mercoledì 30 marzo 2011

Squadra cucina in navigazione

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Sono al telefono con la squadra, hanno appena lasciato Linosa e stanno arrivando a Lampedusa. Maurizio si è sentito con il personale in situ: dovrebbero essere portati presso la base LORAN per montare la cucina in quella zona. Ma poi ci sarà da attendere almeno un giorno per poter ottenere spianatura, acqua, fognatura e corrente elettrica. Nel frattempo li stanno aspettando in molti anche con delle squadre tecniche per vedere se è necessario, ad esempio, smontare il cancello d'ingresso per far passare il rimorchio cucina (che è molto alto).
Nel frattempo stanno cercando di organizzare un po' di servizio d'ordine sull'isola. Sul traghetto che hanno preso (che è partito stanotte alle tre, dopo essere arrivato dopo l'una...) ci sono a bordo loro, e una grossa quantità di agenti di polizia, carabinieri ed altre forze dell'ordine.
Questa partenza iper-veloce e alquanto disorganizzata, naturalmente, è tutto merito dell'arrivo di Silvio Berlusconi (stamattina) sull'isola. Perché nel frattempo stanno cominciando a raccogliere profughi per portarli altrove...
... comunque: mano a mano che avrò nuove notizie, cercherò di aggiornare il blog. Questa volta non potrò essere direttamente sul posto, perché il lavoro al momento non mi sta dando tregua, ma dovremmo comunque essere in grado di raccontare ugualmente la situazione che si vive in quella terra.

martedì 29 marzo 2011

Partenza per Lampedusa

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La nostra cucina mobile parte per Lampedusa... Domattina dovrebbe essere in situ
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Grizzly - sul Nokia E90 Communicator

venerdì 25 marzo 2011

Sbarco al porto

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Tutti i clandestini sono in tenda, una si è sentita male e la stanno portando in ospedale
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Grizzly - sul Nokia E90 Communicator

Capitaneria

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Il bordo tende, unico angolo che posso fotografare perché nelle tende ci sono i profughi
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Grizzly - sul Nokia E90 Communicator

Sbarco clandestini a Siracusa

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46 clandestini (si vociferava curdi) sono sbarcati al porto di Siracusa alle 23 circa. Mi ha chiamato Maurizio alle 21:50 per scendere al porto, dove abbiamo atteso in compagnia delle FdO e di molti colleghi volontari. Ora che ho un secondo di quiete posso raccontare che abbiamo appena finito di rifocillarli e montare due tende nella capitaneria dove passeranno la notte. Un lavoraccio, ma in questo frangente sai sempre che ne vale la pena
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Grizzly - sul Nokia E90 Communicator

mercoledì 23 marzo 2011

Congratulazioni a Francesco!

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L'amico Francesco Candelari, farmacista e scrittore di fantascienza, questa sera è stato contattato dall'organizzazione del premio letterario CISAF: ha partecipato inviando un breve racconto di fantascienza, che la giuria ha valutato all'unanimità per il primo premio.
Complimenti per aver dimostrato che Siracusa può avere una grande eccellenza nel campo della fantascienza, ma soprattutto per il racconto che anche secondo me merita veramente (-:
Complimenti, soprattutto, per il racconto che ho avuto il piacere di leggere in anteprima: potente e visionario, denso di un'atmosfera gotica che fa riflettere e con un finale veramente a sorpresa che lascia persino un po' spiazzati.
Sono con l'amico Francesco, e ne approfitto per fargli i complimenti di persona, ma anche un paio di domande su questo racconto e sui suoi progetti futuri.
Grizzly: "Complimenti ancora per questo grande risultato. Parlaci un po' di questo concorso"
Francesco: "Si tratta di un concorso a tema libero riservato ai farmacisti. Quando ho letto il bando, ho deciso di partecipare con un racconto a me congeniale, ossia una breve storia di fantascienza, che è la mia grande passione"
G: "La fantascienza ha rappresentato e rappresenta il tuo genere letterario preferito, e d'altronde hai già pubblicato altri due romanzi, oltre a L'essenza oltre il buio, che abbiamo scritto assieme. Hai in cantiere altri romanzi o racconti di fantascienza?"
F: "Naturalmente sì. A breve uscirà Gli occhi di Magenta, dove ho esplorato a fondo i misteri della possessione demoniaca e i pericoli della clonazione umana incontrollata. Inoltre sto già lavorando a un altro romanzo di fantascienza su sfondo storico ambientato nel periodo della seconda guerra mondiale e che narra una delle battaglie più note ed epiche e che rappresenta il punto di svolta di questa guerra, combattuta a El Alamein."
G: "E riguardo ai racconti brevi, come ti poni? Ti da soddisfazione raccontare storie di fantascienza anche, per così dire, condensate? Pensi di buttarti in una raccolta di racconti brevi, per esempio?"
F: "Beh, dopo questo lusinghiero risultato sicuramente scriverò dell'altro, anche se mi ritrovo più a mio agio quando scrivo storie nelle dimensioni di romanzo."

