domenica 9 novembre 2014

VLOG 39: Diventare volontario di protezione civile

Splendida giornata!
Benvenuti viaggiatori: sono Grizzly, questo è Diario di Viaggio on the road e... QUESTA È LA MIA NUOVA MACCHINA!
E benvenuti a bordo della mia nuova station wagon, che sì: è più corta della mia vecchia Mondeo, di QUATTRO MILLIMETRI più corta.
Scusate la giacca: obiettivamente è stato... è appena finito un quarantott'ore di allarme rosso, ma il tempo non è migliorato, quindi... mentre venivo a fare gasolio ho incontrato un paio di cartelloni pubblicitari in terra, per cui... e comunque questa giacca (che è quella della protezione civile) oltre a essere - in questo momento - un valido riparo per la pioggia se dovessi fermarmi in mezzo alla strada e una valida giacca ad alta visibilità, è anche motivo dell'argomento del giorno, per cui... sigla nuova!
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Oggi vi parlo, innanzi tutto, di Veritasium, che è un canale di vlog sulla scienza (ci dice lui "dall'atomo all'astrofisica"): è un canale molto interessante, ci sono video molto ben fatti, ci sono delle interessanti collaborazioni (c'è anche una simpatica collaborazione con Vsauce che merita di essere guardata). Comunque, sul doobly-doo vi metto - innanzi tutto - il link al canale Veritasium e il primo video che vi segnalo è: "Ruota antigravità".
Il secondo video che vi segnalo sul doobly-doo vi fa conoscere un ambiente molto particolare: "Il silenzio può farvi impazzire?".
Infine, giusto per sviluppare un pochino la curiosità, vogliamo conoscere "L'oggetto più rotondo del mondo"?
Questo è il canale di Veritasium, e adesso passiamo all'argomento del giorno, che ha a che fare con la mia giacca della protezione civile: oggi vi parlo di volontariato.
Ancora da giovanissimo (dai 18-19 anni) ho cominciato a frequentare l'ambiente del volontariato di soccorso di Siracusa, ambiente del volontariato di soccorso che si è cominciato a sviluppare seriamente dopo il terremoto del 1990, che mise in evidenza come il motore della protezione civile (che nel 1990 era ancora - possiamo dire - in rodaggio) aveva bisogno di qualcosa in più.
Il volontariato di protezione civile è regolato da una serie di normative, anche perché per essere volontari non basta svegliarsi una mattina, prendere la macchina e andare nel luogo di un'emergenza a cercare di dare una mano: anzi! Questo è assolutamente sbagliato: si intasano le strade, si danno disturbi e fastidi ai mezzi di soccorso, ci si può mettere in pericolo e diventare da soccorritore a persona che dev'essere soccorsa.
Il più grande sistema di volontariato è dato - appunto - dalle associazioni di volontariato: le associazioni di volontariato sono delle "associazioni", quindi giuridicamente registrate, con il codice fiscale, con tutte quante le loro funzionalità, in cui i soci che vengono iscritti sono dei "volontari", sono delle persone che volontariamente, liberamente, mettono a disposizione la propria competenza, il proprio tempo libero, la propria professionalità (adesso ci arriviamo: perché SO qual è la domanda che state per farmi), la propria potenzialità, le loro capacità, eccetera, a disposizione dell'ente pubblico, a disposizione dei mezzi di soccorso, nelle situazioni di emergenza.
Quando c'è una grande emergenza, un'emergenza si definisce «grande emergenza» non quando c'è, necessariamente, un terremoto o chissà quale cosa enorme: la cosa... l'esempio più pratico che tendo a fare è quello dell'antincendio boschivo (che in questo momento, con questo tempo è molto correlato, no?), quando c'è una situazione nella quale le forze esistenti (non so: i vigili del fuoco - nel caso degli incendi boschivi - e la forestale) si trovano a dover fronteggiare una situazione che va oltre le loro capacità, ma non "oltre le loro capacità" perché non sono preparati, bensì va oltre le loro capacità perché ci sono - mettiamo - 100 squadre e 250 incendi. Con tutta la buona volontà che uno può avere, cosa fai? Telefoni al fuoco e gli dici «Senti: aspetta. Devo spegnere qui»?
Ecco che quando si arriva a questo livello di situazione, quando le forze in campo obiettivamente non sono più sufficienti, si contatta la sala operativa, il "coordinamento dell'emergenza" e la sala operativa mette in allerta le associazioni di volontariato che possono avere a disposizione dei mezzi, degli strumenti per fornire aiuto ai mezzi di emergenza esistenti, ai mezzi di soccorso esistenti, per fornire - quindi - aiuto alle popolazioni colpite.
