giovedì 29 dicembre 2005

Sun Ultra 5 pervenuta

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E' arrivata la workstation sun ultra 5 (ultrasparc IIi 360MHz) e mi sto occupando di metterla in funzione.
La macchina non si puo' dire che voli, ma Solaris 9 lo esegue senza troppi intoppi (BTW voglio installargli su un residio di partizione di 2gb anche la debian per sparc, sperando di non dover uscire pazzo per far convivere il boot loader di SunOS e SILO...).
sotto solaris un bel "uname -a" mi fornisce:
SunOS ronny 5.9 Generic_118558-1 sun4u sparc SUNW.Ultra-5_10

poi posto il resoconto di qualche informazione tratta da debian, per ora finisco di installare...

... a proposito: se qualcuno avesse preso tale workstation nel negozio ebay di ilfab e volesse provare ad installarci sopra un sistema operativo qualsiasi...

Manutenzione delle Workstation SUN-Ultra

Per accedere alla console dell'Open Boot dovete, una volta premuto il pulsante di accensione ed ottenuto il beepone assordante, cominciare a premere diverse volte Stop-A [Se la tastiera (come la mia) fosse ricoperta di etichette adesive quali L1, A2, F15... considerate che Stop e' il primo tasto in alto a sinistra nel gruppetto di otto tasti sotto il tastone Help (Da me era etichettato "L1"); ma considerate anche di togliere tutte quelle inutili etichette adesive].
Il prompt di OpenBoot e' semplicemente "ok" e dispone di una sintassi molto semplice e non dissimile alla CLI di GRUB.
I comandi piu' interessanti sono 'boot' per avviare la macchina [eventualmente da una periferica (es. boot cdrom per avviare l'installazione di un sistema operativo da cdrom)] e 'power-off' per spegnere la macchina o 'reset-all' per riavviarla (dopo uno shutdown al quale far seguire un halt, la macchina ritorna alla console di OpenBoot e puo' venire spenta o riavviata: usa un normale alimentatore ATX, oltre ad un normale CD-ROM ed hard disk eide).

Se installate Solaris

Buon divertimento!
L'installazione e' laboriosa e non esattamente veloce. La workstation che ho io dispone di 128Mb di RAM per cui mi consente di eseguire correttamente solo Solaris 8 oppure 9 (Solaris 10 richiede almeno 256Mb di RAM), le differenze sostanziali fra le due versioni a livello di velocita' di esecuzione vanno a favore di Solaris 9 (ha gli stessi requisiti della versione 8, finalmente elimina olvwm e introduce gnome come WM alternativo al quantomai classico CDE, ed e' leggermente piu' veloce nell'uso, da quello che ho visto).

Una volta finita l'installazione del sistema operativo, per il primo avviamento da console accedete come utente 'root' (fornendo poi la password "donata" in sede di installazione) e alla prima domanda su che window manager usare, per l'utente root scegliete CDE (e' piu' scarno di gnome, ma comprende da questo lato tutti gli strumenti che servono per manutenzionare la macchina, la rete, gli utenti, etc). Poi lanciate la management console e create almeno un utente per l'uso comune della macchina. A quello fornite Gnome come wm [e' comunque piu' versatile (-: ].
Dalla schermata di login grafico potete accedere, se volete, a quella di testo per mezzo dell'apposito menu' opzioni sotto la richiesta di login.
Se vi interessa, a questo punto potete anche collegarvi alla Sun da remoto via xdmcp (con un comando del tipo "X -query &IP.DELLA.WORKSTATION.SUN :2 " oppure usando lo strumento di connessione desktop remoto di Gnome.
L'accesso dell'utente root da remoto non e' consentito (mi piacerebbe comunque sapere come abilitarlo, se possibile. Sotto linux esiste securetty, sotto Solaris 9, boooooh, fatemi sapere).

sabato 24 dicembre 2005

Auguri a tutti, anche ad un orso un po' speciale

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Gente auguri, buon natale, buon anno, buona epifania, per qualche giorno non so se avro' tempo di farmi sentire, per cui passate delle buone feste! ((-:
Ed auguri anche ad un orsacchiotto di peluche un po' particolare. Ma non solo auguri di buon natale (e non parlo di uno degli orsi della mia collezione, anche se forse oggi loro potrebbero essere un po' invidiosi), bensi' anche altri auguri...