Restate su questo blog, e presto pubblicherò anche questo racconto vincitore del primo premio CISAF.

sabato 19 marzo 2011

Il crocifisso è un simbolo culturale

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La corte di Strasburgo ha stabilito che l'esposizione del crocifisso non è in contrasto con la libertà di espressione, in quanto rappresenta un simbolo culturale. Mi unisco alle parole del rabbino capo di Roma Riccardo di Segni (che leggo su La Repubblica): "Dire che il crocifisso è simbolo culturale è, a mio parere, mancargli di rispetto. E non mi ci riconosco come simbolo culturale."
Obiettivamente, da agnostico, continuerò a non esporre alcun simbolo religioso all'interno del mio ufficio.

AGGIORNAMENTO 22 marzo 2011
Vignetta di Stefano Disegni, tratta da questo articolo de "Il fatto quotidiano"
Oggi ho visto questa bellissima vignetta su "Il fatto quotidiano" e la consiglio perché rappresenta un bellissimo messaggio di civiltà che molti dovrebbero imparare.

giovedì 17 marzo 2011

Giappone e nucleare, Europa e nucleare, Italia e...

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Il recente terremoto in Giappone, e soprattutto l'incidente in corso nella centrale termonucleare di Fukushima, hanno provocato un vero e proprio vespaio di polemiche riguardo alle centrali termonucleari nel mondo, e in Italia nel suo - per così dire - piccolo.
Infatti mentre tutto il mondo ferma molte centrali per mettere sotto controllo le procedure di emergenza, l'Italia impiega pochi minuti a schierarsi in due grandi, diciamo, famiglie: chi è favorevole al 100% al ritorno del nucleare nella nostra nazione, e chi è contrario al 100%. Entrambi portano le loro ragioni, ma - mi si consenta il gioco di parole - il problema che ho visto sinora è che nessuno dei due schieramenti, invece, semplicemente ragiona.
Due considerazioni rapide. La prima: sì, io sono favorevole all'uso del nucleare per la produzione di energia elettrica, soprattutto come strumento per togliersi dalla dipendenza dai combustibili fossili e non solo, che in Italia è un problema non indifferente.
La seconda: no, sono contrario alla costruzione di centrali nucleari in Italia, anche se questo può sembrare in controtendenza con la prima considerazione.
Ma spiego questa contraddizione subito. L'energia nucleare non è pulita, sono d'accordo, ma non è più sporca di altre forme di produzione di energia elettrica per via termica (anzi, in effetti il sistema clamorosamente meno sporco di tutti per produrre energia elettrica termicamente in questo momento è l'incenerimento dei rifiuti in un termovalorizzatore). E soprattutto in Italia abbiamo poco da piangere merenda che le centrali nucleari possano subire degli incidenti, visto che tanto compriamo molta energia elettrica da stati della comunità europea che le centrali nucleari le hanno edificate sino quasi ai confini con l'Italia.
Ma c'è un problema non indifferente in Italia. Un problema che si è presentato troppe volte per non poterlo ignorare "a priori": la cosiddetta gestione all'italiana delle cose.
Voi vorreste una centrale nucleare costruita con cemento depotenziato? Progettata, costruita e gestita a colpi di subappalti e outsourcing?
Io, personalmente, a livello estremista metterei in galera dopo una feroce ripassata di manganello chiunque dovesse solo azzardarsi di pensare alla parola subappalto nell'ambito della realizzazione nucleare, ma le cose in Italia non funzionano così. Lo abbiamo visto in passato, da quello remoto a quello più prossimo, ma con la differenza che - al contrario della "gente comune", noi italiani non siamo mai riusciti ad imparare dai nostri errori, e non possiamo permetterci di sperimentare con un palloncino che se scoppia rende inabitabile un'area di svariati chilometri di raggio, facendo morire chissà quante persone fra atroci sofferenze: perché abbiamo dato la nostra fiducia al signor X per costruire una centrale nucleare e questo signor X si è dimostrato indegno della nostra fiducia.
Per cui, come già espresso da un referendum, è opportuno evitare di ritornare al nucleare in Italia.
Ma ora vado avanti, per analizzare perché l'incidente nucleare grave è sempre dietro l'angolo, per analizzare che cosa è andato storto a Fukushima, e potrebbe andare storto, domani, in una qualsiasi centrale nucleare nel mondo.
Ci sono molti modi di produrre energia elettrica, quello più diffuso è il meccanismo termico: si produce vapore ad alta pressione e lo si utilizza per far girare una turbina.
La centrale termonucleare utilizza una reazione fissile nucleare per surriscaldare l'acqua e vaporizzarla. La reazione viene gestita utilizzando un meccanismo basato alla lontana sulla pila nucleare di Fermi: delle barre di uranio debolmente arricchito (mediamente intorno al 2%) coperte di una lega di zircone emettono neutroni, che vengono rallentati da un moderatore ed eventualmente bloccati da delle barre inframmezzate che contengono piombo e boro.
Il moderatore è semplice acqua, che rallenta i neutroni e sottrae il calore della reazione portandolo a uno scambiatore dove altra acqua viene vaporizzata e usata per le turbine. In questo caso l'acqua fa anche da fluido refrigerante.
L'uso dello scambiatore è ovvio: l'acqua in cui è immerso il nucleo è radioattiva, e in essa sono disciolte alcune "scorie" provocate dalla reazione fissile. Con dei meccanismi complessi è possibile recuperare quest'acqua per filtrare via parte delle scorie, e contemporaneamente introdurre altra acqua (di norma si utilizza acqua fortemente demineralizzata, ma (come sta avvenendo a Fukushima al momento) è possibile (danneggiando però la struttura) introdurre se necessario altra acqua, compresa l'acqua di mare.
Ora, le barre di piombo e boro sono mobili, e legate a un meccanismo che le solleva singolarmente attraverso una gru [e che può sganciarle e ficcarle dentro alla meno peggio in caso di emergenza, inchiodando de-facto la reazione fissile in pochi istanti (questa procedura di emergenza si chiama SCRAM e può persino danneggiare le barre di controllo stesse)].
Adesso una nota importante. È vero: il terremoto in Giappone è stato molto potente (8.9 Mw), e lo tsunami che ne è seguito ha fatto tabula rasa dove i danni del sisma sono stati abbondantemente limitati. Quello che è successo a Fukushima è sarcasticamente ridicolo: la centrale infatti ha retto al sisma e, nonostante fosse accanto al mare, anche allo tsunami.
E allora cosa è successo, mi chiederete subito tutti? Semplice: è successo ciò che è ovvio. Le procedure di emergenza automatiche sono entrate in funzione come era previsto che fosse appena c'è stato il sisma. La principale procedura di emergenza è quella di attivare in caso di terremoto la procedura di SCRAM e spegnere immediatamente il reattore.
Naturalmente il reattore non è un'automobile utilitaria media, che si gira una chiave e si spegne: la procedura di spegnimento è lunga e complessa, e quella di spegnimento repentino (SCRAM) richiede il perfetto funzionamento della cosiddetta "corrente di ritorno".
Le centrali nucleari non sono elettricamente autonome: significa che quando il reattore è spento, non possono generare corrente per le loro esigenze, e in questo caso si basano su due supporti: il primo è la corrente generata da altre centrali che ritorna nei loro circuiti. La seconda, che è quella di emergenza in mancanza della prima, sono degli accumulatori che danno da due a cinque ore di autonomia media, e soprattutto una serie di gruppi elettrogeni diesel da accendersi mentre si è in batteria.
Ma a una centrale nucleare serve elettricità quando il reattore si spegne? Sì, naturalmente. Per tre motivi.
Anzitutto perché se manca elettricità non funziona nessuno strumento di controllo dello stato della centrale, non funzionano termometri, non funzionano misuratori di livello, computer etc.
Poi perché se manca l'elettricità non è possibile effettuare le lunghe e complesse procedure di avviamento del nucleo, di avviamento della centrale e di sincronizzazione con la rete del distributore elettrico.
Ultimo, ma non meno importante, perché il combustibile ha sempre un calore latente che bisogna tenere sotto controllo, continuando a pompare liquido refrigerante (acqua) nel circuito. Ah, ovviamente se la reazione nucleare viene spenta con lo SCRAM, le barre per effetto della conservazione dell'energia cominciano a surriscaldarsi molto violentemente (si passa dalla temperatura di esercizio di 250~300 gradi a temperature che possono toccare i mille gradi), ma un efficace sistema di raffreddamento in funzione permette di dissipare rapidamente (nel giro di qualche ora) questo calore in eccesso e riportare il nucleo a temperature ragionevoli (a reattore spento, a causa della ridotta ma non totalmente spenta attività fissile, stiamo intorno ai 45~65 gradi. In ogni caso, il raffreddamento non deve mai mancare e, soprattutto, ogni barra deve essere coperta di acqua per la sua intera lunghezza.
Ora ritorniamo a Fukushima: a causa del sisma i reattori sono andati automaticamente in SCRAM, e quindi automaticamente la temperatura dei nuclei è zompata fino a un migliaio di gradi nel giro di pochi secondi. Tutto normale, le pompe tengono grazie agli accumulatori, e nel frattempo i tecnici devono avviare i gruppi elettrogeni per far lavorare le pompe di raffreddamento.
Ecco l'inghippo. Il sisma non ha danneggiato l'edificio della centrale, così come non l'ha danneggiato neppure il catastrofico tsunami che c'è stato poco dopo. L'edificio, già, ma... i gruppi elettrogeni?
Ecco: ci siete? Ora immaginatevi la scena: le batterie sono a pieno regime (ma non dureranno molto), e un inquietante colloquio fra i tecnici:
T1: "Ok, le batterie non andranno che per un paio d'ore. Accendiamo i gruppi elettrogeni"
T2: "Non si può"
T1: "COME NON SI PUÒ? Accendiamo subito i gruppi, o il raffreddamento si ferma!"
T2: "Non si può: i gruppi elettrogeni se li è portati via lo tsunami"
T1: "Chiama un'altra centrale, chiama il governo, chiama l'officina più vicina che dispone di un gruppo elettrogeno"
T2: "Chi ca$$o chiamo, che i telefoni sono morti? E anche se rintraccio qualcuno, sono saltate le strade, sono saltati i trasporti, è saltato tutto."
T1: "E le altre centrali, qualcuno può darci corrente di ritorno?"
T2: "Quelle nucleari sulla fascia sono tutte spente, e anche ammesso, le linee di interconnessione alla rete sono su tralicci, e sono saltate anche quelle..."
T1: "Ops... Ehm... un po' d'incenso a Buddha?"
T2: "Lo tsunami ha sparso il tempio su una decina di chilometri quadrati..."
Ecco il problema.
Il nucleo comincia a surriscaldarsi. L'acqua di raffreddamento gira finché c'è corrente, poi salta anche quel circuito, e il nucleo si scalda, si scalda, si scalda a temperature che non vi immaginate.
Il contenimento del nucleo è una specie di immensa pentola a pressione, in cui grazie al fatto di tenere la pressione dell'acqua elevata, si evita l'ebollizione e la conseguente vaporizzazione dell'acqua. Ma l'acqua non gira e continua a scaldarsi, finché si vaporizza e sale ancora la pressione.
La pressione sale troppo, e il contenimento rischia di saltare per la troppa pressione come il gigantesco tappo di una bottiglia di spumante, come successe a Cernobyl, ma qui almeno c'è un minimo di intelligenza: evitiamo questo rischio, scarichiamo pressione.
Ma scaricare pressione e buttare vapore radioattivo fuori dalla centrale (dopo aver evacuato a un raggio di circa 3km perché almeno si evita l'esposizione alle radiazioni ionizzanti del vapore, il tempo che si disperda) elimina solo il rischio "bottiglia di spumante": il nucleo continua a scaldarsi, e comincia a scarseggiare l'acqua, con il rischio di scopire parte del nucleo e peggiorare l'aumento di temperatura, quel poco di reazione che avviene con le barre di controllo senza acqua avviene anche senza moderazione.
E il nucleo si scalda ancora, e le barre raggiungono i 1800 e passa gradi centigradi. A questo punto?
A questo punto il peggio: le barre sono ricoperte di una lega di zirconio, che a quella temperatura cominciano a fondere. Ma soprattutto quella temperatura è sufficientemente alta da riuscire a mandare l'acqua di raffreddamento a separarsi in idrogeno e ossigeno. E sale ancora la pressione, e bisogna di nuovo ventilare, ma qui c'è il secondo problema: l'idrogeno è altamente infiammabile, e mentre si comincia a scaricarlo dentro l'edificio della centrale, una semplice scintilla provoca una disastrosa deflagrazione, che demolisce parte dell'edificio (e nonostante tutto, la botta non arriva a criccare il contenimento del nucleo): e barre di combustibile ormai sono quasi completamente fuori dall'acqua, la temperatura continua a salire e si cerca di pompare manualmente acqua di mare (che manda immediatamente a $donnine_di_facili_costumi tutto il sistema del reattore), ma non c'è altro da fare. Perché come successe con Cernobyl, il ragionamento del combustibile è sempre il medesimo: se la temperatura sale, si fonde diventando una palla di magma che può raggiungere i circa seimila~seimilacinquecento gradi. A quel punto sta all'uranio, decide lui che cosa fare: può innescarsi spontaneamente, esplodendo non come una gigantesca bomba atomica (non c'è massa attiva sufficiente a giungere a quella critica, per lo meno, ma ciò non renderebbe comunque la centrale un petardino di capodanno) ma quasi, oppure può continuare rapidamente la reazione fissile portando il nucleo oltre i 12~14 mila gradi. A quel punto, avverrebbe la cosiddetta "sindrome cinese": potenzialmente il nucleo-magma potrebbe fondere la base della sezione di contenimento, fondere la base dell'edificio, fondere il terreno che c'è sotto e precipitare all'interno del pianeta "continuando la sua corsa ininterrotta fino in Cina", ma più probabilmente pescherebbe la prima falda acquifera innescando una gigantesca esplosione d'idrogeno e scagliando tonnellate di materiale radioattivo in una nube tossica dalle proporzioni inimmaginabili, e provocando un fallout radioattivo che neanche Hiroshima e Nagasaki messe assieme...
In Europa c'è una gestione un po' creativa della produzione di energia elettrica, perché è possibile acquistare corrente dagli stati vicini in caso di necessità, o di rivenderla in caso di surplus, mentre il Giappone essendo un arcipelago un tantinello isolato, è dominato da un certo equilibrio di produzione elettrica, perché un'eventuale sovraproduzione non si potrebbe utilizzare per nulla. Il terremoto e il conseguente spegnimento di molte centrali ha fatto vacillare questo equilibrio, peraltro. Ma con questo non indifferente polpettone tecnico quello che volevo sottolineare, soprattutto, è questo concetto:
Non è la generazione costruttiva della centrale che ne definisce la sua sicurezza intrinseca. La centrale può essere di prima o di millesima generazione: come il terremoto non ha danneggiato l'edificio di Fukushima, una centrale costruita in Italia con tutti i clismi reggerebbe un sisma e uno tsunami simili, ma quello che non è garantito è: l'autonomia elettrica della centrale in caso di calamità. Il rischio che il reattore fonda perché sono saltate le infrastrutture esterne è troppo elevato, ed è indipendente dalla generazione della centrale stessa.
Una breve considerazione finale: io nel XXI secolo se dovessi costruire una centrale nucleare, nella considerazione che non c'è autonomia elettrica, al di là delle linee di ritorno ridondate e dei gruppi elettrogeni, avrei anche la buona creanza di disseminare l'edificio di pannelli fotovoltaici, tanto per poter dire che crollato tutto, uno schifoso sistema per avere corrente in caso di emergenza ce l'abbiamo comunque.
Uff. Spero di aver reso le idee un po' più chiare a tutti quanti. Se avete altri dubbi, o correzioni, intervenite pure, perché l'argomento credo che abbia bisogno di essere approfondito, anziché lasciato in un semplice schieramento estremo fra favorevoli e contrari.

Buon compleanno, vecchia patria

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Auguri all'Italia e a tutti gli italiani. Auguri nonostante il governo che ci ritroviamo, nonostante la nostra politica estera faccia pietà. Nonostante la situazione in Libia, di cui parlerò più tardi: nonostante la sovranità italiana come sempre rappresenti un ossimoro. Auguri, di cuore. A tutti. Non solo agli italiani, ma anche ai giapponesi, che tanto dolore hanno vissuto e stanno vivendo [a proposito: se volete fare qualcosa di utile, un bel SMS al numero 45500 per donare due euro può essere appropriato].

mercoledì 16 marzo 2011

Siracusa, val Padana

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Viale Santa Panagia alle 8 di mattina
Solo due parole: "no comment"

venerdì 11 marzo 2011

Terremoto in Giappone

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Aggiornamento ORE 11:45: Finalmente il figlio di Maurizio ha contattato via skype: sono arrivati in albergo dopo aver fatto molta strada a piedi perché la metropolitana è ferma. In albergo tutto a posto, in città nessun danno particolare (qualche finestra è esplosa, ma tutto qui). Adesso ci stiamo segnando i dati per contattare i familiari vari. Confermato che non funzionano i telefoni, ma in compenso in albergo c'è il wi-fi e quindi possono contattare l'Italia via facebook e/o skype.
Aggiornamento ORE 11:30: cerchiamo di fare chiarezza, le due scosse telluriche sono state di Mw 8.8 ed Mw 7.9, ossia parliamo della "Scala di magnitudo del momento sismico", e non di scala Richter. Non c'è una vera e propria corrispondenza fra le due scale, per cui non so dirvi come gestire la situazione, ma considerate che approssimativamente l'equivalenza è fra 7.5 e 8 sulla scala Richter.
Aggiornamento ORE 11:20: Sono a casa di Maurizio. Lui si è già sentito con la Farnesina, per ora nessuna notizia. Se proviamo a chiamare il numero telefonico dell'albergo in cui sono i ragazzi, ma le linee sono congestionate (una gentile signorina automatica in giapponese e inglese avverte che la linea chiamata non è raggiungibile). Sappiamo grazie a Jano che quantomeno varie connessioni internet funzionano, e pertanto dovrebbe funzionare il wi-fi in albergo. L'albergo si trova nella prefettura di Meguro, obiettivamente a circa 2km dal porto, per cui non dovrebbero esserci grossi rischi in caso di tsunami. Ora vedremo come si sviluppano gli eventi.
Aggiornamento ORE 10:50: Tutti i treni sono fermi...
Aggiornamento ORE 9:50: Mi sono appena sentito via skype con Jano Bison: a Tokyo si è ballato, ora i treni e i trasporti pubblici sono quanto di più effimero si possa immaginare. Corrente e gas per ora resistono, ma la telefonia traballa parecchio. Però le notizie sono confortanti, perché non sembrano esserci grossi danni, lui e la moglie stanno bene, i bambini erano a scuola e ora sono tutti in attesa che si sblocchino i mezzi di trasporto. Gli ho confermato che rimarrò collegato su skype per il resto della giornata, in caso di qualsiasi necessità. PS: Jano mi ha confermato delle prime onde di tsunami arrivate anche al porto di Tokyo.

Bello cominciare la giornata sapendo che ci sono state due forti scosse di terremoto localizzate nel nord-est del Giappone. Bello, soprattutto se si considera che ho un amico che vive a Tokyo da anni, e il figlio del collega Maurizio che è atterrato a Tokyo praticamente un paio d'ore prima della prima scossa...
... sto seguendo le notizie su Euronews, sulla radio, sui siti internazionali (anche su quelli in giapponese, grazie a google translate) e per ora ho ricevuto contatto e rassicurazioni da parte dell'amico che a Tokyo ci vive da tempo.
Vedremo come si muovono le cose nel corso della giornata. Il sisma ha avuto epicentro dalle parti di Miyagi, che non si trova esattamente attaccato a Tokyo, sebbene la situazione più complessa sia a metà strada, nella località Fukushima, dove c'è una bella centrale nucleare, ora in fase di spegnimento automatico.
La mia vicinanza di persona, di blogger e di volontario di protezione civile a vittime e feriti di questa spaventosa tragedia.

giovedì 10 marzo 2011

Tassa di Concessione Governativa: dovuta o no?

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In questi giorni la Commissione Tributaria della Regione Veneto ha depositato due sentenze (la nr 4/11 depositata il 17 gennaio 2011 e la nr 5/11 depositata 10 gennaio 2011), nelle quali ha espresso anzitutto l'esonero dal pagamento della Tassa di Concessione Governativa (TCG) sugli abbonamenti di telefonia mobile della Pubblica Amministrazione, dichiarando inoltre che sotto il profilo formale a seguito della liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, stante ai pareri e alle norme espresse sul Codice delle Comunicazioni Elettroniche (d.l. 259/2003) la tassa di concessione non sia dovuta tout-court.
Subito molti (l'ADOC in primis) hanno lanciato una campagna per la cancellazione di questa tassa, e il recupero dei pagamenti di questa tassa effettuati negli ultimi tre anni.
Nello specifico mi sono chiesto "se il codice delle comunicazioni è del 2003, perché negli ultimi tre anni?", e sono andato a cercare su internet. Dal sito Fisco e Tasse (in particolare questo approfondimento) leggo che secondo l'art. 13 del D.P.R. 641/1972 il contribuente può richiedere la restituzione delle TCG "erroneamente pagate entro il termine di decadenza di tre anni a decorrere dal giorno del pagamento o, in caso di rifiuto dell'atto sottoposto a tassa, dalla data della comunicazione del rifiuto stesso". Sempre che la Corte di Cassazione non la dichiari illegittima, cosa che porterebbe il limite a dieci anni.
Ora, da una parte questa è una notizia interessante perché interessa una certa fetta (non indifferente) di utenti di telefonia mobile. Dall'altra, invece, mi pongo determinati dubbi sul comportamento che l'ADOC, il sito Fisco e Tasse e molti altri invitano a tenere per ottenere la cancellazione ed il rimborso.
In particolare si chiede di inviare una raccomandata di messa in mora al proprio operatore di telefonia mobile. Ma, e c'è un pesantissimo ma, è proprio l'operatore colui che è deputato a rimborsare e cancellare questo prelievo?
La figura dell'operatore di telefonia si configura come quella di fornitore del servizio di telefonia, ed è responsabile in sede civile e penale del corretto funzionamento del servizio. E il suo ufficio amministrativo si occupa dell'emissione dei documenti fiscali (fatture) e del loro incasso. Ma riguardo al pagamento della TCG l'operatore opera solo con la mera figura di esattore, poiché tali denari non vanno all'operatore, bensì devono essere dallo stesso rigirati all'erario. Immaginate il pagamento dell'ICI che va al comune, ma l'incasso che viene gestito da Equitalia, ad esempio.
Ora, il punto è questo: l'esattore (credo si definisca "agente di riscossione") risponde degli errori nella sua emissione di cartelle di pagamento (es. se mi chiedono di pagare due volte l'ICI per lo stesso anno e lo stesso stabile, quando l'ente ha emesso una sola richiesta di pagamento), ma non degli errori commessi dall'ente stesso: se è il comune a chiedermi di pagare due volte l'ICI, è sempre il comune che deve cancellare la seconda richiesta di pagamento. In questo caso l'esattore, quando viene informato dell'esistenza dell'errore, può solo congelarlo (senza quindi interessi per ritardato pagamento) in attesa che sia l'ente ad esprimersi.
Per lo stesso ragionamento, io non posso chiedere al mio operatore di restituirmi gli ultimi tre anni di TCG, perché non sono denari dell'operatore, bensì dello Stato. Al più posso chiedere all'operatore di sospendere i pagamenti della tassa in attesa di chiarimento da parte dello Stato (e in caso lo Stato avesse ragione, dovrò versare gli arretrati con gli interessi legali e moratori).
Il mio è solo un dubbio, ma mi pare più che legittimo. Io sono in possesso di tutte le fatture di telefonia mobile (non già degli ultimi tre anni, ma di tutte quante dalla stipula dell'abbonamento nel 1997) e quindi sono pronto a mettere in mora chiunque debba cancellare questo balzello e restituirmi (eventualmente) il "maltolto", ma prima di scrivere all'operatore [e magari sentirmi rispondere picche] vorrei le idee ben chiare sull'argomento.
E invito tutti gli interessati a restare sintonizzati su questo blog: in questi giorni mi sentirò con l'ADOC di Siracusa e - soprattutto - cerchero di prendere maggiori informazioni (mi sarebbe comodo leggere le due sentenze della commissione tributaria, anzi: se qualcuno mi sa dire come si fa, anche a pagamento, le sue informazioni sarebbero molto utili). Quando sarà il momento, avvierò tutte le procedure, e vi terrò informati sulla strada da seguire.
Sapete che di solito mi porto sempre avanti quando si tratta di soprusi nei confronti dei consumatori, e cerco di andare anche in prima linea sull'argomento, per cui potrebbe questa volta sembrarvi strano che prenda questa storia con la dovuta quantità di piombo sui piedi... Però fidatevi di me: se riusciamo a trovare la strada corretta, ne avremo dei benefici tutti quanti. Mandare raccomandate a caso rischia solo di essere un inutile spargimento di inchiostro e altri denari...

