domenica 30 aprile 2006

Cinema e caduta in basso

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Ultimamente ho visto al cinema alcuni film.
A parte il quarto capitolo di Harry Potter, devo dire che non ho visto cose meritevoli. Da Final Destination 3 che mi ha lasciato veramente con l'amaro in bocca (praticamente una fotocopia di uno e due, e vada bene che e' difficile fare un sequel ma secondo me con il due avrebbero dovuto finirlo li) a Scary Movie 4 che ha avuto qualche gag simpatica ma nulla piu'... sino all'incredibile meccanismo xerografico che sta praticando la Disney in questo periodo: "Uno zoo in fuga" e' una versione fatta peggio di "Madagascar" lanciato su quella falsariga, come gia' lo e' stato "Il re leone" e comincio ad essere abbondantemente convinto che la disney sia realmente sfortunata coi leoni.

Ah, a proposito: bella mossa quella della pubblicita' subliminale alla H3G, come sempre alla Disney non si smentiscono per questi giochini. Ma non erano proibite le pubblicita' subliminali? [Se qualcuno non sa a che cosa mi riferisco, non voglio espormi subito sull'argomento, ma avro' presto il piacere di esprimermi (all'uscita del DVD, comunque, saro' ben lieto di mostrarvi il punto)].

Resto curioso di vedere il remake di "The FOG" e speriamo bene... ma comincio ad essere pessimista...

mercoledì 26 aprile 2006

Chernobyl

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Questo articolo in parte e' una ricostruzione tecnica dei fatti, in parte una mia analisi sugli stessi. Massimo rispetto e grande rammarico va alle vittime di questa, definita la piu' grande tragedia nucleare civile del ventesimo secolo e dell'era moderna.

