domenica 6 gennaio 2019

VLOG 248: Le mie feste, una volta #OperazioneNostalgia



L'epifania tutte le feste si porta via…
Infatti sto girando questo vlog (come capirete dalla mia mise) il 25 dicembre: il bello di poter pensare, magari, nel mio piccolo “Ok: adesso le feste finiranno in qualche modo!”
Scherzi a parte, oggi voglio parlarvi di come festeggiavamo le feste natalizie (o - in generale - un po' tutto il periodo di dicembre) una volta in questa puntata di Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia
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Dicembre, il periodo in cui cominciavano le feste natalizie: tutti felici per l'arrivo di tutti questi regali, di tutti questi giocattolini…
Ora, le feste di dicembre cominciavano il 13 dicembre con la festa di santa Lucia: santa Lucia in Italia è sentita parecchio come una festa nella quale ci sono i bambini che ricevono i regali da santa Lucia ‘che viene a cavallo dell'asinello: si lasciava il piatto con il sale per l'asinello, oppure i biscotti col latte per la santa.’
Qua a Siracusa non c'è questa tradizione, perché c'è un'altra tradizione più complessa, che è quella della festa patronale di santa Lucia (essendo santa Lucia siracusana), festa che si snoda lungo un'intera settimana: c'è una processione il 13 dicembre, un'altra processione il 20 dicembre, ci sono molte attività…
Non mi ha mai fatto impazzire la festa di santa Lucia: mi ci hanno portato qualche volta quando ero molto piccolo, ma in famiglia non amiamo tantissimo la confusione, è una festa dove c'è - comunque - moltissima confusione, e anche molti miei clienti nel corso del tempo hanno cominciato più a seguirla in televisione che andare materialmente a seguire la processione, proprio perché si genera molta confusione, soprattutto nel periodo di dicembre c'è freddo, è il periodo in cui - magari - qualcuno è raffreddato, c'ha qualche lineetta di febbre: ci manca solo di andare a seguire la processione per darsi il colpo di grazia, quindi! Mai ho vissuto la festa di santa Lucia con devozione, quindi non posso parlare per chi - invece - la festa la vive con devozione.
Nella parte occidentale della Sicilia una cosa tipica della festa di santa Lucia è la «cuccìa», che è un dolce fatto con il grano saraceno: una cosa di una pesantezza esorbitante, non mi fa impazzire… in realtà - in generale - non mi fanno impazzire i dolci siciliani: sono tutti quanti con una quantità abnorme di calorie, capaci (veramente!) di mettere in seria difficoltà anche un Becco Bunsen con la fiamma più ossidante; però ci sono queste tradizioni, ci sono tradizioni anche - addirittura - nei paesi scandinavi che riguardano santa Lucia, anche perché su (in quei paesi) verso il 13 dicembre ci avviciniamo al solstizio d'inverno), quindi al periodo in cui il paese non vedrà più il sole sino all'arrivo della primavera, per cui ci può anche stare.
Arriviamo quindi al natale: quando sei piccolo il natale è il momento dei doni, è il momento dei giocattoli, è il momento che si passa tutti in famiglia, è il momento che cominciano le vacanze natalizie e quindi non c'è scuola; quindi hai un pochino di sana felicità, hai l'inizio delle vacanze, poi i giocattoli con cui potrai passare il tempo per tutte le feste natalizie; quando non saranno quelle cinesate che, come dice il detto, durano da natale a santo Stefano, perché si rompono subito!
Come diceva un mio cliente: “Non sono cose usa e getta: sono cose GETTA DIRETTAMENTE!”
Però - scherzi a parte - quando ero piccolo il natale era una cosa molto particolare non solo per le mangiate.
Ora, qui in Sicilia c'è l'idea - anche - del ‘cenone’ che si fa il 24 dicembre: quando ero piccolo io non facevamo il cenone il 24 dicembre perché siamo più legati alla cultura del nord, e quindi era più importante il pranzo del 25 dicembre, però c'era il discorso dei regali, c'era questa situazione.
