venerdì 17 settembre 2004

Report - di bene in peggio

Il racconto di Giuliana Musso mi ha fatto ridere di gusto.
La ricostruzione del parto in casa mi ha fatto pensare.
La storia della Maria, che ha fatto il parto in acqua nel 1938, mi ha fatto riflettere.
La storia della Palmira, che ha rianimato la bambina, mi ha commosso.

La situazione italiana della fecondazione assistita ed esterologa mi ha nauseato, ma perché è la legge italiana semplicemente nauseante.
E non mi vergogno di dire: "Complimenti a Alessandra Mussolini per la protesta in Senato".
No. Non sono sarcastico. La Mussolini ha perfettamente, totalmente e SCHIFOSAMENTE RAGIONE!

La legge sulla fecondazione non va modificata, va ABROGATA IN TOTO.

Figuriamoci: siamo in un'Italia di centro-destra in cui negare l'evidenza è la regola .
Gli azzurri ancora battono i piedi per terra per ribadire che considerare l'embrione, ma che dico, la cellula fecondata nell'istante preciso in cui i due gameti si sono uniti, un essere vivente con tutti i diritti... non è una legge dettata dal potere temporale anacronistico in uno stato laico.
Già: l'embrione non si può selezionare, però siccome nel 1978 lo stato [non un ente anonimo e astratto, ma più del 50% della popolazione italiana] ha detto di "Sì" all'aborto, allora è giusto interrompere la gravidanza dopo il terzo mese, con più rischi della madre e mettendo materialmente a morire quello che ufficialmente è considerato un essere umano. Perché la legge 194 non si cambia, e non si scherza: non si può toccare. Neanche il "Cavaliere Mascarato" può farci nulla.

Ma andiamo al sodo della storia: i fatti della prima puntata di report delle reazioni hanno causato.

La reazione ebraica a Report


La Gabanelli a chiusura puntata annuncia: "La scorsa settimana l'argomento era l'ONU, la sua inefficienza, sprechi, corruzioni. Dimostrati attraverso le missioni in diversi paesi, fra i quali la Palestina e le tante risoluzioni inapplicate. In merito a questa parte l'associazione Italia Israele di Bologna e la rivista on line ebraismo e dintorni hanno disapprovato duramente tutto quello che è stato narrato...".

Fin qui, ci siamo. Anche io mi sono sentito nauseato da un report che ha messo in luce le scorrettezze israeliane: i palestinesi, purtroppo, non sono stinchi di santo.

La Gabanelli continua: "...e in particolare: è stata data lettura parziale di 2 risoluzioni ONU senza menzionare la parte che invita a fermare gli atti di terrore violenza e istigazione."
Calma e gesso. Le risoluzioni dell'ONU hanno riconosciuto che i palestinesi sono violenti, e hanno detto che Israele non ha diritto di rispondere alla violenza con altra violenza.
Ancora: "Per queste ragioni siamo stati definiti: cattocoministi, fintopacifisti, dalla vigliacca furbizia del Minculpop, dei manovali, fiancheggiatori, sfacciatamente antisemiti, e che anche l'ONU è il distributore globalizzato dell'antiseminitsmo.".

E NO! QUESTO E' TROPPO!
Qui qualcosa non quadra. Andiamo a vedere un po' cosa pensa la rivista on-line ebraismo e dintorni.
Stralcio dall'articolo "Gabanelli: report di squallore" di A. Marandola, rispondendo passo per passo con le mie considerazioni personali.

