mercoledì 27 gennaio 2010

Microsoft Security Essential e UltraVNC

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Ho un cliente, che ha tre computer nel negozio (una specie di file server, un client in laboratorio e uno al banco). Per comodita' abbiamo installato sulle tre macchine il programma GNU/GPL UltraVNC, che permette di accedere a uno qualsiasi dei computer da qualsiasi altra postazione senza bisogno di spostarsi. Cosi' dal lab e' possibile verificare ad esempio uno stato su un programma presente in monoutenza sul pc del banco senza bisogno di spostarsi, o viceversa al banco e' possibile dare una sguardata a una comunicazione e-mail arrivata sul pc del lab.
Questo fino a ieri.
Perche' da bravo utente il cliente oltre ad avere le licenze di Windows e dei programmi installati (con tanto di openoffice per la gestione dei documenti), ha sempre comprato annualmente un antivirus multilicenza per almeno tre postazioni da reinstallare ogni fine anno, per tenere fede alle specifiche stabilite dalla normativa vigente sulla protezione dei sistemi informatici.
Fino a quest'anno, quando sia una mia segnalazione che la lettura da parte del cliente (che non e' affatto uno a digiuno di informatica) di vari forum hanno convinto alla scadenza dell'antivirus del 2010 a fare un passo importante. Disinstallare l'antivirus a pagamento, e installare Microsoft Security Essentials, l'antivirus fornito gratuitamente da Microsoft agli utenti con versione genuina di Windows.
O almeno, cosi' si e' fatto qualche giorno fa. Ma ora arriviamo a stamattina. Passo da lui per un saluto veloce e noto che sta combattendo con l'icona VNC per il collegamento diretto al banco.

CL: "Mi butta fuori senza aprire VNC, ma che gli prende?"
Io: "Password? No, aspetta, unable to connect to host, andiamo di la..."

Mi siedo al pc del banco, e noto con disappunto che l'icona del servizio VNC non e' presente sulla barra di avvio rapido. Start -> Tutti i programmi -> UltraVNC
L'icona di VNC Server e' bianca, come se mancasse il file, e infatti "Reinstall VNC as a Service" fallisce con "Ricerca di winvnc.exe in corso".

Io: "E' sparito il file winvnc.exe? E com'e' sparito? Se n'e' andato a farsi una passeggiata?"

Mi sorge spontaneo un dubbio, del tipo firewall+antivirus, e apro la schermata dell'antivirus Microsoft. Ed eccolo li', come vedete dal capture.
Non mi convinco, googlo "Microsoft Security Essentials VNC" ed ecco un paio di risultati interessanti.
Il primo: Microsoft spiega cos'e' VNC e a che cosa serve, ma CONCLUDE CHE E' UN SOFTWARE MALIGNO PER FORZA e spiega come tutelarsi: pensare che possa essere stato installato dall'utente PERCHE' GLI SERVE... manco per l'anticamera, eh?
Il secondo: la soluzione piu' efficace consiste nel disinstallare MSE e installare un altro antivirus.
Allora. Anzitutto una nota importante: UltraVNC e' un programma rilasciato sotto licenza GNU/GPL, e rilasciato ed utilizzato per scopi ben specifici, e quello che non concepisco e' che un antivirus che dovrebbe perfettamente integrato nel sistema NON GUARDA ANZITUTTO IN INSTALLAZIONE APPLICAZIONI PER VEDERE SE EFFETTIVAMENTE NON SIA STATO INSTALLATO MANUALMENTE, ma soprattutto, CHE PRENDE E MI CANCELLA UN SERVIZIO ED UN ESEGUIBILE SENZA DIRE NULLA.
Questo mi lascia molto amareggiato. Questa politica del "pensiamo noi alla tua sicurezza" e' uno dei motivi cardine che mi ha spinto ad abbandonare l'ambiente microsoft sul lavoro e sul tempo libero.

venerdì 22 gennaio 2010

Una piazza a Craxi? Perche' no?

