domenica 29 gennaio 2017

VLOG 150: Kit di sopravvivenza d'emergenza

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Benvenuti in laboratorio, viaggiatori: io sono Grizzly, questo è Diario di Viaggio on the road e oggi voglio parlarvi di come creare un kit di sopravvivenza.
Fra poco vediamo perché, intanto cominciamo: sigla!
[♪♫♪]

Quello che vedete alla vostra sinistra è il contenuto del "kit di emergenza e sopravvivenza per 24 ore" di cui voglio parlarvi oggi: fra poco vi mostrerò il suo contenuto nel dettaglio e vi spiegherò un po' come funzionano tutti i componenti che ci sono all'interno, ma prima facciamo una breve digressione.
Su YouTube moltissimi canali stanno affrontando l'argomento «Sopravvivere a un apocalisse zombie», quindi ci sono tantissimi video che spiegano come trovare un riparo, come costruire un kit di sopravvivenza, come costruirsi delle armi, eccetera. Ho pensato che potrebbe essere un discorso interessante, non tanto per il presunto rischio di un apocalisse zombie (che ritengo sia abbastanza "lontano"), quanto piuttosto per il fatto che alcuni fatti di cronaca (che sono successi nell'ultimo periodo) mi hanno lasciato molto da pensare.
Per esempio qui in Sicilia, a gennaio 2017, a causa del maltempo (a causa di una forte nevicata) alcune persone sono rimaste bloccate nei loro veicoli sulla statale praticamente tutta la notte (hanno dovuto dormire in auto). E sono sempre situazioni di disagio, sono situazioni di disagio che si possono ripetere in varie occasioni: è successo che delle persone fossero rimaste bloccate in autostrada per diverse ore a causa di incidenti, a causa di problemi; e ci sono dei problemi che si possono verificare per il forte freddo (ma anche per il forte caldo), e ci sono persone che sono rimaste - non so - bloccate sulle cabine delle funivie, persone che sono rimaste bloccate tutta la notte nel bosco perché erano andate a fare una passeggiata, magari è venuto il maltempo e si sono persi.
Sono situazioni di disagio, sono situazioni di pericolo, sono situazioni di emergenza: sono situazioni che uno si augura di non dover vivere mai, ma che sono un tantino più probabili di un apocalisse zombie. Di solito sono situazioni di emergenza che si risolvono entro le 12~24 ore, però appunto il problema non è tanto quello di stare lì fermi e dire "Ok tanto fra dodici ore si risolve la situazione", cioè: mi sono perso nel bosco, sta piovendo "vabbè: aspettiamo che passi la notte, domani mattina mi sistemo".
Sì, ma il problema è passare questa notte che sta piovendo. O passare questa notte in macchina: questo è il problema.
Ed ecco che mi è venuto in mente di realizzare un kit di prima emergenza, un kit di sopravvivenza che comprenda della roba da mangiare che permetta di avere un ventiquattrore di autonomia: della roba da mangiare "pronta subito", non delle cose da scaldare, da cucinare, ma del cibo secco (qualcosa di energetico); quindi vedrete che c'è della cioccolata, ci sono delle cose dolci: qualcosa che permetta di avere un ventiquattrore di autonomia, quindi qualcosa che permetta di fare una colazione, qualcosa che permetta di fare un pranzo più o meno funzionale, qualcosa che permetta di fare una cena più o meno funzionale. Magari qualcosa da spiluccare che possa essere - comunque - sempre qualcosa di energetico, quindi c'è della frutta secca, c'è della frutta disidratata, c'è qualcosa che permetta... c'è del cioccolato: roba che permette di avere una carica energetica.
C'è anche (ho messo dentro anche) del té, del caffè: avere a disposizione della caffeina è sempre una cosa che aiuta, ed è possibile che uno abbia modo di scaldare dell'acqua, e quindi farsi del caffè o del té caldo.
Ma in mancanza d'altro - per esempio - in una bottiglietta di acqua fredda è anche possibile sciogliere il caffè solubile: viene una bevanda magari discutibile, magari dal sapore molto discutibile, però è sempre una carica di caffeina, è qualcosa che comunque non è il caso di - per così dire - sputarci sopra: è sempre utile da considerare.
Ora, nel pensare a come realizzare un kit di sopravvivenza (un kit di prima emergenza), sono partito da molti presupposti: dalla mia esperienza come scout, dalla mia esperienza nel muovermi all'aperto, da quali possono essere le situazioni che si presentano, dovendo "sopravvivere" (per così dire) magari bloccati in auto, oppure magari in un bosco, magari all'aperto in una situazione in cui bisogna poter passare la notte... e sono giunto al concetto che: bisogna avere un modo di potersi riparare (eventualmente dagli elementi, quindi dalla pioggia o dal vento); un modo di poter accendere un fuoco (che è - comunque - una cosa importantissima); qualcosa da mangiare e qualcosa per poter segnalare la propria posizione.
Però c'era anche la necessità di poter realizzare qualcosa che fosse molto facile da poter trasportare: tutto questo kit riesce a entrare in uno zainetto (questo è il mio vecchio zainetto: vi farò vedere come funziona la situazione).
E non solo permette di essere trasportato nello zainetto: io questo zainetto lo tengo sempre in macchina, e c'è tutto quello che serve per avere - appunto - un po' di autonomia perché, se succede qualcosa, nell'arco delle dodici ore, delle ventiquattrore, nel "ci siamo persi nel bosco: dobbiamo passare la notte" abbiamo tutto quello che serve per poter passare la notte, per poter ricominciare domani mattina a muoverci e trovare dove siamo arrivati e quindi venire fuori da questa situazione, o comunque - se siamo bloccati e qualcuno ci sta cercando - per poter passare la notte, ripararci e segnalare la nostra posizione quando pensiamo che ci possano essere dei soccorritori che ci stanno cercando.
Adesso andiamo ad analizzare nel dettaglio che cosa ho messo in questo kit.

Eccomi qua, scusate per l'inquadratura un po' più bassa: io adesso vado fuori dall'inquadratura (ecco: mi taglio la testa) perché voglio mostrarvi - appunto - il contenuto di questo kit, che è la cosa che m'interessa farvi vedere.
Ora, prima di tutto una considerazione: questo kit mi è costato all'incirca una trentina di euro. Quasi tutto il materiale che vedete in questo kit l'ho comprato o all'hard discount, o dai cinesi; solo un paio di cose le ho prese al supermercato, perché non riuscito a trovarle in un hard discount. E perché moltissime delle cose che vedete sono - soprattutto a livello alimentare - monoporzioni, e quindi piccoline etc. perché naturalmente c'è più comodità ad avere singole porzioni che ad avere una cosa più grande che contenga tutto quanto.
Questo è un principio che mi viene anche dall'esperienza di protezione civile.
Cominciamo sicuramente da questa guandiera.Tra l'altro, come vedete ho preso queste guandiere che sono di alluminio e sono richiudibili con il coperchietto (che adesso io gli scriverò anche sopra che cosa contiene ogni guandiera).
Ecco: mi avvicino per metterla a favore di camera, per farvi notare che questa guandiera contiene tutto il materiale, bello, stipato in maniera corretta, in maniera che funzioni.
Qua abbiamo della frutta secca (un mix di frutta secca).
Questa è una piccola merendina al miele: è un biscotto di wafer ricoperto di miele.
E qua abbiamo delle albicocche seccate (delle albicocche disidratate).
Più abbiamo: dei cucchiaini di plastica (sono un kit di 20 cucchiaini, perché non ne ho trovati di meno).
Della cioccolata: io ho trovato della cioccolata piccolina, nocciolata; sarebbe più utile trovare del cioccolato fondente, perché è un ottimo energetico, però questa ho trovato e questa ho voluto prendere, perché è piccolina: son 40 grammi.
Delle fette biscottate, delle schiacciatine, questi sono dei biscotti dolci (dei cracker dolci) con ripieno di frutta.
E più ho una scatoletta di carne in scatola (questa credo che sia carne di pollo in scatola), ma comunque questo già è una parte del kit.