Quando si vuole fare una trasmissione con intenti sfacciatamente antisemiti si fa come ha fatto Report sabato sera. Gli ingredienti sono i seguenti: si fa una intervista di ore ad un ebreo che ricopre la carica di colonnello, si elimina tutto quanto dice il colonnello a favore della pace e della volontà di Israele di arrivare ad una pacifica convivenza nel Medio Oriente; si stralciano un paio di frasi con la vigliacca furbizia del Miniculpop e si cucinano all'interno di un servizio con il chiaro intento di rafforzare la tesi precostituita: gli ebrei sono una razza da eliminare.
Fatemi capire: un ebreo che ricopre la carica di colonnello per quello che mi riguarda può anche versare miliardi in beneficenza e aprire milioni di ospedali da campo, ma se si dichiara favorevole alla tortura e contrario al rispetto delle norme della convenzione di Ginevra per me, indifferentemente dalla sua religione, dal suo colore della pelle, dalla sua nazionalità, dalla lingua che parla e dal bene che fa E' UN PORCO. Stop. Se Israele ha volontà di arrivare ad una pacifica convivenza nel Medio Oriente, può provare a scegliersi meglio i rappresentati militari e/o politici, visto che non mancano i Premi Nobel per la Pace; per inciso, quel colonnello dubito che prenderà mai un Nobel per essere riuscito a sedare il conflitto israelo-palestinese.

Lo stesso filo conduttore della trasmissione - l'Onu fa pena - viene ribaltato di 360 gradi [...] questa organizzazione dominata da paesi che violano la stessa dichiarazione che li nomina membri [...] Per entrare a far parte di questa organizzazione internazionale gli stati membri sottoscrivono una dichiarazione in cui certificano che nei loro paesi c'è il più completo rispetto dei diritti umani, [...] Se si dovesse fare una revisione dell'elenco dei paesi membri in funzione della corrispondenza tra le dichiarazioni rilasciate e la prassi interna ai paesi, quanti stati dovrebbero essere cacciati a calci nel sedere? [...] Paesi come l'Iran, l'Iraq, la Cina, la Siria, la Libia, [....] sono chiamati (come l'Iran ai tempi dello Scià, o la Libia di recente) a presiedere proprio il Comitato per i diritti dell'uomo!
Solo per la cronaca: in quale punto della trasmissione è stato parlato delle condizioni per entrare nell'ONU?

Il Capitolo 7, [...] "Azioni in caso di minacce alla pace, violazioni della pace e atti di aggressione". [...] Quando il Consiglio vota sulla base del Capitolo 7 e' come se dicesse a uno Stato: "Il tuo comportamento mette in pericolo la pace del mondo: o ti adegui a quanto di dico di fare o interveniamo con la forza".
E' quindi falso e fuorviante lo strumentale citare le risoluzioni Onu senza spiegare ai telespettatori che "nessuna delle risoluzioni a proposito del conflitto arabo-israeliano e' stata emanata ai sensi del Capitolo 7.
Doveroso sarebbe stato spiegare che imponendo sanzioni anche militari contro l'Iraq, ma non contro Israele, l'Onu non fa che rispettare le sue stesse regole interne perché le risoluzioni ai sensi del Capitolo 7 siano diverse, e che nessuna di esse sia stata approvata contro Israele, e' un fatto riconosciuto dagli stessi diplomatici palestinesi.

Fin qui, quasi ci siamo. Forse il Marandola ha dimenticato che le risoluzioni per il capitolo 7 si votano all'unanimità nel consiglio di sicurezza, ma che dello stesso consiglio di sicurezza fa parte Israele che dubito voti contro se stessa.

Ma gli autori del servizio erano votati alla dimostrazione che le responsabilita' sono solo di Israele e dunque riportano, di molte risoluzione, solo la parte che si rivolge a Israele, convenientemente scordando l'altra parte, quella che si rivolge agli arabi. Come una partita truccata.
Per la cronaca: gli autori del servizio erano votati alla dimostrazione che Israele non è uno stato "vittima" che viene attaccato dai palestinesi e si piange sulle spallucce. Se chiamo "a" uno stato in cui ogni settimana un kamikaze si fa esplodere e fa dieci vittime fra i cittadini di "b", e chiamo "b" uno stato che sentendosi attaccato se ne infischia delle risoluzioni ONU, va in "a", fa il bello e il cattivo tempo, coi carri armati e l'esercito uccide 15 persone al giorno e ne arresta altrettante... beh mi chiedo chi sia il vero terrorista. Attenzione: non sto parlando di Israele o di Palestina: sto solo facendo un esempio che non esiste nella realtà.

