domenica 26 gennaio 2020

VLOG 303: L'isola dei cani, la mia analisi



Benvenuti viaggiatori: sono Grizzly, ci troviamo in Ortigia (nella splendida terrazza del “Forte Vigliena”) e dietro di me c'è una specie di «macchia» in mezzo alle onde.
Quella macchia in mezzo alle onde è uno scoglio che si chiama “Isola dei Cani” e oggi io sono venuto qui - in questa terrazza di Ortigia - proprio per parlarvi di Isola dei Cani, che no: non è quello scoglio (nel senso che sì: è quello scoglio già dai tempi, probabilmente, dei Romani), ma oggi sono qui per parlarvi di Isola dei Cani: un film in stop-motion del 2018 di Wes Anderson, per cui cominciamo, sigla!
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Nel corso del mese di dicembre 2019 (nel corso del periodo festivo) ho avuto modo di recuperare alcuni film che volevo vedere da un po' di tempo. In particolar modo due film in stop-motion che ci tenevo tantissimo a recuperare.
Uno è stato “Kubo e la Spada Magica”, e di questo film vi ho già parlato, per cui - SE AVETE VISTO QUESTO FILM ma non avete recuperato il mio vlog - in questo caso vi lascio quel vlog linkato sul doobly-doo e sulla scheda, MA ATTENZIONE: SOLO SE AVETE GIÀ VISTO il film Kubo e la Spada Magica, perché nel mio vlog vado a fare una analisi molto approfondita della storia e vado a fare un'analisi ANCHE DEL FINALE, per cui quel vlog è PIENO ZEPPO DI SPOILER sul film, per cui se non avete visto il film, non vi consiglio di procedere innanzi tutto con la visione del vlog, perché vi rovinerei la visione del film.
Mentre il secondo film - sempre in stop-motion - che ci tenevo tantissimo a guardare è - appunto - L'Isola dei Cani, scritto, diretto e co-prodotto nel 2018 da Wes Anderson.
In questo caso - tuttavia - mi terrò il più possibile «generico», per cui non troverete spoiler: quello che farò sarà raccontarvi probabilmente i primi 5~6 minuti di trama e poi analizzare i concetti che vengono sviluppati nel corso della trama, senza andare troppo nello specifico.
Se non avete ancora visto il film L'Isola dei Cani, vi consiglio INDUBBIAMENTE di andare a recuperare subito questo film, perché è un film dolcissimo: mi è piaciuto veramente tantissimo, non solo perché è realizzato in stop-motion, quindi con quella profondità d'immagine veramente caratteristica dei lavori in stop-motion, ma anche proprio per la trama, per la storia che ci racconta.
Questo film comincia con una voce fuori campo che ci racconta un attimo la situazione, e ci dà un particolare che ho trovato particolarmente gustoso: questo film è raccontato dal «punto di vista» dei cani e la voce fuori campo ci spiega che i cani parlano il "linguaggio comune" (parlano la lingua che tutti noi comprendiamo); gli umani parlano una lingua che noi non comprendiamo, nello specifico noi non la comprendiamo perché parlano giapponese, però anche il giapponese che parlano gli umani è molto «rumoroso» (c'è molto rumore di fondo), c'è molto eco (si sente molto lontano), quindi non si riesce a capire che cosa stanno dicendo; quello che succede è che c'è la voce fuori campo che fa la traduzione simultanea del giapponese, perché (ci dice) i cani capiscono la lingua dei cani, ma non capiscono la lingua degli umani. L'idea è quella di mettere noi "spettatore" nella stessa condizione.
Allora: siamo nell'anno 2038, quindi siamo nel futuro (vent'anni dopo, rispetto all'anno di produzione del film) in quello che non appare come un futuro post-apocalittico ma, piuttosto, come un futuro - secondo me - a tratti particolarmente plausibile, cosa che lo rende ancor di più inquietante come film nella sua bellezza e nel suo modo di essere - veramente - come si può dire? Verosimile.