Buon compleanno, Winnie the pooh!

Il pacioccone orsetto partorito dalla geniale mente dello scrittore inglese A.A. Milne spegne oggi le sue prime ottanta candeline: la sua prima apparizione risale infatti al 24 dicembre del 1925, sul London Evening News.

venerdì 23 dicembre 2005

Vigilia, viaggio e varie

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Siamo partiti stamattina alle 10, dopo un salto veloce per andare a cercare dei biscotti di mandorle abbiamo preso la strada verso catania ed oltre.
C'era un po' di traffico, ma per fortuna non esagerato.
A Messina, invece, dato che giungiamo alle 12:45 ci becchiamo tutto il casino dell'ora di punta, fino ad arrivare addirittura un'ora dopo all'imbarco dei traghetti.
Al momento dell'imbarco la signora che guida una Polo, davanti a me, si mette a cincischiare sullo scivolo d'ingresso, poi indietreggia e mi costringe a fare manovra piantandosi in mezzo alla strada e bloccandoci.
Incavolato, suono il clacson, alche' l'addetto si avvicina e mi chiede "E lei dove deve andare?"
IO: "Sa, volevo salire!"
Allora finalmente convince la signora a piantarsi di lato. Due minuti dopo la signora me la trovo dietro mentre siamo tutti in fila per salire sul traghetto.
Il traghetto e' di quelli "solo auto", stiva bassa (viene da Genova, mai visto prima, forse e' in sostituzione di qualche traghetto che e' in manutenzione annuale, dato che sono sempre le stesse otto navi...).
All'uscita per buona cortesia mi pongo dietro un camion di frutta. Il marinaio mi fa cenno di uscire prima del camion e io mi metto di lato, indicando che puo' uscire il camion prima di me, ma lui mi indica di no e mi fa cenno di uscire io per primo.
Vado per superare il camion e improvvisamente un collega del marinaio che ha visto tutta la scena fa segno al camionista di partire. Per poco non ci tamponiamo. Frenatone bruschissimo, tutto il personale si gira e guarda il casino.
Abbasso il finestrino e con tutto il fiato che ho in gola annuncio: "SIETE DUE TESTE DI CA%%O! DUE GIGANTESCHE TESTE DI CA%%O! TUTTI E DUE!" e continuo ad indicare il marinaio che mi ha fatto segno (che e' rosso come un peperone e si allontana) e quello che ha fatto segno al camion, che fa lo gnorri.
A Villa San Giovanni non abbiamo idea di dove fermarci a mangiare [Porco %&/$%/£ c'e' un ristorante accanto alla biglietteria dell'imbarcadero, da ricordare per l'anno prossimo!!], e ci accontentiamo del bar/rosticceria della stazione, per poca voglia di girare per Villa.
Risultato? Un panino, un trancio di pizza, una birra & una coca cola... SETTE EURO E DIECI!
Salto all'edicola per vedere qualche cosa da leggere [l'ultimo "best seller" di Dan Brown costa un porcaio di soldi (18.60)] ma rinunciamo e finiamo a parlare per qualche istante con l'edicolante di ROM e di come lui e suo fratello hanno avuto un incidente con un ROM minorenne che guidava una macchina rubata, gli ha scassato moto e fratello ed e' scappato...
Poi un po' di attesa in sala d'attesa (sic!) e infine una luuuuuuuuunga passeggiata sul binario 6 [chissa' perche' mi ricorda qualcosa (-: ]; lascio mia madre e riprendo la strada di ritorno.
Facciamo una fila di un'ora per risalire sul traghetto di ritorno, poi finalmente giungo nuovamente a Messina, dove grazie al mio evitare abbondantemente tutti i cartelli che - all'uscita del porto, indicano l'accesso autostradale di Gazzi (fila che praticamente va dal porto a Gazzi, se non oltre) e ritorno a Boccetta, dove c'e' moooooooooooolta meno confusione.
Autostrada, freddo cane, anzi canissimo: il riscaldamento tenuto a palla fa ben poco e quando finisco di chiedermi perche' e guardo sul quadro la lancetta della temperatura del motore completamente in basso ["Uh? A 120km/h con il motore sotto i 36 gradi? Non puo' essere!", apro il finestrino, spiffero gelido, urlo di dolore...].
Arrivo a Taormina (uscita Giardini Naxos) circa alle 20 e mi fermo. Entro, vado in bagno e nel momento d'apice suona il cellulare (Drin drin! "Ma porc! Non ci credo!"): e' NR che mi propone di andare a vedere King Kong. Gli spiego che a) sono una virgoletta fuori portata e b) quando arrivo a casa mi tuffo nel letto con doppio avvitamento carpiato che gia' ho i colpi di sonno adesso.
Riparto. Per strada, dalle parti di Acicatena intravedo dei fuochi artificiali ["Keeeeeeent! Dai che ci rifacciamo di s.lucia!" K: "Ayeeee!"... solo lampi dietro agli alberi GRRRRRRRR].
Rientro a Siracusa intorno alle 22, con relativa discesa dalla macchina e lancio a letto.

