[Nota, questo articolo lo ho scritto a fine agosto, ma lo pubblico qui perche' non voglio mescolarlo con il resto del report]
"Everybody sees a difficulty in the question of relations between Arabs and Jews. But not everybody sees that there is no solution to this question. No solution! There is a gulf, and nothing can bridge it... We, as a nation, want this country to be ours; the Arabs, as a nation, want this country to be theirs."
David Ben-Gurion - Giugno 1919
Comincia cosi' l'articolo del Time del 24 luglio da cui ho preso spunto per analizzare i fatti di cronaca che - per l'ennesima volta - scuotono il medio-oriente.
Ma, come titola quel numero del Time in copertina, questa volta e' diverso.
Ho avuto bisogno di riordinare le idee, perche' questa volta ci sono molte cose che sono cambiate sulla scacchiera medio-orientale.
Molte altre cose cambieranno con la missione di pace delle Nazioni Unite (che - peraltro - sara' sotto un comando europeo proprio perche' il mondo comincia ad aprire gli occhi sui giganteschi conflitti di interesse che guidano l'America a voler gestire il medio-oriente), ammesso che non finisca con un arrembaggio alle risorse e alle strutture come lo e' diventato l'analoga missione ONU che in passato ha operato in Somalia (credo fosse la "Restore Hope") in cui purtroppo si misero in evidenza gravi errori di gestione che portarono ai fenomeni di lucro e speculazione sul dolore e sulla poverta' che non dovrebbero neppure venire concepiti.
L'Iran continua nella sua strada sullo sviluppo nucleare, con l'America pronta ad applicare delle sanzioni anche contro il parere del consiglio di sicurezza dell'ONU; questo e' agghiacciante, e mi auguro che il consiglio voti una risoluzione per riportare l'America alla sua posizione e - soprattutto - per ricordare loro (e al mondo intero) che i trattati internazionali di pace sono nati - soprattutto - perche' non valesse nel mondo la legge del piu' forte.
Le scuse che pone l'America nei confronti dello sviluppo atomico dell'Iran sono assolutamente prive di fondamento: il processo di arricchimento dell'Uranio e dello sviluppo di tecnologie per la produzione elettrica per mezzo del nucleare hanno - da una parte - lo scopo di liberare l'Iran dalla dipendenza dall'olio combustibile per produrre elettricita' (Che gliene frega, direte voi, l'olio combustibile se lo estraggono direttamente in situ! Certo, aggiungerei, io, ma la tecnologia e le attrezzature per costruire centrali termoelettriche e turbogas indovinate un po' chi gliela procura?), dall'altra quella di dimostrare a tutti i costi che non solo le "nazioni forti" (quali l'America) hanno tutto il diritto dello sviluppo nucleare.
C'e' da dire che comunque l'Iran non e' affatto una "nazione debole", dato che nel medio-oriente e' forse la nazione piu' preparata militarmente e politicamente ad una crisi di ampio spettro.
A proposito: le bombe atomiche si producono arricchendo il plutonio (ciclo produttivo che potrebbe attivarsi da zero nel giro di circa cinque o sei anni), non estraendo le minime percentuali di scorie attive da un ciclo nucleare ad Uranio 238 (processo che richiederebbe BEN OLTRE dei dieci anni preventivati dagli Stati Uniti come scusa): le accuse Americane hanno la stessa valenza delle accuse che si potrebbero fare, chesso' alla Saipem che lo scavo di nuovi pozzi non serva ad estrarre petrolio e metano, ma a traforare la terra da parte a parte! (-:
Ma ritorniamo al discorso fra Israele e Libano.
Siamo sempre allo stesso punto: da un lato lo stato di Israele che invita a non portare sul piano religioso ogni conflitto, dubbio o problema che si pone sul lato medio-orientale ma che, dall'altro, non ripudia di tacciare di nazismo chiunque abbia ad esprimere dubbi proprio sull'operato della nazione ebraica.
Io - purtroppo - non la vedo cosi'. Non nego che il nazismo ha fatto gravi danni alla popolazione di religione ebraica, e riconosco la violenza delle stragi della shoa'. Ma vorrei quantomeno capire se quando un israeliano ci ricorda che lo sterminio ebreo deve insegnare qualcosa al "mondo civile occidentale" questo insegnamento e' che la popolazione ha tutto il diritto di vendicarsi (e non di 'difendersi', attenzione) per questo grave danno.
Si propone una risoluzione ONU per il cessate il fuoco. Israele prima chiede a gran voce di poter comunque conservare il diritto di difendersi, poi quando le nazioni unite "calano le braghe" (come soliti sunt) concedendoglielo, l'esercito regolare Israeliano viola il cessate il fuoco ed i confini territoriali portando un attacco in Libano, perche' a detta dell'esercito su quel fronte continua il traffico di armi.
Ma guarda un po'. E gli Israeliani, quando Annan si incavola e dice che questa e' stata una palese violazione della risoluzione, bella e buona, si offendono pure. No, c'e' il traffico di armi.
Ma allora, mi chiedo io, se il problema piu' urgente e' il traffico di armi perche' Israele si e' preccupato di ribadire a mezzo mondo che voleva il diritto di difendersi anziche' informare l'ONU che dietro le loro spalle c'e' comunque un traffico d'armi da bloccare con la massima urgenza? Pensano che non sia compito delle Nazioni Unite proprio il tenere a bada le situazioni a rischio? O forse Israele vuole esportare democrazia come gli Stati Uniti, a suon di bombardamenti?
L'America vuole riformare le Nazioni Unite perche' il loro compito non puo' essere cosi' ristretto, e Israele e' un importante partner commerciale e politico, tanto importante che le risoluzioni del consiglio di sicurezza contro Israele non esistono, perche' sono a votazione unanime con l'America che fa parte del consiglio e che difende sempre e a spada tratta Israele (in questi giorni anche rasentando il ridicolo, peraltro).
Quello che mi auguro e' che - grazie anche alla gestione non americana della missione ONU - finalmente si possano inquadrare gli stati del medio-oriente (tutti, quindi in questo caso il Libano, la Siria che fornisce armi, ma ANCHE ISRAELE) e gestire in maniera super-partes, ma efficace, la situazione.
Quanto a quelli che, in occasione della manifestazione per la pace di Assisi, hanno criticato l'assenza di Gino Strada, vorrei ricordare che l'Italia ha molto da vergognarsi per quanto e' stato fatto nella grande scacchiera medio-orientale, ivi compresa la missione "Antica Babilonia".
Gino Strada e' l'uomo che tralasciando la politica internazionale, vuole ricordare al mondo che durante le guerre qualcuno dovra' alzarsi le maniche ed affondare le mani nel sangue. Ed e' l'uomo che ha detto che rifiuta finanziamenti e sostegno economico da parte del governo italiano proprio per via di quanto ho appena espresso. Io - al contrario di molti - non ho proprio un bel niente da dire su quell'uomo, a parte (appoggiando gspro) che si ritrova un apparato genitale granitico.
Come diceva un mio buon amico, una soluzione plausibile per il medio oriente potrebbe essere quella di spianare tutto il medio oriente e fare un gigantesco parcheggio per l'Africa. (-:
BTW per quanto se ne possa dire, ricordo sempre quella puntata del telefilm "Star Trek Next Generation" in cui recuperano un tizio dal passato e quello si stupisce che non ci siano piu' guerre sul pianeta terra; "Sa, da quando abbiamo abolito tutte le pratiche ed i credi religiosi, non ci sono piu' stati motivi di conflitti..."
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