martedì 25 settembre 2007

Un lunedi' discutibile

Sabato mattina, come ho gia' raccontato, ho svolto un turno di protezione civile. Domenica mattina dopo essere stato da mia nonna per portarle la colazione sono passato al volo dall'associazione perche' c'era la porta della sede aperta.
Incontro un collega, al quale racconto brevemente del turno di sabato, che e' stato tutto a posto eccetera, e lui nel frattempo mi informa che sabato pomeriggio, mentre altri colleghi svolgevano la seconda parte del turno da un'altra parte, e' giunta una telefonata al presidente: suo fratello si e' sentito male dopo essere stato dimesso dall'ospedale, e intorno alle 17 si conferma che e' venuto a mancare. Lui e' diretto successivamente a casa dei parenti (dato che li conosce da tempo) per cui restiamo che nella tarda mattinata lo avrei contattato per avere specifiche delucidazioni sull'orario e il luogo del funerale.
Intorno all'ora di pranzo mi comunica la chiesa (San Corrado Confalonieri, alla Mazzarrona) e l'orario (lunedi' mattina alle 9:30).
Lunedi' mattina passo dall'ufficio, avvio un po' di computer e comincio un po' di lavoro, poi lasciando tutto acceso mi muovo e scendo in chiesa.
In chiesa, con disappunto, noto che dell'associazione siamo presenti solo in cinque o sei. Ad una domanda specifica a chi mi aveva informato del fatto, domanda che recita: "Siamo sempre i soliti quattro gatti; tu - ovviamente - hai chiamato tutti i soci per avvertirli?"
E che ho gli detto: figlio di bu%%%na?
Prima nota stonata e' infatti la reazione del collega che annuncia: "Ah, io non dovevo avvertire nessuno, sabato i ragazzi c'erano, la cosa la si sapeva, io non devo avvertire nessuno, la rava, la fava, questa e' maleducazione nei confronti del presidente, bla bla..."
E la cosa mi lascia interdetto, ma dato che siamo davanti alla porta della chiesa non voglio aprire discussioni.
Nel frattempo il presidente dell'associazione giunge in parrocchia (aveva dovuto allontanarsi per sbrigare delle carte), e quando lo intravedo, dato che quando siamo arrivati ancora non era in parrocchia, per prima cosa parto per salutarlo e fargli le condoglianze, annunciando: "Ragazzi e' arrivato il presidente".
Morale della favola: lo saluto, frase di circostanza, mi giro e i soci sono rimasti accanto alla porta della parrocchia che discutono fra di loro; e due.
Finisce la funzione e scappo per rientrare in ufficio, amareggiato dal comportamento dei soci (in particolare di chi avrebbe dovuto avvertire tutti gli altri).
Io, che sono agnostico, che lavoro e che ho lasciato un ufficio a fare in tredici e sono venuto, mi sono sentito preso in giro perche' eravamo quattro gatti, prima di scoprire che chi mi ha preso in giro non erano gli altri soci che, magari avvertiti non sono potuti venire, quanto piuttosto proprio chi ha dato a me l'informazione perche' l'ho saputa per caso.
E questo socio ha fatto fare anche una corona di fiori a nome dell'associazione, dicendo: "poi chi vuole partecipare alla spesa, ben venga" e probabilmente lo faro' anche io.
Pero' questa cosa mi da non poco fastidio, perche' non e' corretto. Non e' corretto nei confronti dei soci, e soprattutto non e' corretto nei cofronti miei, che se non avessi avuto la notizia in modo fortuito avrei fatto parte della categoria di soci "maleducati" che non s'erano presentati al funerale. E perche' se pur un bel gesto quello della corona di fiori, mi sarebbe piaciuto saperlo prima, e non trovarmi, come succedera' con molti altri soci, davanti al fatto compiuto.
E sopra ogni altra cosa perche' non e' la prima volta che si esime dal chiamare i soci (l'incendio di mezza provincia di Augusta lo seppi perche' passai dalla sede e trovai i soliti tre colleghi che accorrevano; basta che poi prima di natale ad una riunione si era proprio lamentato il fatto che i soci attivi sono sempre i soliti quattro gatti.
Ma dico io: ma si credono che fra volontari abbiamo tutti la sfera magica?
Ad agosto, una sera (verso le 23) c'e' stata un'emergenza dalle parti di cassibile. Ho lamentato il fatto di non essere stato avvertito: ero a Cisternazza a guardare stelle cadenti e ci sono rimasto fino a quasi le due di notte, ed avevo detto: piuttosto che tirare giu' dal letto qualche povero cristo che aveva lavorato tutto il giorno e magari l'indomani montava di mattina, provare a chiamare me che facevo mezze giornate, no eh?
Che ragionamento e' che i soci sapevano del fatto, che avrebbero dovuto informarsi loro sulla data del funerale? Perche' dobbiamo essere messi davanti al fatto compiuto? Perche' io che sono agnostico ho avuto modo di sospendere per un'oretta il lavoro e scendere in chiesa e gli altri nessuno si e' degnato neppure di avvertirli? E se non fossi venuto perche' pur sapendolo ero pieno di lavoro? Mi prendevo i commentacci come tutti gli altri che non sono stati avvertiti?
Avevo smesso di frequentare la mia prima associazione di protezione civile per una diffusa testadicazzaggine fra i soci, ma a quanto vedo i tempi cambiano, ma i figli della proverbiale madre degli imbecilli restano sempre.
Non e' la prima volta che succedono cose strane, e sicuramente non sara' l'ultima, ecco perche' so che lentamente la mia presenza in associazione si limitera' ad intervenire nelle emergenze e/o nelle manifestazioni non di carattere religioso (diamo per buono il pranzo di natale, nel quale comunque non seguo la messa, ma diamolo per buono per rispetto dei poveri piu' che del famoso Natale scritto maiuscolo).
Mi auguro solo che tutto questo serva a qualcosa, perche' se dovessi cominciare a notare anche quella velata strafottenza che mi ha fatto smettere anche di donare il sangue, a mandare tutti a quel paese e tornare a dedicarmi ad altri hobby, non ci vuole molto; e dire che avevo anche proposto per l'eventuale prossimo pranzo di natale di regalare il mio breve spettacolo di fuga dalla corda indiana (se siamo nella stessa scuola me la posso giocare apparendo dall'altro lato della sala).

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