martedì 20 dicembre 2005

L'ottava di s.lucia - Lottava Grizzly con 1000 clienti

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Una giornata tremenda, costellata dai lavori piu' urgenti di sistemazione del bagno dello studio [sono anche salito a Priolo dal mio cliente/fornitore a prendere i sanitari e la pompa sfa sanitop (ATTENZIONE: se aprite il sito di SFA considerate che e' pesantissimo ed e' riuscito a crashare due diversi PC windows)].

Da aggiungere che sono stato al volo anche da qualche cliente per gli opportuni auguri di buone feste, dato che sono pieno zeppo di macelli e giorno 23 saro' anche tutto il giorno fuori Siracusa dato che devo accompagnare mia madre a Villa San Giovanni per prendere il treno (con la speranza che non succeda lo stesso casino di quest'estate, che ha segnato me fuori dalle 07 alle 23:30...).

Ed infine lavoro in garage, quintali di lavoro in garage, fino alle 17. Poi altri due clienti e una visita dai miei amici ascensoristi: devo configurare la connessione adsl del cognato di uno di loro.
Prendiamo appuntamento per il "dopocena andante" tendendo fra le 21:30 e le 22; rientro a casa, freddo boja, doccia fatta con l'acqua sul tiepido-freschino a causa di 1) freddo e 2) problemi al termostato del boiler.
Ho cenato e sono uscito a comprare le sigarette. Sguardo sull'orologio. 21:00
Uhm, che fare? E' prestino per andare dal mio amico (di solito si siedono a tavola intorno a quest'ora) e non mi sembra il caso di presentarmici a centro di ora di cena.
IO:"Uhm... Kent, ti va di andare alla Balza Akradina? Aspettiamo che ci chiama EG per andare da suo nipote, e nel frattempo ci guardiamo i fuochi di s.lucia.
K: (Si', e' l'orsetto natalizio della giacca) Bello! Pero' non aspetti fumando come una ciminiera, eh?