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In questi giorni, che e' caduto il decimo anniversario dalla morte di Bettino Craxi.
Un personaggio controverso. De-facto un criminale con due condanne penali definitive piombategli addosso durante Mani Pulite, e che sia chiaro che mi trovo d'accordo con Antonio di Pietro che, ai commenti che definivano Craxi ad Hammamet l'esule, era solito rispondere: "la parola corretta in italiano e' latitante".
Ma uno dei presidenti del consiglio dei ministri, ed un personaggio che comunque e' entrato nella storia. E un personaggio a cui (ogni parola un link diverso) attualmente altre strade sono dedicate un po' in tutta Italia (addirittura l'ultima e' una piazza a Grosseto, wow!).
Fare i santarelli ora che gli si vorrebbe dedicare una piazza a Milano mi pare un tantinello fuori luogo, specie in virtu' del fatto che non e' una prima assoluta.
Ma non vedo perche' non intitolargli una piazza.

PIAZZA BETTINO CRAXI
premier italiano morto da latitante ad Hammamet, Tunisia

A futura memoria per tutti di quanto in basso potrebbe cadere la politica italiana. Affinche' non venga cancellata la memoria storica, ma la si conservi.
E sono per una proposta che potrebbe ugualmente far storcere il naso.
Perche' non dedicare le piu' imporanti caserme italiane dei carabinieri a terroristi italiani? Per esempio il comando carabineri di Monterotondo da dedicare a Renato Curcio (e quello di Trento a Mara Cagol, ovviamente!)

Ma forse un motivo per non fare quello che dico c'e'. Forse il motivo e' che sto facendo del sarcasmo di bassa lega. Ma sinceramente se vogliamo conservare la storia italiana dedicando vie e piazze a criminali condannati in via definitiva, perche' bisognerebbe limitarsi solo a Craxi? Perche' "lo facevano tutti"? Davvero?

giovedì 21 gennaio 2010

Diario di un compratore on-line

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Sono iscritto su ebay da moltissimo tempo. E compro da moltissimo tempo. Soprattutto da quando ho preso molti anni fa la Poste-Pay, perche' trovo comodissimo avere a disposizione una carta su cui carico l'importo che mi interessa spendere e opero on-line nella condizione che in caso di problemi o furto d'identita', al massimo per fare una transazione da 95 euro ce ne carico 100, e "a vuoto" non ci sono mai piu' di 10-15 euro: se cercando di giocare gli do un bel colpo di forbice e si attaccano tutti al tram (a parte che gira sul circuito visa electron con una sicurezza a dir poco eccezionale, e che usando praticamente da sempre Paypal, l'accoppiata da soddisfazioni non indifferenti).
Acquisto molti piccoli gadget, soprattutto da fuori Italia, in particolare un sacco di gingilli che mando a ritirare dalla Cina, da Hong Kong o da Shangai (mah, mi pare che il 99% della roba poi parta sempre e solo da Shenzhen). La calma e' la mia virtu' in tal senso (una spedizione con posta ordinaria dalle terre orientali impiega generalmente circa un mese ad essere consegnata in Italia), e solo talvolta e per ristrette cose ho chiesto l'uso del corriere espresso [mediamente 15US$ (circa 10 €) in piu' sulla spedizione], ottenendo di contro una consegna in tempi astronomicamente piu' brevi (una radio Puxing PX-777 Plus UHF partita un lunedi' e arrivata qui il venerdi' della stessa settimana...).
Ma tanto so aspettare, e dato che ordino soprattutto gadget piccoli, introvabili in Italia e con prezzi piu' che ridicoli, aspetto con piacere il mese di tempo di spedizione.
Sono su ebay da tempo, dicevo. Abbastanza da aver racimolato un po' di feedback positivi, ma soprattutto da essermi fatto una certa nomea soprattutto fra i venditori internazionali.
Perche' ho due abitudini molto importanti e utili. La prima: per fare una transazione metto l'oggetto che mi interessa sul "mio ebay", carico la postepay, poi faccio "Compralo subito" (ogni tanto partecipo alle aste, ma con la roba estera preferisco sbrigarmi in un attimo) e pago nel giro di 30 secondi.
Poi comunico al venditore la conferma dell'indirizzo di spedizione, e la nota:
I already know it will take time to deliver (it usually took 5 to 10 days from UK and Germany, 15 to 21 from USA and Australia, and 21 to 28 from China, Hong Kong and Singapore), so don't worry about informing me of this, please just inform of when you've sell the package. You'll get a 100% positive feedback upon receival of the item.
E fin qui, niente di strano. Molti mi ringraziano, confermano la spedizione e compagnia briscola.
Il punto viene dopo. Generalmente, salvo che riceva l'oggetto entro 28-29 giorni, al trentesimo invio un'altra comunicazione al venditore:
Hello there, this is just to inform you that i didn't forget you. ;)
As you may have noticed, i've bought from you an object (XYZ) on $DATA, and you haven't received a feedback yet. Don't worry: it is just because i still haven't received the package. It usually may take a little more tha 28 days to be delivered in Italy, and however when i'll receive it, i'll bring you a 100% positive feedback. So again, don't worry, we both have just to wait a little more. ;)
Anyway, if there should be any troubles (eg. the item is still missing after 45-50 days from transaction) i'll contact you further. Thank you for now, and goodbye.
A questo punto diciamo che un 75% dei venditori mi ringrazia per il contatto, mi dice che in caso di grossi ritardi e' anche disponibile a restituire il denaro (chiedendomi di avere l'onesta di rimandare il denaro all'arrivo del pacco) o spedire nuovamente l'oggetto. Perche' alla fine non stiamo facendo una transazione con una macchina, e mi pare corretto tenere informato il venditore dello sviluppo della transazione.
E' il restante 25% quello che mi mette in imbarazzo. L'impressione che ho e' che alcuni venditori abbiano a che fare con gente che si fa pungere facilmente sul vivo, e si rivolga spesso loro con tutta la maleducazione e l'odio che lo strumento dell'email possano offrire. E a questo messaggio mi rispondono intimoriti e preoccupati come se stessi lanciando loro delle accuse.
Oggi ho faticato non poco a tranquillizzare un ragazzo che mi ha venduto una custodia da cintura per il nokia 6680 (la mia e' stra-demolita) e che risulta spedita il 19 dicembre passato. Ce n'e' voluto per fargli capire che lo stavo contattando solo per dire: "ehi, lo so che e' passato un mese e non hai ancora visto un feedback: non ti preoccupare, e' solo perche' sto ancora aspettando la consegna. Niente paura: se arriva da qui ai prossimi 15 giorni, ti becchi un feedback positivo, se no, ti ricontatto e troviamo una soluzione". Io ho anche lasciato due feedback positivi con la motivazione "Didn't received, but we've got a good communication and i was full refunded".
D'altronde lo strumento del feedback negativo e' bene utilizzarlo quando il venditore sta chiaramente pestando i piedi apposta, e non per ripicca.
Pero'... mah: alcuni venditori italiani minacciano la denuncia per i feedback negativi... un amico pero' ordino' un componente informatico di certe caratteristiche, dopo avergli chiesto piu' volte per e-mail se erano ESATTAMENTE quelle le caratteristiche. Arrivato il componente, diverso: un modello di almeno tre anni piu' vecchio.
Ricontattato il venditore per chiarimenti, e' stato trattato a pesci in faccia. Ha minacciato un feedback negativo, ed e' stato subito minacciato di denuncia.
Sapete che ha fatto? Ovvio: un bel feedback negativo e l'apertura immediata della controversia. Il venditore, mogio mogio, ha proposto il ritiro del feedback dietro pieno risarcimento del costo restituendo l'oggetto.
L'amico gli ha inviato il pacchetto indietro con posta raccomandata (e tracking), ma a quel punto il venditore e' tornato sui suoi passi rifiutando il risarcimento con una scusa (ma si e' tenuto il feedback negativo).
Risultato? Altri sei feedback negativi per motivi similari nei giorni seguenti e poi... magia: fuori da ebay. Solo che la denuncia se l'e' presa lo stesso. No, non il mio amico, il venditore che gli deve restituire i danari. Via paypal ha ottenuto una parte di risarcimento, ma...

... ecco perche' sostengo che comunque bisogna controllare sempre i feedback di chi vende e curare molto i propri feedback mostrando sempre disponibilita' e gentilezza. Anche se con gli stranieri a causa di qualche problema linguistico e' difficile dimostrare la propria gentilezza. (((-:

martedì 19 gennaio 2010

Il sintomo dei tempi che cambiano

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Pensiamo al passato. Non troppo remoto, ma pensiamo comunque per un momento al passato.
Pensiamo alle catastrofi del passato. Non necessariamente alle piu' grandi, ma pensiamoci.
Pensiamo al terremoto di Siracusa del 1990, alle alluvioni di Umbria e Marche, a Sarno... ma anche alle grandi eruzioni vulcaniche del passato, ai grandi terremoti... diciamo fino almeno a una decina di anni fa.
Poi i tempi cambiano.
Google. Un motore di ricerca. Visivamente e' semplice: una barra ove digitare i termini di ricerca, pochi link circostanti in una pagina fondamentalmente pulita e un paio di bottoni per la ricerca generica o per portare direttamente al primo sito.
Ma i tempi cambiano. E certe notizie scuotono tutto e tutti. Anche gli uffici di Google. E compare un piccolo link, proprio li', sotto la barra di ricerca:
Informazioni, risorse e aiuti per la popolazione di Haiti colpita dal terremoto.
Come era successo per lo tsunami in Indonesia. Come era successo per il terremoto in Abruzzo.
Il segno dei tempi che cambiano e' anche questo. E' una catastrofe, che puo' definirsi grande non gia' quando riempie le pagine dei giornali o gli altri media, come avveniva nel passato. E' una catastrofe che puo' definirsi grande quando Google gli dedica una breve paginetta di informazioni.

Grande e' la catastrofe avvenuta nell'area haitiana. Grande perche' ha colpito una terra povera, falciando vittime fra gente che non aveva gia' di che vivere. Mi stupisce non poco l'ipocrisia di chi adesso pensa a tutti i bambini divenuti orfani e che rischiano di morire sotto le macerie, quando l'opinione pubblica non ha mai considerato che questi bambini prima del terremoto morivano di fame e di stenti nella migliore delle ipotesi entro il quinto anno di eta'. Salvo essere venduti dalla famiglia in cambio di denaro o cibo. Due mesi fa i bambini morti sotto una scuola a Port-au-Prince non avevano fatto lo stesso scalpore. Nessuno ha provato a correlare lo sciame sismico Haitiano con la possibile ipotesi dello sciame sismico abruzzese. Nessuno ha pensato due mesi fa di provare a costruire un piano di fuga, una modalita' di aiuto per la popolazione. Nessuno aveva previsto non gia' il terremoto (perche' non e' prevedibile, non giochiamo), ma almeno come gestire un palese rischio sismico. No.
Perche' fa piu' onore struggersi davanti ai bambini. Perche' fa piu' onore andare a scavare tra le macerie (e per carita'! Meno male che gente di buona volonta' che sa tirarsi su le maniche c'e' ancora), piuttosto che fare un po' di sana prevenzione. Ma tanto Haiti... povero e pazzo. C'era, anzi no, c'e' ancora, la guerra civile a Haiti. C'era una delegazione delle Nazioni Unite, c'erano i caschi blu, che comunque in certi quartieri di Port-au-Prince non ci andavano. Nonostante avessero i blindati, e i mitra, non ci andavano.
Tuttora ci sono agglomerati e paesi del circondario della capitale haitiana che sono nelle mani di criminali di ogni genere e grado. Non e' neppure facile fare beneficenza cosi', ma non si puo' lasciarli al loro destino, e' ovvio.

Invito tutti quanti a fornire l'aiuto possibile, e in questo momento quello che serve maggiormente e' il sostegno economico. Non vi indignate (come qualche giornale che ho visto stamani) perche' le crociere e i turisti continuano a venire. Haiti vive con il turismo, e non bloccare del tutto la sua economia e' anche un passaggio doloroso ma importante per permettere a quella terra di risollevarsi.

mercoledì 13 gennaio 2010

Terremoto

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[foto: Reuters TV - tratta da www.times.com]
Giorno 8 novembre una scossa di terremoto ad Haiti aveva raso al suolo tra l'altro una scuola a Port-au-Prince.
Oggi una bella ripetizione, solo che stavolta non e' crollata solo una scuola, stavolta l'intero circondario della capitale Haitiana e' stato praticamente raso al suolo.
Una scossa di magnitudo compreso fra 7 e 7.3 sulla scala Richter [si cominciasse a usare tutti la scala del momento sismico si comincerebbe a capirci meglio qualcosa, in virtu' del fatto che l'affidabilita' della scala Richter e' a dir poco pirotecnica: sapevate che in base al funzionamento della scala e' possibile registrare terremoti (strumentali, d'accordo, ma sempre terremoti) con magnitudo negativa?], per avere un termine di paragone considerate che quello in Abruzzo e' stato dichiarato approssimativamente fra 6.3 e 6.7 di magnitudo.
La situazione non e' ancora del tutto sotto controllo, le notizie giungono in maniera frammentaria data l'interruzione dei mezzi di comunicazione e della corrente, ma di certo non c'e' nulla di semplice.
Ci sono anche italiani che vivono in quelle zone, e mentre vi sto scrivendo le notizie provenienti dalla Farnesina riguardano la ricerca di informazioni sui circa settanta italiani che vivono stabilmente in quelle zone e su una serie di lavoratori italiani che si trovavano sul posto al momento del sisma.
Di nuovo mi sento moralente vicino alle vittime del sisma, e moralmente vicino ai soccorritori e volontari. Vi invito a farvi coinvolgere nell'emergenza, almeno offrendo aiuto economico nel sostegno dell'emergenza, perche' la situazione in quelle aree e' grave, e la gestione dell'emergenza rischia di durare anche piu' di un anno.

lunedì 11 gennaio 2010

Chūken Hachikō - storia di un cane

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Si chiamava Hachi [divenne Hachiko perche' in giapponese il suffisso -ko e' un vezzeggiativo (anzi, per la precisione divenne Chucken Hachiko, ossia "Cane fedele Hachiko")].
Era un cucciolo di Akita Bianco, trovato per caso nella prefettura di Akita, in Giappone. Fu adottato da Hidesaburo Ueno, un professore universitario del dipartimento agricolo di Tokio.
Maggiori informazioni sulla pagina a lui dedicata su Wikipedia.
E' solo un cane, diranno molti miei lettori. Si', e' solo un cane, ma un cane molto speciale. Un cane che vanta una statua davanti alla stazione ferroviaria nel quartiere di Shibuya (quella nella foto). Un cane a cui e' stato dedicato un film in uscita nelle sale proprio in questi giorni, un film intitolato semplicemente "Hachiko", il remake americano di un omonimo film del 1987 ("Hachiko Monogatari") che vuole raccontare a tutto il mondo la sua storia.
Il professor Ueno adotto' questo cane quando era molto piccolo; era un pendolare, e si spostava per lavoro tutti i giorni in treno. E tutti i giorni Hachi lo seguiva fino alla stazione, poi tornava a casa e ritornava alla stazione alle tre del pomeriggio, quando Ueno ritornava dal lavoro.
Il 21 maggio 1925 il professor Ueno fu colpito da un ictus mentre si trovava all'universita', e mori'. Hachi ritorno' quel giorno alle tre del pomeriggio alla stazione per aspettare il suo padrone, e non vedendolo arrivare rimase ad attenderlo a lungo. Ma non solo. Ogni giorno alle tre del pomeriggio si recava alla stazione di Shibuya ad aspettare il suo padrone. Ogni giorno, per dieci anni, fino a quando l'8 marzo 1935 non mori' di filariasi.
La storia di Hachi colpi' tutto il Giappone: moltissimi andavano a visitare la stazione di Shibuya per poter incontrare Hachi. Moltissimi si prendevano cura di lui.
La data della sua morte fu dichiarato il lutto nazionale e la notizia riempi' le prime pagine dei principali quotidiani giapponesi.
Hachi e' ricordato come simbolo di fedelta' ed amicizia.
Io qualche tempo fa parlai di film che incutono commozione, e ritorno su questo argomento perche' voglio invitare tutti a guardare il film "Hachiko - Il tuo migliore amico" e conoscere la storia di questa bestiola; io non ho ancora avuto il tempo di vedere questa produzione, che sono comunque sicuro che riuscira' a strappare lacrime: anche adesso che racconto la sua storia sul blog mi sento un grande rilassamento nel cuore.
Io sono un grande amante degli animali (tutti gli animali), ed ho sempre avuto un rapporto di grandissima amicizia con i cani (rapporto che spesso e' stato ricambiato: Francesco Candelari si ricordera' di certo il rapporto di reciproca amicizia fra me e Argo). E ripeto: invito tutti quelli che trovino la possibilita', a guardare quel film, ed imparare in un momento in cui l'amicizia e la fedelta' sono diventate parole vacue, che esiste ancora la vera amicizia.

venerdì 8 gennaio 2010

Quando le cose... stanno per scappare

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Un amico mi chiede di accompagnarlo per prendere un computer nuovo. Ha visto un pc in offerta in un centro commerciale sotto natale, ma siamo dubbiosi che l'offerta sia rimasta. Il pc era un compatto, completo di monitor a 699 euro, e con determinate caratteristiche (quad core, sei giga di ram, un tera di hard disk e via cosi').
Il pc non c'e', perche' ovviamente l'offerta e' finita. Mentre il cliente ripiega per prendere un nuovo monitor per il suo computer attuale (perche' il monitor che si ritrova comunque non funziona) io mi allontano per andare un momento in bagno. Tornando vedo un computer in offerta. 719 euro, stesse caratteristiche di quello che voleva prendere il cliente. Se non fossi andato in bagno non ci sarei passato davanti, e non l'avrei visto...

lunedì 4 gennaio 2010

La fine delle feste, l'inizio di un anno

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Ho archiviato le feste (come? L'epifania? Un giorno rosso sul calendario in mezzo a una domenica, ma niente di piu') e ripreso il lavoro, dopo le corse e i salti mortali del mese di dicembre.
Per una volta, non vi chiedo come avete passato il capodanno, e non mi va di raccontare come lo ho passato io, perche' a causa del lavoro e dello stress ho fatto la scelta di un capodanno di esclusivo relax.
Pero' una cosa la considero. Una mia amica mi ha detto: "mi sono sentita con un'amica in questi giorni, e mi ha detto che non sa che cosa organizzare per divertirsi il 31 dicembre, perche' vuole divertirsi per forza".
La considero per ovvi motivi, per quel vuole divertirsi per forza. Perche' c'e' gente che non e' capodanno se non ci si diverte, se non si da fuori di matto.
Allora. Ragioniamo. Una considerazione veloce, proprio "fra parentesi quadre" dato che le tonde sono per raccontare qualcosa intorno al capodanno. Io ogni mattina mi sveglio fra le cinque e mezza e le sei meno un quarto. Sempre. Anche se sono in vacanza, perche' l'abitudine e' questa [e tralasciando la mattina del due gennaio che alle sei ero in pigiama in balcone a mettere via le piante che svolazzavano (la yucca: mi si e' ribaltata anche quella! PESA UN QUINTALE MA SI E' RIBALTATA ANCHE LEI!!!) a causa della bufera di vento].
Ma per quanto uno possa essere giovane e forte, svegliarsi alle cinque e mezza di mattina anche se a dormire ci sono andato all'una e mezza di notte, non va bene. Non va *affatto* bene (da quando ho smesso di guardare la tv, il mio orario di addormentamento e' compreso fra mezzanotte e l'una, salvo che non sia proprio stanco e alle 22:30, le 23 al massimo, crollo), e pertanto di solito recupero il sabato pomeriggio, la domenica pomeriggio e tutti i pomeriggi dei giorni festivi dormendo almeno due orette e mezza. Con questo ponte festivo anche di piu'. Ma a dicembre, per tutto il mese di dicembre, io ho praticato un lavoro di Leopardiana memoria ("matto e disperatissimo"), che mi ha impegnato *tutti* i giorni di dicembre (sabati e domeniche inclusi) dalla mattina prima delle otto a ogni sera oltre le nove.
Il 24 dicembre pomeriggio sono stato da un cliente per la reinstallazione del server. Sono stato li' tutto il pomeriggio, fino quasi alle 22. Il giorno dopo, il 25, avrei voluto riposare ma sono stato invitato al pranzo di natale a casa di Francesco Candelari. Un invito piacevole e un pomeriggio piacevole, per carita', ma avrei preferito tirare un po' il fiato, e infatti il 26 sono rimasto a casa e totalmente irreperibile. Tutto perche' il 27 (domenica) sono anche stato aperto e sono venuti diversi clienti, uno che mi ha tenuto in ufficio sino quasi all'una.
Per il 31 ho preso diversi inviti per una serata fra amici, e di questo ne sono lieto, e dispiaciuto di non essere andato da nessuno ma...