Capitolo 1 - i fatti
25 aprile 1986
Pripyat (????'???, Pryp''iat): un piccolo sobborgo industriale in cui vivono moltissime famiglie soprattutto di giovanissimi. Sono tutti quanti o quasi dipendenti della vicina centrale nucleare, sita in realta' a circa 18km dalla citta' di Chernobyl (????ó????, Chornobyl), nel nord dell'Ukraina e a circa 100km dalla capitale Kiev.
La centrale e' composta da 4 reattori separati del tipo RBMK-1000 {Reaktor Bloshoy Moshchnosti Kanalniy [Reattore (a) Grande Potenza (del tipo a) Canale]}, gia' tristemente noti anche per l'incidente del K-19; ognuno dei quattro reattori produce circa 1GW di energia elettrica e 3,2GW di energia termica.
Il reattore RBMK e' un reattore con moderatore a grafite e definito "a coefficiente di vuoto positivo", questi paroloni in sintesi significano che il reattore ha un punto di vuoto (es. 20 MW) sotto il quale la potenza generata scende drasticamente ma contemporaneamente aumenta violentemente la temperatura del nucleo; la procedura di spegnimento del reattore e' infatti complessa e richiede il perfetto funzionamento dei meccanismi di raffreddamento e delle barre di controllo [barre di una miscela di argento, cadmio e boro che, quando in posizione, assorbono buona parte dell'emissione di neutroni delle barre di combustibile (uranio) fermando o rendendo comunque trascurabile la reazione].
Le barre di controllo sono gestite per mezzo di un meccanismo elettromeccanico ma sono agganciate al meccanismo per mezzo di elettromagneti, in maniera tale che attivando la procedura di emergenza, denominata SCRAM (si attribuiscono diversi significati a questo termine, il piu' in voga e' l'acronimo per "Safety Control Rods Axe Man", che vuole intendere il gesto quasi onomatopeico di un utente che taglia con una spada tutte le funi che reggono le barre di controllo, facendole cadere nel reattore), le barre di controllo ricadano dentro il reattore in pochi istanti per forza di gravita'.
Ma andiamo avanti. La centrale di Chernobyl produce all'incirca il 10% del fabbisogno di energia elettrica dell'Ukraina. Come ho detto la giornata e' soleggiata e tutto quanto e' tranquillo.
Ora, di nuovo una digressione tecnica: forse non lo sapete, ma al contrario di altri sistemi di produzione elettrica (es. olio combustibile) le centrali nucleari non sono elettricamente autonome. Oltre a dipendere da altre centrali per l'alimentazione dei servizi e delle apparecchiature di sicurezza, sono disponibili dei gruppi elettrogeni ad avviamento rapido per coprire appunto entro pochi minuti la necessita' operativa della centrale stessa.
Questa mattina intorno a mezzogiorno e' previsto un test appunto di funzionamento dei sistemi di alimentazione elettrica di emergenza per mezzo dei gruppi elettrogeni, ma per effettuare questa operazione in sicurezza bisogna abbassare la potenza del reattore dai circa 260MW di ciclo di produzione medio ad almeno 40MW.
I tecnici (in realta' sono quasi tutti elettricisti o ingegneri, ben pochi seriamente preparati sull'argomento radioattivita') preparano il reattore cominciando ad abbassare lentamente le barre di controllo.
Alla quota di circa 200MW viene uno stop: Kiev ha bisogno di energia elettrica a causa di un fermo di un'altra centrale (stavolta a olio combustibile) per un guasto. Il tempo previsto per la riparazione del guasto e' stimato in circa sei ore, pertanto per andare sul sicuro il test viene rimandato alla mezzanotte (al cambio turno) in maniera tale che lo stesso possa essere seguito direttamente dallo stesso personale del turno di notte in tutta la sua esecuzione.
Altra digressione tecnica: il reattore ha due cicli dell'acqua: uno e' quello dell'acqua che viene mutata in vapore ed usata per far girare le turbine, l'altro e' il circuito di raffreddamento del moderatore.
26 aprile 1986
A mezzanotte e mezza circa, si comincia ad avviare il test.
La potenza del reattore viene lentamente portata intorno ai 100MW, la temperatura sembra normale e tutto sembra procedere per il verso giusto. Viene chiusa la valvola del ciclo del vapore, spegnendo le turbine. Il circuito di raffreddamento e' a pieno regime: oltre a dover mantenere a temperatura costante il moderatore, adesso il sistema deve anche rispondere del fatto che il vapore rimane in pressione nel circuito senza passare dalle turbine.
Intorno ai 90MW il reattore ha un crollo improvviso di potenza scendendo sino a circa 5MW, e per il fattore di vuoto la temperatura del nucleo in pochi istanti si avvicina ai 1000 gradi centigradi.
Gli operatori abbassano le barre di controllo, e attendono la stabilizzazione. Quando la potenza ritorna lentamente ai 50MW, il responsabile del turno contro il parere degli operatori su una effettiva stabilizzazione del nucleo (che viaggia ancora intorno ai 650 gradi, contro i 200 circa di esercizio) fa alzare le barre.
Per evitare l'intervento dei meccanismi di emergenza, viene escluso il circuito di emergenza (che dovrebbe intervenire per spegnere il reattore): il responsabile ed alcuni degli operatori sono convinti di poter controllare la situazione seguendo semplicemente le procedure di emergenza.
Qualcosa non quadra: la potenza del reattore sale troppo velocemente. Alcuni operatori cercano sui manuali le procedure di controllo, ma cominciano a comparire intere pagine tagliate con un pennarello. Viene chiamato al telefono il progettista della centrale, Viktor Bryukhanov, il quale dopo qualche dubbio iniziale consiglia di seguire ugualmente le procedure che risultano tagliate.
La procedura non funziona ed il reattore raggiunge una potenza di oltre 400MW con una temperatura superiore ai 2500 gradi (i termometri della centrale arrivano a quel valore massimo di scala, poi si rompono).
Uno degli operatori decide di effettuare lo SCRAM, ma non funziona! Le barre di controllo entrano nel reattore solo per circa i due terzi della loro lunghezza: i canali del moderatore si sono infatti deformati a causa del calore!
Il nucleo - con reazione attiva, anche se per solo un terzo - continua a surriscaldarsi: tutta l'acqua nel reattore (di entrambi i cicli) e' ormai vaporizzata.
La pressione del vapore e' enorme, la reazione cresce di intensita', la temperatura del nucleo aumenta costantemente!
26 aprile 1986, 01:23:58
Il reattore non riesce a tenere la pressione del vapore, e scoppia: la copertura del reattore (un "tappo" circolare di calcestruzzo spesso 80cm) salta via come il tappo di una bottiglia di spumante. Una gigantesca nube di vapori radioattivi si alza dal nucleo.
Il nucleo, ormai incandescente viene a contatto con l'ossigeno dell'atmosfera e con l'acqua ormai separata in idrogeno ed ossigeno. Una gigantesca esplosione innescata dal nucleo spazza via il resto della copertura della centrale.
Il combustibile (uranio) ed il moderatore, con tutta la struttura, vengono letteralmente eruttati dalla centrale giungendo ad altezze e distanze impressionanti (saranno raccolte schegge del moderatore sino ad un km di distanza dalla centrale).
Questa esplosione, nella sfortuna, rappresenta quantomeno una fortuna: il reattore e' ormai talmente deformato e danneggiato che buona parte della reazione si placa (in caso contrario, superati i 7000 gradi circa, il reattore avrebbe potuto esplodere come una gigantesca bomba atomica o continuare a scaldarsi fino a decine di migliaia di gradi e provocare una "sindrome cinese")
Va via la luce, nella sala di controllo (che non si trova a vista rispetto al reattore) nessuno ha bene idea di cosa sia effettivamente successo. Gli operatori che erano vicino al nucleo vedono nel buio un grande bagliore rossastro-violaceo: non capiscono che cosa succeda: cosa puo' bruciare in quel modo emettendo quella luminosita'? Solo il nucleo potrebbe bruciare emettendo quella luce spettrale!
Due operatori arrivano a pochi metri dal nucleo, ma quando si rendono conto del pericolo e' ormai troppo tardi! Saranno le prime due vittime: moriranno intorno alle 2 di notte a causa della forte contaminazione radioattiva e per aver respirato fumi tossici.
L'esplosione provoca un gigantesco incendio. Vengono chiamati i vigili del fuoco della vicina stazione di Pripyat; nessuno li avverte del pericolo e loro stessi di per se non e' la prima volta che vengono chiamati per incendi sulla centrale: si dirigono alla centrale indossando le normali uniformi e senza alcuna attrezzatura specifica.
Due squadre dei pompieri arrivano nella centrale e cominciano a spegnere un gigantesco incendio sul tetto del reattore numero tre.
Eppure cominciano a capire che c'e' qualcosa che non va: dopo aver domato l'incendio tutti quanti hanno una forte tosse (nonostante non ci fosse tantissimo fumo), si sentono spaesati: tutti quanti hanno provato (appena giunti sul posto) una strana sensazione come di spilli che li pungevano sulla faccia; ora tutti sentono un forte sapore metallico in bocca.
Cercano di bere qualcosa, molti si accendono una sigaretta per togliersi quel sapore in bocca, qualcuno comincia a vomitare.
Hanno tutti respirato fumi, vapori e polveri fortemente radioattive, e sono tutti definitivamente contaminati. Sono talmente contaminati che quelli che resteranno nei loro ultimi giorni (non piu' di trenta, purtroppo) in ospedale rimarrano sotto le tende ad ossigeno.
Talmente contaminati che gli stessi infermieri avevano paura a toccarli.
Talmente contaminati che cominciarono a perdere la pelle, a sanguinare dal naso, dagli occhi, dalle orecchie; qualcuno perse interi strati di epidermide come se fossero dei vecchi vestiti (un testimone racconto' che si era alzato dal letto e la pelle delle gambe gli si era sfilata come un paio di pantaloni).
L'esplosione rilascia, nel raggio di circa 100 metri dal reattore, una dispersione di oltre 30 mila Sievert, con una dose media di radiazioni fra i 180 ed i 220Gy nel raggio di 5km dall'area dell'incidente [in sintesi: 300Gy (gray, dosi di raggi gamma) sono considerati letali nel giro di 30 minuti). Vengono rilasciate in atmosfera non solo gas e vapori, ma anche tonnellate di polveri sottili fortemente contaminate.
Le polveri contengono elementi non volatili quali Zirconio 95, Niobio 95, Lantanio 140, Cerio 144, una serie di elementi transuranici (quali nettunio e plutonio) e tracce di attinidi minori (Americio, Curio, Berkelio, Californio, Einsteinio, Fermio).
Ci fu anche un grande rilascio in atmosfera di Iodio-131 (un isotopo con un emivita di circa 8 giorni) che fece i danni piu' grossi sul lungo termine: moltissimi bambini furono infatti esposti non soltanto a dosi di circa 50Gy, ma soprattutto respirarono polveri e vapori radioattivi ricchi di questo isotopo che tende a raggiungere la tiroide velocemente.
Il rilascio di questa sostanza e' stata la principale e maggiore causa dell'incidenza di tumore alla tiroide nell'area di Pripyat.