mercoledì 9 marzo 2011

Libia e intervento internazionale

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La situazione che si vive in questi giorni in Libia è quella categoria di cose che entrano a gran voce nei libri di storia.
Compresa la figuraccia che continua a fare tutt'oggi l'Italia in questa situazione. Figuraccia a cui aggiungo tranquillamente anche l'aver inviato una nave di supporto con aiuti alla popolazione. No, non sono pazzo, bensì ritengo che l'Italia avrebbe dovuto porre delle condizioni al mou amaro prima di poter inviare soccorsi a quella terra martoriata. Condizioni come "garantisci il tuo ritiro".
Sono senza parole riguardo alle considerazioni fatte da Obama, pronto a fornire armi ai ribelli per poter resistere. Anzi, per quello non sono senza parole, forse sono d'accordo con Obama che si debba dare aiuto agli insorti per liberarsi da una dittatura che dura da decenni. Ma proibisco agli USA di azzardarsi di usare le basi italiane qui, lì o dovunque altro anche per il solo appoggio: "L'Italia (e siamo tutti stanchi di ripeterlo, ndG) ripudia la guerra come [...] mezzo di risoluzione delle controversie internazionali [art. 11 Costituzione]", motivo per il quale qualsiasi mezzo internazionale che fosse diretto in Libia per armare i ribelli e dovesse fare pausa in una base italiana andrebbe immediatamente bloccato, gli armamenti sequestrati e il personale di bordo arrestato per violazione della sovranità italiana. Ma naturalmente l'amico americano (non era un amico anche quello libico?) verrà come sempre a fare il bello e il cattivo tempo.