Seconda parte del kit.
Allora: qui abbiamo delle bustine di té da infusione (sono due bustine di té generiche): ho scelto delle bustine di té che fossero protette in un involucro di plastica, perché quindi possano resistere più a lungo.
Qui ci sono delle fette biscottate; di nuovo: ho scelto delle fette biscottate che ho trovato in una confezione in cui erano "singolarmente" (o quasi) incartate, queste son quattro fette (e altre quattro fette biscottate son sotto).
Dei biscotti, che ho trovato dei frollini al latte abbastanza generici in questa confezione che sono da otto biscotti alla volta.
Un frullato di frutta (in questo caso ce ne sono due), che è un ottimo prodotto energetico: è il classico frullato di frutta da sportivi; è molto comodo, molto versatile perché è in questo contenitore di alluminio.
Oltre al té, ho preso del caffè, del caffè solubile istantaneo: queste bustine, ognuna di queste bustine è per una tazza di caffè, ne ho ficcate tre così, giusto per poter avere a disposizione qualcosa.
Poi ho preso queste che sono delle piccole marmellate monoporzione (e ne ho parlato nel video di protezione civile: sono molto versatili).
E assieme alla marmellata ho trovato anche il miele in monoporzione. Ci sono quattro marmellatine e quattro blocchetti di miele: il miele è un ottimo energetico, è un ottimo dolcificante, e la marmellata può essere usata per la colazione.
Qua abbiamo delle schiacciatine.
E ho trovato anche (sempre in monoporzione) della crema alla nocciola: ho messo anche quella.
Qui abbiamo, insomma, un po' di fette biscottate, un po' di biscotti, caffè, il té: insomma questa è - diciamo - la guandiera dedicata principalmente alla colazione.

Ecco qui un altro kit.
La prima cosa (che salta subito all'occhio) sono queste: sono le posate monouso singolarmente incartate (di cui vi ho parlato nel video di protezione civile): ce le hanno alcuni supermercati e alcuni punti per la distribuzione alimentare. Sono molto comode in molte situazioni, e anche in questa.
Seguono queste, che sono delle salviettine disinfettanti: eccellenti per lavarsi le mani o per pulire - magari - qualche piccola ferita. Queste si trovano di solito in confezione da dieci in farmacia o in parafarmacia, gliene ho messe dentro tre: sono molto utili per potersi lavare le mani prima di mangiare, magari in una situazione in cui non c'è a disposizione dell'acqua.
Poi abbiamo anche delle salvietitne rinfrescanti (la classica salviettina multiuso): ho trovato all'hard discount una confezione molto piccola, da 10 salviettine, ho pensato di metterla dentro.
Così come un paio di pacchi di fazzoletti, che possono essere comodi; se io mi perdo nel bosco in primavera, sono in preda a crisi allergica, sembra una fesseria ma è una cosa che dà molto fastidio non poter respirare.
E ultima cosa, piccola comodità: ho trovato degli stuzzicadenti singolarmente incartati, e ho voluto metterne dentro due o tre, proprio perché potrebbero comunque servire.

Andiamo avanti: qui abbiamo due coperte termiche di emergenza (le cosidette "metalline"): queste le avete viste sicuramente quando arrivano sbarchi di immigrati, vengono utilizzate per proteggere le persone. Allora: non è una coperta termica che tenga particolarmente caldo (questo lo ammetto), però è un eccellente riparo dal vento, è un eccellente riparo dalla pioggia, mettendo la parte dorata all'esterno, la parte argentata riflette il calore corporeo e - comunque - dà un minimo di aiuto. È sicuramente qualcosa di molto utile; queste si trovano su eBay a un euro (o comunque nei negozi cinesi a un euro), e sono molto comode, e in caso di emergenza sono molto confortevoli. Ho considerato di metterne due perché una uno la può utilizzare, se piove, per farsi una sorta di tenda (una sorta di riparo), anche perché sono molto grandi: queste sono un metro e mezzo per due metri e venti (150x220 cm), quindi comunque una può utilizzarla come riparo dalla pioggia, un'altra se la può mettere addosso: sono comunque estremamente funzionali.
Qualche cerotto: ho preso dei cerotti grandi, dei cerotti medi e dei cerotti piccoli (cinque per misura) e li ho messi dentro, che possono tornare utili se uno dovesse ferirsi o... piccole ferite: magari nel bosco.
Così come un piccolo tubetto di supercolla al cianoacrilato, quella "economica" ma sempre molto funzionante. Che uno dice "perché mettere un tubetto di supercolla in un kit di emergenza?". Se uno si fa un graffietto in un posto scomodo, o magari molto ampio, comunque, che è difficile da tappare con i cerotti, può essere "tappato" con la supercolla. È una situazione molto di emergenza, però intanto è un modo di chiudere un graffio, di chiudere una ferita che magari ha bisogno di dei punti: perché siamo magari in mezzo al bosco, siamo di notte, dobbiamo aspettare i soccorsi, non è che si può continuare a sanguinare in attesa di soccorsi, quindi comunque è una cosa che può essere molto utile.
Qua abbiamo dei fiammiferi. Ve li faccio vedere da vicino: son dei fiammiferi, e dentro ho messo una ventina di fiammiferi e... ecco: ci ho piegato dentro anche le due striscette per l'accensione). E questo è un contenitore impermeabile che ho fatto con due colli di bottiglia attaccati assieme con della semplice colla a caldo: ci sono un sacco di video su YouTube che fanno vedere come realizzare questo piccolo contenitore, ma sono molto funzionali, soprattutto perché questo coso è completamente impermeabile, quindi anche se casca in acqua (o se ci piove sopra) i fiammiferi restano asciutti.
Andiamo avanti: abbiamo due luci chimiche; io ho preso quelle ad alta luminosità, che però durano 30~40 minuti, ma ci sono anche quelle che durano fino a 12 ore, ma fanno un po' meno luce. Però sono molto comode da avere, sono sicure in moltissime situazioni: questo tipo di luci si può utilizzare anche in mezzo a una fuga di gas etc, perché è una reazione chimica con dell'acqua ossigenata, ed è completamente sigillata. Quindi sono sicure, funzionano sempre: non c'è bisogno di caricare le batterie; funzionano, funzionano sotto la pioggia, funzionano sotto la neve etc.
Un altro pacchetto di fazzoletti, che torna sempre comodo.
E un cutter, un taglierino, che può servire per tagliare la corda o altre cose di questo genere.