Ma torniamo ai fatti.La dimensione della catastrofe fu chiara solo nella mattina del 26 aprile, quando finalmente venne sorvolata l'area della centrale con un elicottero.
L'edificio del reattore era completamente scoperchiato, da alcune famose immagini girate da un elicottero, e' chiaramente visibile il nucleo ancora attiva che emette uno spettrale bagliore di colore rosso-violaceo vivo. I fumi e i vapori dell'incendio continuano a fuoriuscire dalla centrale, e con esso anche l'invisibile nemico delle radiazioni.
Bisogna intervenire, molto rapidamente, ma la situazione della guerra fredda ed il forte insabbiamento tipico del governo russo fanno agire i responsabili con (scusate il gioco di parole fuori luogo) i piedi di piombo.
Solo il giorno successivo (il 27 aprile) si decide di operare gettando della sabbia con gli elicotteri sopra il nucleo, per soffocare l'incendio e cercare di gestire la dispersione radioattiva. Si decide per una miscela di sabbia di boro, piombo e argilla. Diversi elicotteri fanno la spola sopra la centrale per gettare tonnellate e tonnellate di questa sostanza, tutto intorno si cominciano a raccogliere le scorie e le polveri, finalmente viene dato l'ordine (ma e' ormai tardi! Inutile continuare a ripeterlo) di evacuazione della vicina Prypiat: ai cittadini viene detto che saranno fatti rientrare nel giro di tre o quattro giorni. Ad oggi Pripyat e' una citta' fantasma e nessuno puo' rientrarci ne' potra' farlo, forse per migliaia di anni...
Nel frattempo il mondo non e' ancora informato di quanto e' accaduto, ma i sentori ci sono nell'aria: una gigantesca nube di polveri e gas radioattivi comincia ad espandersi su tre grandi braccia, lambendo l'Europa e la Russia.
In Svezia i dipendenti della centrale nucleare di Forsmark (a circa 1100km da quella di Chernobyl) risultano positivi ad alcuni test d'ingresso, ma qualcosa non convince: un dipendente e' appena rientrato da un periodo di ferie e - al suo primo ingresso in centrale - risulta avere le scarpe contaminate.
Viene fermata la centrale e vengono eseguiti immediatamente dei controlli, ma e' evidente che la dispersione si trova all'esterno della centrale stessa (addirittura alcuni dosimetri che vengono portati da un'altra centrale risultano gia' contaminati prima di superare il varco d'ingresso, mentre quelli conservati dentro la centrale registrano valori normalissimi). Nella serata, analizzando le altre centrali limitrofe e le carte meteorologiche, si chiarisce la situazione: qualcosa e' successo in Ukraina!
Nel tardo pomeriggio la notizia filtra grazie ad alcuni radioamatori in Ukraina (che parlano dell'evacuazione e di un primo - sottostimato - conteggio delle vittime), poi nella serata viene confermata dal governo russo.
La nube di polveri e gas radioattivi giungera' sino in Italia.
I lavori di messa in sicurezza della centrale vanno avanti, ma sono molti gli errori ed i rischi che vengono fatti.
Moltissimi volontari andranno a gestire la situazione intorno alla centrale (i famosi "liquidatori" che vengono mandati ad aprire una serie di valvole di sfogo o a scavare il tunnel sotto la centrale per raggiungere il nucleo dal basso): buona parte di loro sono vigili del fuoco, che non vengono assolutamente informati (o in maniera altamente limitata) dei pericoli che corrono.
Viene scavato un tunnel sotto la centrale per determinare lo stato del nucleo e poterne misurare la temperatura. Intorno ai primi giorni di maggio la copertura di sabbia collassa su se stessa riempiedo il vuoto delle parti di moderatore che si sono incenerite. Si rilascia una seconda nube radioattiva, e si continua a coprire con tonnellate di sabbia. Un elicottero precipitera' a causa di un malore del pilota, facendo crescere ancora il numero delle vittime.
Nei primi giorni di maggio si cominciano a propinare, soprattutto ai bambini, degli improbabili intrugli a base di iodio per cercare di ridurre l'assorbimento dello Iodio-131. Comincia ad essere chiaro che nessuno tornera' mai a Pripyat (anzi, tutte le persone nel raggio di 30km dalla centrale saranno trasferite, e si costruiranno nuove citta' per loro) e ormai non si puo' andare in quella citta' neppure per recuperare i poveri oggetti rimasti: a tuttoggi sono rimasti in quella città non solo mobili, ma anche vestiti, giocattoli... tutto e' definitivamente e pericolosamente contaminato.

