sabato 30 novembre 2013

Ho una VPS piccolina in Canada...

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meshup di homepage, info di sistema ed MRTG
... con bootstrap, lighttpd e tanti grafi emertigì,
e tutti gli sviluppatori che passavano di lì
dicevano: "Ma che bella vipiesina in Canada"!


La smetto, la smetto: non c'è bisogno di prendere torce e forconi. E ritorno subito a smanettare sulla ssh del serverino per finire gli aggiustamenti.
No: no che non la smetto! Cioè sì, la smetto, ma non in quel senso: scherzavo con la canzone, ma non scherzo con il discorso.
Io ho *veramente* attivato una VPS Linux in Canada, e adesso sto sviluppando per la prima volta i miei esperimenti di suddivisione dei carichi di lavoro usando una connessione ad internet largamente più affidabile ed una macchina virtuale con caratteristiche non eccelse ma più che affidabili e ad un costo molto contenuto.
Si tratta di una macchina di "base" attivata col provider Cloudatcost, che per un periodo di tempo limitato (ed un numero di macchine limitate, sta offrendo dei pacchetti VPS in abbonamento mensile o, in alternativa, a un costo fisso ed unico per il setup iniziale. E basta, solo quel costo "per tutta la vita" (-:
Io volevo solo sperimentare, per cui ho scelto il modello "developer 1" (che probabilmente più avanti aggiornerò), che per il costo fisso di 35 dollari mi offre:

  • 1 (uno) core vCPU Xeon a 2.27GHz;
  • 1 (uno) IPv4 pubblico (e mi sono attivato un IPv6 grazie a un tunnel broker);
  • 512MB ECC RAM (e una partizione di swap in LVM di pari dimensioni);
  • 10GB SSD (partizione di root da circa 500MiB, altrettanti di swap, root in LVM);
  • Connessione di rete a 100 Mbit [e, credetemi, è veloce. un sudo apt-get upgrade mi è letterlamente volato o_O davanti al naso con la stessa velocità con cui mi fallisce sul laptop quando mi cade la wi-fi...];
  • 500GB di trasferimento incluso al mese (il resto viene fatturato a cifra simbolica, tipo 0,01 cent per ogni gigabyte aggiuntivo).
Le versioni successivi aggiungono core, ram, spazio su disco e traffico incluso, in particolare i due piani seguenti sono "Developer 2" (2 core, 1Gb RAM, 20Gb SSD e 1Tb di traffico) al costo di 10 dollari al mese oppure 70 una tantum, e "Developer 3" che offre ben 4 core, 2Gb di ram e 40Gb di SSD, con 3Tb di traffico mensile incluso, al più che ragionevole costo di 20 dollari al mese (o in alternativa 140 dollari una volta e per sempre).

I sistemi operativi disponibili al momento sono Ubuntu (ubuntu server 12.04.3 LTS), Debian e CentOS. La mia scelta è caduta su ubuntu perché (of course) è il sistema che conosco meglio, e posso dire con molto piacere che tolto qualche tic iniziale (in particolare l'installazione del sistema di default prevede l'utente root attivato con una password e l'unico utente della macchina definito "user" e attivato senza essere parte del gruppo "adm". Su ubuntu generalmente si usa l'utente parte del gruppo adm e si va di comando sudo spesso e volentieri, ma in generale con pochi comandi e la modifica manuale di un paio di file si riporta la situazione a questo punto di controllo).
Sono riuscito con poco lavoro a far funzionare a puntino lighttpd e php, ho dovuto sbattere un po' la testa per far funzionare mrtg (soprattutto per far funzionare come si deve snmp) ma adesso sono soddisfatto, e in questi giorni ne approfitterò per ritornare ad avere su questo blog anche qualche utile articolo tecnico, con qualche occhio sulla gestione della macchina virtuale. (-:

E a tutti quelli che mi dicono "sì, ok, hai un computer in Canada, e ora che cosa ci fai?", ricordo che ognuno ha un giocattolo... e un giocattolo collegato in fibra ottica a 100mbit su internet non mi pare tanto da buttare via... ((-:

venerdì 29 novembre 2013

E ora che è caduto, noi ci rialzeremo

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Ritorno al blog dopo qualche giorno di assenza per commentare velocemente la perdita della carica di senatore del pregiudicato Silvio Berlusconi.
E ci ritorno perché, nel commentare che dai Grillini mi aspettavo un po' più di serietà del festeggiare col prosecco (ma già da prima mi aspettavo un po' più di serietà tout-court), sono uno di quelli che guarda la situazione pietosa in cui versiamo noi italiani, e mi chiedo (come ho sentito molto in questi giorni alla radio) se "adesso che è caduto si risolveranno tutti i problemi", o se piuttosto ancora ci sia molto lavoro da fare...

