domenica 12 gennaio 2014

Marijuana libera

Sempre più governi, sempre più stati, sempre più governanti (e, dato che prima o poi tutti ne parlano, anche l'Italia è finita nel calderone) parlano e discutono dell'opportunità, che qualcuno ha proprio messo in atto, di legalizzare il consumo e la diffusione delle droghe leggere, procedendo a rendere la procedura controllata dallo Stato (un po' come avviene con l'alcol o con le sigarette), tassando peraltro il consumo e rendendo quindi un pessimo servizio (che ci vorrebbe proprio) alla criminalità organizzata, che proprio grazie al commercio e alla distribuzione di droga ha un interessante ritorno economico che si dovrebbe contrastare.

Facciamo la classica premessa importante: drogarsi fa male. Come moltissime cose, direte voi. Anche io lo dico, ma dico soprattutto come bere alcol e come fumare. Entrambe le cose fanno molto male e anche un consumo "moderato" sul lungo termine non ha comunque effetti positivi al 100%.
Ma sebbene il consumo di fumo ed alcol siano moralmente tollerati, secondo certe regole (vietato pubblicizzare i tabacchi, la pubblicità alle bevande alcoliche non deve invitare a fare consumo smodato, non deve invitare i minori a bere eccetera), sull'argomento delle sostanze stupefacenti c'è un tabù non indifferente, legato proprio dal fatto che il controllo e la diffusione delle sostanze è tutto in mano della criminalità. E ogni genere di problema appare non solo per via dei criminali che spacciano agli angoli delle strade, ma anche e soprattutto per l'uso di sostanze sconosciute, miscelate o trattate in maniera sconosciuta, e ai gravi effetti collaterali legati all'uso di sostanze impure, di sostanze pericolose (le cosiddette "droghe pesanti"), dall'uso smodato che porta a gravi casi di overdose (fino ai causi infausti).

Bene, fatta questa premessa importante, osservo che questo ragionamento sull'evidenziare i termini negativi delle sostanze non è sufficiente a evitarne l'uso.
Tutti quanti sappiamo benissimo come sia salutare scolarsi una intera bottiglia di vodka. E tutti quanti sappiamo quanto rappresenti una boccata di salute fumarsi un pacchetto di sigarette in un giorno.
E spippacchiarsi una bella pipetta di crack? E sniffare granuli di cocaina tutta la settimana? O iniettarsi nel circolo sanguigno morfina o derivati? Potrei andare avanti per molto tempo, ma il concetto è: "lo sappiamo tutti quanti", ok.
Un fumatore lo sa che il fumo fa male, ma fuma. Un drogato lo sa che la droga fa male, ma si droga. Non è che "sapere" che una cosa fa male è l'unica cosa sufficiente a far terminare quella cosa. Anzi: se non ci fossero regole severe (come ad esempio su alcol e conduzione dei veicoli) ci sarebbe un'anarchia più che imponente, ma pur esistendo le regole, comunque esistono le persone che le violano. Il due gennaio mattina sono stato a Catania. Mi sono fermato in un centro commerciale (l'ex Auchan, ora si chiama Città Mercato) e, mentre uscivo, ed ero sul tapis-roulant che porta al parcheggio coperto, un tizio davanti a me, non appena è salito sul tapis-roulant ha pensato bene di prendere una boccata della sua aria preferita, e si è acceso una sigaretta. L'altro giorno ho sentito alla radio di uno che su un volo internazionale dopo sette ore non ha resistito e si è acceso una sigaretta, tra l'altro (e l'hanno arrestato, e lo speaker giustamente commenta: «E grazie al ca££o che l'hanno arrestato! Che dovevano fargli, n'applauso?»). E tralasciamo quelli che ogni settimana vengono fermati alla guida dell'auto per un regolare controllo e gli viene riscontrata nel circolo una certa quantità di alcol.

Le regole ci sono, ma non bastano da sole. Però la regolamentazione può venire incontro, invece. Permette di controllare molti fattori e, soprattutto, toglie fondi alla criminalità.
E sinceramente mi fido di più di avere un coffee-shop da cui ci si è servito poi si chiama un taxi in tutta tranquillità o prende l'autobus, piuttosto di sapere che lì fuori c'è qualcuno che mi si può fotocopiare sopra l'automobile perché non si sa cos'abbia in circolo.

La conclusione è questa: io sono favorevole alla legalizzazione e regolamentazione per l'uso delle droghe leggere, e soprattutto affinché sia lo Stato a gestire e controllare la produzione, la distribuzione e la vendita delle sostanze.

Peraltro questa procedura renderebbe anche più semplice una procedura specifica che riguarda il principio attivo in sé della cannabis (il Tetraitrocannabinolo), poiché esistono farmaci basati su questo principio attivo e che sono usati in quasi tutto il mondo con grande successo a scopo medico, soprattutto per i malati di cancro, poiché si è riscontrato che il THC ha forti effetti di contrasto agli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia (soprattutto forti qualità di antinausea/antiemetico, di rilassante muscolare nella distrofia eccetera); il problema in questo caso è che essendo la sostanza tabellata come stupefacente è sottoposta a delle condizioni di distribuzione ed uso complessi (per esempio diverse volte i tribunali hanno dato ragione ai malati obbligando gli ospedali a somministrare il principio attivo come parte della terapia, con la storia che si deve fare in regime ospedaliero, acquisendo il farmaco all'estero con costi particolarmente elevati e usando un regime di day-hospital controllato).
Inoltre, come ripeto, questo può essere un modo per ottenere un onesto giro di denaro che possa influire sull'economia già disastrata dell'Italia, e sinceramente di sentirmi fare la morale dallo Stato che ha già legalizzato persino il gioco d'azzardo, mi pare che... (-:

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