domenica 30 novembre 2014

VLOG 42: Sogni (parte 2: l'acchiappasogni)

0 commenti - [Leggi tutto]


Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly, questo è un acchiappasogni e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]
E... prima di cominciare mi scuso per la voce: questa mattina l'ho lasciata a casa...
{mi schiarisco la gola pietosamente...}
Allora, in questa splendida giornata: sono le 7:45 di mattina e c'è la nebbia, che può andare bene nella brughiera a fine novembre, solo che qui non siamo nella brughiera ma a Siracusa... comunque: transeat!
Allora: abbiamo parlato di sogni e continuiamo a parlare di sogni; come indicavo poco fa, parliamo di acchiappasogni.
"Acchiappasogni" che non è solo un romanzo di Stephen King del 2001 da cui è stato tratto un film di Lawrence Kasdan nel 2003 (con Morgan Freeman), ma che è soprattutto uno strumento utilizzato da alcune tribù indiane.
È nato e si è sviluppato intorno alle tribù Ojibwe (anche dette Chippewa) come strumento - principalmente - per i bambini; adesso è rimasto un gioco per i bambini.
L'acchiappasogni è, fondamentalmente, un circolo fatto con un ramo fresco in cui, con una corda (di solito con una corda "naturale": di canapa o di cotone) viene fatta una specie di struttura a ragnatela, e su cui vengono attaccate delle piume di uccello o alcune ossa di animali. Vi lascio sul doobly-doo anche un link di approfondimento: che cos'è l'acchiappasogni e, se la cosa v'interessa, come costruirne uno.
Ma veniamo allo scopo dell'acchiappasogni; gli indiani Chippewa credevano che gli spiriti dei sogni (e quindi anche gli spiriti degli incubi) per poter «entrare» nella mente delle persone che dormono devono utilizzare un portale. E il più semplice portale che si possa utilizzare per entrare nella mente di un dormiente è l'acchiappasogni; è il portale *diretto*, non c'è nessun altro passaggio: quando è presente un acchiappasogni vicino alla testa di una persona che dorme, tutti gli altri passaggi per i sogni sono chiusi. E l'acchiappasogni è un passaggio diretto, immediato: porta automaticamente alla mente del dormiente. Allora: se questo è un «portale» e porta alla mente del dormiente (permette al sogno di "entrare" nella mente del dormiente), perché si chiama «acchiappasogni»?
Perché la sua struttura è tale che gli spiriti che portano i sogni "buoni", che sono spiriti "lisci" e "puri", possono attraversare tranquillamente l'acchiappasogni senza nessun problema, mentre gli spiriti degli incubi, che - pur avendo magari la parte frontale liscia e pura, poi portano appresso un carico di dolore, di paura... e tutto questo carico rimane impelagato nelle fitte trame dell'acchiappasogni e lo spirito resta bloccato sull'acchiappasogni sino al momento in cui il dormiente si sveglierà.
Un motivo per il quale gli acchiappasogni venivano messi principalmente in prossimità di acqua (dei torrenti, dei laghi...) è perché gli indiani credevano, i Chippewa credevano che gli spiriti dei sogni avessero origine dall'acqua, perché la notte, il cielo stellato, dovrebbe essere simile a un grande lago. E l'acchiappasogni veniva posizionato in maniera tale che prendesse il primo raggio (la prima luce) dell'alba, quindi rivolto verso est, perché la luce del sole dissolve gli spiriti dei sogni e, quindi, dato che l'acchiappasogni durante la notte ha "raccolto" gli spiriti, ha "acchiappato" gli spiriti degli incubi {mi schiarisco la voce...} è rimasto completamente "carico" di questi spiriti, e il raggio del sole nascente ripulisce l'acchiappasogni, per renderlo pronto a lavorare la sera successiva.
È - dicevo - una cosa molto legata ai bambini, anche  proprio spiritualmente, nel senso che adesso è diventato un giocattolo per i bambini (o per gli appassionati che hanno la cultura etnica), ma nella cultura Chippewa era una cosa legata ai bambini perché i Chippewa - comunque - non utilizzavano gli acchiappasogni per gli adulti (se non che in casi veramente estremi), perché ritenevano, e ritengono d'altronde, che gli adulti - invece - debbano ricevere tutti i sogni, quindi tutti gli spiriti dei sogni (anche dei sogni più brutti: degli incubi) perché devono poter utilizzare il loro discernimento per interpretare questi sogni. Devono utilizzare la loro esperienza e capire per quale motivo hanno fatto questi sogni. Ecco perché non utilizzano l'acchiappasogni.
Ora: un po' in tutte le culture ci sono degli «strumenti» che hanno un po' la funzione dell'acchiappasogni indiano. Molti miei amici cristiani, per esempio, ammettono di tenere una bibbia, o un vangelo, nel comodino (nel cassetto del comodino, o a portata di mano sul comodino) come strumento per tenere lontani gli incubi. E d'altronde per esempio una bella bibbia dei Gideon's è anche un ottimo oggetto contundente, e quindi può anche avere un ottimo scopo!
Io, come ben sapete, tengo una *lunga* distesa di orsetti di peluche intorno al mio letto e nella mia camera, quindi anche io sono *completamente* al sicuro.
Ma non tutti hanno questa idea di avere un oggetto che serva a scacciare gli "spiriti" degli incubi, chiamiamoli così.
Ecco che vi faccio questa domanda: voi utilizzate uno strumento come un acchiappasogni? Avete proprio un acchiappasogni indiano? Oppure date affidamento a un piccolo portafortuna (a un peluche, a un libro)? Avete un rito prima di andare a dormire? Avete o fate qualcosa per tenere gli incubi lontani dalla vostra vita?
Oppure vi ho incuriosito e avete intenzione di provare a usare un acchiappasogni, a usare uno strumento per tenere gli incubi lontani dal vostro sonno?
Ditemelo un po', fatemelo sapere: sui commenti, oppure - come sempre - su twitter con l'hashtag #DdVotr. Ragazzi, questo è tutto, quindi noi ci vediamo domenica prossima. Naturalmente io vi ricordo (se non l'avete già fatto) di iscrivervi al mio canale, vi ricordo (se questo vlog vi è piaciuto) di fare pollice in alto e condividerlo con gli amici: condividetelo anche su facebook, su twitter, sugli altri social-network...
... bene: questo è tutto, io ho concluso. Ciao e ci vediamo domenica prossima!