Infine le ultime cose: per poter segnalare la propria posizione e non solo.
Innanzi tutto la cosa più tipica: il giubetto ad alta visibilità, questo è lo stesso giubetto che si usa in macchina, l'ho preso dai cinesi a un euro, è sicuramente molto utile.
Tra l'altro dai cinesi ho preso anche queste: sono due striscette catarifrangenti che si mettono sul braccio (ve le faccio vedere), sono a scatto: si tolgono ovviamente dalla plastica e questa si attacca sui vestiti; è molto versatile.
Poi abbiamo il cordino (il paracord), che non è avvolto "a caso": l'ho avvolto seguendo delle istruzioni che ci sono su internet per fare in modo che - sciogliendo un semplice nodo - è possibile tirare la corda sempre e costantemente, senza che si attorcigli, senza che si creino dei nodi, che è una cosa molto importante, perché può essere necessario dover sciogliere questa corda mentre sta piovendo, mentre si cerca di costruire un riparo e quindi ci può essere una situazione di scomodità: ci manca anche di doversi mettere a litigare con dieci metri di corda che va tutta a nodi!
Infine un ultima cosa, da non sottovalutare MAI per riuscire a segnalare la propria posizione, sicuramente è questo: questo è un fischietto di emergenza (l'ho preso dai cinesi a una settantina di centesimi). È piccolino ma molto efficace.
[fischio]
E non sottovalutate l'uso di un fischietto in una situazione di emergenza, perché se necessario farsi sentire da lontano (perché ci si è persi nel bosco etc), piuttosto che cercare di gridare, magari c'è molto freddo, magari a forza di gridare uno si gioca la voce, mentre un fischietto si riesce a sentire abbastanza da lontano. È possibile modulare il fischio e quindi creare dei segnali, soprattutto il fischietto si riesce a sentire molto bene anche se c'è il vento, anche se c'è la pioggia: è un suono che si sente da lontano, mentre la voce di una persona che chiede aiuto, che magari è stanca e non ce la fa più a gridare è una cosa che è un po' più difficile da sentire, quindi da non sottovalutare anche questo, tanto è una cosa di alluminio che è costata - ripeto - una settantina di centesimi. Molto funzionale: io questo addirittura non lo metto dentro queste vaschette, lo lascio fuori a portata di mano nello zaino.

L'ultima cosa che ho preso sono queste due insalate di tonno e verdure: sono molto funzionali e permettono di avere un pasto più sostanzioso che delle semplici fette biscottate. Queste vengono in una scatoletta già pronta per essere mangiata: addirittura c'è una forchettina all'interno, si apre la scatoletta ed è possibile mangiare il tonno. Ne ho prese due perché sono comunque qualcosa di più sostanzioso che mangiare solo delle fette biscottate.
Naturalmente ho considerato di prendere dell'acqua: ho preso quattro bottigliette da mezzo litro di acqua naturale (ho preso delle bottigliette abbastanza resistenti, non quelle proprio di plastica leggera-leggera) e queste sono sempre presenti. Ci sono quattro bottigliette da mezzo litro, quindi fanno due litri di acqua: sicuramente permettono di poter resistere per 24 ore in una situazione di emergenza, permettono di poter bere, poter anche... dentro la bottiglietta - come dicevo - una volta che c'è mezza bottiglietta gli si può anche buttare dentro la bustina di caffè: si fa una bevanda a base di caffè. Fredda ed imbevibile, ma è sempre qualcosa che comunque dà della caffeina. Oppure se c'è e si ha la possibilità di accendere un fuoco, di scaldare dell'acqua, è possibile comunque prepararsi un caffè.
E avrete notato che ho parlato del té e del caffè: non ci sono bustine di zucchero, perché io il caffè e il té li bevo senza zucchero, magari qualcuno ci può mettere qualche bustina di zucchero in più.

Ultima cosa da mettere nello zaino è questa: un plaid in pile (questo è piccolino: di un metro e mezzo per un metro e venti). È una coperta di fibra sintetica estremamente leggera, ma estremamente funzionale, e in una situazione in cui c'è freddo questa e la "metallina" sono sicuramente un riparo eccellente in caso di pioggia, di vento, se si deve dormire in macchina in inverno comunque sempre meglio che stare solo colla giacca e con la copertina di metallo addosso. Questa comunque tiene parecchio caldo, sono molto funzionali in questo tipo di emergenze.

Bene. Vi faccio vedere che sono riuscito a mettere tutto il kit comprese le bottiglie e le vaschette, dentro lo zainetto: è tutto qui dentro. Lo zaino è pieno, non è troppo pesante (solo un po' ingombrante), ma è funzionale e non è più pesante di uno zainetto medio.
E mi resta solo da mettere questo, che è il fischietto di emergenza, che - per averlo subito a portata di mano - sullo spallaccio dello zaino ho una tasca esterna, e quindi lo metto qui fuori, cosicché tutto il resto della roba ho la necessità, eventualmente, di andare ad aprire la vaschetta per andare a controllare dove si trova o che cosa c'è; il fischietto è subito a portata di mano.
Perché ho scelto di utilizzare delle vaschette di alluminio per mettere dentro la roba? Da una parte perché è un po' più comodo che mettere la roba "sparsa a caso" nello zainetto (cosicché invece di fette biscottate e biscotti poi quando mi servono trovo briciole!), dall'altra non sottovalutate il fatto che le vaschette di alluminio possono anche essere messe sulla brace e utilizzate per scaldarsi della roba, quindi quantomeno c'è anche questa ipotesi, quindi c'è anche questa funzionalità.

Bene: questo era il mio kit di sopravvivenza, ma adesso lascio la parola a voi. Voi avete un kit di sopravvivenza, di prima emergenza? L'avete considerata l'ipotesi di farlo? Tenete qualcosa in auto, tenete magari una coperta? Vi ho dato l'idea di prendere un kit di sopravvivenza? Vi ho dato l'idea di realizzare qualcosa del genere?
Avete già realizzato qualcosa del genere, e magari è diversa? Questo stesso kit - sicuramente - è migliorabile: già voglio considerare che qualsiasi altra persona magari metterebbe - appunto - lo zucchero per il caffè o il té, che io non ho considerato!
Però se avete qualche idea, se c'è qualcosa che ho sbagliato, fatemelo sapere nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Come sempre vi ringrazio per essere arrivati sino in fondo a questo vlog, vi ricordo - se vi è piaciuto, se vi è stato utile, se avete realizzato il kit di emergenza - di fare pollice-in-alto e condividere questo vlog con i vostri amici, anche su Whatsapp o Telegram: soprattutto condividetelo con le persone che sono appassionate - magari - di apocalisse zombie, fategli vedere come si fa un kit di sopravvivenza in emergenza per 24 ore, può essere una cosa molto utile.
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto, che assieme al kit di sopravvivenza garantisce almeno un minuto di sopravvivenza in più: quindi con quello fate 24 ore e un minuto!
Vi ricordo anche di seguire il mio canale Telegram (lo trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda): in questo modo riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Infine, se c'è un argomento che vi piacerebbe che io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello con un commento qua sotto.
Bene: io sono Grizzly, di nuovo grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 22 gennaio 2017

VLOG 149: Attraverso lo schermo

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Ieri sera il concerto è stato un successone: ma bellissimo, oh!
Ho fatto il video *tutto il tempo*
[♪ musica e urla dal cellulare♫]
Sì: è un po' sfocato...
Sì: traballa...
Sì: l'audio fa schifo, però dai: bellissimo! Come essere lì, giusto?

Ecco, dai... tranquillo. Non è niente [sciacquone] succede...
Dai: ma veramente faceva così schifo? Noooo: non ci credo...