... vedremo che succederà nei prossimi giorni. La situazione non è rosea, e questo è davanti agli occhi di tutti.

martedì 12 novembre 2013

Tutti dottori (link)

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Approvo e rilancio questo articolo su Verba Sequentur (attenzione: ad altissimo contenuto di turpiloquio).

venerdì 8 novembre 2013

La vita che vorremmo

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Questo è il mio twit di riferimento
Alla trasmissione televisiva "La vita in diretta", come purtroppo noto in molte trasmissioni televisive (vedasi "Le Iene" e il caso "Stamina") si cerca di fare informazione e di portare a raccontare dei casi più o meno complessi, ma quello che avviene, spesso, è un semplice approfittare del dolore di qualcuno per far salire il livello della sacra percentuale di share.
E il problema, principalmente, è stato che la D'Eusanio ha espresso una posizione chiara e netta su quella vita che va avanti dopo dieci anni di coma.
Posso criticare il metodo, perché comunque ringraziare la presenza di spirito di una madre che ha seguito amorevolmente il figlio per dieci anni prima che lo stesso venisse fuori dal coma, e poi dire che "questa non è vita", è un tantino fuori luogo. Ma non il merito, perché personalmente sono d'accordo con la D'Eusanio che quella, anche per me, non è vita.
L'ho detto quattro anni e mezzo fa, quando ho pubblicato il mio testamento biologico su questo blog. E lo ribadisco, osservando però come non sono stato il solo a dire ed esplicare che considerare una forma vegetativa e/o comatosa come un'inutile sofferenza.
Non ho niente contro quella persona che è stata in coma dieci anni, e anzi ritengo importante stabilire e ribadire che per me l'importante è anzitutto che lui stia bene con se stesso. Se quell'uomo ritiene corretto e giusto ciò che ha fatto la famiglia e ritiene lo stato in cui si trova una "vita dignitosa", allora sono lieto e felice che possa vivere la sua vita, e anzi gli auguro di superare tutte le difficoltà a cui dovesse andare incontro.
Tuttavia osservo (e sottolineo) che se io mi trovassi in una condizione simile (in particolare in coma, collegato alle macchine e avanti per chissà quanti anni), avrei un approccio totalmente e radicalmente differente: io sono contrario ad essere attaccato a una macchina, nutrito e gestito artificialmente e poi "costretto" (perché la vedo come una costrizione, potete non essere d'accordo con me, ma non potete chiedermi di non vedere la cosa sotto questo aspetto) a vivere un'esistenza che non riconosco come vita.
E osservo che come me, su internet ci sono decine e centinaia di testamenti biologici scritti sulla falsariga dei grossi casi di cronaca (Terri Schiavo ed Eluana Englaro docet), scritti talvolta dagli stessi che prima hanno votato "NO" al referendum per la sperimentazione con le cellule staminali e che poi vanno a pregare assieme al pontefice perché si curino i poveri bambini ammalati con le cellule staminali (vi ricorda qualcosa?), e che soprattutto dopo aver detto che rifiutano di essere attaccati alle macchine sulla loro bacheca di facebook, adesso che arriva qualcuno e lo dice più pubblicamente che non vuole essere attaccato a una macchina e vivere una vita di relazioni come un peso per i propri familiari, ecco che diventa il mostro da sbattere in prima pagina.
Il problema, in realtà, non è dentro le parole della D'Eusanio, bensì soprattutto dentro il concetto stesso, che qui in Italia (stato preda di un lobbismo religioso non indifferente) è difficile da riuscire ad analizzare con serietà e attenzione, e che ogni tanto finisce in rigurgiti di trasmissioni televisive che si portano appresso uno strascico di estremisti dell'una e dell'altra fazione, rendendo praticamente impossibile lo sviluppo di un dialogo qualsiasi.
Non chiedetevi se quella sia vita o meno, o se la D'Eusanio sia da censurare o meno, chiedetevi piuttosto che cosa vorreste VOI, se foste VOI in primo piano in questa situazione.

E poi chiedetevi se è giusto che la RAI si sia scusata con la famiglia per le parole di una persona che ha espresso un parere personale, non vincolante e soprattutto piuttosto condivisibile. Perché dietro queste cose, purtroppo, c'è sempre una grande ipocrisia, che non fa altro che gettare benzina sul fuoco delle fazioni opposte.

lunedì 4 novembre 2013

Social Book

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Permettetemi di parlare di un progetto. Il progetto dell'amico scrittore Daniele Savi.
Cari inseguitori! È finalmente giunto il momento di svelarvi l'iniziativa sulla quale sto lavorando da qualche tempo. Alcune settimane fa una casuale connessione di immagini mi ha proposto una suggestione, una piccola idea che vorrebbe diventare grande e prendere posto nel mio prossimo romanzo.
Questa volta, però, invece di chiudermi nel mio antro di scrittore e riemergere tra qualche mese, ho deciso di chiedere aiuto a voi amici in Rete, e condividere il processo di creazione del libro, in un progetto di social writing.
Chiunque sosterrà l'iniziativa, infatti, avrà accesso a una piattaforma dove inserirò in tempo reale tutti i testi prodotti, le idee, le suggestioni, le domande e i problemi. Vedrete i personaggi nascere, e le storie prendere forma, e potrete commentare, criticare, proporre modifiche e discuterle con me e con gli altri lettori.
Volete aiutarmi e percorrere con me un tratto di strada? Visitate questo link
http://igg.me/at/socialbook
e diffondetelo il più possibile!
Ci vediamo in viaggio! :)
Il progetto è interessante, e vi invito a seguirlo tutti quanti (-: