domenica 3 novembre 2019

VLOG 291: Retrocomputing #OperazioneNostalgia



{Benvenuti viaggiatori: oggi parleremo di retrocomputing}
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Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly.
Il mio «primo contatto» con l'informatica, proprio il primissimo contatto con l'informatica, è stato con lo ZX-Spectrum 81.
Il mio primo Personal Computer, il mio primo “PC Compatibile” come si suol dire (anzi: come si chiamava all'epoca) è stato con l'XT-8088, con un Philips NMS-9115.
All'epoca in cui i computer avevano 512k di RAM (qualcuno già 640k di RAM), il mio ADDIRITTURA aveva 768k di RAM.
Insomma: sono un vecchissimo bacucco dell'informatica, quando ho cominciato sul PC non c'era nemmeno l'hard disk; io avevo due lettori di floppy: uno da 3.5" a doppia densità (da 720k) e uno da 5.25"
E nonostante siano passati moltissimi anni, nonostante la tecnologia sia migliorata sensibilmente, mi è rimasto quel gusto per il retrocomputing, per quella che era l'informatica vecchia, con il DOS, con questa interfaccia a caratteri su uno schermo nero in cui dovevi digitare roba colla tastiera per ottenere dei comandi.
Prima di continuare voglio segnalarvi un interessantissimo canale YouTube dedicato proprio al retrocomputing, all'informatica del passato (non del passato degli anni '50 e degli anni '60: dei computer a valvole) ma quello che è stato - diciamo - l'archeologia informatica più destinata all'ambito del PC IBM Compatibile.
Sto parlando del canale LGR (Lazy Game Reviews), è un canale molto interessante, soprattutto se - come me - siete appassionati di retrocomputing, troverete tantissimi contenuti interessantissimi e molto nostalgici.
Quindi canale LGR, ve lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda: andate e dategli un'occhiata, ci sono vecchi programmi, vecchi computer, vecchi videogame soprattutto (infatti il canale ha molto a che fare soprattutto con i vecchissimi videogiochi).
E oggi vorrei proprio parlarvi - in generale - dei vecchi videogame, quelli che non solo hanno fatto l'archeologia informatica, ma che sono state delle pietre miliari nell'ambito informatico.
E vorrei farlo prendendo spunto da un video del nostro amico Clint, nel quale ci parla di una iniziativa da parte del Web Archive: quella di aver messo tutta una serie di vecchi videogame, tramite JSBox, disponibili direttamente da browser.
Però vorrei fare la stessa analisi che viene fatta da Clint proprio riguardo a quest'idea di mettere questi videogame disponibili per la fruizione da parte del pubblico.
Prima di continuare vi segnalo quindi anche questo video sull'iniziativa del Web Archive: ve lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda, andate e dategli un'occhiata.
Giusto per farvi un po' un'idea: il video è un po' datato, poco dopo che era cominciata quest'iniziativa, quest'iniziativa è ancora in corso, un pochino le cose sono cambiate sulla piattaforma del Web Archive (per quanto concerne questi videogiochi) ma un pochino no, e quindi il punto che voglio analizzare, che è lo stesso sul quale si sofferma Clint, in realtà è rimasto identico.
Qualche anno fa ero in un centro commerciale, stavo facendo una passeggiata, guardavo un po' le cose in vendita, mi sono fermato davanti al classico ‘cestone della roba a un euro’ (a € 0,99), c'erano una serie di CD e un CD molto sgargiante, dalla copertina molto luminosa, attirò la mia attenzione.
Lo presi: era un CD da € 0,99 con il videogame "Monkey Island II". Piacevolmente stupito dal fatto di trovare Monkey Island II a € 0,99 su CD (ci avevo giocato MOLTI anni prima) ho detto:
“Ma dai, me lo voglio mettere dentro: per € 0,99 il CD originale: perché no?”
E c'erano tutte le indicazioni, la marcatura SIAE, concesso in licenza alla casa editrice XYZ (non mi ricordo qual'era: una grossa casa editrice) direttamente dalla Lucas Arts. Bene, dai: per € 0,99 ci può stare.
Lancio il videogame e la prima cosa che mi trovo davanti al naso è la vecchia protezione anticopia di Monkey Island II: da mescolare gli ingredienti, devo indicare le quantità degli ingredienti…
  • “Eh, va bene: sono scritte sul manualetto le quantità degli ingredienti.” Non c'è il manualetto.
  • “Forse c'è un file di testo sul CD, che comprende il manualetto, magari da stampare?” No, non c'è.
  • “Eh. E mo come se fà?”
Batto dei numeri a caso, ma il gioco va avanti.
Aspetta, aspetta, aspetta: esci dal gioco, rientra nel gioco: qualunque siano gli ingredienti, batti dei numeri a caso e passa.
“OU: ma è il gioco craccato! Ma come «concesso in licenza da Lucas Arts»?”
E lo stesso discorso lo ha notato Clint, alcuni dei giochi presenti sul Web Archive sono in versioni *chiaramente* craccate: quando vai a lanciare il videogame ti compare anche la videata del team che ha craccato il videogame.
