martedì 28 maggio 2013

Raccolta rifiuti in sciopero

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A Siracusa già non molti giorni fa c'era stato un breve sciopero dei dipendenti dell'Impresa Generale Manutenzioni, conosciuta in città per l'acronimo IGM, che non ha a che fare con le cartine topografiche bensì con la raccolta dei rifiuti urbani.
I dipendenti, infatti, aspettano ancora di ricevere alcuni stipendi arretrati. E se prima hanno promesso loro di provvedere entro breve tempo, ora tutti noi scopriamo, con disappunto (mentre sono state pure consegnate le cartelle per il pagamento della Tassa Rifiuti), che le promesse sono state beatamente disatttese dato che non ci sono notizie degli stipendi di cui sopra. Degli stessi stipendi per cui c'era già stata agitazione.
Si può biasimare, in un momento di crisi, chi cerca di far valere i propri diritti e portare avanti la propria economia familiare?
Speriamo tutti in una rapida risoluzione del problema. Soprattutto ora che si avvicina il caldo estivo e il rischio incendi...
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Grizzly - sul Nokia E90 Communicator

Un po' di... libri

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Dopo un lungo periodo di letture dedicate all'argomento fantasy, su cui ho appena ripreso con il primo di quella che dovrebbe essere una tetralogia di un'amica ed autrice fantasy locale, ho fatto una breve pausa dedicata alla fantascienza e, soprattutto, dedicata a leggere un paio di cose che avevo in arretrato da un po' di tempo.
Tre romanzi, scritti da due amici.
Anzitutto i due capitoli della saga dell'astronave Hope della resistenza umana, ossia "Hope - 1 - Le mirabolanti avventure di un'astronave" e "Hope 2: Tutto quello che conoscete è falso", due romanzo dell'amico Daniele Savi.
E sono due romanzi interessanti, fuori dagli schemi, ricchi di ironia e che narrano di avventure vissute da un punto di vista decisamente fuori dagli schemi classici della fantascienza.
Già l'incipit del primo romanzo è letteralmente tutto un programma:
La guerra iniziata nell’estate del 2020 e la successiva occupazione durata più di dieci anni, nonostante i tre miliardi di vittime tra morti e deportati su altri mondi dell’Impero Venster, ebbero il risultato positivo di riunire tutti i popoli del pianeta in un solo movimento comune, la Resistenza; questo portò, dopo la liberazione del 2033, alla costituzione del primo governo globale e al debutto della Terra, molto prima di quanto avrebbe dovuto essere, sulla scena interplanetaria e nel Nexus dei Sistemi.
13 Aprile 2022: La Hope, la nave creata dagli Atariani che avrebbe dovuto sconfiggere gli invasori, è scomparsa. La missione è fallita. Gli Atariani si ritirano. La Resistenza è sola di fronte al nemico.
[...]
Questa non è la storia di quella guerra. Questa, è la storia di quella nave.
Si sente l'influenza in questo romanzo del maestro Douglas Adams, eppure l'ironia del romanzo esiste in un piano differente: il romanzo non suona affatto come una volgare imitazione della Guida Galattica, come (purtroppo) se ne trovano dovunque: l'avventura è veloce, efficace, complessa e mai scontata: il romanzo scorre piacevolmente e forse alla fine ti resta un po' l'amaro in bocca che sarebbe anche potuto essere un tantino più lungo: vorresti sapere che cosa è successo dopo ai personaggi... ma a questo ci pensa il secondo capitolo della saga, che in un mistero complesso come lo scorrere del tempo (segno dell'influsso non solo di Adams: in questo romanzo si sente forte anche la passione Whovian che peraltro io e Daniele condividiamo). L'avventura stavolta e meno rapida e più mentale, ma sapientemente dosata affinché ad ogni capitolo il lettore abbia le idee più confuse che con il capitolo precedente, e si chieda sinceramente: "Ehi! Ma che diavolo sta succedendo?" (-:

E per concludere, voglio segnalare il romanzo "8.23 volte l'anno" dell'amico Stefano Castelvetri. Un romanzo gioviale, con una serie di trovate spassose ed efficaci. In un ambiente che forse può essere un tantino più comprensibile per i ferraresi DOC, ma con l'azione che scorre rapida e fa comprendere come per il mondo la minaccia extraterrestre non sia un problema poco sentito negli ultimi tempi, quanto piuttosto invece una strana routine che va avanti da tempo immemorabile. E mi complimento con lui per il sistema Massarenti-Venturi, che appare come una bella innovazione per il romanzo di fantascienza italiano. Sottile è l'ironia che porta degli alieni a sviluppare un software in una trama veramente eccellente e che non voglio svelare più di tanto.