domenica 23 novembre 2014

VLOG 41: Sogni (parte 1: il sogno in generale)

0 commenti - [Leggi tutto]


Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]
Il canale YouTube di oggi ha a che fare con la filosofia: è un argomento che - devo dire - praticamente non l'avevo lasciato assieme al liceo quasi vent'anni fa, con il diploma, perché la storia della filosofia (così come molte materie umanistiche) mi era rimasta sullo stomaco.
Però Olly, che gestisce questo canale, è riuscito in qualche modo a «solleticare» la mia mente, ed è quello che spero di riuscire a fare anche io, segnalandovi tre suoi video che ho trovato particolarmente interessanti.
Anzitutto il primo, che vi segnalo sul doobly-doo, che è: "Dovremmo aver paura della morte?".
L'argomento è forte, ma è trattato in maniera molto intelligente.
Secondo video sul doobly-doo: "Religione vs Evoluzione". Ora: come è trattato l'argomento (e come vengono paragonate le due cose) devo dire che in certi punti - obiettivamente - non sono d'accordo. Però riconosco comunque: l'argomento è trattato molto bene, con la giusta preparazione e - comunque - merita di essere guardato, quindi il secondo video che trovate sul doobly-doo: "Religione vs Evoluzione".
Terzo video, una spiegazione molto interessante: "Il rasoio di Occam".
E - inoltre - vi segnalo un piccolo extra: "Lo YouTube-Poop è arte?", ultimo video che segnalo sul doobly-doo. Lui è Olly, il canale è Philosophy Tube, iscrivetevi!
Passiamo all'argomento del giorno (e nei prossimi vlog ne parleremo un po' più approfonditamente): oggi parliamo di sogni. Che hanno un po' a che fare anche con la filosofia, se vogliamo.
Il sogno, la dimensione onirica, accomuna l'uomo e molti animali, e la scienza non è ancora arrivata a spiegare completamente i meccanismi e le motivazioni che stanno alla base del sogno, quindi è ancora un argomento molto complesso.
Io mi considero un discreto «sognatore», mi diverto in certe situazioni e ho preso un'abitudine (l'ho presa già da molto tempo): tengo un bloc-notes e una penna sul comodino, accanto al letto, perché {rumore mentre mi schiarisco la voce} così facendo la mattina, quando mi sveglio, se c'è stato un sogno che mi ha colpito prendo *subito* degli appunti sui momenti salienti, sulle parti più importanti del sogno, e così posso ricostruirlo e ricordarlo ed è grazie a questi appunti se ho potuto raccontare alcuni dei miei sogni un po' più particolari anche sul mio blog (per esempio sul Diario di Viaggio o sulle Pagine Oscure).
Tra l'altro sul doobly-doo vi metto il link al tag "Dreams" delle Pagine Oscure.
Vi ricordo, quando aprite il blog "Pagine Oscure" che Blogger vi segnala che i contenuti potrebbero essere inappropriati per tutti e vi chiede di clickare su "Dichiaro di comprendere e di voler continuare": è una scelta che ho fatto perché nelle Pagine Oscure - appunto - ci possono essere dei contenuti non graditi a tutti; che io mi ricordi il tag "Dreams" non... (contiene racconti dei miei sogni) non c'è niente di così pazzesco; comunque clickate tranquillamente su "Dichiaro di comprendere e di voler continuare".
Ora dicevo: mi considero un sognatore discreto, mi diverto a sognare, raccolgo appunti sui miei sogni e alcuni dei miei sogni sono stati anche fonte d'ispirazione per progetti o per altre cose: soprattutto per racconti e alcuni romanzi che ho scritto. E trovo - appunto - molto divertente sognare e poi raccogliere questi appunti.
E quindi vi chiedo: voi siete dei sognatori? Beh: che sognate... accomuna tutti, quindi non ditemi che non sognate! Ma voi che rapporto avete con i sogni? Avete dei sogni - non so - ricorrenti? Avete degli incubi ricorrenti? O prendete anche voi appunti? Oppure non avete mai pensato di prendere appunti e vi ho dato l'idea?
Raccontatemi un po' la vostra, ditemi quello che ne pensate: raccontatemi i vostri sogni. Potete usare lo spazio sui commenti, oppure su twitter con l'hashtag #DdVotr.
Io ho concluso, quindi...
[... viaggio on the road parlando di sogni, e poi magari di incubi, di acchiappasogni... ci sono molti argomenti: potrebbe venirne qualcosa di interessante. Tu che ne dici?]
[Hm! Lascia stare, va...]
[Ecco...]
[Buonanotte... sogni d'oro]
{russare sommesso}
Me lo stavo dimenticando! Potete iscrivervi al mio canale: è gratuito, e riceverete una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video. È anche molto semplice: se non siete su dispositivo mobile potete semplicemente clickare sul musetto di Edison.
Ragazzi: questo è tutto. Grazie, ciao e ci vediamo domenica prossima!
{russare sommesso}