Allo stesso modo, e' vero che la risoluzione 1435 (2002) chiedeva a Israele "la fine immediata delle misure prese a Ramallah e dintorni" e "il rapido ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle citta' palestinesi". Ma e' vero anche che essa ribadiva "la richiesta di una completa cessazione di tutti gli atti di violenza, terrorismo, provocazione istigazione, e faceva "appello all'Autorita' Palestinese affinche' adempia al suo esplicito impegno di garantire che i responsabili di atti terroristici vengano da essa assicurati alla giustizia".
Il piu' delle volte il Consiglio di Sicurezza, quando chiama in causa Israele, formula anche contemporaneamente precise richieste alle controparti arabe, e cio' per la ovvia considerazione che la pace in Medio Oriente non puo' essere fatta da una parte soltanto. Ma questo e' appunto cio' che i nemici di Israele non vogliono capire (o farci capire).
Non basta. I nemici giurati di Israele non omettono solo pezzi di risoluzione. Omettono anche intere risoluzioni. Ad esempio, per restare nel 2002, non citano la 1397 [...] Vistosa, poi, l'assenza di una delle piu' importanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza di tutta la storia del conflitto: la 242 del 1967. [...] Nella ignorata 425 (1978) [...] Ancora piu' curioso il metodo usato per nascondere che il conflitto arabo-israeliano è scoppiato con il rifiuto arabo della risoluzione di spartizione 181 dell'Assemblea Generale dell'Onu (29.11.47) e l'attacco degli eserciti arabi a Israele. [...] Prima della 93 (1951) a noi risultano non meno di 21 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, tra cui quelle - ufficialmente respinte dai governi arabi - che chiedevano il cessate il fuoco e il rispetto della 181. [...] Manca, invece, la risoluzione 487 del 19 giugno 1981 [...]

Toh! Israele si lamenta del fatto che non sono state citate molte risoluzioni che riguardano anche lo stato Palestinese, ma tutto questo serve per trovare una scusa, ossia "Purtroppo l'ONU è diventato il distributore globalizzato dell'antisemitismo, dell'intolleranza verso gli ebrei e della disuguaglianza fra i suoi Stati. Ai suoi Stati membri non è soltanto riuscito di rendere in molti casi i loro paesi "judenrein" (senza ebrei); hanno anche bandito quasi del tutto dall'ordine del giorno dell'ONU la questione dell'odio antiebraico, fin dal 1965 quando l'antisemitismo fu escluso da un trattato contro la discriminazione razziale, quando fallì il tentativo di far accettare dall'Assemblea Generale una risoluzione contro l'antisemitismo.".
Sapete perché dico che è una scusa, per quanto indubbiamente l'assenza di una risoluzione contro l'antisemitismo sia un fatto grave?
E' semplice, per quello che viene dopo: "Inoltre, delle dieci sedute d'emergenza che l'Assemblea Generale dell'ONU ha finora fatte, sei sono state dedicate a Israele, di cui la decima e ultima è diventata un tribunale permanente che dal 1997 si è riunito già dodici volte. [...] Nell'ONU si fa abuso dei diritti umani non solo per la discriminazione, ma anche per la demonizzazione di Israele. Più di un quarto di tutte le risoluzioni della Commissione per i Diritti Umani negli ultimi quarant'anni si è rivolto contro Israele. [...] I diversi organi dell'ONU presentano annualmente almeno 25 rapporti su presunte infrazioni ai diritti umani in Israele."
Capito? Non sono gli Israeliani al potere che vogliono il controllo del Medio Oriente con la forza i cattivi! No. Sono le Nazioni Unite che li dipingono così. Poveri ebrei maltrattati da tutti. MA DOVE? Queste cose mi fanno schifo! Qui non si attacca l'istituzione della religione ebraica, bensì un governo militarizzato che approfitta della propria posizione di potenza politica [La quale, mi sembra evidente, è ben lontana da remore di carattere religioso] per fare il bello e il cattivo tempo in Medio Oriente accusando di essere uno stato represso.
Il comportamento Arabo-Palestinese mi nausea. Diciamo pure che mi fa VOMITARE il pensare che c'è gente che preferisce gli atti di terrorismo al dialogo.
Ma, allo stesso preciso identico modo, mi fa vomitare il vittimismo d'Israele.