Dedicate del tempo a questi tre romanzi, perché secondo me meritano veramente (-:

lunedì 27 maggio 2013

Una cronaca negativa

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In questi giorni la cronaca è stata piena. Di incidenti, di omicidi, di terrorismo, di aggressioni. Così tanto che mi rendo conto di due cose.
La prima: che il mondo sta cambiando. In peggio, ovviamente. Se prima esisteva una sorta di "linea di demarcazione" per la violenza... se prima c'era l'uomo onesto e morigerato che andava avanti in una vita piatta giorno dopo giorno e quello che è stato dentro e fuori di galera per droga, furtarelli e in generale con una fedina penale distribuita su dispense... adesso no.
Adesso una famigliola ti si pianta nella casa accanto. Sono simpatici, vengono dall'Iraq e scappano dalla guerra. Lei non sta tutto il tempo col chador, lui è un serio ed onesto lavoratore. Vi fate qualche grigliata domenicale (ok, di peperoni: son pur sempre musulmani e a voi hanno insegnato un minimo di rispetto per le scelte degli altri). E tutto sembra normalissimo per due-tre anni, finché il vostro vicino non entra nel centro commerciale con una cintura ripiena di esplosivo e al grido "Allah è grande!" si fa saltare in aria facendo una carneficina, mentre il figlio fuori dallo stesso centro commerciale comincia a tirare giù a colpi di mitra pompieri e soccorritori. Sono terroristi. Violenti. Brutti. Cattivi. No, sono i vostri vicini di casa, quelli con cui avete guardato le partite di football e baseball gridando come scalmanati. Sono quelli con cui avete bevuto limonata nel caldo del patio della vostra casa in estate. Sono loro, gli stessi vicini di casa che da due anni si sono integrati con il vicinato. Non parliamo dell'uomo normale che impazzisce, parliamo di persone che portano un terribile segreto, e che spesso non può essere svelato, perché dietro non c'è una grande criminalità organizzata, ma magari solo un esaltato che in un paio di dialoghi domenicali gli ha chiesto di fare la guerra santa.
La seconda: questo fa aumentare la paura. Perché quando il problema è questo, non sai come gestire la sicurezza. Cosa fai? Allontani tutti gli immigrati? In America soprattutto? Dove lo studente simpatico, dolce, diciassettenne sotto il letto invece di qualche peluche per tenere lontano l'uomo nero ci teneva il napalm? Dove il bambino di sette anni ha sparato alla sorellina di tre con il fucile automatico calibro 22 per bambini che gli avevano regalato per il compleanno scorso?
Solo io comincio a chiedermi non più "che cosa è successo al mondo", quanto piuttosto "perché"?