domenica 16 novembre 2014

VLOG 40: Distruggere un... mito

0 commenti - [Leggi tutto]

Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]
Allora: ho pochissimo tempo, quindi cercherò di stringere il più possibile. Cominciamo dal canale YouTube di oggi: oggi parliamo di Dylan Dubeau...
Dubois...
Dubu...
Doo...bly-doo, dove trovate il link al canale.
{[In inglese]: Sorry Dylan: although I'm European, I don't speak French...}
Dylan è canadese e nel suo canale ci dice «Pensateci {[In inglese] Think about it]: vi piacerebbe imparare la scienza più bizzarra e la storia che sta dietro la cultura geek?» e ce lo dimostra con i suoi video; ve ne segnalo alcuni che ho trovato particolarmente interessanti (comunque vi consiglio di iscrivervi al suo canale).
"Sono possibili le Tartarughe Ninjia (nella nostra realtà)?" Primo video che trovate sul doobly-doo.
Poi ci chiede: "(Il videogame) Destiny è il nostro destino?", perché: Ok, è ambientato fantascientificamente in un futuro post-apocalittico, ma non è mai successa una cosa del genere nel passato? Guardate il video, il secondo video sul doobly-doo, che è interessante: "Destiny è il nostro destino?"
E infine "Cat Mario è forse il futuro del gaming?" e, tanto per restare sul gaming, ultimo video (extra) che vi segnalo sul doobly-doo: "Mario è una GIF?" (O intendete ghif, giaif, giv, giaiv, jaif, jif...? Chiamiamola ghif: visto che quando io mi riferisco al Graphics Interchange Format io uso il termine "ghif").
Peraltro, prima di passare all'argomento del giorno: anni e anni e anni fa, con Asbesto Molesto e Zeus Kissakie' avevamo realizzato un cortometraggio intitolato "ROERO PUNTO GIF" che non ho, però se lo trovo lo carico su youtube oppure vi metto il link... stay tuned!
{mamma mia che traffico!}
A questo punto parliamo dell'argomento del giorno. Una parentesi e poi una breve digressione.
La parentesi è questa:
1) Un robot non può fare del male a un essere umano né può, con la mancanza di una sua azione, lasciare che un essere umano venga ferito o ucciso.
2) Un robot non può danneggiare un altro robot, a meno che questo non vada in contrasto con la legge #1.
3) Un robot non può danneggiare se stesso, a meno che questo non vada in contrasto con la prima e la seconda legge.
Sono le "Tre leggi della robotica" di Asimov, e mettiamole per un istante da parte.
Anni fa (questa è un racconto di Francesco) un amico di Francesco, dopo quella che possiamo definire «una ricerca matta & disperatissima» trovò e riuscì ad acquistare un paio di occhiali da sole Ray-Ban. Non "un paio di occhiali da sole Ray-Ban a caso" ma QUEI Ray-Ban: quelli originali a goccia con la stecca d'osso.
Esce di casa, si mette questi occhiali (proprio: la PRIMA uscita), incrocia un gruppo di persone, una bambina di pochi anni lo indica: "Papà, guarda: gli occhiali di Pietro Taricone". Pace all'anima di Pietro, ma definire i Ray-Ban con la stecca d'osso "gli occhiali di Pietro Taricone" ti fa cascare le braccia e molte altre parti del corpo.
Ora ritorniamo alle tre leggi della robotica. Perché io le ho citate a memoria: dovrei andare a cercare il testo corretto, ma soprattutto mi sarebbe piaciuto trovare il testo corretto (il testo o una bella traduzione), stamparla in un formato simpatico, metterla in una cornice a giorno e piantarmela in ufficio.
Una cosa che (ho sempre detto) mi piacerebbe tantissimo fare. E non la faccio per un solo motivo: perché mi aspetto il figlio di qualche cliente che, guardandola, fa: "Oh, guarda papà: come nel film «Io, robot» di Will Smith" e mi cascherebbero anche a me le braccia, le gambe... mi smonterei!
Ed ecco, quindi, la mia domanda: "distruggere un mito" con la semplicità, vi è mai successo? Di vivere un'avventura come i Ray-Ban che diventano "gli occhiali del personaggio del momento o - non so - le leggi della robotica di Asimov che son diventati, e possono diventare, la frase di un film? C'è qualcosa che vi è successo nel corso della vostra vita che vi ha - veramente - fatto cascare le braccia e fatto dire "Sì, vabbè, ma così non..."
Ditemelo! Raccontatemelo nei commenti, oppure su twitter con l'hastag #DdVotr
Ragazzi, sono Grizzly, questo è... tutto! Noi ci vediamo domenica prossima; se vi è piaciuto questo video potete fare pollice in alto e condividerlo con gli amici e se vi è piaciuto e non l'avete già fatto, potete anche iscrivervi al mio canale: è gratuito e - soprattutto - riceverete una notifica ogni volta che pubblico un nuovo vlog. Grazie a tutti, ciao e ci vediamo domenica prossima!

domenica 9 novembre 2014

VLOG 39: Diventare volontario di protezione civile

0 commenti - [Leggi tutto]
Splendida giornata!
Benvenuti viaggiatori: sono Grizzly, questo è Diario di Viaggio on the road e... QUESTA È LA MIA NUOVA MACCHINA!
E benvenuti a bordo della mia nuova station wagon, che sì: è più corta della mia vecchia Mondeo, di QUATTRO MILLIMETRI più corta.
Scusate la giacca: obiettivamente è stato... è appena finito un quarantott'ore di allarme rosso, ma il tempo non è migliorato, quindi... mentre venivo a fare gasolio ho incontrato un paio di cartelloni pubblicitari in terra, per cui... e comunque questa giacca (che è quella della protezione civile) oltre a essere - in questo momento - un valido riparo per la pioggia se dovessi fermarmi in mezzo alla strada e una valida giacca ad alta visibilità, è anche motivo dell'argomento del giorno, per cui... sigla nuova!
[♪♫♪]
Oggi vi parlo, innanzi tutto, di Veritasium, che è un canale di vlog sulla scienza (ci dice lui "dall'atomo all'astrofisica"): è un canale molto interessante, ci sono video molto ben fatti, ci sono delle interessanti collaborazioni (c'è anche una simpatica collaborazione con Vsauce che merita di essere guardata). Comunque, sul doobly-doo vi metto - innanzi tutto - il link al canale Veritasium e il primo video che vi segnalo è: "Ruota antigravità".
Il secondo video che vi segnalo sul doobly-doo vi fa conoscere un ambiente molto particolare: "Il silenzio può farvi impazzire?".
Infine, giusto per sviluppare un pochino la curiosità, vogliamo conoscere "L'oggetto più rotondo del mondo"?
Questo è il canale di Veritasium, e adesso passiamo all'argomento del giorno, che ha a che fare con la mia giacca della protezione civile: oggi vi parlo di volontariato.
Ancora da giovanissimo (dai 18-19 anni) ho cominciato a frequentare l'ambiente del volontariato di soccorso di Siracusa, ambiente del volontariato di soccorso che si è cominciato a sviluppare seriamente dopo il terremoto del 1990, che mise in evidenza come il motore della protezione civile (che nel 1990 era ancora - possiamo dire - in rodaggio) aveva bisogno di qualcosa in più.
Il volontariato di protezione civile è regolato da una serie di normative, anche perché per essere volontari non basta svegliarsi una mattina, prendere la macchina e andare nel luogo di un'emergenza a cercare di dare una mano: anzi! Questo è assolutamente sbagliato: si intasano le strade, si danno disturbi e fastidi ai mezzi di soccorso, ci si può mettere in pericolo e diventare da soccorritore a persona che dev'essere soccorsa.
Il più grande sistema di volontariato è dato - appunto - dalle associazioni di volontariato: le associazioni di volontariato sono delle "associazioni", quindi giuridicamente registrate, con il codice fiscale, con tutte quante le loro funzionalità, in cui i soci che vengono iscritti sono dei "volontari", sono delle persone che volontariamente, liberamente, mettono a disposizione la propria competenza, il proprio tempo libero, la propria professionalità (adesso ci arriviamo: perché SO qual è la domanda che state per farmi), la propria potenzialità, le loro capacità, eccetera, a disposizione dell'ente pubblico, a disposizione dei mezzi di soccorso, nelle situazioni di emergenza.
Quando c'è una grande emergenza, un'emergenza si definisce «grande emergenza» non quando c'è, necessariamente, un terremoto o chissà quale cosa enorme: la cosa... l'esempio più pratico che tendo a fare è quello dell'antincendio boschivo (che in questo momento, con questo tempo è molto correlato, no?), quando c'è una situazione nella quale le forze esistenti (non so: i vigili del fuoco - nel caso degli incendi boschivi - e la forestale) si trovano a dover fronteggiare una situazione che va oltre le loro capacità, ma non "oltre le loro capacità" perché non sono preparati, bensì va oltre le loro capacità perché ci sono - mettiamo - 100 squadre e 250 incendi. Con tutta la buona volontà che uno può avere, cosa fai? Telefoni al fuoco e gli dici «Senti: aspetta. Devo spegnere qui»?
Ecco che quando si arriva a questo livello di situazione, quando le forze in campo obiettivamente non sono più sufficienti, si contatta la sala operativa, il "coordinamento dell'emergenza" e la sala operativa mette in allerta le associazioni di volontariato che possono avere a disposizione dei mezzi, degli strumenti per fornire aiuto ai mezzi di emergenza esistenti, ai mezzi di soccorso esistenti, per fornire - quindi - aiuto alle popolazioni colpite.
Ora: nel caso in oggetto (ossia quello che ha coinvolto nelle ultime 48 ore Siracusa) essendo stata diramata un'allerta meteo, sono state allertate tutte le associazioni di volontariato per mettere a disposizione mezzi, strumenti... Noi, per esempio, abbiamo messo a disposizione - a parte il personale - una ruspa e un mezzo d'opera (il cosidetto "Merlo") che avevamo nella nostra disponibilità, quindi. Tra l'altro il mezzo d'opera (la ruspa) è servita moltissimo per alberi che sono caduti e situazioni similari.
Quindi: la necessità è proprio questa, cioè di organizzare il lavoro, in maniera tale che l'unica sala operativa coordini il lavoro interforze tra le forze esistenti e le forze del volontariato in maniera tale da non avere un posto dove ci sono cento persone, e altri cento posti che aspettano qualcuno che fornisca una mano d'aiuto.
Le organizzazioni di volontariato, come le associazioni di volontariato, sono di varie forme. Ci sono associazioni di volontariato in ambito - tipicamente - locale, per esempio l'associazione di cui faccio parte io, che si chiama «Associazione Volontari Città di Siracusa» è un'associazione locale, cioè ha sede a Siracusa e opera nella città di Siracusa. Però esistono delle grandi associazioni di volontariato che hanno distaccamenti in molta parte del territorio: in certi casi vi sono delle associazioni che hanno dei distaccamenti su tutta Italia e sono delle associazioni a livello nazionale. Potrei fare dei nomi, non so: Nuova Acropoli o le Misericordie d'Italia.
Naturalmente sarà l'associazione a curare la formazione di base del volontario per permettere al volontario di diventare un soccorritore, per permettere al volontario di agire nell'interesse di salvaguardare la comunità, salvaguardare il volontario.
E ci sono moltissime associazioni che fanno dei corsi anche aperti al pubblico, a chi poi volesse essere interessato - eventualmente - anche a diventare un socio e un volontario. Sono dei corsi che possono comprendere ogni campo che riguarda la protezione civile: dal come si procede a soccorrere durante un terremoto, a come effettuare operazioni di antincendio in ambito boschivo, come effettuare altre operazioni di antincendio, come fornire supporto al (non so) alle squadre sub.
Ci sono delle situazioni nelle quali - ovviamente - non bastano solamente i corsi che può fare l'associazione: per esempio se c'è un'associazione che fa il servizio dei sommozzatori, ovviamente per fare il soccorittore sommozzatore sono richieste delle licenze, dei patentini e delle situazioni del genere. Però - naturalmente - l'associazione può formare il cosidetto «personale di terra»: il personale che fornisce assistenza logistica al personale abilitato a svolgere questo genere di soccorsi.
Il modo migliore per diventare un volontario di protezione civile è quello di informarsi sul proprio territorio rispetto a quali siano le associazioni di volontariato, in ambito locale o anche in ambito nazionale, come dicevo prima, quali sono i distaccamenti locali, qual è l'associazione di riferimento; consiglio spassionato: quantomeno quella che sia più vicina a casa: cioè se c'è un'associazione - non lo so - nella parrocchia davanti casa piuttosto che un'associazione in un comune a cento chilometri, magari è un po' meglio quella della parrocchia vicino casa, piuttosto che quella a cento chilometri!
Perché, insomma, il volontario, la «figura del volontario», per l'appunto è una figura che opera nel regime della propria disponibilità, del proprio tempo libero ed è una figura che opera in modo totalmente gratuito.
Il volontario non riceve uno stipendio per l'attività che svolge di protezione civile: anche nelle grosse situazioni di emergenza, comunque, viene e fornisce, e presta la propria opera gratuitamente.
Esistono delle normative, nella legge italiana, che tutelano l'operatore volontario che svolge un servizio di protezione civile, in particolar modo un servizio di emergenza, in determinate condizioni che concernono proprio l'emergenza di protezione civile. Innanzi tutto esistono i cosidetti "benefici di legge" (del DPR 194/2001 se non ricordo male): per esempio se io sono un lavoratore dipendente e vengo "precettato" perché c'è una situazione di emergenza complicata, c'è la necessità della mia presenza o - comunque - voglio poter dare la disponibilità della mia presenza, ma sono appunto un lavoratore dipendente, io ho la possibilità di venire, dare la mia disponibilità, venire (tra virgolette) "precettato" dal centro operativo comunale (o dal centro operativo misto) dal dipartimento di protezione civile; il dipartimento di protezione civile mi riconosce dei benefici legislativi inerenti il DPR 194. Il primo è che l'assenza dal posto di lavoro per svolgere attività di emergenza di protezione civile, l'assenza è giustificata: non si perde il posto di lavoro; primo, che è la cosa più importante!
Seconda cosa: la parte di stipendio che viene persa dal lavoratore dipendente viene sostenuta per intero (per quanto concerne il turno ordinario di lavoro) da parte dell'ente che ha effettuato la richiesta di emergenza: può essere il comune, può essere la regione, può essere anche il ministero a livello nazionale.
E quando io concludo il mio servizio, perché quando si comincia un servizio di emergenza di protezione civile si svolge - innanzi tutto - un'operazione importantissima, che si chiama «incorporazione»: tutte le associazioni comunicano quali e quanti sono i volontari presenti durante l'emergenza (sono presenti i signori: Tizio, Caio e Sempronio dalle ore otto, dalle ore nove, dalle ore undici) e, quando finisce l'emergenza o quando il personale ha finito il turno (o quello che sia: quando qualcuno si deve allontanare), si effettua l'operazione inversa che è la «scorporazione» (alle ore 15:30 entra il sig. Tizio e il sig. Caio se ne va, per esempio). Data questa situazione, in base alle incorporazioni, quindi in base alla disponibilità che è stata fornita dalle persone, alle persone che ne fanno opportuna richiesta (in realtà è semplicissimo: cioè si mette un "sì" durante l'incorporazione) viene rilasciato un certificato, un foglio di carta che dice che il dipartimento dichiara che dalle ore X alle ore Y questa persona è stata presente in un emergenza di protezione civile e gli sono riconosciuti i benefici di legge spettanti dal DPR 194/2001.
Questa dichiarazione viene allegata dal datore di lavoro (o dall'ufficio di ragioneria del datore di lavoro) alla dichiarazione dei redditi che si fa dell'azienda per quanto concerne il lavoratore dipendente e, fino ad una certa cifra (adesso non mi ricordo bene come funziona, ma mi pare intorno ai 300 e rotti euro) fino a una certa cifra il datore di lavoro ottiene questo risarcimento da parte dell'ente pubblico sotto forma di uno sgravio fiscale di quella cifra, oltre quella cifra fisicamente il datore di lavoro effettua il pagamento al dipendente e poi sarà lo Stato a rimborsare (fisicamente con assegno, con bonifico, con le procedure normali di rimborso da parte dello Stato), direttamente lo Stato o l'ente che ha fatto la situazione, per tramite dell'Agenzia delle Entrate.
Perché - come dicevo - sì: è vero che un volontario non riceve una paga per il lavoro che fa, ma è anche ovvio che un volontario non deve rimetterci di tasca sua.
Il carburante dei mezzi che vengono utilizzati durante un'emergenza, ovviamente, viene pagato dall'ente che ha chiamato: ci mancherebbe se io devo tirar fuori un'autobotte, andarla a portare dall'altra parte della provincia per andare a spegnere un incendio e ci devo anche mettere i soldi del gasolio.
Le associazioni svolgono anche attività atte al cosidetto «autofinanziamento»: supporto ad attività sportive, supporto (non so), succede spesso il supporto a determinate feste di paese, a fiere e a situazioni del genere; perché sono attività che permettono all'associazione di autofinanziarsi e di sostenere quella categoria di spese che non rientrano nell'emergenza di protezione civile.
A questo punto vi faccio una domanda, importante: voi avete mai considerato o vagliato l'ipotesi di diventare volontari di soccorso? Avete mai pensato "beh, questa cosa così com'è non funziona: c'è bisogno dell'aiuto di molti, c'è bisogno dell'aiuto di tutti, e io penso di poter essere in grado di svolgere - anche se nel mio piccolo - il mio aiuto" oppure no? Oppure pensate che certe cose nello Stato funzionano grazie ai volontari e invece dovrebbe essere lo Stato a farle funzionare e il volontariato dovrebbe essere una cosa estremamente marginale, perché dovrebbe servire nelle situazioni estremamente complesse, mentre per tutte le altre situazioni dovrebbe essere lo Stato a intervenire concretamente? Che cosa ne pensate?
Fatemelo sapere, ditemelo un po' nei commenti - come sempre - oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Ragazzi, io ho concluso. Se questo vlog vi è piaciuto, vi invito a fare pollice-in-alto e a condividerlo con i vostri amici. Se vi ho fornito delle informazioni che vi sono state utili e volete diventare (e diventerete!) dei volontari di protezione civile vi invito a farmelo sapere nei commenti e - soprattutto - vi invito, se non l'avete già fatto, a iscrivermi al mio canale: è gratuito (come l'attività di volontario) però in cambio riceverete una notifica tutte le volte che pubblico un nuovo vlog.
Ragazzi: questo è tutto. Grazie, ciao e - come sempre - ci vediamo domenica prossima!

giovedì 6 novembre 2014

Maltempo 6 novembre 2014 - Sala Operativa di Siracusa

0 commenti - [Leggi tutto]

Solo momenti in sala operativa, perché poi (mea culpa) la batteria della telecamera ha dato forfait e non ho potuto filmare i momenti di servizio...

domenica 2 novembre 2014

VLOG 38: Informatica e cinema - WarGames (no spoiler) #HallowTUBE

0 commenti - [Leggi tutto]
Uhm... non si identifica!
[uno-due-tre-quattro-cinque...]
Uff... identificazione non riconosciuta...
... e va bene!
Aiuto Accesso
Aiuto non disponibile...
Aiuto Giochi
Giochi si riferisce a modelli, simulazioni e giochi che hanno applicazione strategica e tattica...
Lista i giochi...
Labirinto di Falken, black jack, gin rummy... poker...
Magari io potrei...
[gosh!]
Benvenuti a bordo, viaggiatori. Sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
[♪♫♪]
Vi siete mai chiesti perché la Terra abbia dei deserti? A questo e ad altre curiosità sul pianeta su cui viviamo ci risponde MinuteEarth, con questo canale di video scientifici molto veloci: si gustano molto velocemente (appunto: la terra in un minuto), quindi son video in realtà molto brevi (non di un minuto: di qualcosina in più) ma molto interessanti.
Vi segnalo sul doobly-doo il link al canale MinuteEarth e, appunto, il primo video che vi segnalo è: "Perché la Terra ha dei deserti?".
Secondo video che vi segnalo sul doobly-doo è un approfondimento molto interessante: "La piaga delle locuste nel Nord America".
Il terzo video nell'anteprima ci mostra un'auto sprofondata nel terreno e ci chiede: "Cos'è successo a quest'auto?". È una domanda che concerne il cosiddetto fenomeno della «liquefazione del terreno» (ha a che fare con i terremoti): molto interessante e terzo video sul doobly-doo.
Assieme vi lancio un'extra, una curiosità: "I feti (durante la gestazione) fanno i loro bisogni?", quarto video sul doobly-doo. Il canale è MinuteEarth, trovate i riferimenti, iscrivetevi!
Argomento del giorno: come ho detto voglio unire cinema e informatica, e quale miglior unione tra cinema e informatica se non l'apoteosi, che è il film «WarGames», di John Badham del 1983, con un giovanissimo Matthew Broderick (credo 20-21 anni) e con una serie di curiosità... allora: è un film - appunto - dell'83, obiettivamente c'ha trent'anni, però non so se qualcuno di voi l'ha visto, se l'avete visto tutti quanti, se qualcuno non l'ha visto, quindi: non vi spoilererò delle parti di questo film, la mia è una considerazione veloce, una specie di recensione molto veloce senza spoiler.
In questo film si parla di questo ragazzo (David, interpretato da Matthew Broderick) che è un... un piccolo hacker, un appassionato di informatica che sta cercando notizie su un videogioco in prossima uscita e quello che fa è, a un certo punto, cercare il computer della casa produttrice del videogioco (credo si chiamasse «Protovision» la casa produttrice), e per farlo, per trovare questo numero, fa quel gesto tipico degli hacker di quel periodo (e non c'era internet, quindi non potevi andare a cercare il sito della casa!): si fa la scansione telefonica, si spera di trovare un modem collegato al computer di questa casa che dia delle informazioni; si fa quello che, successivamente, è diventato... all'inizio era la «scansione telefonica»: cercare tutti i numeri di un determinato prefisso da 0000 a 9999, adesso è diventato (proprio in onore a questo film, a "WarGames") «war-dialing». Tra l'altro esiste anche il termine «war driving»: più o meno stessa etimologia.
