Giorno 2 e 3 ottobre a Palermo c'è stata la visita di Benedetto XVI.
Un'occasione per mostrare il lato migliore di noi siciliani.
Ma anche un'occasione per mettere alla prova la macchina della protezione civile, che ha risposto in maniera corretta ed, oserei dire, esemplare.
Ma una macchina che ha risposto così come avevo previsto: come una macchina messa in funzione non per gestire il pubbico e i volontari, bensì una macchina messa in moto per osannare il pontefice.
Ecco perché sin dall'inizio ho espresso una posizione chiara, netta e precisa per non partecipare a questa manifestazione. Perché non esiste il valore indicato da molti colleghi "tu non devi pensare che noi siamo lì per il Papa, perché noi invece siamo lì per la gente", perché non è affatto vero: questa non è un'emergenza, noi non siamo nel campo dei terremotati dove viene il Santo Padre a trovare le popolazioni colpite, e ci troviamo già lì per loro e non per lui.
Noi si sarebbe andati tutti lì per lui. Anzi, prendete qualsiasi giornale e leggerete come proprio tutti quanti sono stati lì per il Papa.
Ed io le mie posizioni non le cambio: da agnostico razionalista, di fronte ad un emergenza preferisco mettere le popolazioni davanti al mio lavoro, mentre di fronte al Papa preferisco mettere il mio lavoro davanti al presunto valore del volontario cristiano. Soprattutto perché ritengo a buona ragione di avere dei grandi valori morali senza bisogno di quelli spirituali. (-:
Ora, la vignetta (molto nota fuori dall'ambiente italiano, e di cui ho pubblicato la versione tradotta dall'amico Asbesto Molesto) che ho posto all'inizio dell'articolo vorrebbe lanciare un messaggio. Oddio, in realtà in questo periodo in cui molte vignette sono state causa persino di omicidi (come il sacerdote italiano freddato da un estremista a Trebisonda), il messaggio che vorrei lanciare non è così estremo come potrebbe sembrare (non ho intenzione di rompere in due nessun crocifisso, salvo che qualcuno non lo usi per percuotermi ripetutamente sulla capoccia).
Il punto è semplice. Eppure, per quanto sia semplice, a molte persone semplicemente non vuole entrare in testa.
L'ho appena detto: io sono un agnostico razionalista.
Significa che sono capace di costruire il mio bagaglio di valori morali basandomi sulle esperienze della mia vita, senza bisogno dell'indottrinamento forzato di un movimento culturale, politico o religioso di sorta.
Significa che non credo in Dio, o che comunque un'eventuale entità divina non abbia alcuna influenza a latere sulla vita umana, sia essa terrena o ultraterrena.
Ora, questo è un concetto molto semplice, come dicevo. Eppure questo concetto vive delle interpretazioni più pittoresche di chi proprio non vuole assolutamente pensare che esista: una volta un amico mi disse "il tuo ragionamento è da scomunica". Scoppiai a ridere: "davvero? Allora anche gli Ebrei lo sono, anche i Musulmani, anche i Buddhisti... La scomunica è un concetto che si può applicare solo a una persona cattolica, ed io, per quanto ti venga difficile da concepirlo, NON SONO CATTOLICO".
Prendiamo un lettore medio: sei cattolico, ossia credi in Dio, nella Madonna, in Gesù Cristo, nella Chiesa etc. etc.; o invece sei, magari, induista: credi nella reincarnazione, nel rispetto dell'equilibrio naturale etc.
Io rispetto le scelte di vita degli altri, di chi mi sta intorno. Rispetto ogni scelta di vita quale percorso volto a formare la propria coscienza, perché proprio il nostro modo di rapportarci con la spiritualità e la coscienza fa di noi degli esseri umani, e non degli animali. Lo rispetto indipendentemente dal percorso che è stato scelto, motivo per cui rispetto anche i cattolici. Ma torno a citare una bellissima frase sentita nel film "Il volo della Fenice" e che faccio mia in questa battaglia: "La spiritualità unisce gli uomini, la religione li divide".
Perché quello che non riesco a capire, ormai nel ventunesimo secolo, è invece questo bisogno concreto di appiattire la coscienza di tutti quanti con scelte dettate più da una interpretazione falsamente laica che da un vero bisogno di muovere la coscienza degli italiani.
Ora, io di certo nelle mie scelte non sono perfetto, ma quantomeno sono sempre molto ponderato. Al contrario di moltissimi politici, parlamentari o persino sacerdoti che alzandosi a grandi, unici e perfetti maestri di retorica continuano a lanciare strali in direzione di omosessuali, atei, importanza del rispetto della vita umana (ah, come quella che certi prelati hanno avuto nei confronti dei bambini, vero?) sopra al diritto di ogni uomo libero cittadino di un paese civile di disporre della propria vita e delle proprie scelte di coscienza come meglio crede.
In un paese civile, dove chi è cresciuto pascendosi all'ombra dei sani principi del cristianesimo non venga da me ogni giorno a darmi lezioni di moralità cristiana, o soprattutto si comporti ignorando il mio agnosticismo anche se gli è stato spiegato mille volte, o peggio ancora comportandosi come il personaggio della vignetta, per continuare a dire che è la scelta sbagliata, cattiva, e che va cambiata e criticata ad ogni istante.
Io, come ho detto, non ho mai criticato nessuno per le sue scelte religiose, ma dopo diversi anni in cui mi sono visto sempre e solo criticato e, soprattutto, trattato da moltissimi cristiani (ma anche da praticanti di altri movimenti religiosi) come un loro pari che sta uscendo dalla retta via del Signore e che debba esserne riportato dentro con la forza, mi sono stufato.
Dico ai miei familiari che ho messo il lavoro davanti all'ipotesi di andare a Palermo per il Papa, e sapete la risposta? "Eh, ma che antipatico che sei".
Ma che razza di modo eh? Sono io quello antipatico? Non quelli che vengono a dirmi di andare dal Papa? Bene! Allora lo sapete che c'è di buono? Che d'ora in avanti io mi riservo di rispondere a tono con la vostra stessa moneta. L'educazione, l'amor di pace e il senso del quieto vivere sono sentimenti che *devono* *essere* *reciproci*.
Ma vi prego di guardare di nuovo la vignetta. Perché adesso sono quello che vi strappa il crocifisso di mano e tenta di spezzarlo: prima di rispondermi che ci vuole un po' di rispetto, chiedetevi quanto rispetto avete avuto nei miei confronti, e soprattutto nei confronti delle mie scelte...
Chiedetevi quante volte mi avete parlato del valore della pasqua, del natale, delle "feste comandate" e quante volte vi ho risposto che pratico una pausa nel lavoro perché "sono giorni rossi sul calendario". Chiedetevi quante volte vi ho spiegato che la vostra idea di santificare le feste non mi fa né caldo né freddo. Chiedetevi perché non ho nessuna intenzione di sposarmi in chiesa, perché ho scritto sul mio testamento biologico (una cosa che la vostra chiesa ripudia perché pretende di mettere davanti al mio libero arbitrio il *loro* valore di rispetto della vita umana, che per i cristiani non è discutibile, sebbene discutibile lo sia eccome) che non voglio ricevere i sacramenti religiosi.
Ve lo ripeto ancora una volta: io sono un agnostico razionalista (come dite? "non mi stancherò mai di ripeterlo"? No, sbagliato: "mi sono stancato di ripeterlo, e dopo questo articolo non darò più giustificazioni a nessuno", per cui sappiatevi regolare). Non significa che sono un cristiano che ha perso la retta via, significa che non pratico la vostra religione né i vostri valori spirituali, e che come io rispetto voi e le vostre scelte logistiche in tal senso, mi aspetto da parte vostra il massimo rispetto delle mie...
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