domenica 14 aprile 2019

VLOG 262: Spirito di osservazione: rompicapo e puzzle



Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly.
Io e Agatha Christie abbiamo una piccola cosa in comune: quello che abbiamo in comune io e Agatha Christie è il 1976.
Il 12 gennaio 1976 Agatha Christie ci ha lasciato e il 18 settembre 1976 sono nato io: questa è la piccola cosa che abbiamo in comune.
Ma dopodiché le nostre similitudini cominciano a divergere e abbiamo moltissime differenze; sicuramente quella più importante è che io ho adorato (ed adoro) il personaggio di Hercule Poirot, l'investigatore belga, mentre Agatha Christie lo detestava.
E - in qualche modo - il nostro investigatore (ed ex poliziotto a Spå) avrà a che fare con la puntata di oggi di Diario di Viaggio on the road, ma per il momento cominciamo: sigla!
[♪♫♪]

Se siete appassionati di giochi di pazienza o di rompicapo, ho il canale YouTube che fa per voi: lui è Christian, MrPuzzle: prima di cominciare link del canale sul doobly-doo e sulla scheda, andate e iscrivetevi. Sul suo canale troverete tantissimi giochi di pazienza e tantissimi rompicapo che vengono analizzati e vengono risolti, ma il bello - ovviamente - non è quello di dire “Ok: allora è un canale pieno di spoiler su come si risolvono i rompicapo.”
Sì, in parte sì, ma questo non toglie che fa delle analisi molto interessanti su quella che è la qualità costruttiva dei rompicapo che vengono analizzati e, in alcuni casi, alcuni rompicapo sono molto semplici da risolvere, ma il problema è che richiedono - comunque - moltissima abilità manuale, e quindi anche il fatto di conoscere la soluzione non è che dica...
“Ok, sì: che ci vuole? Bisogna rimettere assieme tutti i pezzi!”
Sì, ma il problema è *COME* riuscire a rimettere assieme tutti i pezzi: con una mano si tiene questo, con una si tiene quello, con una si tiene quello, con una si tiene quel… aspetta un attimo: io non ho cinque mani!
In altri casi si tratta anche di conoscere qual è il trucco alla base del rompicapo, perché può essere qualcosa di particolarmente inatteso e ci vuole molta logica per riuscire a capire qual è il ragionamento.
Il primo rompicapo che vi segnalo dal canale di MrPuzzle è qualcosa di molto particolare. Io lo conoscevo già da tempo, perché non è particolarmente «moderno»: sto parlando del Puzzle per Geni, primo video che vi lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda.
Tutto quello che abbiamo è - semplicemente - una scatoletta di legno (veramente molto ben fatta) che contiene dei pezzetti di legno.
Questa scatoletta è *piena*, però sul coperchio c'è un altro pezzetto di legno, di colore rosso, che va inserito dentro la scatoletta… sembra impossibile, eppure una soluzione c'è!
Ora, ammetto che conoscere la soluzione di un rompicapo può rovinare il modo che si ha di potersi mettere in sfida, ma ciò non toglie la bellissima analisi per la qualità del rompicapo e per la cura nei dettagli.
È il caso, per esempio, del rompicapo Chiave ed Anello: infatti quello che abbiamo è una semplice chiave in metallo con un anello (di ottone, se non ricordo male) che è inserito all'interno della chiave.
Scopo del rompicapo è tirare fuori l'anello: è molto semplice, anche perché guardandolo sono due pezzi di metallo, non è che ci sia chissa quale TECNOLOGIA ALIENA.
Riuscire ad arrivare alla soluzione richiede un ragionamento molto particolare e un giusto spirito di osservazione per tutti i dettagli, per ogni millimetro degli elementi che costruiscono questo puzzle, questo rompicapo.
Per cui il secondo video che vi segnalo è Chiave ed Anello, lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda: andate, dategli un'occhiata, scoprirete un rompicapo semplice eppure veramente molto simpatico.
E parlando di qualità per i dettagli, parliamo di un cubo…
Ora naturalmente quando si pensa a un rompicapo e a un cubo, la PRIMA COSA che viene in mente a tutti quanti, sicuramente, è il Cubo di Rubik.
Penso che tutti noi almeno una volta nella vita ci abbiamo sbattuto la testa contro per riuscire a risolverlo.
Bene, in questo caso il buon Christian ci parla di un cubo leggermente diverso dal Cubo di Rubik, che tra l'altro ha più di una soluzione possibile e anche delle varianti interessanti, ed è - secondo me - qualcosa anche di inatteso a prima vista.
Sto infatti parlando del Cubo Serpente, con una eccellente tecnica costruttiva, alcune soluzioni plausibili e - soprattutto - con la necessità non tanto di conoscere qual è la soluzione per risolvere il rompicapo, ma di avere una buona abilità manuale: conoscere la soluzione può sembrare uno spoiler, ma non basta conoscerla: bisogna anche saperla mettere in pratica.
Per cui l'ultimo video che vi segnalo è - appunto - il Cubo Serpente, lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda: andate e dategli un'occhiata, scoprirete un rompicapo veramente interessante.

E passiamo quindi all'argomento del giorno: leghiamoci un attimo a quello che ho detto all'inizio. Ho lavorato per un po' di tempo per un Internet Service Provider nazionale (che forniva - tra l'altro - connettività in ADSL); avevo un paio di colleghi che mi avevano soprannominato Poirot, per due motivi.
Il primo - sicuramente - per i baffi, che tra l'altro sono anche un mio omaggio all'investigatore belga.
E… piccola curiosità: tecnicamente Hercule Poirot è ‘nato’ con il romanzo “Poirot a Styles Court” del 1920, per cui - in realtà - no: Poirot non porta i baffi a manubrio.
La Christie ci dice che portava dei baffi rigidissimi alla militare; il problema è che nel 1920 i ‘baffetti rigidissimi alla militare’ che si portavano un po' in tutta Europa…
… erano i baffetti alla Hitler.
Diciamo che nelle «edizioni cinematografiche» è sembrata una cosa abbastanza fuori luogo da voler puntare su dei baffi che richiedono molta più cura: in fondo visto che (ci racconta la Christie) che era molto legato ai suoi baffi, ci teneva tantissimo, li curava, li pettinava etc... ci può stare il baffetto a manubrio.
Comunque dicevo: mi chiamano Poirot. Per i miei baffi, ma soprattutto per la mia capacità di risolvere le situazioni più ingarbugliate.
Una cosa mi piace molto di Poirot ed è il suo metodo d'indagine utilizzando le “piccole celluline grigie”, quindi il suo sistema di “Ordine e Metodo.”
Io sono una persona genericamente piuttosto disordinata, questo lo ammetto: è un mio limite. Ma sul lavoro riesco a essere particolarmente ordinato e metodico, questo per due motivi.
Il primo motivo è che nel disordine facilmente si possono perdere dei dettagli importanti.
Il secondo motivo è perché quando tu metti tutte le cose perfettamente in ordine e c'è un guasto, il guasto (il motivo del guasto e la sua soluzione) ti saltano davanti agli occhi da soli.
Per esempio anni fa fui mandato da un cliente a Ispica, che gli era stata attivata la ADSL già da 45 giorni, ma non era stato possibile far funzionare quella connessione ADSL: dal lato centrale funzionava tutto perfettamente, dal lato del cliente il router (che tra l'altro era fornito in comodato dal provider) non ne voleva sapere di funzionare.
Gli era stato cambiato il router già tre volte, ma non partiva quella connessione, tanto che ormai erano gli ultimi 15 giorni prima che il contratto sarebbe andato, definitivamente, in KO.
Mi avevano mandato la pratica come ‘ultimo appiglio’ sapendo la mia fama.
Mi sentii con il cliente telefonicamente, dopo aver letto tutta la pratica, parlai con lui per alcuni minuti facendogli delle domande che mi disse:
-Beh, devo dire che sino ad oggi queste domande non me le aveva fatte nessuno. Mi hanno detto che, ormai, stanno per disattivare il contratto.
E infatti io gli dissi:
-Sì, guardi, la società mi considera l'ultima spiaggia: se non riesco a venirne a capo io rinunciano e cancellano il contratto. Però io vorrei fare un tentantivo, perché ho un sospetto su una situazione. Le chiedo di fare una cosa: io adesso ho bisogno che lei mi stacchi il router…
E subito lui:
-Sì, ci ho provato: l'ho staccato e l'ho riattaccato decine di volte!
-No no no: non lo deve riattaccare! Lo stacchi e lo chiuda nell'armadio: domani mattina io devo arrivare e devo trovare il router chiuso nell'armadio. ASSOLUTAMENTE deve stare lontano dalla linea telefonica.
-Ah, ma non basta spegnerlo?
-No no no, proprio: lo tolga e lo metta nell'armadio, mi faccia questa cortesia e ci vediamo domani mattina.

Io mi sento col reparto tecnico, faccio fare una serie di modifiche ad alcuni parametri, a questo punto l'indomani mattina mi presento dal cliente, prendo il router: senza collegarlo alla linea gli cambio una serie di parametri, lo collego alla linea e riesco a far funzionare quell'ADSL dopo 45 giorni.
Quando sto configurando i computer che sono dentro quell'ufficio, arrivo al computer del cliente (come ultimo computer):
-Guardi… posso?
-Eh sì sì: si accomodi, prego. Niente da fare, vero?
-No no, ho finito: stanno navigando tutti quanti, mi basta solo configurare il suo e ho concluso.
Il cliente era sconvolto, mi voleva offrire la cena… delle situazioni particolarissime.
Perché avevo capito, guardando le carte e sentendo le risposte alle domande che avevo fatto al cliente, qual era lo sbaglio che era stato fatto da tutti quanti.
Ordine e Metodo, appunto; in realtà lo sbaglio era uno sbaglio «minore», era un errore insidiato in un parametro errato, che NESSUNO si aspettava che avrebbe dato quel problema, perché era un parametro che - generalmente - agli utenti non veniva attivato, ma in quel caso - visto che erano rare quelle attivazioni - era stato attivato, ma era stato attivato col valore sbagliato.
Purtroppo in 45 giorni nessuno aveva fatto caso a quel piccolissimo valore: sono i fatti che ti parlano, non sei tu che devi prendere una teoria e appiccicarla ai fatti. Devi ascoltare i fatti, vedere che cosa ti dicono i fatti e l'errore sta lì; l'errore NON È nella tua testa, è lì, nei dati, in quello che hai a disposizione.
Questo fu - comunque - uno dei miei casi più particolari, perché ormai (come ripeto) il provider c'aveva rinunciato: quando arrivò il mio rapporto di lavoro e vedevano che il cliente stava funzionando erano increduli anche dal provider.
Cambiarono anche alcune regole per attivare quella tipologia di contratti, proprio per evitare che si ripetesse lo stesso errore in giro per l'Italia.

Quindi diciamo che è stata una mia piccola grande soddisfazione ed ecco, quindi, la mia domanda: voi siete persone particolarmente disordinate?
Siete persone ordinate e sapete gestire la routine? Oppure magari sapete ‘trovare gli errori’ perché fate tentativi disperati fino a trovare quello che funziona?
Non riuscite a ‘trovare l'errore’ e rinunciate? Quando c'è qualcosa che non quadra, riuscite a capire che cosa non quadra con un semplice sguardo? Vi è capitato qualcosa come quello che è successo a me con questo cliente?
Non lo so: parliamone! Nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Ditemi un po' se vi è mai capitato di dover utilizzare le ‘piccole celluline grigie’ per risolvere una situazione in cui nessun altro riusciva a venirne a capo: è sempre una piccola grande soddisfazione, ovviamente.
Naturalmente sto parlando di quando si raggiunge la soluzione grazie al ragionamento, non quando si tratta di un colpo di fortuna: “Aspetta: provo a premere quest'interruttore. Ah, ecco: funziona!” Così non vale, dai!
Bene ragazzi: io sono Grizzly, se sono riuscito a intrattenervi fino a questo punto (e se ci sono riuscito: grazie alle mie piccole celluline grigie!) vi invito - come sempre - a mettere pollice-in-alto e condividere questo vlog con i vostri amici, anche su WhatsApp o Telegram, sempre metodicamente e facendo attenzione a dove state condividendo.
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Infine se c'è un argomento che vi piacerebbe io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Io sono Grizzly, questo è tutto, per cui come sempre: grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

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