Facendo questa scansione si trova davanti a un terminale di una banca, un terminale di un'agenzia viaggi e a un terminale che non si identifica e che è molto poco propositivo: chiede aiuto per il logon e viene sbattuto fuori, prova a inserire determinati nomi e viene sempre sbattuto fuori, finché non scopre che ci sono dei giochi su questo computer e che è possibile entrare su questo computer utilizzando una backdoor (altro termine hacker dei tempi andati, ormai: soprattutto andati ora che c'è... esistendo moltissimo opensource è difficile seminare una backdoor su codice visibile da tutti) e la backdoor è l'utente "Joshua", sarebbe il nome del figlio del costruttore di questo computer: Joshua Falken, il figlio del professor Steven Falken. E sì: sono stato uno di quegli utenti di Linux che, quando ha avuto la BBS attiva sul numero di telefono (e all'inizio anche attiva su internet) ha avuto l'utente "Joshua" senza password sulla macchina Linux.
C'è una cosa che però non ho perdonato a quel film: Jennifer che parla con David del professor Falken e a un certo punto le fa David "Eh, non posso scrivergli, non posso contattarlo perché è morto nel '73".
"Eh, ma non era anziano!"
"Beh, aveva quarantun anni..."
"Sì, era anziano"
{GROWL!} Ne ho trentotto {GROWL!} Adesso son diventato anziano.
Comunque, questo è il film «WarGames», parla di computer, parla di hacking, ci sono dentro alcune cose che riguardano l'hacking che hanno funzionato veramente: tra l'altro a un certo punto David si trova dentro una cabina del telefono, non avendo gettoni per attivare la linea semplicemente con la linguetta di una lattina crea un cortocircuito contro il box del telefono... che non è inventato: è una cosa che ha funzionato per quasi tutti gli anni ottanta in buona parte degli Stati Uniti e in buona parte dell'Europa, quindi è un film comunque ben curato, anche se alcune piccole cose sono sempre molto romanzate, molto studiate per dare l'impressione, comunque, dell'informatica nel cinema.
L'informatica nel cinema è molto particolare, i computer hanno potenze per fare delle cose assurde, però WarGames è un film che lancia un po' un messaggio, perché qui ai computer viene data una possibilità che è una possibilità - obiettivamente - più che realistica. Solo un errore di calcolo fatto in fase di realizzazione mette in evidenza un grave difetto della macchina, quindi se lo trovate, se lo trovate nei cestoni dei supermercati a pochi soldi, o se la vostra videoteca (non so se ce ne sono ancora, qualcuna dovrebbe esserci ancora) la vostra videoteca di fiducia ha modo di farvelo avere, di noleggiarvelo: noleggiatelo, guardatelo e se non l'avete ancora visto è un film che merita, e ricordate che è un film molto profetico: soprattutto per essere un film del 1983 è molto profetico; ed è molto ben fatto.
Ok, ragazzi, io sono Grizzly. Sto scappando: spero che non mi abbia visto nessuno, ho un leggero mal di testa ma non capisco perché: son caduto mentre scappavo, ma... dovrebbe esser tutto a posto. Sono tranquillo: nessuno farà caso a me... adesso mi metterò nella folla!
Quindi, se il video vi è piaciuto, fate pollice in alto, condividetelo con gli amici. Se vi è piaciuto - come sempre - iscrivetevi al mio canale e lasciatemi il vostro feedback: potete commentare, potete lasciare un messaggio nello spazio nei commenti oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Ragazzi: grazie a tutti, ciao e ci vediamo domenica prossima... spero!
Scherzi a parte, questo era il mio special di Halloween e QUESTO è un trucco creato da un truccatore professionista che è un mio collega di protezione civile e che di solito fa i trucchi proprio per le esercitazioni e le attività di protezione civile: al termine del video vi regalo, quindi, anche il time-lapse di questo trucco.
Ciao a tutti, buona serata, buon Halloween a tutti!