Ho visto cose che voi umani non riuscite più ad immaginare: ho visto concerti *LIVE* con I MIEI OCCHI, senza avere un telefonino cellulare in mezzo, e quindi senza guardare attraverso lo schermo del cellulare, che è una cosa sempre più rara.
Ma vi venisse... veramente vi auguro di andare a sbattere contro lo stipite di una porta col mignolino del piede... AAAAARGHHHH! Mi fa un male boia solo a pensarci... sigla.
[♪♫♪]
Ne ho parlato in #OperazioneNostalgia: quando avevamo la fotografia analogica (e quindi avevamo il rullino da 24 o da 36 pose) usavamo parecchia parsimonia nello scegliere quali dovevano essere i ricordi che ci saremmo portati avanti per tutta la vita.
Adesso che abbiamo una caterva di strumenti digitali in grado di registrare la qualsiasi cosa, ci sono persone che *continuano* a registrare, un po' come se fossero dei cyborg: hanno un  «occhio bionico» che è questo cellulare (o questo tablet) sempre davanti agli occhi .
Ormai non si vive più la realtà: la realtà la si vive attraverso lo schermo del cellulare.
Che è una cosa che diventa eccessiva, e diventa eccessiva in situazioni come in un concerto, come uno spettacolo, come una festa di compleanno: non ti godi più i ricordi con i tuoi amici, con i tuoi parenti, con i tuoi figli. No: i ricordi te li devi godere dietro lo schermo di un cellulare.
Un concerto live registrato col cellulare: che... che senso c'ha? Tutte le immagini tremolanti, sfocate, quell'audio vergognosamente brutto: ma perché?
Ogni tanto potrebbe essere utile, veramente, ricordarsi di avere anche una vita, ricordarsi di avere anche degli occhi: crearsi un «ricordo» non con qualcosa che puoi filmare e riguardare due volte (e ti fa talmente schifo che, probabilmente, poi lo metti di lato. Oppure lo hai registrato e non lo riguarderai mai, perché È ORRENDO) e invece GUARDARE le cose con i propri occhi, costruirsi un ricordo basato sul "Siamo a un concerto: ci sono andato con gli amici", il divertimento che c'era stato con gli amici. Non tanto "le immagini" perché le hai girate col cellulare. [sospiro]
Il comico Sergio Sgrilli, che è bravissimo: l'ultima volta che sono stato a Milano ne ho approfittato per allungare la visita di un paio di giorni e sono stato all'Area Zelig a vedere il suo spettacolo (se vi capita di trovare un suo spettacolo nella vostra città, andateci, perché è veramente molto bravo). Sergio Sgrilli raccontò, quando gli era nata la bambina, della cosa più "inquietante" che è un po' un «gesto del XXI secolo»: questa brutta abitudine di filmare la qualsiasi cosa arriva al punto di girare un video in sala parto. Che se ci pensi, seriamente ti chiedi: poi cosa te ne fai di quel video?
"Ragazzi: dopo cena ci sbrachiamo tutti sul divano e ci guardiamo la mi' moglie, a cosce aperte, che SBRAITA COME UN'INDEMONIATA!"
No, ma veramente? Sta succedendo il «miracolo della vita»: goditelo, invece di filmarlo.
Secondo me questa rivoluzione digitale, questa possibilità di registrare e riprodurre continuamente le cose, ci ha fatto allontanare un po' dall'idea di quello che è vivere le proprie avventure, vivere le proprie esperienze, vivere la realtà... e ha trasformato la realtà in un "mondo virtuale". Ormai non è reale quello che vedi con i tuoi occhi: è reale quello che vedi attraverso lo schermo del cellulare, e secondo me questo è eccessivo.
Secondo me ci vuole un ritorno alla realtà, è importante un attimo sedersi, e un attimo pensare "Sì, ok: è bello avere anche il ricordo che resta fisso, ma è bello anche avere il ricordo dentro di sé." È bello vivere un'avventura, vivere un'esperienza perché la si è vista con i propri occhi, non perché si è riusciti a girare delle immagini tremolanti e sfocate con il cellulare.
Almeno: questo è quello che penso io: io faccio video, faccio fotografie, ma cerco anche di vivere le cose, non sto tutto il tempo con gli occhi sullo schermo del cellulare: mi piace anche guardare le cose, mi piace anche vivere le avventure e poterle raccontare direttamente, piuttosto che doverle filmare per farle vedere a qualcuno con queste immagini tremolanti e sfocate.
Voi cosa ne pensate? Parliamone: come sempre nei commenti qua sotto, oppure su Twitter, con l'hashtag #DdVotr.
Bene ragazzi: con il messaggio "Cerchiamo di vivere un po' la realtà, cerchiamo di non essere costantemente con gli occhi sul cellulare" voglio concludere questo vlog. Se sono riuscito a incuriosirvi, se sono riuscito a farvi pensare, se pensate che - forse - anche voi state vivendo un po' troppo la vostra vita attraverso lo schermo di un cellulare... se sono riuscito quindi a farvi guardare oltre lo schermo del cellulare, potete farmelo sapere facendo pollice-in-alto e condividendo questo vlog con i vostri amici, magari con quelli che hanno spesso gli occhi sul cellulare, e quindi anche su Whatsapp o Telegram.
Detto questo, vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto. Che è un profumo reale: non è "attraverso lo schermo di un cellulare"!
Vi ricordo inoltre che se seguite anche il mio canale Telegram (che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda) riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Infine: se c'è un argomento che vi piacerebbe che io trattassi in Diario di Viaggio on the road, potete farmi sapere anche questo in un commento qua sotto.
Bene: io sono Grizzly, come sempre grazie a tutti per essere arrivati in fondo a questo vlog, ciao e ci vediamo alla prossima!
[bleep]
E un grande pollice-in-alto anche per Otto, che mi ha aiutato a fare questo video; e tranquilli: non è stato male, è solo bravo a recitare, eh ;)

domenica 15 gennaio 2017

VLOG 148: Truffe in casa

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SSAALVEE! Ehm, sono un carabiniere e so che voi avete fatto un prelievo con il bancomat... purtroppo si è verificato un problema: siccome qualcuno aveva tentato di manomettere quel bancomat, è stato spruzzato uno speciale liquido che contiene dei batteri (che provoca un'infezione, per evitare i ladri).
Siccome questo può essere pericoloso a livello salutistico (No: non si preoccupi, signora): sono venuto semplicemente perché dobbiamo mettere le banconote che avete prelevato dentro questo contenitore, assieme a un particolare tampone disinfettante e lasciarle dentro per sei ore.
Io vi lascio il contenitore; poi il tampone - una volta passate le sei ore - si può semplicemente buttare via: tutto quello che mi serve è che mi dia le sue banconote (intanto le mettiamo qui dentro assieme al tampone disinfettante)...
Grazie signora! Se nel frattempo, cortesemente, le posso chiedere un bicchiere d'acqua...

Perfetto! Adesso, mi raccomando, metta da parte (tenga sul tavolo!) questo contenitore. Non lo aprite per nessun motivo: dovete aspettare sei ore.
Tra sei ore le banconote saranno completamente sicure, e il tampone può essere preso con le mani e buttato nella spazzatura (eventualmente lavatevi le mani, ma tanto è un disinfettante) e sarete tranquilli.
E le banconote (che saranno dei foglietti di carta perfettamente inutili...) EHM! No, niente, dicevo: sono completamente sicure e disinfettate da questo liquido... batterico... grazie mille.
[♪♫♪]

Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
Prima che me lo diciate voi, sì: mi piacerebbe tantissimo poter dire che la scenetta vergognosa che ho girato all'inizio di questo vlog è una cosa talmente ridicola che non ci ha creduto nessuno.
Ecco: mi piacerebbe, ma purtroppo devo invece dire che quella scenetta vergognosa, assieme a tantissime altre scenette vergognose, avvengono quasi giornalmente e quasi giornalmente qualcuno - purtroppo - ci cade con tutte le scarpe.
Sto infatti parlando delle truffe in casa: persone che si presentano in casa vostra dicendo di essere carabinieri che devono disinfettare i soldi, dicendo di essere amici dei vostri vicini di casa che dovevano lasciare una bottiglia di vino (o un qualche regalo, una qualsiasi cosa), ma non trovano nessuno in casa, dicendo di essere vecchi amici che non incontravate da tempo. Soprattutto se siete persone anziane sole, quindi più che essere rivolto a voi, questo vlog è rivolto - non so - magari ai vostri genitori, ai vostri zii, ai vostri nonni. Perché le truffe in casa sono - purtroppo - una piaga che va avanti da tantissimo tempo, e sono una piaga difficilissima da combattere.
Perché sono una piaga basata sul principio di "carpire la fiducia delle persone anziane".
Mia madre era un'assistente sociale, lavorava per la Regione Siciliana, e capitava che dovesse andare a fare delle visite domiciliari alle persone che chiedevano assistenza.
Quindi - giustamente - si presentava in casa di persone (magari anziane) da sole, suonava il citofono, suonava alla porta (non so): «Chi è?»
«Eh sì: sono l'assistente sociale del Comune di Siracusa, sono qui per...» e aprivano la porta.
E mia madre li guardava, e stravolta: «Ma che fa? Ma perché mi apre la porta?»
«E scusi: ma lei è l'assistente sociale...»
«E che ne sa? Telefoni in municipio: glielo chieda!»
Perché mia madre sapeva che c'era il rischio che: «Non è che io arrivo, suono, "Sono il padreterno": "Ah, si accomodi!" Ma che cosa ne sapete di chi sono?»
E glielo diceva, sempre: «Voi non potete sapere chi sono: chiamate il comune, chiamate la polizia... lo dice... dice di essere l'assistente sociale. E vabbè, ma non ne potete MAI essere sicuri: non potete basarvi su quello che vi dice chi viene alla porta.»
Eppure, purtroppo, spesso succede. Mi capita di fare visite domiciliari a determinati clienti, e ho qualche cliente che è una persona un po' avanti con l'età. Mi è capitato di dire: «Va bene, ci vediamo tra le quattro e le cinque: appena posso, avvicino.»
Io arrivo, suono alla porta, subito mi apre il cliente, io lo guardo: «Scusi, ma mi deve chiedere chi sono: ma come fa ad aprire la porta così?»
«Eh, ma tanto la aspettavo...»
«E va bene, ma che ne sa che ci sono io, e che non c'è un altro? E poi si fida di una persona CON LA MIA FACCIA?!»
Spesso - come ripeto - viene carpita la fiducia, la fiducia viene carpita nelle maniere più subdole: dicendo di essere amici dei vicini di casa. Questo è successo - purtroppo - alla mamma di un mio ex collega, che le dissero che stavano cercando il vicino di casa che non c'era.
E dice: «No, quello è in vacanza» e loro avevano un paio di bottiglie di vino «Ma no, perché dovevamo portargli delle bottiglie di vino, gliel'avevamo promesso, e qua, e là... se gliele possiamo lasciare e gliele può portare quando ritornano, perché noi adesso dobbiamo tornare a Reggio Emilia» [O dove cavolo era ndG]
E si mettono a parlare cinque minuti: erano due donne, una le dice: «Senta signora: posso andare un momento in bagno? Non me ne voglia» È andata in bagno? Non è andata in bagno, naturalmente: le ha svuotato il cassetto degli ori, le ha svuotato il cassetto della pensione, le ha svuotato TUTTO QUANTO, se ne sono andate e la signora se n'è accorta dopo un'ora che le avevano rubato in casa.
Vedete come sono subdoli? E questi figurati se erano amici dei vicini di casa: ma chi li conosceva!
È una cosa terribile da sapere, che succede questo. Ed è una cosa importante quella di insegnare alle persone che non bisogna dare fiducia cieca e sconsiderata a chi si presenta alla porta dicendo di essere qualcuno. È importante che s'insegni ai nostri nonni, ai nostri genitori, ai nostri zii, ai nostri parenti magari più avanti nell'età che non bisogna fidarsi di chi arriva alla porta per qualsiasi motivo.
Di informarsi: «Cioè: ma questo signore è un carabiniere!»
E che cosa ne sai? Se la persona che arriva alla porta è in attesa e dice di essere un rappresentante delle forze dell'ordine, non ci vuole molto.
È un carabiniere? Chiamate il 112 e chiedeteglielo.
È un poliziotto? Chiamate il 113 e chiedeteglielo.
È della Guardia di Finanza? Chiamate il 117 e chiedeteglielo.
Se è un VERO poliziotto, un VERO carabiniere... «Sono una persona anziana sola: io non lo so se lei è veramente un carabiniere, è veramente un poliziotto...»
Sarà lui stesso a dirvi: «Signora io mi chiamo maresciallo Rossi: chiami il 112 e gli chieda conferma»
Perché carpiscono la fiducia delle persone, e rubano.
È una cosa ORRIBILE, e quando non rubano c'è un altro modo di carpire la fiducia delle persone (soprattutto delle persone anziane sole), che abbiamo vissuto sulle nostre spalle, bloccato per tempo, ma che ho saputo che qua a Siracusa - ad oggi che sto registrando questo video - sta ancora succedendo: gente che vi si presenta alla porta dicendo che sta cercando una "dispersione di gas metano" e scroccando la bolletta della luce per fare un "verbale di chiusura intervento".
Sono agenti commerciali che scroccano la bolletta della luce per prendere i dati e compilare un nuovo contratto con un altro operatore dell'energia elettrica.
Io mi stavo mettendo le scarpe, e mia madre ha aperto. E questo ha detto che cercava una fuga di gas metano. Arrivo in cucina e trovo questo che copiava i dati dalla bolletta... e che quando gli ho detto che cosa stava facendo, ha pure insistito che stavano cercando una fuga di gas metano e doveva fare il suo lavoro.
Una persona che s'introduce in casa dicendo che sta cercando una fuga di gas metano commette UN REATO PENALE: si chiama "Violazione di Domicilio". Introdursi con l'inganno dentro un'abitazione è un reato: si va in carcere. Stai dicendo che stai cercando una fuga di gas metano e non è vero, non conta che "sì, ma tu gli hai detto 'accomodati'". No: io ho detto "Accomodati" a una persona che cerca una fuga di gas metano: tu non stai cercando una fuga di gas metano, è inganno. Sei entrato in casa mia senza il mio permesso.
Stai dicendo che stai facendo un verbale e stai compilando un nuovo contratto: è TRUFFA.
Vieni a dire A ME (proprio a me personalmente) «Sto cercando una fuga di gas metano e devo fare il mio lavoro, e non m'interrompere». Fio bello: sono nella protezione civile, se tu mi dici che c'è una fuga di gas metano, io chiamo la Sala Operativa e faccio evacuare il palazzo. Si chiama "Procurato Allarme presso l'Autorità".
E non lo faccio io che chiamo la Sala Operativa e faccio evacuare il palazzo, lo fai tu, perché tu stai dicendo a me (che sono la protezione civile) che c'è una fuga di gas metano.
Ciò nonostante, ci sono queste persone, che dovrebbero vergognarsi di essere al mondo, credetemi. Sarò eccessivo, mi dispiace se lavorate per aziende e sapete che si usano queste pratiche "perché è l'unico modo di fare soldi", ma vergognatevi:
*VERGOGNA!*
Diffondiamo questo messaggio: non si deve dare fiducia a chi arriva alla porta di casa dicendo di essere chicchessia, diffidate SEMPRE. Se avete dubbi, chiamate le Forze dell'Ordine: vi sapranno aiutare *sempre* e non disturbate *mai*, soprattutto se siete persone anziane sole: diffidate di chi si presenta alla porta se non lo conoscete.
È importante diffondere questo messaggio affinché questo modo vergognoso di carpire la fiducia delle persone anziane finisca. Affinché finiscano queste truffe in casa.
Questo è il mio messaggio: non c'è molto da dire, però se avete qualche aneddoto che volete raccontarmi che riguarda situazioni del genere, che è successo a qualche vostro vicino di casa, o che siete riusciti a evitare...
Mia madre, grazie alla dashcam, è riuscita ad evitare una truffa dello specchietto: c'è anche questo: «Signora, lei mi ha colpito lo specchietto. No, ma non facciamo l'assicurazione, mi dia 100 euro che sistemiamo la cosa...»
Se è successo qualcosa del genere a voi, volete raccontarmelo nei commenti, se avete qualche parente a cui avete già detto queste cose, se vi sono stato utile... fatemelo sapere con un commento qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Questo è tutto: il mio è un vlog come messaggio di una certa importanza sociale, quindi spero che abbia quel minimo di diffusione.
Mi dispiace di essermi un po' infervorato, ma sono cose che - veramente - mi fanno prendere i nervi. Questo per oggi è tutto: io come sempre vi ringrazio per essere arrivati in fondo a questo vlog. Vi ricordo - se questo vlog vi è piaciuto o vi è stato utile in qualche modo - di fare pollice-in-alto e di condividerlo con i vostri amici e con i vostri parenti (con i vostri genitori, con i vostri nonni), anche su Whatsapp o Telegram.
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto; inoltre se v'iscrivete al mio canale Telegram - che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda - riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Detto questo, come sempre: grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 8 gennaio 2017