Sui fatti di Jenin, poi, andiamo di bene in meglio: il Marandola vuole il gioco pesante.
Ma Repor non si accontenta di affermare il falso sistematicamente ma vuole sparare vere e proprie bordate di ignobili invenzioni per cui non poteva farsi scappare l'occasione di risuscitare i fantasmi di Jenin affermando: "Su quel che accadde due anni fa a Jenin non avremo forse mai una verità definitiva".
E' falso!
La verità c'è ed è stata sancita da fonti assolutamente indipendenti. Segue copia di un rapporto dell'Osservatorio Onu di Ginevra.

PUTTANATE!
Questo è troppo: nessun osservatore ONU è stato ammesso a Jenin durante e dopo le operazioni militari, sino al completo ritiro dei militari israeliani, nonostante questo avesse scatenato reazioni contrastanti presso gli stati membri ed avesse messo in seria discussione la possibilità di un intervento NATO in Israele.
Leggo su un'articolo de "La Repubblica" del 2 maggio 2002: "NEW YORK - Dopo giorni di tensioni e rinvii, Kofi Annan ha deciso di annullare la missione Onu che avrebbe dovuto indagare su quanto avvenuto nel campo profughi di Jenin durante l'occupazione israeliana. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha annunciato la decisione ieri, nella notte in Italia, con una lettera ai membri del Consiglio di sicurezza, che stavano iniziando la loro riunione. La scelta sarà formalizzata ufficialmente nella giornata odierna. Annunciando la sua decisione in una lettara, Annan si è detto dispiaciuto del fatto che, con la cancellazione della commissione, "rimarrà una lunga ombra sugli avvenimenti recenti di Jenin". A bloccare la commissione è stata la ripetuta obiezione degli israeliani, che volevano limitare il campo di indagine dei venti esperti guidati dall'ex presidente finlandese Martti Ahtisaari. Il team dell'Onu avrebbe dovuto far luce sulle accuse di stragi rivolte dai palestinesi agli israeliani."

Poi vado su "israele.net" e trovo putacaso invece una tesi opposta: "Pensate che i palestinesi abbiano accusato Israele d'aver fatto un massacro a Jenin? Siete vittime di un clamoroso abbaglio. Un'organizzazione americana filo-palestinese denominata "The Electronic Intifada" in una lettera pubblicata sull'Economist (24.08.02) firmata da Ali Abunimah e Nigel Parry sostiene che gli esponenti palestinesi non hanno mai accusato Israele d'aver fatto un massacro a Jenin e che si e' trattato solo di un grande equivoco generato dagli stessi israeliani"
E' strano, sapete? Gli Israeliani hanno sempre la risposta pronta sulla situazione di Jenin; solo che la posizione che ha dovuto assumere l'ONU con le cifre riportate è quella che viene dall'ufficio del governatore di Jenin, e non perché non c'è stato nessun massacro e la prova ne è il governatore di Jenin stesso, bensì perché all'ONU non è stato consentito [da Israele] di andare a Jenin, ma solo [sempre da Israele] di parlare con il governatore. La puzza di marcio, però, si è sentita con il ritiro delle truppe Israeliane e le immagini che ci ha fatto vedere report, dalle quali si evince che molte delle dichiarazioni del governatore di Jenin erano ben poco affidabili.

Devo credere a metà di quello che dice un uomo? Ma per favore!

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