Finalmente giunge la decisione: si deve rinchiudere tutta la struttura. In poche settimane (i lavori saranno completati intorno a dicembre di quell'anno) si costruisce un gigantesco sarcofago di calcestruzzo ed acciaio per mettere in sicurezza il reattore.
I lavori procedono a rilento, anche perche' i turni durano pochissimo tempo (mediamente due ore) e gli operai sono costretti a lavorare indossando protezioni personali molto scomode (comprese delle pettorine in metallo e delle maschere antigas). Talune di queste protezioni non sono molto utili: alcuni dei "liquidatori" sopravvissuti racconteranno che dopo un'ora circa di permanenza gli occhi bruciano e la gola e' talmente gonfia ed arrossata che diventa difficile respirare o parlare.

La struttura del reattore e' ormai murata dentro questo enorme sarcofago, ma la temperatura del nucleo rimane costante. A distanza di 20 anni la temperatura del nucleo praticamente non e' scesa che poche decine di gradi, e rimarra estremamente caldo per migliaia di anni.
Inoltre in questi venti anni si sono aperti dei buchi dai quali filtrano radiazioni e polveri.
Intorno alla centrale, come ci ha fatto notare anche il buon Piero Angela nello speciale di Superquark, il livello di radiazioni ormai non e' molto alto (24 ore di permanenza intorno alla centrale registrano approssimativamente la stessa dose di radiazioni di una radiografia al tronco), ma il problema piu' grave rimangono le polveri: per quanto siano state rimosse moltissime, lo stesso pulviscolo atmosferico e' ancora contaminato, da sostanze con un emivita superiore ai 10 milioni di anni...
Ora si progetta di murare nel calcestruzzo tutta la strutta della centrale in un progetto mastodontico e dai costi proibitivi per i quali solo un terzo della cifra e' attualmente disponibile.


Capitolo 2 - analisi personale e danni a lungo termine
Non voglio assolutamente schierarmi da una o dall'altra parte della guerra di cifre in corso in questi anni, pur sostenendo che le cifre sbandierate da Greenpeace siano evidentemente fuori da ogni canone e allo stesso modo quelle attualmente sostenute dal governo russo siano una gigantesca sottostima di quelle attuali: sono d'accordo con le Nazioni Unite che mai si potra' fare chiarezza su questo argomento e che comunque i danni a lungo termine non potranno mai essere stimati.
Ho una casa a Cadine, in provincia di Trento, come forse qualcuno gia' sa. Un nostro vicino di casa partecipa da alcuni anni ai progetti di scambio culturale con l'Ukraina e ospita ogni anno per alcuni giorni uno dei tanti bambini che rappresentano le principali vittime di questo danno.

Sono moltissime le manifestazioni che si compiono quest'anno, affinche' rimanga viva la memoria di questa catastrofe, causata dagli interessi economici dell'uomo posti sopra a tutto quanto.
Eppure non me la sento di dire che fatti come quello di Chernobyl dovrebbero insegnare a non usare certe forme di energia: nonostante tutto io non mi sento contrario all'uso del nucleare.
Ci sono molte cose che vanno a vantaggio di questa forma di energia, ed una delle cose che non va dimenticata e' che moltissimo l'uomo ha imparato dai suoi errori e - per quanto questo errore abbia insegnato ad un altissimo costo di vite umane, sono convinto che con le tecnologie attuali siamo in grado di costruire centrali nucleari molto sicure.
Non dimentichiamo che la principale causa del disastro di Chernobyl non e' da attribuire in se agli uomini della centrale, quanto piuttosto al reattore RBMK-1000 in se stesso, per il quale ormai sono chiari i pesanti difetti costruttivi (tanto per esempio: attualmente come moderatore si usa l'acqua pesante, e non certo la grafite!).
E' inoltre evidente che c'e' bisogno di grandi interventi di bonifica in quella regione dell'Ukraina, ma tali interventi devono partire non dall'idea generalizzata di "fare della beneficienza" bensi' dallo sviluppo di specifici progetti atti al recupero del territorio, della popolazione, delle risorse.
Sono encomiabili i progetti di scambio culturale che portano talune delle vittime a viaggiare nel mondo, a venire qui in Italia (come appunto il progetto della provincia di Trento), come sono discutibili ma aiutano anch'essi, i progetti di "turismo nucleare" con cui si invitano gli interessati a visitare l'area, la centrale in cui si mantiene sotto controllo il sistema e si analizzano le risorse e i progetti che sono in corso per il recupero del territorio.
Nel concludere questo articolo (nel quale penso si evincano in maniera piu' che evidente non solo i miei studi da maturita' scientifica ma anche le informazioni che ho raccolto quest'anno sull'argomento) voglio citare alcune delle risorse dalle quali ho tratto informazioni.
Sicuramente al primo posto va il sito http://www.pripyat.com/en/, che introduce sull'argomento in maniera rigorosa.
Seguono poi la Wikipedia, soprattutto nell'area in lingua inglese e nella pagina proprio dedicata alla tragedia, oltre a Google e a molti altri strumenti che da esso sono derivati.
Devo pero' dire che moltissima documentazione sull'argomento (ed in particolare filmati, documentari e persino una "fiction" che narra il disastro minuto per minuto) non e' stato facile reperirla almeno in lingua inglese, e addirittura il documentario piu' completo in lingua ukraina...