Comunque: siamo nel 2038, siamo in questa grande città giapponese (Megasaki) e si diffonde una sorta di influenza canina, questa malattia che colpisce i cani.
Il sindaco di Megasaki (il sig. Kobayashi) è molto preoccupato dalla possibilità che questa influenza possa mutare e andare a colpire anche gli uomini, per questo motivo vengono banditi tutti i cani dalla città di Megasaki, e saranno trasferiti tutti quanti sull'isola dei rifiuti (sulla discarica, che è un'isola separata dalla città di Megasaki, che viene utilizzata come discarica): tutti i cani verranno trasferiti lì.
Il primo cane che viene trasferito sull'Isola dei Cani è Spots, che è il cane di Atari Kobayashi (nipote adottivo del sindaco Kobayashi).
Ora questo cane, Spots, non è un semplice "cane da compagnia" (non è il "semplice animale domestico"): Spots è stato assegnato ad Atari come guardia del corpo.
È un cane intelligente, è un cane con questa cuffietta, che gli permette di parlare con il suo padrone Atari, è stato educato ad essere *esclusivamente* la guardia del corpo: dev'essere un po' come un oggetto.
Purtuttavia Atari non ha questo rapporto "Datore di lavoro"↔"Sottoposto": il rapporto che ha Atari con il cane è molto differente.
Noi vediamo che sono stati trasferiti questi cani sull'Isola dei Cani e, dopo alcuni mesi, scopriamo che Atari decide di rubare un piccolo aereo, vola sull'Isola dei Cani perché va alla ricerca del proprio cane Spots.
Quando Atari arriva sull'Isola dei Cani facciamo la prima scoperta molto interessante: abbiamo detto che i cani capiscono il linguaggio dei cani e non capiscono il linguaggio degli umani (noi quindi, quando vediamo gli umani che parlano, non capiamo che cosa stanno dicendo: lo capiamo grazie alla voce fuori campo che fa il "doppiaggio" e ai gesti).
Atari è diverso: non capiamo quello che dice, però i cani lo capiscono perfettamente, e Atari capisce perfettamente quello che dicono i cani. È molto più vicino ai cani degli altri esseri umani.
In questo - lo ammetto - un pochino mi riconosco, e questo - tra l'altro - mi ha ricordato un discorso che avevo fatto sul film Matrix quando ho parlato di doppiaggio (se non vi ricordate il mio vlog sul doppiaggio, lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda): in Matrix i personaggi che vivono nel ‘mondo reale’ parlano uno slang inglese (tutti i personaggi del ‘mondo reale’ parlano uno slang inglese proprio estremo: parlano molto dialettale); gli agenti, che sono delle macchine che rappresentano la perfezione (o RASENTANO la perfezione), parlano un inglese proprio pedante.
Citando Stephen King nel racconto breve "I Langolieri", quando parla del tizio britannicooOOOH!!
Citando Stephen King nel racconto breve "I Langolieri", per farci capire che un tizio è britannico, ci dice che persino i polsini della sua camicia erano stati stirati, e "il suo inglese era inamidato come i polsini della sua camicia", che è un immagine - secondo me - bellissima per rendere il senso della cosa.
Bene: abbiamo - quindi - personaggi del mondo reale che parlano quest'inglese molto dialettale, gli agenti che parlano quest'inglese ‘scolastico’ (proprio: perfetto al millimetro), e il personaggio di Morfeo che è un personaggio del mondo reale e che parla LO STESSO INGLESE PERFETTO DELLE MACCHINE; secondo me una scelta di stile bellissima.
Nel caso di Atari c'abbiamo la stessa cosa: i cani parlano un linguaggio che capiscono solo i cani; gli umani parlano un linguaggio che capiscono solo gli umani; Atari è un umano, parla con i cani e capisce i cani!
È una specie di "testa di ponte", ed è molto interessante questa cosa.
Come per Kubo e la Spada Magica, anche nel caso dell'Isola dei Cani quello che abbiamo davanti è il classico cliché del "percorso del personaggio": abbiamo il personaggio che intraprende un viaggio che - da una parte - è il viaggio "fisico" (alla ricerca del proprio cane Spots) e dall'altra è un viaggio "interiore", un po' alla ricerca e alla riscoperta di se stesso, alla scoperta di che tipo di persona vuole essere crescendo, diventando adulto.
È il classico cliché del viaggio, però il modo che è stato deciso di affrontare questo cliché, quindi lo sviluppo della trama, l'ho trovato veramente una cosa molto bella, e il risultato finale è un film incredibilmente dolce: mi è piaciuto tantissimo.
Non è un film che mi ha commosso (attenzione!) non a questo livello di profondità (e sono una persona che si commuove facilmente guardando dei film): non è arrivato a commuovermi, ma è un film che - veramente - mi è piaciuto tantissimo, è un film che può essere guardato con tutta la famiglia, perché i bambini troveranno delle parti slapstick molto divertenti: c'è questa scena, all'inizio del film, in cui ci sono due fazioni di cani contrapposte che stanno per litigarsi un sacchetto di spazzatura che è appena arrivato.
Son lì che si guardano, si ringhiano contro, stanno per attaccarsi, a un certo punto uno fa:
-Aspettate un attimo: prima di cominciare, vediamo se ne vale la pena!
E poi anche questa scena dei cani che si menano è - proprio - fumettistica al massimo: noi non vediamo i cani su scannano, quello che vediamo è il classico nuvolone di polvere, sentiamo abbaiare, vediamo: ogni tanto esce una zampa, esce una testa, un cane zompa fuori da un lato e rientra nell'altro, e c'è questo nuvolone di polvere in cui si stanno menando, che è una cosa molto fumettistica.
C'è un'altra scena slapstick: questi cani che sono dentro questo carrello in uno stabilimento, e questo carrello passa in mezzo a una serie di macchinari.
Ma ci sono anche questi punti della trama che sono molto profondi, che possono essere apprezzati anche da un pubblico adulto.
E comunque, come ripeto è un film veramente molto dolce e mi è piaciuto tantissimo, e quindi - se non l'avete visto - vi consiglio di guardarlo, vi consiglio di guardarlo con tutta la famiglia, perché è un film che merita tantissimo.
Ecco quindi la mia domanda: voi avete visto questo film? Siete d'accordo con me che è molto interessante il modo in cui è stata sviluppata questa trama? E che il film è molto bello?
Oppure non l'avete visto e sono riuscito a incuriosirvi per andare a guardare questo film?
L'avete visto: c'è qualcosa che non ho notato, che mi volete far notare? C'è qualcosa di cui non ho parlato, che invece avrei potuto parlarne?
Se c'è qualcosa che concerne la trama, per piacere, non scrivete direttamente il commento: marcate sul commento la dicitura "=SPOILER=" prima di sviluppare il commento, in maniera tale da non rovinare eventualmente agli altri che stanno leggendo i commenti la visione di questo film.
Detto questo: parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Comunque discutiamone: se c'è qualcosa che avete notato, se c'è qualcosa che non ho notato io, se c'è qualche altro film in stop-motion che mi vorreste consigliare, cosicché - magari - gli do un'occhiata e poi ne parliamo.
Bene: io ho concluso, spero di essere riuscito a intrattenervi e a farvi conoscere un altro film interessante. Se ce l'ho fatta vi invito a mettere pollice-in-alto e condividere questo vlog con i vostri amici, anche su WhatsApp o Telegram: magari con i vostri amici che sono appassionati di film in stop-motion (o di film per la famiglia) che - magari - non hanno visto questo film e potrebbero scoprire una cosa veramente molto bella e molto dolce da guardare.
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Infine se c'è un argomento che vi piacerebbe io trattassi su #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Io sono Grizzly e questo è tutto, per cui come sempre: grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

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