VLOG 147: Fotografia analogica #OperazioneNostalgia

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Questa è la custodia originale (e dentro c'è la macchina originale) della mia Kodak "Instamatic 133 X". Non è proprio «la mia»: è quella di famiglia.
Questa macchina fotografica è stata la macchina che ci siamo portati in vacanza, ci siamo portati in giro per molti anni. Utilizzava questo rullino qua (che questo è un pezzo di storia, perché è ancora sigillato. Ovviamente è scaduto) che si chiama «Caricatore 126».
Vi faccio vedere com'è, perché lo apro davanti a voi...
Eccolo qua: questo è il Caricatore 126, questo è un rullino da 24 fotografie (ventiquattro fotografie «quadrate» come potete vedere). Il rullino è avvolto qui dentro e - attraverso questo sistema - viene trascinato.
E in questo momento dentro questa macchina - tra le altre cose - c'è un rullino ormai scaduto da tempo: un Agfa 24 pose (credo) anche lui. Sì: un Caricatore 126 a 200 ISO con ventiquattro fotografie, utilizzato fino alla foto numero "6".
E il funzionamento è molto semplice: si carica manualmente, posizionando la fotografia, e poi si scatta.
[click]
Poi si porta avanti, ecco: siamo alla foto numero "7".
C'erano due modalità di lavoro con l'obiettivo: la modalità «Giorno» e la modalità «Notte», che permetteva di utilizzare un po' più di sensibilità e, qua in alto, si inseriva il cosidetto «MagiCube»: un cubo con quattro "lampadine flash" monouso.
Naturalmente tanto è cambiato da allora, non solo con il discorso che ci sono le reflex (perché c'erano già ai tempi: parliamo degli ultimi anni '70, dei primi anni '80), ma sono cambiate le cose grazie alla fotografia digitale.
Ma oggi voglio parlarvi della fotografia analogica, perché questo è Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia!
[♪♫♪]