... anzitutto io ho preso tantissimi inviti. Con il piacere di essere stato invitato da tantissime persone, una delle cose che mi e' rimasta sullo stomaco e' la seguente. Diciamo che un 70% mi ha chiamato per esordire con: "Tu la notte del 31 sei a casa mia"
E io: "Ma veramente avrei altri programmi..."
Amico: "No, li disfi perche' abbiamo gia' organizzato tutto e tu devi venire..."
*Devo* venire? Ma chi sei, il comandante?
Altri mi hanno invitato con meno veemenza, ma hanno insistito. Il 30 dicembre per lavorare ho saltato anche il pranzo. Mi ha telefonato Maurizio, collega della protezione civile, all'una e mezzo e mi ha sentito *delirare* mentre gli spiegavo che ero in ufficio per prendere degli attrezzi con cui dovevo svolgere una serie di operazioni e che avrei saltato il pranzo.
Io soffro di gastrite. Da stress, naturalmente (mi passa quando comincio le vacanze) ma il sonno perso e le corse fatte per tutto il mese di dicembre mi hanno spezzato in quattro, ragione per cui sono arrivato al 31 stanco, spossato, con l'acidita' che mi usciva letteralmente da tutti i pori (la notte fra il 30 e il 31 mi sono svegliato alle tre di notte e sono rimasto sveglio fino alle quattro con tutto l'esofago che mi bruciava come l'inferno).
Il mio stato d'animo? Assolutamente nessuna intenzione di mangiare, nessuna voglia di stare in mezzo a gente che si voleva divertire, nessuna voglia di stare in mezzo alla gente tout-court, nessuna voglia di fare nulla dal 31 sera sino al 3 sera.
Nessuna. E ne avevo un gran bisogno, unito ad un bisogno psicologico di allontanarmi da Siracusa. Sono stato con due amici vicino Nicolosi, nella villa di uno dei due, perche' il programma e' stato: cena con ravioli in brodo e petto di pollo in bianco, ai ferri. Divano, copertina, tv, e abbiamo guardato due film leggeri fino all'una meno un quarto. Poi letto, e la mattina del primo gennaio verso le nove siamo tornati a Siracusa perche' ho sistemato casa e trascorso finalmente la sera del primo gennaio come volevo io e in compagnia di una persona speciale.
Ma di nuovo niente divertimento a tutti i costi: solo relax, divano, un film e nulla piu'. E il due anche sono rimasto a casa. Il punto e' che ci vuole un po' di relax. Sempre. Soprattutto dopo un mese difficile come quello che ho passato.
Ora sono in ufficio, il lavoro e' ricominciato. Prossima pausa? Boh, il sei gennaio saro' chiuso, il resto si vedra'. (-: