lunedì 2 maggio 2011

Il Te è morto, viva il Te

Un veloce gioco di parole (stamani su facebook ho scritto "Osama è morto, viva Obama") per prendere la notizia del giorno: il ritrovamento [e la morte (avvelenamento da piombo americano)] del terrorista Osama bin Laden.
Mentre si rincorrono le notizie sui media internazionali, e mentre girano alcune presunte foto del terrorista ucciso (che alimentano più dubbi che altro), io invece riprendo un commento alla notizia che è passato stamattina su RTL 102.5: "e adesso Barack Obama si è garantito la rielezione nel 2012".
Colgo l'occasione per ricordare che per George "Walker Texas Ranger" Bush junior, qualche anno fa, in vento di rielezione offrì al congresso la testa del dittatore iracheno Saddam Hussein. Perché in Italia, con le poche notizie che circolavano sui media e passavano il tempo ad incensare l'amico americano, molti persero di vista cosa successe veramente quel giorno. Perché quel giorno Bush si presentò al congresso gongolante per la cattura del dittatore, e il congresso (tutto: repubblicani e democratici!) rispose per le rime: "Bene! Bravo! Siamo andati in Iraq per catturarlo, quindi adesso possiamo entro due~tre settimane al massimo organizzare il rientro delle nostre truppe: non c'è più alcun motivo per rimanere in Iraq"
Una situazione che tutto l'entourage di Giorgino non si sarebbe mai immaginata: offrire su un piatto d'argento la testa del dittatore sarebbe costato la testa dello stesso presidente sullo stesso piatto. Bush ha rischiato un clamoroso impeachment per voler continuare la battaglia in Iraq.
In Italia moltissimi (persino miei amici) erano convinti che quella cattura era il primo passo per la rielezione di Bush, e che in prossimità delle elezioni avrebbe tirato fuori Bin Laden proprio per garantirsi la rielezione. Convinti, sebbene a quel punto fosse chiaro che una eventuale tirata fuori di Bin Laden entro le elezioni sarebbe costata le immediate dimissioni del presidente, piuttosto.
Non mi stupisce che durante tutto il mandato del presidente più guerrafondaio (quel presidente che con tutti i repubblicani ha dichiarato l'ONU superata, pretendendo di insegnare gli USA la democrazia al mondo, sebbene l'ONU esista proprio per evitare di far funzionare la "Legge del Più Forte") di Bin Laden non si sia avuta nessuna notizia specifica sulla sua ricerca.
Quello che mi stupisce è che il capoccia della più grossa cricca di terroristi mondiale sia stato pescato in Pakistan. Mi stupisce, perché dai tempi dell'undici settembre molti complottisti hanno continuato a sostenere che non fosse in Afganistan (e fin qui, niente di strano), bensì proprio in Pakistan.
Il punto è che non ci sono state famiglie di complottisti che puntavano ad altri paesi mediorientali. Non si parlava di Bin Laden in Turkmenistan, in Kagikistan, in Kecavolonesostan o compagnia cantante: buona parte dei complottisti avevano buona idea sul fatto che il terrorista yemenita fosse proprio in quel paese arabo.
E buona parte dei complottisti di certo non sapevano che fosse lì perché lo sono andati a trovare, ma da qui a dire che ci sono voluti dieci anni dall'undici settembre per essere sicuri della sua posizione, e non provare minimamente a discutere i trattati bilaterali di amicizia con uno Stato che gli ha dato, virtualmente, asilo per lungo tempo... non lo so.
Io prendo questa notizia della sua morte con un certo senso di soddisfazione (anche se sono del parere che un uomo, anzi, un "ominicchio" del genere avrebbe meritato anni e anni di condanna ai lavori forzato facendo le attività più umili e aberranti, come scavare buche nella roccia al solo scopo di tapparle e riscavare un metro più avanti), ma a questo punto mi chiedo, sinceramente, che influsso avrà sulla presidenza dell'uomo che è salito alla guida degli Stati Uniti, sui cui pesa inesorabile il macigno di un Premio Nobel per la Pace nel 2009.
Obama, sin dall'annuncio della morte del terrorista yemenita, sul suo discorso televisivo agli USA, sottolinea:
Today, at my direction, the United States launched a targeted operation against that compound in Abbottabad, Pakistan. A small team of Americans carried out the operation with extraordinary courage and capability. No Americans were harmed. They took care to avoid civilian casualties. After a firefight, they killed Osama bin Laden and took custody of his body.
For over two decades, bin Laden has been al Qaeda's leader and symbol, and has continued to plot attacks against our country and our friends and allies. The death of bin Laden marks the most significant achievement to date in our nation's effort to defeat al Qaeda.
Yet his death does not mark the end of our effort. There's no doubt that al Qaeda will continue to pursue attacks against us. We must - and we will - remain vigilant at home and abroad.
As we do, we must also reaffirm that the United States is not - and never will be - at war with Islam. I've made clear, just as President Bush did shortly after 9/11, that our war is not against Islam. Bin Laden was not a Muslim leader; he was a mass murderer of Muslims. Indeed, al Qaeda has slaughtered scores of Muslims in many countries, including our own. So his demise should be welcomed by all who believe in peace and human dignity.

[evidenziazione mia, ndG]
Perché la guerra al terrorismo non è finita, e questa guerra che non è all'Islam, rappresenta comunque una battaglia contro chi, facendosi scudo di una religione, cerca di portare il mondo a un oscurantismo degno del periodo medioevale più profondo. Mi chiedo, però, quanto gli USA siano disposti a mettere ancora in gioco.
Il costo economico di questa guerra al terrorismo è senza fondo, ma più di ogni altro, è il costo in vite umane che stanno pagando gli USA, la cosa più inquietante: fra Iraq e Afganistan, gli USA hanno perso molte più persone di quante ne sono morte sotto le torri gemelle.
Io mi chiedo quanto possa durare tutto questo. Mi chiedo per quanto tempo crederemo ancora che la democrazia si può esportare con i bombardamenti e le occupazioni, piuttosto che con una palese diffusione della cultura, della scolarizzazione e del concetto che le donne non sono un oggetto da usare per sfornare figli (complimenti alle quattro mogli e ai venticinque figli di Bin Laden: questo significa probabilmente che quando le quattro donne erano contemporaneamente incinte, Osama deve aver praticato molto anche l'arte di Onan). A forza di spargere sangue innocente, io più che l'esportazione della democrazia, vedo solo una palese esportazione di emocrazia...

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