Là fuori, nel mondo, è pieno di macchine fotografiche reflex: pensate che tantissimi youtuber come me hanno scelto di utilizzare una reflex per girare video, perché dicono "La posso utilizzare così anche per scattare fotografie".
Io che ho scelto di non fare fotografie, infatti, ho scelto di avere - più che altro - delle telecamere, più che delle macchine reflex.
Ma il discorso è un pochino più complesso di quanto possa sembrare, anche perché il fatto che adesso ci sono tantissime macchine reflex in giro nel mondo non significa che ci sono tantissimi fotografi in giro nel mondo. Io oserei dire, più che altro, che ci sono tantissimi «appassionati» di fotografia, perché non è lo strumento che fa il fotografo!
Io facevo fotografie, e mi dilettavo moltissimo: avevo una macchina reflex analogica, che andava con il rullino (con il «Caricatore 135») e non solo scattavo fotografie, ma mi ero anche dilettato e messo d'impegno per SVILUPPARE i rullini.
Dato che sviluppare un rullino era una procedura piuttosto complessa (e anche piuttosto costosa) avevo deciso di sviluppare e stampare rullini in bianco e nero, che non solo è una procedura più semplice, ma che utilizza proprio attrezzature differenti e che utilizzava rullini espressamente nati per il bianco e nero.
Sviluppare un rullino era una procedura abbastanza laboriosa, perché prevedeva di avere a disposizione una camera oscura, di avere una serie di strumenti da utilizzare per effettuare queste procedure, di utilizzare una serie di liquidi e soluzioni: tu dovevi scattare tutte le fotografie prima (e "tutte le fotografie" erano generalmente 24 od 36, perché questi erano i tagli disponibili di rullini).
Una volta che eri riuscito a scattare tutte le fotografie, riavvolgevi il rullino, lo sviluppavi e SOLO A QUEL PUNTO potevi venire a conoscenza di come erano venute queste fotografie, quindi dovevi avere una certa bravura "di base"; potevi basarti su qualche libro, potevi basarti sul consiglio di qualche altro fotografo, ma soprattutto dovevi sperimentare tu, perché ogni macchina fotografica era diversa. Non c'era internet: personalmente mi è capitato anche di dover buttare via dei rullini, e quindi aver PERSO delle fotografie perché erano venute sottoesposte, sovraesposte, etc.
E nel tempo ho imparato un paio di cose: innanzi tutto - sicuramente - ho imparato a conoscere la mia reflex a fondo, a conoscere il mio obiettivo (quali erano le impostazioni da dare "al volo" alle lenti per ottenere quello che mi interessava). Ma soprattutto una specie di «dono di sintesi» che hanno imparato moltissimi che, come me, sono stati fotografi (o "appassionati di fotografie") nella fine degli anni '80 e nell'inizio degli anni '90. Ed è una cosa che - secondo me - si è persa moltissimo con l'avvento della fotografia digitale: la capacità di riuscire - guardandomi intorno - a trovare subito qual'è la migliore inquadratura per scattare una fotografia.
Ed è una cosa abbastanza complessa da spiegare, perché uno pensa "Sì, perché il bravo fotografo c'ha l'occhio per prendere subito di una cosa il dettaglio". No, è diverso: il bravo fotografo ha l'occhio per scoprire il dettaglio.
Molto è anche legato al fatto che ho lavorato in bianco e nero, perché ci sono tantissimi che sono appassionati di bianco e nero, ma hanno lavorato molto a colori, e sono convinti di una cosa: quando tu lavori a colori, nel fare una fotografia cerchi di "giocare" con le differenze di tonalità. E non è che quando tu lavori in bianco e nero, allora cerchi di giocare con le differenze di contrasto, perché questo NON È fare fotografia in bianco e nero: questo è fare fotografia a colori e togliergli il colore. È una cosa ben diversa lavorare "nativamente" in bianco e nero, perché in bianco e nero quello che cerchi di fare - invece - è di creare un equilibrio.
Tu non hai un soggetto in primo piano e uno sfondo che c'è dietro. Non hai uno sfondo con un soggetto che compare in mezzo: cerchi di avere un perfetto equilibrio tra il soggetto e lo sfondo. Se io - in bianco e nero - fotografo un albero (magari con qualche ramo secco) in un terreno brullo, e riesco a trovare l'angolo giusto e la luce giusta, ispirerà tristezza, ispirerà vuoto.
Ma se io non riesco a trovare la luminosità giusta, se non riesco a trovare l'angolo giusto, o avrò "la foto di un albero con uno sfondo che non si capisce bene cos'è", o avrò "la foto di un terreno con un albero in mezzo". Entrambe le cose non diranno quello che dirà l'albero con lo sfondo tutto assieme: lo sfondo diventerà una parte integrante del soggetto in primo piano.
Questo discorso - secondo me - si è perso molto con le fotografie in digitale, perché quello che succede è che quando si scatta una foto in digitale, magari si scattano due~tre~quattro foto dello stesso soggetto. Uno le guarda: "Ah, va bene: questa mi piace. Le altre, magari, le cancello".
Poi - magari - si pensa di cercare di correggere digitalmente la foto con Photoshop (con i filtri e operando sul formato RAW), però c'è una cosa che manca, che il principio è questo, ed è semplice: se una fotografia è fatta bene, il "ritocco digitale" (della luminosità, del contrasto, dei colori, di quello che volete voi) dà un valore aggiunto.
Ma se una foto è fatta male, il ritocco digitale non la migliorerà in nessun modo: se una foto è fatta con l'angolo sbagliato, è inutile ritoccarla digitalmente... è come - non lo so - come mettere un cerotto su una gamba rotta, non serve.
L'impressione che ho è che tantissimi, più che puntare alla qualità della singola fotografia, puntano alla qualità rispetto alla grande quantità di fotografie che sono state fatte. Per questo - secondo me - molto si è perso di questa cosa.
Tempo fa un amico pubblicò su un social (adesso non ricordo se su Twitter, su Facebook, su Instagram o dove di preciso), pubblicò una foto che aveva fatto suo padre. Dice: "Ho dato la macchina fotografica a mio padre (che era stato un fotografo negli anni '90), gliel'ho lasciata in mano, mio padre s'è girato e ha scattato una fotografia. Una SINGOLA fotografia: è una fotografia bellissima, io non sono mai arrivato a fare una fotografia del genere!" e io gli ho detto subito: "Sì, perché a tuo padre - che ha fatto foto negli anni '80, negli anni '90 - è rimasto L'OCCHIO, perché è una cosa che ti porti appresso con l'esperienza, e che quindi ti rimane."
Io ancora adesso, anche se ho smesso di fare fotografie, spesso quando mi guardo intorno, subito riconosco l'angolo che sarebbe una bellissima fotografia.
Ed è una cosa complessa da spiegare, perché immaginatevi di voler fotografare un tramonto. Lì c'è il sole che sta tramontando, questa luce bellissima, e magari io mi giro, comincio a guardarmi intorno... "Là: quelle case!"
"Ma scusa, ma il sole e il tramonto stanno lì!"
"Sì. Ma son quelle case la bella fotografia"
"Ma il tramonto è di là..."
Ma non m'interessa fotografare il sole. Il principio è questo: secondo me questo principio s'è perso, però ciò non toglie che - comunque - la fotografia digitale abbia migliorato moltissimo l'approccio alla fotografia, e comunque ciò non toglie che ci sono persone, che lavorano in fotografia digitale che lavorano molto, molto bene; resto comunque del parere che se una fotografia è fatta con l'angolo sbagliato, con la luce sbagliata (non sbagliata nel senso che "è proprio una porcata", ma che comunque non è una fotografia che voglia "lanciare un messaggio"), anche ritoccandola digitalmente resta una foto "vuota".
Comunque ripeto: questa è la mia impressione, non mi considero un esperto di fotografia, di per sé con l'avvento del digitale ho smesso di dedicarmi alla fotografia perché - veramente - preferisco dedicarmi ai video, e quindi lavorare in maniera completamente e radicalmente differente.
Però se voi avete esperienza con fotografia, se voi lavorate con fotografie digitali, avete lavorato con fotografia analogica, probabilmente la pensate in maniera diversa da me; ma non lo so: parliamone qua sotto nei commenti, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Sicuramente - come ripeto - quella che è stata la fotografia del passato è cambiata tantissimo: in un video di Cane Secco si era parlato proprio del fatto che - per esempio - c'erano delle persone che camminavano con delle fotografie dei propri cari nel portafogli. È una cosa che si è persa, perché la fotografia era anche un modo di "fermare qualcosa del tempo" e - secondo me - un pochino si è perso quello con la fotografia digitale: questa possibilità di scattare centinaia di fotografie ci ha fatto perdere un po' il bisogno di dire "va bene, ho poche fotografie (ne ho 24, ne ho 36) per un'intera vacanza, perché un rullino costa... lo sviluppo costa... quindi voglio scegliere attentamente che cosa voglio che diventi un ricordo "fisso nel tempo" e che cosa - invece - voglio che diventi un ricordo di cui possiamo parlare, ma del quale non abbiamo un'immagine"
Forse aver fatto fotografia analogica mi fa vedere la fotografia digitale con un certo distacco, ma forse guardando - appunto - la quantità abnorme di fotografie che ci sono sui social, e di persone che si definiscono "presunti fotografi" perché sanno applicare un paio di filtri sul formato RAW, o perché hanno una reflex... no: io penso che non sia lo strumento a fare il fotografo: è la capacità che deve fare il fotografo.
Ma - di nuovo - questo è quello che penso io: voglio sentire che cosa ne pensate voi.
Bene ragazzi: io sono Grizzly, questo era #OperazioneNostalgia, come sempre io vi ricordo di fare pollice-in-alto, di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram).
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube, di seguirmi sul mio canale Telegram e noi ci vediamo alla prossima: ciao a tutti!

