venerdì 1 giugno 2007

Rifiuti: problema o risorsa?

Premessa uno: come mi sono gia' espresso in passato al riguardo, ad esempio io non sono affatto contrario all'uso dell'energia nucleare (tanto non abbiamo le centrali qui e compriamo l'energia nucleare da Francia e Spagna: sai che risultato, in caso di incidente vogliamo mettere la guardia di finanza al confine per fermare le radiazioni e le particelle contaminate? (-: [Uhm, questo discorso lo ha fatto ultimamente anche Bruno Vespa a RTL qualche venerdi' fa (mi pare che la trasmissione, che fa assieme al figlio Federico, si chiama "Raccontami")].
Premessa due: molto si e' detto a favore o contro gli inceneritori (e piantiamola di chiamarli "Termovalorizzatori", per favore), il problema di cui ci si riempie la bocca quando si affronta l'argomento si chiama inquinamento da prodotti tossici (soprattutto diossina e nanopolveri), ma ci si ferma al problema senza analizzare le innovazioni tecnologiche in tal senso che consentono di ridurre (se non di bloccare praticamente del tutto) tali emissioni. Beppe Grillo, che stimo moltissimo, parla anch'egli di questo discorso ma attacca sia il riciclo (ricordate "se facciamo bollire un'acquario, otteniamo una zuppa di pesce, ma e' difficilissimo che dalla zuppa di pesce riusciamo ad ottenere nuovamente un'acquario) che gli inceneritori per via degli stessi argomenti triti e ritriti.
Ora andiamo ad analizzare la situazione dei rifiuti in Campania, dell'Emergenza Rifiuti, come ormai e' diventata.
Partiamo da un presupposto: la raccolta differenziata aiuta a ridurre la massa complessiva dei rifiuti, inviando moltissimo materiale al riutilizzo piu' valido.
Ad esempio il vetro: usare vetro tritato nell'impasto di silicati che si usa per produrre il vetro, e' possibile ridurre considerevolmente la temperatura necessaria al processo di vetrificazione, riducendo il consumo di combustibili.
O ancora la plastica: il PVC, il PET ed altri derivati del vinile possono essere recuperati per produrre ancora derivati del vinile, anziche' dover partire da materie prime da trattare nuovamente.
O l'alluminio, ed altri metalli derivati: da diverse lattine e' possibile creare profilati di alluminio con un costo inferiore (e non solo in denaro, dato quello che la cronaca ci racconta riguardo all'argomento miniere) che procurandosi bauxite in miniera.
Con il residuo umido (frutta, verdura, pasta e riso cotti etc.) si ottiene dell'ottimo concime che non ha bisogno di essere prodotto chimicamente per mezzo di materie prime sconosciute, quanto piuttosto grazie a prodotti e scarti naturali.
E avanti di questo passo: e' possibile recuperare quasi tutto dai rifiuti, ma ovviamente ci sono sostanze che non possono essere separate facilmente, ne' per le quali il recupero e il riciclo siano effettivamente ed economicamente conveniente. Di questi derivati e' bene operare con l'incenerimento, anche perche' sotterrare alcuni generi di rifiuti, oltre ad uno spreco non indifferente di risorse, e' una perdita di biogas e di sostanze che a questo punto possono essere tossiche se lasciate a se stesse, e cominciare a percolare inquinando terreni e falde acquifere.
L'incenerimento ad alta temperatura di moltissimi rifiuti e' sicuro (un esempio stupido su tutti: i sacchetti di plastica ed il cellophane usato per gli alimenti, in inceneritore non genera diossina)., ed inoltre puo' essere una risorsa energetica non indifferente: bruciare i rifiuti elimina il problema dello stoccaggio e ci permette di utilizzare il calore prodotto per altri scopi (primo su tutti quanti, la produzione di energia elettrica ed acqua calda).
In regione Campania gli interessi della criminalita' sull'affare rifiuti e' innegabile [chiedetevi solo una cosa: se i rifiuti campani vengono inviati in Romania (dove, peraltro, serviranno agli inceneritori), cui prodest?] e, purtroppo, in questi argomenti la malavita organizzata ha vita facile calcando anche sull'ignoranza della popolazione (popolazione come massa a se stante, non certo come persone singole, attenzione).
Cittadini, in certi casi persino sindaci, sulla piazza perche' non vogliono l'inceneritore o la discarica ("fatelo da un'altra parte", e poi l'altra parte "fatelo da un'altra parte" e avanti cosi' come un uroboro), cartelloni e striscioni perche' si vogliono proteggere i bambini (un gruppo di seguaci della moglie del reverendo Lovejoy?) e perche' si vuole mettere in primo piano la salute, contro un ammenicolo che emette fumacci tossici e inquinanti come un'industria con camini strafumanti da inghilterra vittoriana come la si vedrebbe nei cartoni animati.
Chi va un pochino fuori dal coro si riempie la bocca con le nanopolveri, ma dice sempre mezze verita': "E' impossibile filtrare le nanopolveri, perche' superano le maglie delle reti anche piu' fitte perche' sono di dimensione inferiore agli 0,02nm, perche' sono come gli antani della supercazzola prematurata con scappellamento paraplegico a sinistra...". Si. Ci siamo. Sapete perche' e' una mezza verita'? Semplice: perche' *e' vero* che non si possono filtrare con i filtri normali, ed infatti per le nanopolveri si usano *filtri elettrostatici*. A parte che per definizione i fumi di combustione anzitutto vengono convogliati ed utilizzati anch'essi per scaldare l'acqua (mica dai camini esce la "spremuta di caldaia", capiamoci) e poi passano dai vari sistemi di filtraggio e recupero polveri.
Abbiamo centrali elettriche a carbone e/o olio combustibile che sono state costruite anche cinquant'anni fa (la centrale ENEL di Augusta, tanto per fare un esempio), e queste sono centrali che inquinano, e parecchio, peraltro, oltre al fatto che il loro rendimento e' a dir poco ridicolo.
Sono d'accordo con Beppe Grillo quando ci ricorda che la produzione di intere centrali elettriche serve a sopperire a migliaia di elettrodomestici in stand-by, ma non sono affatto d'accordo con lui quando ci dice che i prodotti di scarto di un inceneritore sono tossici: i gas prodotti sono principalmente anidride carbonica e pochi azotati o derivati dello zolfo (ne fanno di piu' le automobili che girano in citta' in un giorno di un inceneritore in un mese); la quantita' media di diossina emessa da un inceneritore a pieno regime, in un anno, e' inferiore a quella emessa da un'automobile scarburata in un ora.
I controlli di funzionalita' degli scarichi sono effettuati non solo dal personale della centrale, ma anche dall'ARPA e da enti autonomi (si veda l'esempio dell'inceneritore di Brescia).
Le ceneri di combustione, possono essere setacciate e una buona parte delle ceneri, previo un semplice trattamento con enzimi, essere utilizzata assieme al compost, oppure puo' essere utilizzata per altri scopi industriali o ancora seppellita senza rischio di percolazione di sostanze tossiche; i metalli pesanti presenti nelle ceneri possono essere separati facilmente e riutilizzati per mezzo del normale invio al ciclio di riciclaggio.
Nessuno ha pero' interesse a mandare degli scenziati a parlare di queste cose con le popolazioni, e le voci che continuano sugli argomenti inquinamento e materie tossiche continuano a prendere piede [eppure Beppe Grillo stesso ha ricordato nel suo penultimo spettacolo che secondo qualcuno la polenta, le patate ed il basilico (e guai a toccare il basilico (((-: ad un genovese!) contengono delle tossine; ma dire che queste voci similarmente girano sugli inceneritori no, eh?], con i risultati che vediamo.
E non solo: come se non bastasse, le popolazioni, esasperate, da una parte chiedono di portare i rifiuti da qualche altra parte (l'uroboro, ricordate?), e dall'altra incendiano i rifiuti per strada producendo ben altri prodotti inquinanti e - date le basse temperature e il mancato filtraggio - moltissima diossina e nanopolveri, guardacaso i prodotti contro cui combattono a spada tratta.

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