Ora: nel caso in oggetto (ossia quello che ha coinvolto nelle ultime 48 ore Siracusa) essendo stata diramata un'allerta meteo, sono state allertate tutte le associazioni di volontariato per mettere a disposizione mezzi, strumenti... Noi, per esempio, abbiamo messo a disposizione - a parte il personale - una ruspa e un mezzo d'opera (il cosidetto "Merlo") che avevamo nella nostra disponibilità, quindi. Tra l'altro il mezzo d'opera (la ruspa) è servita moltissimo per alberi che sono caduti e situazioni similari.
Quindi: la necessità è proprio questa, cioè di organizzare il lavoro, in maniera tale che l'unica sala operativa coordini il lavoro interforze tra le forze esistenti e le forze del volontariato in maniera tale da non avere un posto dove ci sono cento persone, e altri cento posti che aspettano qualcuno che fornisca una mano d'aiuto.
Le organizzazioni di volontariato, come le associazioni di volontariato, sono di varie forme. Ci sono associazioni di volontariato in ambito - tipicamente - locale, per esempio l'associazione di cui faccio parte io, che si chiama «Associazione Volontari Città di Siracusa» è un'associazione locale, cioè ha sede a Siracusa e opera nella città di Siracusa. Però esistono delle grandi associazioni di volontariato che hanno distaccamenti in molta parte del territorio: in certi casi vi sono delle associazioni che hanno dei distaccamenti su tutta Italia e sono delle associazioni a livello nazionale. Potrei fare dei nomi, non so: Nuova Acropoli o le Misericordie d'Italia.
Naturalmente sarà l'associazione a curare la formazione di base del volontario per permettere al volontario di diventare un soccorritore, per permettere al volontario di agire nell'interesse di salvaguardare la comunità, salvaguardare il volontario.
E ci sono moltissime associazioni che fanno dei corsi anche aperti al pubblico, a chi poi volesse essere interessato - eventualmente - anche a diventare un socio e un volontario. Sono dei corsi che possono comprendere ogni campo che riguarda la protezione civile: dal come si procede a soccorrere durante un terremoto, a come effettuare operazioni di antincendio in ambito boschivo, come effettuare altre operazioni di antincendio, come fornire supporto al (non so) alle squadre sub.
Ci sono delle situazioni nelle quali - ovviamente - non bastano solamente i corsi che può fare l'associazione: per esempio se c'è un'associazione che fa il servizio dei sommozzatori, ovviamente per fare il soccorittore sommozzatore sono richieste delle licenze, dei patentini e delle situazioni del genere. Però - naturalmente - l'associazione può formare il cosidetto «personale di terra»: il personale che fornisce assistenza logistica al personale abilitato a svolgere questo genere di soccorsi.
Il modo migliore per diventare un volontario di protezione civile è quello di informarsi sul proprio territorio rispetto a quali siano le associazioni di volontariato, in ambito locale o anche in ambito nazionale, come dicevo prima, quali sono i distaccamenti locali, qual è l'associazione di riferimento; consiglio spassionato: quantomeno quella che sia più vicina a casa: cioè se c'è un'associazione - non lo so - nella parrocchia davanti casa piuttosto che un'associazione in un comune a cento chilometri, magari è un po' meglio quella della parrocchia vicino casa, piuttosto che quella a cento chilometri!
Perché, insomma, il volontario, la «figura del volontario», per l'appunto è una figura che opera nel regime della propria disponibilità, del proprio tempo libero ed è una figura che opera in modo totalmente gratuito.
Il volontario non riceve uno stipendio per l'attività che svolge di protezione civile: anche nelle grosse situazioni di emergenza, comunque, viene e fornisce, e presta la propria opera gratuitamente.
Esistono delle normative, nella legge italiana, che tutelano l'operatore volontario che svolge un servizio di protezione civile, in particolar modo un servizio di emergenza, in determinate condizioni che concernono proprio l'emergenza di protezione civile. Innanzi tutto esistono i cosidetti "benefici di legge" (del DPR 194/2001 se non ricordo male): per esempio se io sono un lavoratore dipendente e vengo "precettato" perché c'è una situazione di emergenza complicata, c'è la necessità della mia presenza o - comunque - voglio poter dare la disponibilità della mia presenza, ma sono appunto un lavoratore dipendente, io ho la possibilità di venire, dare la mia disponibilità, venire (tra virgolette) "precettato" dal centro operativo comunale (o dal centro operativo misto) dal dipartimento di protezione civile; il dipartimento di protezione civile mi riconosce dei benefici legislativi inerenti il DPR 194. Il primo è che l'assenza dal posto di lavoro per svolgere attività di emergenza di protezione civile, l'assenza è giustificata: non si perde il posto di lavoro; primo, che è la cosa più importante!