domenica 1 gennaio 2017

VLOG 146: Buon anno a tutti ^_^

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(Faccio piano, che molti staranno ancora coi postumi)
Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly, lui è Kent (la mia decorazione festiva), entrambi vi diciamo BUON ANNO!
Questo è Diario di Viaggio on the road: benvenuti nel 12017!
Che cosa? Perch...? No! No, no, no, no, no, no, no: non fate domande: Kurzgesact! Che non è una parolaccia, è un video che vi lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda, così andate a vedere PERCHÉ 12.017
Scherzi a parte, cerchiamo di tenere questo video leggero, visto che è il primo gennaio... in realtà no: oggi che sto girando questo video è il 24 dicembre. In fondo avere un canale YouTube è un po' come avere una macchina del tempo: il 24 dicembre giro un video che sarà pubblicato la mattina del primo gennaio, in cui auguro a tutti buon anno, e probabilmente voi che state guardando questo video, lo state guardando a ferragosto!
Se è ferragosto e siete stati in spiaggia, raccontatemelo nei commenti qua sotto (o anche se è natale e siete stati in spiaggia, perché siete in Australia, raccontatemelo nei commenti qua sotto): mi farete sempre salire il rosico [sniff!] visto che sono un pochino raffreddato.
Dai, scherzi a parte, buon anno a tutti. Spero che vi siate divertiti, che siate riusciti a rilassarvi - come conto di fare anche io: di divertirmi e magari anche di riuscire un po' a rilassarmi - che in questo periodo festivo ci vuole.
Approfittare di queste feste, di questo inverno relativamente freddo, anche se siamo in Sicilia: non pensiate che - siccome oggi è una giornata di sole - ci sia tanto caldo, anzi fa piuttosto freschino, ed è ancora molto piacevole anche stare un po' più a lungo a letto sotto le coperte.
Tra le altre cose il freddo mi fa venire in mente un paio di aneddoti che vi voglio raccontare, tralasciando il fatto che - grazie al freddo - c'è qualcuno che amerebbe stare davanti al camino, e qualcun altro a cui capita che si incendia direttamente l'auto (come mi è successo: di incrociare un'auto in fiamme qui in città giorno 20).
Il freddo qua a Siracusa quando viene, viene abbastanza bene, a parte quel periodo... oggi è una bella giornata di sole, ma ci sono quei periodi in cui è piovoso, è grigio... tra l'altro veniamo fuori da una settimana in cui il tempo è stato costantemente grigio, e devo dire che non è molto piacevole: è bello quando - anche se c'è freddo - c'è quantomeno una bella giornata di sole.
Anche se il sole migliore è quello che arriverà in primavera, che comincerà anche a scaldarci un pochino.
Infatti uno dei primi aneddoti che mi viene in mente riguarda proprio il "sole primaverile".
Mi è successo diverse volte: primavera, giornata soleggiata, molto piacevole, temperatura molto gradevole... amico con bambino piccolo che mi chiede di accompagnarlo ad andare a comprare le sigarette, o andare a fare una commissione piuttosto veloce, magari a 200~300 metri da casa.
«E beh, dai, andiamo: ci facciamo una bella passeggiata!»
L'amico *inorridisce*: «MA SEI MATTO? Col bambino, il passeggino, il girabacchino... ma no: PRENDIAMO LA MACCHINA!»
Lo stesso amico che...
Sera di dicembre: pioggia, vento GELIDO, temperatura che anche i lupi si sono rintanati... «Dobbiamo andare a fare la spesa, in un posto anche abbastanza lontano»
Io: «E dai, prendiamo la macchina?»
Lui: «MA NOOOOOOO!»
Io: «Oddio che è?»
Lui: «FACCIAMO UNA PASSEGGIATA!»
Io: «Con 'sto tempo???»
Lui: «Ma che vuoi che sia?»
Passa una settimana e ci sentiamo telefonicamente: «Ehh.. il mio povero cucciolo: c'ha le placche in gola!»
Io: «E sai, è un problema ereditario: purtroppo i genitori C'HANNO LE PIGNE IN TESTA!»
Che poi 'sta cosa del freddo che fa dimenticare un attimo la logica mi ha fatto assistere a delle cose talmente divertenti...
Allora: alcuni anni fa ero andato alla Balza Akradina, a dicembre di sera, perché è un posto panoramico: quando capita che ci sono delle feste e fanno fuochi d'artificio, è piacevole andare lì - se si vogliono andare a vedere i fuochi - perché è un posto panoramico, è un posto tranquillo, ma soprattutto - se c'è particolarmente freddo - è un posto in cui si può restare anche in macchina.
Ed ero lì, c'era un freddo pazzesco: c'era un vento che tagliava veramente in due. Ci saranno stati, sinceramente, 2~3 gradi, un'umidità incredibile; quindi ero andato lì, c'erano già una quindicina~ventina di auto, ma erano tutti quanti in auto.
Quindi... sarò arrivato cinque minuti prima, quindi mi metto lì, lascio la radio accesa (stavo ascoltando un po' di musica), la macchina chiusa perché non si poteva veramente uscire: ogni tanto arrivava quella botta di vento che si sentiva ululare, e c'erano i vetri della macchina ghiacciati...
... arriva un Peugeot, e si parcheggia. Si aprono i quattro sportelli, escono 'sti quattro ragazzotti (due ragazzi e due ragazze). Nonostante fosse circondato di auto non c'era nessuno: lì alla Balza Akradina c'è un piccolo "spiazzo" con una ringhiera, e tutti e quattro puntano sicuri verso la ringhiera, mentre uno dei ragazzi (non mi ricordo se l'autista o un altro): «AH! Ci mettiamo lì, che si vede tutto benissimo!»
Arrivano a fare... pochissimi passi: credo 4~5 metri  dall'auto e al grido di "MAMMA MIA CHE FREDDO!"...
(in realtà no: in siracusano stretto, che è una sola parola ed è molto più divertente: "MATTRIMIAKKIFRIDDU!")
[rallenty: MATTRIMIAKKIFRIDDU!]
... si fiondano dentro la macchina tutti e quattro di nuovo!
Sono scoppiato a ridere, ma proprio: «BUAHHAHAHAHH!» per almeno un quarto d'ora, ragazzi... ma so che hanno riso anche tutti gli altri, perché è stata una cosa *allucinante*: cioè, non si sono minimamente resi conto che c'erano diverse auto ma NON ERA SCESO NESSUNO, e loro più intelligenti "mettiamoci lì".
Ma il meglio l'ha dato, tempo dopo (forse uno o due anni dopo) un altro amico, che ci aveva invitati a cena a casa sua... e a gennaio: un freddo, un vento che uscivi e ogni raffica ti faceva la barba. Non c'era bisogno neanche di radersi: arrivavi già bello sbarbato.
Siamo lì che stiamo parlando, e intravede dei lampi dalla finestra: «Cos'è?»
«Ah, saranno i fuochi del santo»
«Ah, bene» prende il bambino di tre anni: «Ah, dai, vieni: guardiamoci i fuochi»
E mentre ci avviciniamo tutti quanti alla camera da letto, dove c'è la finestra e stiam guardando tutti dalla finestra, noto CON ORRORE che ha preso il bambino in braccio e si avvicina alla finestra CON UNA MANO TESA.
Lo guardo e gli dico: «Guarda: fossi in te, io non aprirei la finestra...»
Inorridisce, mi guarda inorridito, spalanca la finestra: «PERCH...»
È entrato uno spiffero che ci ha tagliati tutti in quattro. Sulla "h" di "perché?" ha richiuso la finestra di corsa: «Mi hai convinto. Tra l'altro da dietro la finestra si vedono anche meglio!»

Comunque, questo così, giusto per raccontare un po' di "follie pirotecniche" visto che siamo a capodanno. E voi avete degli aneddoti del genere che volete raccontarmi? Oppure, che cosa avete fatto per capodanno? Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Bene ragazzi, concludo questo vlog veloce che voleva solo essere un modo simpatico di passare qualche minuto assieme: noi poi ci vediamo domenica prossima con un'altra puntata di #OperazioneNostalgia.
Poi #OperazioneNostalgia riprenderà normalmente ogni prima domenica del mese.
Per il resto, come sempre vi ringrazio per essere arrivati sino in fondo a questo vlog: vi ricordo - se questo vlog vi è piaciuto - di fare pollice-in-alto e di condividerlo con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram); soprattutto fate pollice-in-alto, fate vedere che non vi siete fatti saltare il pollice con un petardone illegale.
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e vi farà subito assumere quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto... guardalo qua, che carino!
Vi ricordo inoltre di seguirmi anche sul mio canale Telegram (lo trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda): in questo modo riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Detto questo, che altro aggiungere? Ancora buon anno da me e da Kent, e noi ci vediamo alla prossima: ciao a tutti.