Quantomeno ti permette di fruire del videogioco, ma ci sono dei giochi (nel Web Archive) che NON SONO craccati e, quindi, c'è bisogno di superare la protezione anticopia, e ci vorrebbe il manuale originale, che non c'è: quindi devi *sperare* che qualcuno nei commenti ti possa aiutare immettendo indicazioni dal manuale originale, altrimenti il gioco non si può eseguire.
Il JSBox è stato installato sempre nella modalità standard e quindi ci sono dei giochi che possono essere eseguiti, ma dei giochi che *NON* possono essere eseguiti perché risultano troppo veloci (quindi ingiocabili) o troppo lenti.
La domanda è duplice: da una parte questo fatto che sono stati installati sul Web Archive una serie di videogame craccati: cioè, proprio CHIARAMENTE “Pigliamo la roba COME CAPITA e la buttiamo lì dentro senza guardare la configurazione!”
Ora da una parte è un peccato, perché ci sono dei giochi che hanno fatto - magari - proprio il passato dell'informatica, ma che sono ingiocabili perché JSBox non è configurato correttamente; ci sono dei giochi che sono craccati e non è esattamente una cosa molto corretta a livello di copyright, per quanto ci sono altri siti che hanno fatto come il Web Archive, l'avevano fatto già prima, l'hanno fatto già dopo: Web Archive è quello - sicuramente - con più titoli (eh grazie: perché li ha presi un po' dappertutto) però è anche quello con più titoli perché l'ha fatto molto più casualmente.
Il Web Archive è stato sollevato dal governo americano dalle normative del Digital Copyright Millennium Act, perché i giochi non sono "scaricabili" ma solo "disponibili per la fruizione".
Però c'è questo problema etico: ci sono dei videogame che sono prodotti da delle case produttrici che - magari - sono ancora attive, che magari ancora producono quel titolo (l'hanno evoluto, lo stanno sviluppando a livello di - non lo so - le nuove consolle, è la versione 800mila a distanza ormai di, magari, 20~25 anni!); sul Web Archive c'è la versione di quel gioco craccata.
E rappresenta - in fondo - una violazione del copyright di quell'azienda.
Ora Clint dice una cosa, che è la cosa sulla quale mi accodo anche io: in fondo dovrebbe essere considerato «giusto» che si prende una cosa che - comunque - è vecchia di vent'anni, che ormai è completamente fuori mercato (non ha più un mercato) e la si mette a disposizione della fruizione del pubblico in una maniera simile a quella del Web Archive, proprio per motivi storici, per motivi hobbistici.
La Digital Equipment Corporation creò le "Licenze Hobbistiche" dei loro sistemi operativi, perché i mainframe come il VAX sono state delle macchine molto importanti nella loro epoca, ormai sono solo utilizzate da degli hobbisti che le "tirano su" per passione per il retrocomputing e per i vecchi mainframe, e quindi perché non considerare questo discorso - magari - da parte di una casa madre che ha prodotto un videogame venti~venticinque anni fa?
Cioè: secondo me si dovrebbe fare in modo che - a livello di copyright - il software che ha superato una certa età (che non può essere come quella sulle leggi del copyright: di 50~70 anni!), ma quando un software ha superato una quindicina di anni dalla sua produzione originale, tendenzialmente è ormai completamente fuori mercato: nel momento in cui diventa una cosa molto vecchia (diventa vero e proprio «abandonware»), a quel punto lasciamo la possibilità agli hobbisti di utilizzare questo programma senza dover acquisire manualmente una licenza d'uso.
Ovviamente questo non significa "Bene: allora domani un hobbista prende e si mette a vendere il software di una casa madre a chi è interessato," No: quello no!
Ma l'utilizzo hobbistico dovrebbe essere - secondo me - valutato nell'ambito del copyright e questa tipologia di utilizzo dovrebbe essere consentito.
Secondo voi è giusto che i vecchi software trovino questa "nuova vita" grazie a delle speciali licenze hobbistiche o - comunque - all'autorizzazione ad utilizzare a scopo hobbistico software di venti~venticinque anni senza essere detentori di una licenza d'uso corretta?
Oppure no? Anche a distanza di trent'anni se un software è stato rilasciato con un copyright, con una specifica licenza d'uso, è giusto che si abbia la licenza d'uso per utilizzare quel software?
Ci può essere una via di mezzo? Voi che cosa ne pensate? Voi siete appassionati di vecchia informatica come me, di retrocomputing, oppure no?
Parliamone: nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene: io sono Grizzly, questo era #OperazioneNostalgia
come sempre vi invito a mettere pollice-in-alto, condividere questo vlog, iscrivetevi al canale: noi ci vediamo alla prossima puntata, ciao a tutti!

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