Arriviamo al parco della Cittadella verso le 21:05. C'e' un freddo indescrivibile e pertanto dopo aver occupato uno dei (pochi) posti panoramici disponibili, stacco la cintura di sicurezza e tengo sportelli e finestrini ben chiusi.
La radio manda fuori i riff di Mark Knopfler (Quando sono arrivato siamo a "Romeo and Juliet", dall'ultimo album-raccolta "Private Investigation" dei Dire Straits).
A causa del freddo assisto a delle scene molto gustose: ci sono decine di macchine parcheggiate anche in doppia fila ma solo cinque o sei esaltati sono usciti e aspettano sul piazzale, intabarrati fino ai capelli.
Arriva una peugeot, si ferma in un punto un po' arretrato e dopo qualche istante si aprono tutti e quattro gli sportelli e ne scendono quattro ragazzi e ragazze. 10 secondi (tre passi circa dopo aver chiuso gli sportelli) e all'urlo "MATRIMIAKIFRIDDUUUU!" si sono rituffati in macchina. Ho ripreso i sensi dopo almeno cinque minuti e credo che in molti si siano girati a guardare la mia macchina che ballava mentre ne venivano fuori fragorose risate (mie e di Kent).

Orbene: lo spettacolo di fuochi normalmente comincia alle 21:30; provate un po' ad indovinare a che ora suona il cellulare? Se avete detto alle 21:28 avete indovinato!

Uccell, uccell, uccellular!
IO: Pronto?
EG: Si Grizzly noi siamo pronti, puoi venire che andiamo.
IO: Uff. Ok.

Chiudo il cellulare, attacco la cintura di sicurezza, accendo la macchina.
K: Uh? Trovi un posto piu' panoramico senza la vista a destra sul furgone dei mobili?
IO: No, andiamo da EG a collegargli l'ADSL.
K: Ma come? Ma ormai aspettiamo, mancano due minuti.
IO: Ci stanno aspettando.
K: GRR###@@!!"£"$$%%%
IO: Lo so, dopo mezzora al freddo & al gelo m'ero quasi ingolosito... dai: stasera coccole extra.
K: Lo sai che per farti star male piangero' tutta la notte, VERO?!?
IO: No: che mi fai star male sul serio...

Prima, inversione di marcia. Strada per il villaggio miano. Visti 2 (si, due di numero) fuochi dallo specchietto retrovisore mentre percorrevo la Pizzuta. Giunti a casa di EG siamo partiti per casa di suo nipote, vicino la nuova chiesa di s.antonio. Giunti mentre nel cielo risuonavano gli ultimi botti. Kent mi ha fatto un broncio cosi' tutta la serata (aho, pure io pero'!) e l'ADSL non funziona bene per di piu'...
Stanotte fa freddo, la stufa fa fatica e anche il gigantesco Peter e' freddo (passaparola per vendicarsi? Boh). A domani...

sabato 17 dicembre 2005

Seti@home e news tecniche

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Il progetto "seti@home" si e' definitivamente chiuso ed è stato aperto il nuovo progetto, inglobato nel BOINC, sempre di Berkeley.
La chiusura del 15 dicembre e' stata rimandata di un giorno per consentire l'ultima raccolta di dati, anche se ormai gia' da qualche mese non era raro che si presentassero errori per wu gia' elaborate.



Quello che vedete e' il capture della fine dell'elaborazione della mia ultima WU.
Dal file user_info.sah che mi e' rimasto dopo questa operazione voglio leggervi i dati salienti:

Il mio nome: grizzly (ID: 1736512)

Data della registrazione: 2451594.92457 (domenica 20 febbraio 2000 10:11:22 GMT)
Rec/hour ultima WU: 2451620.29917 (giovedi' 16 marzo 2000 19:10:48 GMT)
Data di invio ultimo risultato: 2453719.97028 (giovedi' 15 dicembre 2005 11:17:12 GMT)

WU Elaborate (totale): 2529
Tempo CPU totale: 124899562.846792 (3 anni, 350 giorni, 14 ore, 19 minuti e 22.846792 secondi)

Analisi statistiche
(Dato che amo queste cose)

Tempo totale per cui ho partecipato: 5 anni, 300 giorni, 1 ora, 5 minuti e 50 secondi

Rendimento (rapporto tempo macchina/tempo partecipazione): 68.02662%

Dispersione (supponendo tempo cpu totale = tempo partecipazione) media: 1188 WU (47% circa)

Media di WU/die: 1.19011 (434.39294/anno)

Tempo medio di elaborazione WU: 13 ore, 43 minuti e 6.93667 secondi


Non c'e' male come risultato, considerando che buona parte delle macchine che sono state dedicate alla ricerca erano nell'ordine del pentium-200-mmx (-:
Ora mi buttero' nel seti@home del progetto BOINC, ma non prima di aver finito il mio datacenter/sala macchine.

Altra parentesi, invece, riguarda il fatto che ho acquistato una workstation Sun Microsystems (CPU UltraSparc IIi 366MHz, 8.4Gb HDD, 128Mb Ram...):



Tale giocattolino, trovato su ebay dietro messaggetto che e' girato sulla ml del LUG, mi consentira' di sperimentare come si deve due soluzioni tecniche per le quali ero curioso di avere sottomano una macchina con CPU 64bit (-:
Se ne volete prendere una anche voi, costa poco [ci sono tre modelli disponibili, i prezzi vanno fra i 32 ed i 40 euro + spedizione (8 euro con paccocelere3)] e la trovate su ebay. Basta cercare "workstation".

mercoledì 14 dicembre 2005

Carico, problemi e guai

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Da quasi un mese non aggiorno il blog.

No, non sono morto, ne' e' un problema legato ad un gigantesco carico di lavoro.
E' peggio, decisamente molto peggio.

Mi ritrovo con il garage/ufficio in condizioni a dir poco disperate (spero in questi giorni di rivedere un po' le stelle), con il lavoro che mi consuma lentamente (e che mi sta facendo guadagnare poco, o forse sono le spese che sono aumentate troppo: mi sa che mi conviene cominciare a pensare seriamente di smettere di fumare) e con tutta una serie di problemi per i quali - come sempre - mi ritrovo a dover essere io l'ultima ruota del carro.

Ma andiamo per gradi che e' meglio.

Intanto martedi' pomeriggio, approfittando del maltempo (lo stesso maltempo che ha mandato in tilt i preparativi per la festa patronale) siamo andati a vedere il nuovo centro commerciale dei pantanelli (carrefour+unieuro+altraroba).

Il centro si presenta abbastanza bene, anche se abbastanza confuso. Mentre eravamo li pioveva, e pioveva sul serio, nel senso che pioveva dentro il centro commerciale: all'unieuro c'erano i secchi in mezzo ai corridoi e al carrefour invece una goccia d'acqua modello "bicchierata" (per non dire "secchiata") mi si e' abbattuta sulla pelata mentre guardavamo la sezione console/psp (ero con amici...).

All'unieuro ho incrociato un po' di conoscenti, ed ho appurato che: la loro rete lan e' basata su un sistema fujitsu/siemens, su un server unix (probabilmente openserver o linux...) e i client (windows xp ovviamente) ci si collegano attraverso putty (le postazioni di situ) o netterm (le casse...)

Il tempo e' stato sempre dovunque e comunque da cani (addirittura uscendo abbiamo notato che esiste un parcheggio "sotterraneo" e che lo stesso era STRAPIENO d'acqua, ad altezza uomo!

In mattinata, invece, mi sono saltate un po' di cose e alla fine dopo un paio di clienti sono salito al volo da NR prima di un ulteriore cliente e poi di casa.

La pioggia di questi giorni un po' mi preoccupa: in effetti non sono ancora andato a vedere se - per caso - a causa del maltempo ho riportato danni da acqua nel magazzino che ospita la mia roba in attesa del trasferimento definitivo qua sotto...

