Il fatto si riferisce a una manifestazione a Milano nel corso delle celebrazioni per l'ultimo giorno di Ramadan, e concernente il fatto che la parlamentare e/o alcuni dei collaboratori/partecipanti avrebbero disturbato la manifestazione e cercato di strappare il burqa (o forse i giornalisti si riferiscono al niqab) ad alcune donne presenti.
Prima premessa che faccio, molto importante. Pur essendo agnostico, sono favorevole all'integrazione religiosa multiculturale, al rispetto delle tradizioni storiche, al pieno rispetto della propria identità culturale. Quando questa identità culturale è intrisa di significati profondi e fatti per evidenziare, elevare e onorare l'essere umano. Non quando sono tradizioni schiaviste, grette, dedicate all'annullamento della personalità, dei diritti, del rispetto, della dignità.
E considero le varie forme di velo islamico (anche le più "innocenti") come un'imposizione posta al solo scopo di degradare la donna. Perché, come dicevo, sono favorevole all'integrazione, ma di certo non all'integralismo.
Seconda premessa: in Europa ci sono stati che hanno emesso specifiche normative di legge a contrasto dell'uso di elementi come burqa e niqab. L'Italia per ora è in leggerissima controtendenza, e come sempre in questi casi la norma è fumosa e complessa (ma d'altronde le migliaia di norme e normette esistenti in Italia seguono tutte questa stessa strada).
Terza premessa: osservo tuttavia come sia moralmente sbagliato emettere normative che, proibendo l'uso del burqa e/o niqab in pubblico, quello che ottengono come principio basilare è quello di colpire e sanzionare, comunque, la donna. Che in questo discorso è spesso l'inconsapevole vittima.
Fatte queste premesse, guardo il commento della Santanché raccolto "a caldo" dalle tv subito dopo la pronuncia della sentenza (link del servizio sul tg la7). E sento queste parole:
È proprio vero che la legge è uguale per tutti: ho avuto lo stesso trattamento che hanno i centri sociali, i no tav e i black box. Vergognoso.E mi chiedo. Anzi, gentile Onorevole Daniela Santanché, visto che sei un deputato parlamentare e quindi mi auguro che sia fatta chiarezza su questo dubbio con una specifica interrogazione parlamentare, io ti chiedo:
Per quale motivo hai accostato il concetto che la legge è uguale per tutti con l'aggettivo vergognoso?
E questo, giusto per non strumentalizzare delle parole, per togliere il dubbio che tu possa essere fraintesa. Per capire cosa dovrebbero avere in comune i "centri sociali" ed i "no tav", che di solito svolgono manifestazioni per le quali chiedono ampia e specifica autorizzazione, con il comportamento dei black block (penso obiettivamente che "black box" fosse un semplice lapsus e il riferimento fosse per le frange violente).
Io mi chiedo, infatti, anzi TI chiedo, se per caso non intendi sostenere che la legge debba fare differenze in base alla propria razza, al credo religioso, alla posizione lavorativa, al ceto, al colore dei capelli o alla dimensione del conto in banca, o rispetto al colore della propria automobile. Ti chiedo se per caso ritieni che essere un deputato parlamentare ti faccia pensare di essere al di sopra di quelli che invece sono gli obblighi e i doveri di un incaricato di pubblico servizio. Perché se è così, io ti consiglio caldamente di dimetterti dall'attività di deputato parlamentare, perché il rispetto delle normative vigenti e del concetto stesso che "la legge è uguale per tutti" sta alla base dell'attività di deputato parlamentare, di senatore, di rappresentante del popolo italiano, che proprio su concetti di uguaglianza di fronte alla legge ha costruito la Repubblica Italiana.
Repubblica che esiste grazie alla costituzione, che giusto all'articolo tre recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.Così, giusto per ricordarti che come deputato parlamentare hai giurato di rispettare regole come questa. E se non sei o non ti senti in grado di far fede a questo giuramento, nessuno ti obbliga a continuare a prestare servizio come deputato parlamentare, tutt'altro!
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