A distanza di qualche tempo sia dall'inizio della guerra in iraq, sia dell'esecuzione di Saddam Hussein e dei suoi bracci destri, penso che sia giunto il momento di tirare qualche somma, specie in funzione dei discorsi che sono stati fatti da alcuni leader o grandi politici in questi giorni.
Mi colpiscono le parole di Fini, a Washington ed in compagnia della Rice, riguardo la missione in Iraq.
Dopo averci fatto 'una capa tanta' con la storia che la missione in Iraq avveniva sulla richiesta delle Nazioni Unite (fatto purtroppo abbondamente falso: due risoluzioni sono state emesse abbondantemente dopo l'attacco americano e una, quella precedente, riguardava il disarmo dell'Iraq durante il quale c'e' stato l'invio di agenti delle Nazioni Unite e la distruzione dei missili disponibili), adesso ha la faccia tosta di dire che: "Sarei felicissimo se fosse sempre l'Onu a benedire queste missioni, ma quando non lo fa occorre prendersi le responsabilità. Questa è la differenza tra noi e la sinistra".
Comincio ad essere d'accordo con chi ritiene che l'ONU vada riformato: se messi di fronte ad una cosi' violentemente palese violazione dei trattati internazionali (Il consiglio di sicurezza dell'ONU esiste perche' non funzioni la legge del piu' forte, cosa che invece ha praticato l'America come se niente fosse.
Bush ammette che la situazione in Iraq e' precipitata, la condanna a morte di Saddam Hussein ha creato, di fatto, un nuovo martire dove non ce n'era affatto bisogno e, peraltro, non fara' mai chiarezza su molti fatti oscuri dello scacchiere medio-orientale.
In USA i tempi penso che siano maturi per l'avvento di una donna alla Casa Bianca, e mi riferisco proprio ad Hillary Clinton, che e' una donna molto forte e ben decisa.
L'avvento di un quadriennio democratico dopo il repubblicanissimo Bush non e' solo il risultato delle elezioni di medio-termine, ma soprattutto il sintomo di un malcontento strisciante per tutta la situazione, a tratti paradossale, che sta lentamente mutando l'Iraq in un Vietnam dell'era moderna; e' di questi giorni la notizia che il numero di vittime dell'undici settembre e' stato superato da quello di soldati americani caduti nella guerra al terrore.
In questi giorni molti mi hanno rinfacciato come la situazione dello scacchiere iraqeno sia stato trattato in maniera diversa rispetto alla situazione internazionale del Kosovo e, soprattutto, quella dell'Afghanistan.
Pero' c'e' una differenza importante fra queste tre missioni internazionali (e ci aggiungo anche una quarta, via, ricordate la missione ONU in Somalia di qualche anno fa? E gia' che ci siamo avete presente la missione ONU in Libano?): la missione in Iraq e' avvenuta sotto il dominio colonizzatore americano (e per una volta piantatela di fare i santarelli: questi fatti sono davanti a tutti!) mentre le altre missioni citate sotto la guida delle Nazioni Unite. La differenza fondamentale e' che nelle missioni ONU lo scopo principale della missione in se e' proprio quello di stabilizzare il governo. In Iraq la missione non e' nata per stabilizzare il governo [come dite? Ah: c'era la dittatura? E in Cina? In Corea? In Vietnam? Facciamo Guerra Termonucleare Globale oppure la dittatura e' brutta solo dove ci sono risorse commerciali sfruttabili dall'occidente con la forza? Ah, state cominciando a capire, eh? Bene. (-: ] quanto piuttosto per scacciare il dittatore e portare la democrazia.
Qualche giorno fa, come ho gia' detto, ho assistito ad un'intervista di Gorbachev il quale - peraltro - ricordava che la democrazia non si costruisce in cinque minuti e l'Europa e' un paese democratico anche perche' ha una cultura di democrazia che risale ai tempi di Roma.
Poco prima delle elezioni di medio-termine in USA e' andata in onda una puntata della saga dei Simpsons in cui gli alieni Kang e Kodos invadono la terra. Lo spezzone si riferisce ad una manifestazione dal nome "Enduring Occupation" ed il comportamento e' molto critico proprio nei confronti di quanto avvenuto in Iraq con l'operazione "Enduring Freedom". Uno spezzone molto significativo di questa puntata e' visibile su youtube e vi consiglio di dargli un'occhiata. Il dialogo e' in inglese ma, se siete poco anglofoni, penso che dovreste riuscire a trovare facilmente il testo tradotto del dialogo.
Bush ha lanciato la guerra contro il terrorismo, ha attaccato l'Iraq e adesso si trova per le mani una patata bollente che potrebbe doversi trascinarsi appresso per molti anni. L'Afghanistan non e' messo in condizioni migliori e - come abbiamo visto in passato (con Saddam Hussein) - in questo momento la cattura di Bin Laden potrebbe provocare in USA un effetto boomerang ben peggiore.
La situazione sullo scacchiere medio-orientale e' complessa anche con quello che succede in Siria, in Iran con il presidente Ahmadinejad che va avanti con il suo programma nucleare, con il mondo intero che - semplicemente - va a rotoli.
E tanto per completare il quadro, sulla Manica un cargo si insabbia e comincia a distribuire OCD per tutto lo spazio d'acqua circostante, ma questo e' un altro discorso...
Ma vi pare, sinceramente, che l'occidente la stia avendo vinta contro i terroristi? A me pare che le cose non siano affatto cosi' rosee. Possibile che sono l'unico controcorrente?
Vabe', per ora chiudo qua se no mi sale la depressione...
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