Io ho vissuto moltissimi natali in Trentino (la mia *seconda patria*) e in Trentino era sempre un ‘bianco natale’, c'era la neve, che quando sei un bambino è una cosa bellissima la neve: ci puoi giocare, puoi fare i pupazzi di neve, puoi fare tantissime cose; poi - mano a mano che cresci - cominci a capire anche quanto può essere un fastidio la neve, perché resti isolato finché non passano gli spazzaneve, non puoi girare per le strade, devi mettere le catene alla macchina e SÌ: HO MESSO LE CATENE ALLA MACCHINA E GUIDATO CON LE CATENE!
Non potete immaginarvi che *fastidio* che sia guidare la macchina: ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta tutto il tempo, guardate…
Arriviamo quindi al 31 dicembre, la notte di san Silvestro: è capodanno. In Sicilia il 31 dicembre era vissuto, qui in famiglia, soprattutto con una piccola paranoia, perché - fino a qualche anno fa - in Sicilia era veramente una tradizione (una tradizione *VERGOGNOSA*) quella di festeggiare l'arrivo del nuovo anno sparando con armi da fuoco dal balcone o dalla finestra! Una cosa che - purtroppo - è una abitudine (bruttissima abitudine!) rimasta ancora nella mentalità (nella mente BACATA) di qualcuno che *tuttora* festeggia l'arrivo del nuovo anno sparando con armi da fuoco; sono successi (e ogni anno - purtroppo - succedono) dei *DISASTRI* per questa brutta abitudine, e qui in Sicilia c'avevamo - appunto - la paranoia: rischiare di essere in casa a giocare a carte e beccarsi una pallottola vagante.
Ma ho vissuto - però - molti capodanni su in Trentino, e - di nuovo - in Trentino è molto pittoresco il capodanno; una cosa che vivevamo ogni capodanno era la fiaccolata sulle piste da sci: e al tramonto, sulle piste da sci i maestri che scendono con le fiaccole accese, sulla pista che è completamente spenta e quindi solo illuminata dalle fiaccole… uno spettacolo bellissimo, da vedere *UNA* volta nella vita.
Perché una volta? Perché sulle piste da sci, e parliamo mediamente sopra i 1000~1500~2000 metri, al tramonto, dopo che scende il sole: la temperatura si stabilizza tra i -10C e i -20C
Il che significa che stai lì fuori, guardi questi sciatori che vengono giù con le fiaccole e poi *corri* dentro all'albergo e giù LITRATE di brulé! Ed ecco che dici “Sì ok: però l'anno prossimo guardo da DIETRO LA FINESTRA dell'albergo, bevendo un buon liquore!”
Arriviamo quindi al 6 gennaio, alla befana, la befana che «vien di notte» e che porta ancora doni e dolciumi ai bambini: non ho *mai* vissuto il giorno della befana con tantissima felicità, se devo essere sincero, perché era il giorno in cui smantellavamo tutte le decorazioni natalizie e, soprattutto, perché il giorno dopo si rientrava a scuola, quindi che cosa c'era da essere felici? Il giorno dopo rientravo a scuola con un muso lungo - veramente - da qua fino al Canada!
Per cui ho sempre vissuto in questa maniera un po'… come - appunto - la fine delle feste: togliamo l'albero di natale, togliamo tutte le decorazioni; altro che regali: al massimo arrivavano un paio di caramelle, così giusto per togliersi la bocca amara dalla fine delle festività.
Così ho vissuto da piccolo il giorno della befana, perché - generalmente - già il 7 gennaio si rientrava a scuola, era finito tutto quel periodo di giochi e di situazioni divertenti.
Quindi così io ho vissuto il periodo festivo da piccolo; voi - invece - che cosa mi raccontate? Come vivevate le feste da piccoli? Come vivete le feste adesso? Come vivono le feste - non so - i vostri bambini, i vostri figli, i vostri nipoti: parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene: io sono Grizzly, questo era #OperazioneNostalgia
Come sempre vi invito a mettere pollice-in-alto, condividere questo vlog, iscrivervi al canale, noi ci vediamo alla prossima puntata, ciao a tutti!

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