martedì 21 maggio 2013

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In prossimità di un bosco, vivevano tre porcellini. Per mettersi al sicuro da un certo lupo che abitava nei paraggi, decisero di costruirsi tre casette.
Il più volenteroso si procurò calce e mattoni, gli altri decisero di affaticarsi di meno e preferirono l’uno la paglia, l’altro il legno. In poco tempo e con poca fatica, la casetta di paglia fu pronta. Ma la debole costruzione non resistette al primo assalto del lupo. Bastò un semplice soffio e il porcellino si trovò senza riparo.
Impaurito, corse a perdifiato verso la casetta di legno. Pensando di essere al sicuro, i due porcellini risero alle spalle del fratello che, con tanto impegno e fatica, si era costruito la casa in mattoni. Intanto il lupo non volle darsi per vinto così facilmente e, dopo una bella corsa, si fermò davanti alla casetta.       
-Aprite- intimò ai due porcellini.
-Vattene, non ci fai paura...
Allora il lupo raccolse tutto il fiato che aveva e soffiò più forte che mai. In un attimo la porta cedette e ai due malcapitati non restò che correre dal saggio fratello.
L'Oklahoma, negli Stati Uniti centro-meridionali, subito sopra il Texas, uno stato famoso soprattutto per i forti temporali primaverili che spesso si trasformano in tornado. Uno stato colpito gravemente da molti tornado nel corso degli anni, in particolare la città di Moore, che si trova proprio nell'area denominata "Tornado Alley". Così tanto colpita dai tornado che per costruirsi una casa, è obbligatorio avere una zona sotterranea di sicurezza.
Anche perché ogni volta che c'è un grave tornado negli USA l'immagine che colpisce tutti quanti è, soprattutto, quella delle case sventrate. Case fatte in mattoni e cemento armato, come in Europa?
No. Case fatte di legno e mattoni. Strutture portanti in legno ricoperto di cartongesso e isolante in fiocchi di cellulosa.
Un metodo indubbiamente VELOCE di costruire una casa (e chi ha visto le puntate di "Extreme Makeover: Home Edition" sa di cosa sto parlando: si può costruire un edificio di 400mq su tre piani in 53 ore e 56 minuti); veloce, ripeto, ma anche affidabile?
Capisco che l'uragano di Moore è stato di una forza particolarmente importante (venti fino a 300km/h), ma non che tutte le case e le scuole sono state spazzate via come fuscelli. Perché una struttura di cemento armato con blocchetti resisterebbe. Magari volano le tegole, magari si spaccano le finestre, ma non si sbriciola. In Italia abbiamo un fenomeno che si chiama "Bora", che soffia con velocità medie pari alla metà (forza fra F2 ed F3). Non mi pare che la zona del Triestino, però, venga rasa al suolo e ricostruita ogni anno.
Capisco, come ripeto, che la costruzione in legno e pannelli sia più veloce da eseguire, ma resto del parere che un sistema "all'europea" (sia chiaro: quando non si parla di cemento depotenziato ed altre amenità) sia indubbiamente più efficace nel costruire un edificio atto a resistere a uragani di  una certa intensità. Non voglio dire che se tutte le case di Moore fossero state costruite "all'europea" non ci sarebbero stati danni, per carità, ma sono e rimango più che convinto che ci sarebbero stati molti meno danni e molte meno vittime.

martedì 7 maggio 2013

Un saluto conclusivo a Giulio Andreotti

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Se ne va un uomo che ha fatto la storia dell'Italia. E tutto il mio dolore e le mie condoglianze vanno alla famiglia.
Ma concordo anche in pieno con le parole del cittadino Alessandro di Battista (parlamentare M5S): «Esprimo cordoglio alla famiglia di Andreotti per il dolore della scomparsa, ma sarebbe bello se il senatore a vita avesse lasciato delle memorie... Spero che non si sia portato nella tomba tutto quello che sapeva, perchè gli italiani hanno il diritto di sapere».
In questo momento è stato, purtroppo, l'unico che non ha subito corso a incensare un "grande statista" su cui invece sono tanti (troppi) i lati oscuri.
Peraltro ringrazio tutte le testate giornalistiche che hanno dato spazio alle parole di Licio Gelli, "venerabile" della P2: «I segreti li aveva, e se li è portati con sé». Li ringrazio affinché sia chiaro a tutti CHI sta osannando quella figura.
Rilancio, in conclusione, un bell'articolo di "La voce della Russia" che ho trovato cercando notizie sull'argomento; lo rilancio citando, peraltro:
È morto Giulio Andreotti, uomo di grande intelligenza che ha caratterizzato per decenni la politica italiana, dal dopoguerra ad oggi. E fu certamente un democristiano molto influente sia per la storia del suo partito che per tutto il Paese.
Detto ciò, sbaglierebbe chi volesse parlare di lui come di un grande "statista". Il politico è colui che agisce nell'agone della vita pubblica e nelle istituzioni con maggiore o minore successo. Lo statista è, invece, quel politico che si contraddistingue per un alto senso dello Stato, rispetto per le Istituzioni ed è guidato dalla ricerca del bene comune. Statista è anche chi si distingue per doti morali che possano essere invocate ad esempio per tutti i cittadini. De Gasperi ne fu un fulgido esemplare.
Andreotti non lo fu mai.