Il cuoco, in mattinata alle sei, ci propone la pasta al forno come pasto speciale domenicale. Vederlo lavorare e' uno spettacolo: dato che lavora nell'ambito industriale e ogni suo turno di lavoro prevede la preparazione di approssimativamente 2500-3000 pasti, quando si trova qui a doverne fare 750-850 (consideriamo sempre di fare non meno di una sessantina di pasti in piu' per evitare intoppi dell'ultimo minuto) ha la stessa tranquillita' che avrebbe una famiglia media che prepara un pranzo per tre persone; lo vedo che sbatte con la frusta la besciamella, dopo cinque minuti fa una pausa e si fuma una sigaretta.
E' domenica, per cui siamo tutti un po' meno fiscali con i buoni pasto e consentiamo l'arrivo di ospiti agli sfollati. Prevediamo poco meno di un migliaio di persone, ed infatti verso le 10:30 il cuoco fa un fischio al coordinatore Maurizio Rubino: "Mauro! Io ho gia' fatto 950 porzioni di pasta... direi che bastano, no?"
Novecentocinquanta porzioni sparse in una serie di teglie pronte da essere semplicemente infornate. Novecentocinquanta porzioni in un paio d'ore. Gosh: la sua tranquillita' aiuta anche noi a restare tranquilli e non fare le cose di corsa!
Stiamo per cominciare il pranzo, sono le 11 circa, quando all'improvviso in cucina si stacca la corrente. Il campo e' gestito dal gruppo elettrogeno della protezione civile, mentre la cucina (che si mangia una decina di kilowatt da sola) e la cella frigorifera (un grosso container-frigo coibentato e fornito di compressore) ne fa altri dodici-quattordici. Per questo sono collegati direttamente, invece, ad una linea Enel collegata al volo. Ma nel frattempo (lavorando anche la domenica, appunto) stanno predisponendo una nuova cabina di trasformazione dalla 20mila volt per dare energia al campo. E qui e' l'intoppo: infatti mentre noi cerchiamo di capire se la cucina e' senza luce perche' e' saltato qualche magnetotermico in giro, giunge un mezzo fuoristrada dell'Enel e ci spiegano che hanno staccato la luce in molti punti del circondario proprio per concludere questi lavori, e che la corrente non tornera' facilmente prima delle 17.
Un guaio! E ora che si fa, con una quantita' industriale di teglie da cominciare a mettere in forno?
Chiamiamo il responsabile del campo, parliamo con l'elettricista, infine lasciando la cella senza alimentazione (rimane pressoche' chiusa, quindi si puo' mantenere per quattro-cinque ore senza grossi problemi) e staccando dalla cucina un po' di roba a cui possiamo rinunciare: restano solo le ventole, le accensioni dei fuochi li risolviamo accendendo le varie fiamme pilota, la cosa che consuma di piu' e' il forno, ma ci accomodiamo lo stesso. Il problema e' che il pranzo scorre in avanti e, dalle 12:30 in cui dovremmo cominciare, ci vediamo costretti a cominciare con quasi un'ora di ritardo. Tutti gli sfollati sono gia' in fila da un pezzo, per cui ci scusiamo vigorosamente con tutti per l'inconveniente, ma la popolazione e' molto comprensiva e lascia correre, ricambiando invece con i complimenti per la qualita' dei pasti.
D'altronde alle persone che hanno perso tutto, quello che possiamo fare per farli sentire meglio e' letteralmente riempirli di cibo, affinche' non si sentano in guerra con i generi razionati, e anche questo sia di conforto. E' appunto un lavoraccio, ma un buon piatto di pasta appena fatto e' certamente preferibile a razioni precostruite che sanno di plastica come i piatti che li contengono.
A peggiorare le cose, ricomincia a piovere. Cerchiamo di sistemare alla meglio il telone sopra l'area piatti, spostiamo le pedane di latte prima che si facciano una doccia non richiesta, e avanti di questo passo.
Il coordinatore della prima squadra, Nuccio Russo, ci aveva detto prima di partire che erano disponibili cerate e stivali, e che quindi la squadra che partiva non aveva bisogno di caricarsele nello zaino. E invece cerate non ce ne sono per niente. Io ho la mia, donatami dagli amici dell'Aretusa Servizi Elevatori, perche' quando ho saputo che non serviva, ormai l'avevo messa in fondo allo zaino e non avevo voglia di toglierla. Sono l'unico con cerata. Ciccio Cefalu' ha un buon k-way e gli altri colleghi invece non fanno altro che inzupparsi di acqua sotto la pioggia...
Maurizio chiede al coordinamento, poi al sindaco (o vice-sindaco, non mi ricordo) e ad un assessore se e' possibile procurare delle cerate...
Finisce il pranzo verso le 14:30, ed e' il momento di mangiare noi, ma io invece prendo solo una pera e ne approfitto per salire al COC, mentre i colleghi mangiano e riposano un po', per fare il primo corposo aggiornamento del Blog: il tempo e' sempre poco e ristretto, per cui alla sera mi preparo un po' di appunti al portatile prima di andare a dormire, e ogni volta che ho cinque minuti, vado a fare i vari aggiornamenti.
In un momento di tranquillita', verso le 17, quando finalmente e' tornata la luce e la squadra dell'Enel ha finito di lavorare, chiediamo loro aiuto, piu' che altro al loro camion-gru, per spostare leggermente un container in maniera da fare spazio per metterne, in questi giorni, un altro: abbiamo parecchia roba da mettere protetta (latte, vino, carta igienica-casa-rotoloni etc) e poco spazio disponibile.
La cena, gestita come sempre correndo e volando, per fortuna viene invece servita senza ulteriori ritardi.
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