Seconda cosa: la parte di stipendio che viene persa dal lavoratore dipendente viene sostenuta per intero (per quanto concerne il turno ordinario di lavoro) da parte dell'ente che ha effettuato la richiesta di emergenza: può essere il comune, può essere la regione, può essere anche il ministero a livello nazionale.
E quando io concludo il mio servizio, perché quando si comincia un servizio di emergenza di protezione civile si svolge - innanzi tutto - un'operazione importantissima, che si chiama «incorporazione»: tutte le associazioni comunicano quali e quanti sono i volontari presenti durante l'emergenza (sono presenti i signori: Tizio, Caio e Sempronio dalle ore otto, dalle ore nove, dalle ore undici) e, quando finisce l'emergenza o quando il personale ha finito il turno (o quello che sia: quando qualcuno si deve allontanare), si effettua l'operazione inversa che è la «scorporazione» (alle ore 15:30 entra il sig. Tizio e il sig. Caio se ne va, per esempio). Data questa situazione, in base alle incorporazioni, quindi in base alla disponibilità che è stata fornita dalle persone, alle persone che ne fanno opportuna richiesta (in realtà è semplicissimo: cioè si mette un "sì" durante l'incorporazione) viene rilasciato un certificato, un foglio di carta che dice che il dipartimento dichiara che dalle ore X alle ore Y questa persona è stata presente in un emergenza di protezione civile e gli sono riconosciuti i benefici di legge spettanti dal DPR 194/2001.
Questa dichiarazione viene allegata dal datore di lavoro (o dall'ufficio di ragioneria del datore di lavoro) alla dichiarazione dei redditi che si fa dell'azienda per quanto concerne il lavoratore dipendente e, fino ad una certa cifra (adesso non mi ricordo bene come funziona, ma mi pare intorno ai 300 e rotti euro) fino a una certa cifra il datore di lavoro ottiene questo risarcimento da parte dell'ente pubblico sotto forma di uno sgravio fiscale di quella cifra, oltre quella cifra fisicamente il datore di lavoro effettua il pagamento al dipendente e poi sarà lo Stato a rimborsare (fisicamente con assegno, con bonifico, con le procedure normali di rimborso da parte dello Stato), direttamente lo Stato o l'ente che ha fatto la situazione, per tramite dell'Agenzia delle Entrate.
Perché - come dicevo - sì: è vero che un volontario non riceve una paga per il lavoro che fa, ma è anche ovvio che un volontario non deve rimetterci di tasca sua.
Il carburante dei mezzi che vengono utilizzati durante un'emergenza, ovviamente, viene pagato dall'ente che ha chiamato: ci mancherebbe se io devo tirar fuori un'autobotte, andarla a portare dall'altra parte della provincia per andare a spegnere un incendio e ci devo anche mettere i soldi del gasolio.
Le associazioni svolgono anche attività atte al cosidetto «autofinanziamento»: supporto ad attività sportive, supporto (non so), succede spesso il supporto a determinate feste di paese, a fiere e a situazioni del genere; perché sono attività che permettono all'associazione di autofinanziarsi e di sostenere quella categoria di spese che non rientrano nell'emergenza di protezione civile.
A questo punto vi faccio una domanda, importante: voi avete mai considerato o vagliato l'ipotesi di diventare volontari di soccorso? Avete mai pensato "beh, questa cosa così com'è non funziona: c'è bisogno dell'aiuto di molti, c'è bisogno dell'aiuto di tutti, e io penso di poter essere in grado di svolgere - anche se nel mio piccolo - il mio aiuto" oppure no? Oppure pensate che certe cose nello Stato funzionano grazie ai volontari e invece dovrebbe essere lo Stato a farle funzionare e il volontariato dovrebbe essere una cosa estremamente marginale, perché dovrebbe servire nelle situazioni estremamente complesse, mentre per tutte le altre situazioni dovrebbe essere lo Stato a intervenire concretamente? Che cosa ne pensate?
Fatemelo sapere, ditemelo un po' nei commenti - come sempre - oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Ragazzi, io ho concluso. Se questo vlog vi è piaciuto, vi invito a fare pollice-in-alto e a condividerlo con i vostri amici. Se vi ho fornito delle informazioni che vi sono state utili e volete diventare (e diventerete!) dei volontari di protezione civile vi invito a farmelo sapere nei commenti e - soprattutto - vi invito, se non l'avete già fatto, a iscrivermi al mio canale: è gratuito (come l'attività di volontario) però in cambio riceverete una notifica tutte le volte che pubblico un nuovo vlog.
Ragazzi: questo è tutto. Grazie, ciao e - come sempre - ci vediamo domenica prossima!

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