Ma dico: vi rendete conto della nostra politica internazionale? Abbiamo un ministro degli esteri che anziché serrarsi in un più funzionale no-comment ha invitato la comunità internazionale anzitutto a rispettare la sovranità libica. Ed è ancora lì, a fare il suo lavoro portando l'Italia in una situazione internazionale di profonda instabilità.
Io l'ho già detto: Silvio Berlusconi e il suo movimento non rappresentano più la mia figura, e dato che l'Italia è una repubblica democratica, in cui il potere è dato al popolo sotto la gestione dei suoi rappresentanti, è ora che si facciano da parte e diano lo spazio a chi, invece, sia disposto a rappresentare una differente classe di popolo italiano. Ma colgo anche l'occasione per augurare a Silvio i miei migliori auguri di pronta guarigione per l'intervento appena subito: un uomo politico se lavora bene deve continuare, se lavora male deve essere affossato, ma politicamente: gli attentati personali non sono degna rappresentazione di uno stato civile. Ritengo che neppure il mou amaro meriti di beccarsi una statuetta di ferro in faccia (anzi, sono d'accordo che la Libia non debba neppure processarlo: il processo per crimini contro l'umanità e una meritata condanna sono compito del tribunale internazionale dell'AJA), figuriamoci il premier italiano.
Mi unisco ai dieci milioni di italiani che hanno chiesto al premier di dimettersi, come ho già fatto prima che il PD raccogliesse le firme: la mia posizione è abbastanza chiara.

venerdì 4 marzo 2011

ZoneMinder: notifica di connessione utente via SMS

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Come molti miei lettori sapranno, il sistema di videosorveglianza del mio ufficio è disponibile per la consultazione su internet (sul sito della VPN aziendale).
Dato che cerco di "vendere" il sistema di sorveglianza basato su un server Linux con ZoneMinder (nello specifico sto cercando di vendere un prodotto basato su un server multioperativo Linux, con la possibilità di installare diversi moduli a seconda della funzionalità (es. webserver, NAS, videosorveglianza etc.)
Per consentire ad alcuni clienti di valutare il funzionamento effettivo del sistema, ho abilitato l'autenticazione nella console di ZoneMinder, ed è presente un utente "ospite" che può visionare la situazione, ma senza privilegi amministrativi (niente cancellazione, modifica etc.).
Ma siccome sono un perfezionista, e mi piace infarcire di orpelli tecnologici anche ciò che di tecnologico c'è già, volevo una funzione molto carina: volevo ricevere una notifica via SMS ogni volta che si collega l'utente "ospite".
Ora, io ho acquistato un pacchetto di sms prepagato su EhiWEB (il servizio si chiama BeSMS), che al di là di darmi la bellissima interfaccia del loro pannello di controllo, hanno delle API molto funzionali sia in SOAP, sia in XML-RPC, sia in HTTP POST. In particolare in HTTP POST (lavorando con https) è facilissimo interfacciarsi al loro sistema per poter gestire degli invii di tipo automatico.
In particolare, per raggiungere il mio scopo, ho fatto un paio di modifiche a uno dei file di ZoneMinder, e le condivido con voi perché potrebbero tornare utili.
Il file da modificare è /usr/share/zoneminder/zm_view_html_postlogin.php
All'inizio del file, dove c'è il commento sulla licenza GPL, aggiungete queste righe:
<?php
  # Se si collega l'utente "ospite", comunica via SMS il fatto.
  # NOTA: si può escludere il ciclo "if" se si vuole la notifica per ogni utente
  if ( $_POST['username'] == "ospite" ) {
    $testoSMS = date("r")." - Collegamento utente ".$_POST['username']." da IP ".$_SERVER['HTTP_X_FORWARDED_FOR'];
    $buffer = array("authlogin" => "NOME_UTENTE_BeSMS",
      "authpasswd" => "PASSWORD_BeSMS",
      "sender" => base64_encode("ZoneMinder"),
      "body" => base64_encode($testoSMS),
      "destination" => "393351234567",
      "id_api" => 999); # Cambiate numero di telefono e id dell'sms come voluto
    $ch = curl_init();
    curl_setopt($ch, CURLOPT_URL, "https://secure.apisms.it/http/send_sms");
    curl_setopt($ch, CURLOPT_HEADER, 0);
    curl_setopt($ch, CURLOPT_POSTFIELDS, $buffer);
    curl_setopt($ch, CURLOPT_RETURNTRANSFER, true);
    $risultato = curl_exec($ch);
    curl_close($ch);
    $ospite_connesso = 1;
  } else $ospite_connesso = 0; # Non è l'ospite, non dare avvisi;
Poi segue una piccola parte in fondo alla pagina, prima di chiudere l'html:
<?php
  # Se è stato inviato l'sms, lo comunica all'utente
  if ( $ospite_connesso ) {
    echo "<p><b>ATTENZIONE</b>: l'accesso dell'utente".$_POST['username']." è stato segnalato all'amministratore<br />\n";
    echo "Esito SMS di notifica: <b><tt>".$risultato."</tt></b></p>\n";
  }
?>
Ovviamente queste modifiche al file, come tutto il programma, sono rilasciate a tutta la comunità secondo la Licenza Pubblica Generica GNU/GPL, e rilasciate secondo i canoni Cardware [vi è piaciuto? Scrivetemi una cartolina di ringraziamento] e Teddyware [è stato utile? Speditemi un orsacchiotto di peluche come ringraziamento (-: ].