Oggi, finalmente, dopo quasi un anno di "corsi e ricorsi storici", dopo quasi due di attesa della pensione di invalidita' (che ancora aspettiamo, eh?) e dopo che finalmente il comune ha smesso di dire che c'e' una graduatoria che si basa sulla data di presentazione della richiesta (e stendiamo un velo pietoso sul comportamento dell'ufficio di Solidarieta' Sociale da cui - peraltro - viene proprio mia madre); dicevo: oggi finalmente abbiamo accompagnato mia nonna alla "Casa Monteforte" di via Picherali, in Ortigia.
Certo: e' difficile arrivare al punto in cui si deve affidare la propria nonna paterna ad ad una casa famiglia, ma e' innegabile il punto a cui ella stessa e' arrivata: la morte di mio padre prima e di mio zio dopo la ha completamente buttata giu', e ormai il fatto di non riconoscere piu' ne' noi, ne' casa sua, era diventato la norma quotidiana.
Ogni giorno, anche piu' volte al giorno, scappava di casa e veniva ripescata o da noi o dai vicini di casa.
Ora questo indomito macello dovrebbe essere finito, e sia io che mia cugina dovremmo essere in grado di riprendere fiato.
Il posto, se lo devo dire sinceramente, non e' proprio fantastico (anche se la vista dalla finestra sul mare e' a dir poco eccezionale), ma almeno finche' non troviamo il modo di avere un'assistenza domiciliare 24 ore (per mezzo soprattutto della stramaledetta pensione di invalidita' e di accompagnamento che non arriva mai...) consentira' a lei di non vivere sempre da sola e vedendo noi nipoti solo per brevi sprazzi della giornata, e consentira' a noi di riorganizzare meglio la nostra vita.
Mi auguro solo che funzioni tutto per il verso giusto.
1 commenti:
Beh, la scelta sara' stata davvero sofferta, e' pur sempre un membro della tua famiglia. Pero' penso proprio che avete fatto bene.
Cosi' e' seguita 24 ore su 24 da personale addestrato.
Coraggio Grizzly, la vita va avanti.
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