un sistema hobbistico, cioè era fatto da persone che lo facevano in maniera del tutto amatoriale. Il che significa che la BBS generalmente aveva una sola linea telefonica: questo vuol dire che quando tu ti collegavi attraverso il modem, occupando la tua linea di casa, occupavi anche la linea telefonica della BBS. Era una telefonata vera e propria con la BBS, quindi quando tu eri collegato alla BBS, gli altri utenti restavano in attesa che si liberasse la linea.
Lo scambio di messaggi tra una BBS e l'altra (per permettere questa connessione in rete) funzionava con una telefonata che - generalmente - avveniva durante la notte: ci si metteva d'accordo tra i gestori delle varie BBS (tra i "SysOp") per trovare un orario - ogni notte - nel quale le due BBS potessero scambiarsi i messaggi. C'era una rete "ad albero": ogni BBS aveva il suo orario; io - non so - mi collegavo al mio «uplink» (al mio nodo "superiore") magari alle 4:30 del mattino; il mio nodo superiore poi si collegava al suo nodo superiore magari alle 5:00 del mattino... funzionava questa rete, ma funzionava con una lentezza enorme, cioè quando io mandavo un messaggio a qualcuno in una «echomail» (in un'area messaggi "pubblica", quindi in un'area messaggi in rete), non è che io mandavo il messaggio oggi e fra un'ora quella persona mi rispondeva: quella persona avrebbe letto il messaggio più probabilmente domani, avrebbe risposto e - molto probabilmente - ci sarebbero passati due~tre giorni prima che mi arrivasse la sua risposta.
Quindi non era una rete che permetteva comunicazioni molto veloci, però c'erano discussioni molto interessanti nelle cosiddette Aree Echomail.
Era tutto un sistema non solo molto amatoriale, ma anche molto spartano: la stessa interfaccia di connessione alla BBS era un'interfaccia interamente di testo; c'era la possibilità di avere un pochino di colori, e la cosa simpatica era che - comunque - nonostante queste limitazioni, c'erano delle persone che riuscivano a realizzare dei disegni molto molto artistici: la cosiddetta «ANSI Art».
L'ANSI Art pensate che era uno scalino più basso della grafica a 8 bit! Eppure ci sono stati degli artisti (delle crew) che facevano delle grafiche, dei disegni, delle animazioni eccezionali! (C'era grandissima diffusione tra le BBS anche di questo... anche di software che ti aiutavano a realizzare della ANSI Art).
E questa era la telematica: il SysOp era quello che si sobbarcava il costo di manutenzione del computer, il costo della linea telefonica e il costo delle varie telefonate che la BBS doveva fare per collegarsi alle altre... mentre gli utenti si sobbarcavano il costo per fare la telefonata alla BBS e scambiarsi dati, informazioni etc.
Per evitare costi troppo elevati, allora c'erano dei programmi che tu utilizzavi per collegarti a una BBS che, anziché farti interagire direttamente con la BBS, si limitavano a scaricare, in forma compressa, solo i messaggi (programmi come BlueWave): tu ti scaricavi il pacchetto dei messaggi, quindi la connessione si riduceva - letteralmente - a pochi secondi, magari a pochi minuti (uno~due minuti), piuttosto che una sessione molto lunga.
Scaricavi i messaggi, ti disconnettevi dalla BBS, leggevi i messaggi con calma, rispondevi, interagivi, creavi delle nuove cose... quando avevi finito, avevi il tuo pacchetto di messaggi pronti per essere inviati, o aspettavi la "prossima connessione" (e quindi inviavi i tuoi messaggi e scaricavi quelli nuovi), o ti ricollegavi e facevi questa procedura di "Invia e Ricevi" per linea telefonica: questa procedura si chiamava «Poll». Anche la procedura delle BBS che facevano nel corso della notte, collegandosi ai propri nodi superiori (ai propri uplink, ai proprio hub) si chiamava sempre Poll.
C'era questo sistema: era un sistema molto amatoriale, molto - potremmo dire - «rustico», eppure funzionava. Funzionava in maniera discreta: una delle più grandi reti di BBS del mondo (FidoNET, la rete Fidonet) in Italia - nel suo apice - è arrivata a contare oltre trecento BBS sparse per tutto il territorio italiano. C'erano BBS anche qui a Siracusa, c'erano BBS un po' in ogni città, e non solo nelle città ma anche nei paesini d'Italia: è stata un'esperienza molto interessante per tantissimi, è stata - comunque - un'esperienza che ha formato moltissimi SysOp, che ha creato moltissime comunità, e c'erano delle storie che riguardavano i SysOp, c'erano delle cose molto simpatiche che riguardavano anche il rapporto che si creava tra la BBS e gli utenti della BBS, le comunità che si sono create...
In parte questo è arrivato ai giorni nostri con i forum che ci sono su internet e con i gruppi di discussione (che ci sono i «Newsgroup», no?), però un po' si è persa quella che - in fondo - è stata la telematica pioneristica che c'è stata nel mondo, soprattutto la telematica pioneristica che c'è stata in Italia, perché diciamolo: noi SysOp (perché sono stato un SysOp anch'io: ho avuto una BBS anch'io) siamo stati i pionieri della telematica in Italia, prima dell'avvento di internet e - soprattutto adesso - della possibilità di connettersi (e di rimanere connessi) alla rete senza più la necessità di occupare la linea telefonica.
Molto le cose sono cambiate, eppure un po' io sento la mancanza - ogni tanto - di questa che è stata una telematica molto più "a livello terra-terra", molto meno di concetto del «cloud», di concetto delle cose che sono tutte quante sul Web: le cose si sono sviluppate anche su questa base.
Ma - naturalmente - il mondo si evolve: sta poi al tempo capire se queste evoluzioni siano state positive o negative. Sicuramente (in realtà) io penso che molte di queste evoluzioni della telematica siano state positive, però ciò non toglie che provo comunque un pochino di nostalgia per quello che è stato la "telematica" del passato.
E quindi vi chiedo: voi avete avuto esperienza di uso del modem telefonico? Vi siete connessi ad internet con un modem? Oppure vi siete ma connessi a una BBS?
Sapevate cos'era una BBS? Siete stati utenti di Fidonet, di una BBS? Non lo so: parliamone nei commenti.
Io sono Grizzly: vi ringrazio per essere arrivati in fondo a questo vlog, vi ricordo di fare pollice-in-alto, condividere, iscrivervi al mio canale YouTube e seguirmi su Telegram. Noi ci vediamo alla prossima puntata, ciao a tutti!