Poi abbiamo la cosa piu' importante. Mio zio sta seguendo la stessa strada di mio padre: un tumore lo sta consumando lentamente. Adesso e' in clinica, in condizioni gravi.
Da un paio di giorni ha difficolta' ad articolare le parole, ed e' veramente brutto vederlo in quelle condizioni: tutto questo non solo mi riporta indietro a quando questi problemi li ho dovuti vivere sulle mie spalle alcuni anni fa, ma soprattutto mi porta ad analizzare la situazione con la freddezza di una cosa gia' vista.
Il percorso mi e' noto, purtroppo: non gli resta moltissimo, a voler essere molto ottimisti circa un mese; fra qualche giorno ci saranno i primi problemi muscolari e in circa 48 ore sfocieranno in una paralisi quasi totale (compresi i muscoli del tratto digestivo) gestita con lunga pratica di fleboclisi per nutrirsi (ma gli metteranno la butterfly: se lo scordano di fargli venire le braccia nere come fecero con mio padre), poi i problemi cardiaci (il cuore viene stabilizzato con un cardiotonico a base di digitale), la terapia del dolore con alcaloidi oppiacei (in questa fase soprattutto morfina) e' gia' iniziata e, con essa, i primi sintomi (rilassamento dei muscoli facciali e difficolta' a muovere/chiudere/sbattere le palpebre: fase di riposo, sonno e sedazione avengono a occhi socchiusi). Ci sono blandi problemi respiratori e questo comporta la somministrazione dell'ossigeno, ma lui lo trova fastidioso perche' tende a seccare la bocca e la gola (e' brutto vederlo lamentarsi silenziosamente tentando di togliersi il tubetto nasale).

Questo e' il "male del secolo": il cancro tende a consumare lentamente il paziente come una candela che si brucia fino a giungere al fondo e spegnersi. Sono questi fattori (molto piu' di quelli inerenti gli stati di coma piu' o meno reversibili) ad aprire maggiormente la discussione sull'ambito dell'eutanasia.
E ora voi mi direte: "stai augurando a tuo zio di morire". Si. E' vero. E' un gran dolore non solo per i suoi familiari piu' stretti, ma anche per se stesso. Ed e' un dolore che si consuma nella maniera peggiore: non finisce velocemente. Al di la' della "vita" disponibile quando si entra nella fase terminale, il problema e' come viene trascorsa questa "vita" (fra virgolette), ma soprattutto come arriva il momento conclusivo.
Mio padre inizio' il "travaglio" alle sei del pomeriggio ed il suo ultimo rantolo e' avvenuto alle due e mezza di notte. Sino a quel momento c'erano respiri e rantoli fondi, secchi e particolarmente discontinui.
Si dice che la "morte del giusto" e quella morte dolce che viene a colui che si addormenta e non si risveglia piu'. Ma cosa porta invece un passaggio cosi' doloroso e terribile (sia per il paziente, o piu' che altro nelle sue ultime ore per la vittima, sia per i parenti ed amici che gli stanno intorno sul letto di morte)?
La terapia del dolore inizialmente vuole sedare e ridurre in qualche modo i grandi dolori legati alla disfunzione nervosa, agli organi che cominciano a non fare piu' il proprio dovere, a cercare di offrire al malato terminale uno spiraglio di quiete in piu' nei suoi ultimi giorni. Ma poi il corpo non reagisce piu' alle sostanze stupefacenti, il dolore diventa insopportabile ma, ormai, le terminazioni nervose faticano a trovare la strada del cervello, che non reagisce piu' agli stimoli come dovrebbe.
Una persona in coma secondo alcuni potrebbe anche risvegliarsi, reagire, ritornare nel mondo dei vivi e questo porterebbe seri dubbi sulla funzionalita' o utilita' della "dolce morte". Ma che dire di un malato di cancro allo stadio terminale? Che dire a qualcuno le cui metastasi sono sparse su tantissimi organi e cominciano ad intaccare il tessuto celebrale, e per cui il decorso e' chiaro fin dall'inizio e non puo' essere cambiato chirurgicamente, medicamente o chimicamente?
Sono del parere che le parole "accanimento terapeutico" siano usate con troppa difficolta' e abbiano a far pensare a qualcosa di veramente violento, lungo, complesso, "accanito"; qual'e' il limite fra cura e accanimento? Io per esempio nei confronti di un malato terminale sono del parere che qualsiasi genere di meccanismo atto a prolungare inutilmente le sue sofferenze sia un accanimento terapeutico. Sottoporre a dialisi un malato terminale di cancro perche' non funzionano piu' i reni.
Collegare un respiratore automatico, o addirittura un pacemaker (o la macchina cuore-polmone) perche' la funzione cardiaca o quella cardio-polmonare sono compromesse... Se la funzione cardio-polmonare e' compromessa, significa che il cuore, i polmoni, il circolo sanguigno, non ce la fa piu'. Che senso ha continuare a tenere in funzione una singola cosa, quando tutto il complesso sta crollando su se stesso come un castello di carte?
Che senso ha prolungare l'agonia di un malato terminale? La stessa terapia del dolore: una somministrazione statica di stupefacenti (la stessa quantita' ad intervalli regolari) quando lentamente le funzioni renali ed epatiche se ne stanno andando all'inizio aiuta a superare il dolore, ma alla fine porta il malato in un inutile e dannoso stato catatonico non certo migliore di quello provocato dalla malattia in se stesso.

Perche' non limitarsi a porre un punto fermo?

Perdita della funzionalita' epatica, renale, muscolare, cardio-respiratoria, digestiva e nervosa: il paziente rimane in stato catatonico, non reagisce a nessuno stimolo esterno, la terapia del dolore ormai non viene recepita dalle terminazioni nervose ed il cuore rimane sotto controllo solo per via della digitale in circolo.
Non e' la descrizione degli ultimi minuti: questa puo' essere la descrizione dell'ultima settimana. Una settimana intera, ed inutile. A che pro continuare a somministrare la terapia del dolore, magari addirittura la chemio? A mio padre venne somministrato l'alpha-interferone sino all'"ultima dose" (quella pomeridiana) persino il suo ultimo giorno.
La sua ultima flebo (attaccata al butterfly che io avevo collegato alla sua mano sinistra) aveva compreso come sempre: digitale, alpha-interferone, gardenale (e' un barbiturico: terapia del dolore) e soluzione salina. Approssimativamente sei ore dopo il nostro medico di famiglia, buttato giu' dal letto, ne dichiarava il decesso. Se fosse resistito altre tre o quattro ore avrebbe preso di nuovo gli stessi farmaci. A che pro?
Perche' non limitarsi a concludere questa sofferenza lunga ed inutile? Perche' prolungare questa agonia? A che pro?
Personalmente ho pensato molto a questa situazione, e personalmente penso che se dovessi finire io in queste condizioni, consumato lentamente da un cancro, preferirei che i problemi cardiaci venissero sedati definitivamente con una generosa quantita' di soluzione isotonica di digitale e stricnina, da iniettarsi direttamente nella bottiglia della flebo per la notte, subito dopo un blando ipnotico tale da facilitare il sonno senza stordire esageratamente.

Penso di poter dire con molta tranquillita' che molte delle persone che non la pensano come me e ritengono che l'eutanasia sia invece un puro omicidio, debbano prima provare a passare dentro una situazione del genere.

E' tardi. Ho sonno e domani mi aspetta una giornata ancora piu' orrenda, con la geniale conclusione di una visita a catania per incontrare un partner commerciale. Poi un paio di clienti al ritorno in citta' e - se il tempo (meteorologico) lo permette, un salto veloce al garage/magazzino per verificare lo stato delle cose.

Alla prossima.

AGGIORNAMENTO
16 dic ore 5:45
A seguito di un improvviso aggravarsi delle condizioni epatiche e renali, che di rimbalzo ha provocato un blocco cardiaco e respiratorio, mio zio non ha superato la notte.
Il funerale si terrà Sabato 17 alle ore 9:30 presso la chiesa di Grotta Santa, in via Servi di Maria 1.