venerdì 21 aprile 2006

Il pentium mi suona Per Elisa

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Questo Easter-Egg e' veramente allucinante, perche' e' la prima volta in almeno 15 anni che faccio questo lavoro che vedo una cosa del genere.

I fatti: sono li tranquillo che installo NetBSD su questo PC. Da molto tempo ho notato che, quando premo sul tasto di accensione, mi spara dallo speaker uno strano beep bitonale, prima di avviare il bootstrap e fare il normale bip di avviamento.

Mentre comincia l'installazione mi rendo conto che anziche' installare il NetBSD 3.0 sto installando la versione 1.5.1 da un vecchio CD. Mentre ravano il libercolo delle distribuzioni alla ricerca della versione corretta, allungo la mano sul pulsante di reset e lo tengo premuto per un paio di secondi, ma a questo punto non lo lascio piu'.
Mentre le mie sopracciglia salgono sull'ampia fronte, dall'altoparlante del PC si chiarisce il beep bitonale: il PC comincia a suonare il primo movimento di "Per Elisa" di Beethoven...

mercoledì 19 aprile 2006

Nuovo dominio e domande su wordpress

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Intanto annuncio che mi sono registrato il mio primo dominio "Europeo", che risponde al sito http://www.g-sr.eu/ (e che, attualmente, se lo visitate si limita a riportarvi su questo weblog grazie ad uno Status 302 in HTTP/1.1...)
E poi aggiungo che sto lavoricchiando per piegare Wordpress alle mie esigenze (lo so: mi diverte sfruttare i programmi GNU/GPL modificandomeli a piacimento perche' rispondano alle mie caratteristiche ed esigenze, lo considero il bello di questa filosofia) soprattutto riguardo al tema che ho intenzione di rendere molto piu' accessibile di quello attuale e rispondente alle caratteristiche di funzionalita' del buon Wordpress con le idee tratte da questo blog.

Questo non e' un addio ad un altro dominio: su questo blog continuera' ad esistere il vecchio archivio fino alla migrazione, prima di tutto perche' se pur Wordpress supporta l'importazione degli articoli attraverso le API, non ho intenzione di saturare il database del mio servizio di hosting; successivamente alla completa attivazione del servizio, sara' mia cura infatti organizzare una redirezione da questo blog al nuovo (per mezzo di link ridondanti, ma non certo dello stato "refresh" di http-equiv, dato che renderebbe impossibile consultare i vecchi archivi...).

Nel frattempo pero', mi rivolgo a voi che forse conoscete il programma meglio di me: mi sapete consigliare:
  1. un plugin per avere un editor WYSIWYG funzionale?
  2. come gestire le pagine statiche in maniera da toglierne i commenti? (-:
  3. quali sono i plugin che considerate dei "must", tanto per avere qualche idea ((-:
  4. a proposito, un buon plugin per il captcha!
I commenti sono aperti, come anche il mio solito numero di telefono 3-931 702 385 dal lunedi' al venerdi', negli orari 9-13 e 15-19...

Buona notte a tutti

martedì 18 aprile 2006

E ora anche Vodafone Five

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Non era bastata la Nuova Vodafone Revolution che prometteva di parlare gratis con tutti dopo aver pagato il triplo della mia spesa telefonica attuale, ora arriva anche il nuovo piano Vodafone Five per le aziende ed i piccoli professionisti.
Parli con tutti a 5 centesimi al minuto con tariffazione sui secondi effettivi di conversazione! Uhm, interessante.
Ok, soliti due conti: le chiamate giornaliere sono 4, la durata media per semplicita' di calcolo la diamo sui 3 minuti l'una.
Cominciamo ad analizzare. Dunque, intanto leggiamo per bene le note. Anzitutto il costo al minuto e' di 0.05 cent + IVA, ossia di 6 centesimi.
Lo scatto alla risposta e' di 0.1250 euro, sempre + IVA, ossia 15 centesimi.
Uhm, andiamo avanti. Devo tenere il contratto per almeno 24 mesi salvo una penale di 200 euro a SIM, mumble la vedo discutibile ma molti contratti aziendali hanno queste condizioni capestro.
Il contratto prevede un canone di 13 euro al mese (sempre piu' IVA) e ovviamente la tassa di concessione governativa, che per l'uso aziendale e' di 12.91 euro (esente IVA) e il tutto fiscalmente detraibile al 50%, ok, ma sono sempre del parete che non ha senso pagare il doppio, however andiamo avanti.
Mettiamo i costi fissi bimestrali:
  • Tassa di concessione governativa, 12.91/mese fa 25.82 euro;
  • Canone, 13 euro/mese fa 26/bimestre, piu' iva diventano 31.20 euro;
Come costi fissi abbiamo finito, ma gia' siamo a 57,02 euro. Come vi ho gia' detto la mia bolletta media (incluse iva, tassa di concessione governativa etc) tocca minimi di 50 euro e massimi di 60; la media effettiva e' intorno ai 55 euro, e gia' solo di costi fissi siamo piu' alti.
Aggiungiamo le chiamate:
  • Ogni chiamata di tre minuti costa 15 cent + 6 cent/minuto per tre minuti, ossia 15 + 18 = 33 cent.
Facciamo quattro chiamate al giorno da 33 cent, fanno 1.32 euro/die, moltiplicato per un bimestre (60 giorni, per semplicita' di calcolo) siamo a 79.20 euro, iva compresa.
Facciamo un 20 sms a bimestre, 0.15 l'uno fanno 3 euro. Arriviamo a 82.20, aggiungiamo i 57.02 di costi fissi bimestrali e arriviamo a (udite udite): 139.22 euro. Mettiamoci un po' di wap, una chiamata in piu' o qualche fesseria che ci porta facilmente a 146 euro.
Se detraggo il 50% dell'importo (iva compresa) sono 73 euro; certo: mi scaricherei dalle tasse una cifra leggermente superiore ai 55 euro di media dalle tasse, ma dove mettiamo che devo spendere il triplo della mia bolletta media?
Qualche giorno fa invece da un mio cliente ho incrociato gli agenti della TRE che propongono di passare a tre prendendosi un videofonino a 3 euro al mese, 20 euro di traffico minimo da inserire (che lo fai o no, si prendono 20 euro dal conto in banca) e tassa di concessione governativa che non si paga sino al 2020.
Avevo gia' letto ed analizzato l'offerta, vi spiego i punti "discutibili" al volo:
  1. La tassa di concessione governativa si paga, sia ben chiaro. Tre offre uno sconto FINO AL VALORE di 12.91/mese nella misura in cui siano presenti un traffico di almeno 25.82 euro oltre ai 20 fissi mensili. Ossia per vedere 12.91 stornate si devono fare in un mese, escluso iva dai 45.82 ai 58.73 euro;
  2. Il canone di possesso del telefono e' di 3 euro salvo buon fine della portatilita', altrimenti diventa di 19 euro;
  3. Il telefono e' in comodato d'uso per 24 mesi. Dopo i 24 mesi si puo' continuare a pagare il canone di 3 euro o riscattarlo con un costo piu' o meno irrisorio (fate tipo 10 euro, dipende dal modello del telefono), ma: se il contratto e' aziendale il riscatto dopo 24 mesi e' obbligatorio, se e' privato diventa facoltativo;
  4. In caso di recesso anticipato e' prevista una penale (le aziende se la devono sobbarcare, il privato puo' praticare una diversa forma di recesso, non pubblicizzata dagli operatori ma perfettamente legale: rinunciare al contratto e non trattenere il telefono, questo riduce di molto la penale di uscita);
However le tariffe di tre sono simili alla vodafone five: 5 centesimi al minuto e 0.1250 alla risposta, + iva, con il costo a scatti anticipati di 5 cent; a conti fatti farei sempre i 79/80 euro bimestrali che ho previsto, con la differenza che facendone mediamente 36/40 euro al mese non rientrerei neanche nell sconto della TCG.
Inutile, l'ho detto e lo ripeto: nessuna compagnia telefonica regala nulla...

mercoledì 12 aprile 2006

Spiegel

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Una mia vecchia tagline recita: "Spiegel e' un nodo Linux: sorride, e' morbido ed alto circa 12 cm".
Dato che sono passati dieci anni mi sembra il caso di tirare un po' di somme.
Il 12 aprile 1996, in prossimita' delle vacanze pasquali, comprai alla mia ex fidanzata un uovo di Pasqua legato ad un cagnetto di peluche, quando glielo portai a casa lei ricambio' offrendomi un altro uovo, inscatolato assieme a quel piccolo orso di peluche che e' rimasto parcheggiato sin da subito sul mio comodino. Era il sorriso che vedevo ogni mattina appena svegliato e che mi aiutava a superare la giornata non sempre semplice o leggera.
Ma introduciamo un po' di storia della collezione partendo proprio da questo piccolo pacioccone che in questi dieci anni ne ha viste di cotte, di crude e di grigliate. (-:
Il nome Spiegel non me lo sono inventato, sia chiaro, riportava sull'orecchio sinistro un cartellino con indicazioni in tedesco od olandese (mi ricordo solo "vaan des Spiegel im..." e mi e' piaciuto usare Spiegel (pronunciato "spighel", alla tedesca) come nome. Solo intorno al 1998 ho scoperto che Spiegel, in tedesco, significa "specchio". Forse un segno del fatto che mi avvicinavo all'idea dell'orso come Totem personale.
Ho voluto tenere Spiegel sul comodino senza battere ciglio, sino al 1998. In occasione del mio primo viaggio a Monaco di Baviera comprai in un'edicola [alla fermata dell'U-bahn di Monaco Ovest (Dunque, "München Ostbahnhof", chiaro no?)] un piccolo orsetto di peluche {Gerhard, dal cartellino "Keine Gerhadwasser etc. etc. di cui ignoro il significato [e' comunque ufficiale che quando si compra un pupazzo di peluche in posti diversi dalle bancarelle disperse, lo stesso riporta un nome stabilito "dalla fabbrica" (In occasione del "compleanno" di Fraser ve ne parlero' meglio)]} con l'idea di regalarlo ad una ragazza con cui avevo piu' o meno una storia in quel periodo, ma cui scoprii che la mia "fuga" in Germania, sebbene per gravi motivi, era servita a consentirle di ritornare col suo ex...
E cosi' mi rimase Gerhard, assieme a Spiegel, a fare l'avviamento della collezione. Segui' un altro viaggio in Germania nel '99, e l'acquisto di un terzo orsetto (Tasia) tanto per non lasciare i due "da soli" (-: e l'inizio di fenomeni paranormali incontrollabili legati al discorso plantigrado.
Ad esempio a Monaco prendevo spesso la metropolitana, specie quella di "superficie" (la S-Bahn) per muovermi in questa citta' enorme. Sui cartelli di divieto dei treni, specie su quelli relativi al freno di emergenza e all'apertura di emergenza, era riportata la nota "ogni abuso sara' punito" in piu' lingue. In tedesco leggevo: "mißbrauch strafbar". "Orso" in tedesco si scrive "bär", per cui mi vedevo nel costruire un improbabile gioco di parole disegnando la dieresi sulla 'a' di 'strafbar' di ognuno di questi cartelli (no, non l'ho fatto...).
A seguito della presenza di questi tre orsi, che mantenevo tranquillamente in bella vista sul comodino e che - talvolta - accompagnavano la mia notte [scoprii, col tempo, che stritolarne uno era un ottimo antistress (poi scoprii anche che da bravo animalista la cosa mi metteva in paranoia per tutta la notte e trovai un punto di mezzo fra massacro e coccole)] qualche amico, un po' per gioco e un po' perche' sosteneva che non si deve soffocare la propria indole, inizio' a regalarmi altri orsi. La mia collezione passo' da tre a 24 pezzi in un anno. Poi inizio' a crescere lentamente e costantemente anche grazie all'apporto di amici, parenti e qualche cliente un po' particolare.
Ricordo con un sorriso ad esempio Peter (si pronuncia con la E, alla tedesca, non con la I alla inglese: sempre cartelli dalla Germania, fra i maggiori produttori europei di orsi di peluche), che mi venne regalato da un cliente con cui avevamo fatto una scommessa riguardo una riparazione sul suo computer alla quale avevano "levato mani" molti altri tecnici. Io gli proposi che gli avrei pagato una cena se non ci fossi riuscito, ma che lui mi avrebbe regalato un orso di peluche gigante se invece ci fossi riuscito.
Ovviamente [gaaaa, grazie, grazie, basta applausi se no arrossisco ((-: ] ci riuscii perche' sapevo in quali punti del registro di $ventanas dovevo allungare le manine. Ma non dissi nulla. Dopo tre giorni mi chiamo' il cliente: "Ah, non funziona di nuovo, vieni al mio studio che lo vediamo". Stupito, mi diressi allo studio per scoprire che era una scusa per farmi venire li e consegnarmi Peter. (-:
La giornata di oggi scorrera' semplicemente, lavorando soprattutto, ma avro' il piacere di portarmi Spiegel in giro in macchina o in ufficio a prendere un po' dell'aria primaverile. Se poi la sera di Pasqua dovessi scendere a Cisternazza, sara' mia cura portarmelo dietro per seguire il "giro pirotecnico" di zona. (-:

PS: Con conferma da parte di Asbesto (che tempo fa lo ha notato anche lui) c'e' da dire che Spiegel non vuole che gli si tocchino le orecchie. Non so perche', e non si tratta di una eventuale "delicatezza" delle orecchie in se stesse o della cucitura. E' una sensazione, strana e di disagio che si prova quando, ad esempio, accarezzandogli la testa si sfiorano le sue orecchie... Chissa' come mai?

lunedì 10 aprile 2006

Albo professionale

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(PS: L'articolo su Tommy ha adesso i commenti aperti, sbizzarritevi ma non esagerate!)
Anzitutto mi esprimo con molta amarezza riguardo l'iter che sta seguendo, correttamente, il decreto che propone, tra l'altro, la creazione di un ordine professionale degli "informatici" da equiparare o gestire assieme a quello degli ingegneri e dando ad esso accesso previo esame di stato agli ingegneri informatici.
Non e' bastata la riforma Biagi a danneggiare il mondo del lavoro [A chi mi dice che il prof. M. Biagi non ha una colpa per aver proposto un disegno di legge che andava discusso prima di venire approvato in toto, come invece ha fatto il governo (tacciando di terrorismo chiunque dicesse che forse c'era qualcosa che non andava) vorrei ricordare che il prof. Biagi non e' stato barbaramente assassinato perche' qualcuno ne aveva semplicemente voglia, ma anche per taluni punti di quella riforma sui quali lui per primo si era dimostrato intransigente], e adesso arriva anche questo. Prima c'erano i lavoratori con contratto atipico che stanno sempre sul rischio di perdere tutto quanto e dover ricominciare da capo, ora questo rischio ce l'hanno anche quei piccoli e medi imprenditori che - come me - lavorano da diversi anni nel campo dell'informatica.
Adesso rischiamo di rimanere sulla strada tutti quanti. Interessante.
Sono un tecnico informatico da quasi sedici anni, ma dato che l'unico titolo di studio che ho e' un inutile diploma di maturita' scientifica [tralasciamo le storie per le quali ho il piacere di accusare i miei genitori (di concerto con i docenti del mio biennio) perche' la mia scelta voleva essere quella di un istituto tecnico o industriale, ma in casa mia non esistevano discussioni: di questo - pero' - penso che ne parlero' un altra volta] non posso accedere a nessun ordine professionale di questo genere.
Avevo ragione quando ho detto: "voglio fare scuola guida e conseguire anche le patenti C e D, cosi' se un domani dovessi trovarmi col popo' in terra potro' mettermi a fare qualunque altro genere di lavoro, magari guidare il camion o l'autobus. Certo: sempre che a qualche altro geniale governo dell'uno o dell'altro lato non venga in mente di creare anche l'ordine nazionale degli autisti privati, oppure l'ordine dei camionsti, ma che dico gia' che ci siamo anche l'ordine dei padroncini e quello dei collezionisti di orsacchiotti di peluche, cosi' i miei orsi finalmente li dovro' buttare via per una giusta causa (noooooo, piccoli!).
Anzi, avevo cosi' ragione che mi sa che in questi giorni mi iscrivo proprio a scuola guida: qua mi conviene darmi verso.
Perche' senza laurea ed esame di stato non posso entrare nell'ordine, e se non entro nell'ordine non si lavora. Gia' perche' questa cosa sta prendendo la brutta piega che aveva preso la patete europea di uso del computer.
Io ho il piacere di annunciare, come titolare d'impresa, che se dovessi mai prendere dei dipendenti segnalerei sin da subito che il citare il conseguimento della ECDL anche solo sul curriculum sarebbe motivo basilare per venire scartati.
E' un business anche quello, e sarebbe il business quello dell'ordine fatto per costruire fenomeni di tecnici e periti informatici rigorosamente senza lavoro mentre le attivita' principali sono date in mano a pochi, i quali pochi (non voglio generalizzare, ma per esperienza non e' nemmeno una piccola parte) si ritrovano con una capacita' tecnica globale sugli argomenti inferiore alle capacita' medie in ambito informatico delle amebe [no, niente paragoni con le conoscenze informatiche dei miei peluche: molti dei miei orsi sanno usare Linux e mi sostituiscono quando chatto la notte e i colpi di sonno mi prendono a sberle (oddio: possono sempre essere allucinanzioni, ma ne sareste sicuri anche voi?)].
Rischio di non trovare clienti?
Sara'.
Eppure sono undici anni che faccio questo lavoro in maniera professionale e so qual'e' il mio valore (ed e' alto, molto alto: niente piu' modestia in questo mondo di "siamo tutti pasticceri, cuochi, sistemisti informatici").
So che nella citta' dove abito sono ben pochi i tecnici al mio stesso livello.
E come lo so io, lo sanno i clienti che con me hanno smesso di esprimermi concetti del tipo "subito, orgente, DOBBIAMO LAVORARE", perche' io mi sono stufato.
Ed io sono un bastardo, ora che mi sono stufato. Molto bastardo perche' sono molto stufato. (-:

Una volta un CLiente mi ha chiesto di realizzare un lavoro abbastanza complesso, per il quale io ho prospettato quindici giorni; giorni lavorativi, eh? Sono tre settimane, otto ore al giorno.

CL: "Ma noi DOBBIAMO LAVORARE, abbiamo URGENZA, dobbiamo farlo ENTRO DOMANI, DOPODOMANI MATTINA AL MASSIMO, devi LAVORARCI STANOTTE!"

Io: "Quindici giorni lavorativi, otto ore al giorno; Sabati, domeniche e festivi non lavoro. Se avevate tanta urgenza, avreste anche potuto chiamarmi molto prima. Se non vi va bene, potete provare a cercare qualcun altro che ve lo faccia in meno tempo."

Schietto. Come diceva il buon Lino Banfi: "papele papele". Mi salutano (in malo modo) e passano due settimane.
Dopo due settimane esatte mi richiama il responsabile in preda ad una crisi isterica, mistica e di pianto con lacrime di sangue:

CL: "AH ci siamo rivolti a $fornitore, speso un sacco di soldi, perso un sacco di tempo, non funziona niente, l'abbiamo mandato a fanc%%% stiamo perdendo soldi clienti fornitori eeek eeek sob sob YADA YADA problema BLA BLA urgenza YADA YADA aiuto: annego nelle mie stesse lacrime BLA BLA ti prego YADA YADA e poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata BLA BLA mi prostro sui ceci incandescenti..."

(no, della marmotta non mi ha detto niente, pero' giuro che mi ha parlato dei ceci incandescenti: forse e' stato questo a convincermi...)
Accondiscendo (seee, vi credete, vero?) e vado a fare un sopralluogo. Ovviamente $fornitore ha fatto l'esatto contrario di quanto voleva il cliente.

Io: "Preventivo aumentato di un terzo per risolvere il casino che hanno combinato. Ah, e ora sono VENTI giorni lavorativi."

CL: "Venti? Ma noi DOBBIAMO LAVORARE, ABBIAMO SPESO UN SACCO DI SOLDI E..."

Io: "(E poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata, appunto) E poi vi avevo avvertiti che nessuno lo avrebbe fatto nei tempi che dicevate voi, e soprattutto a me non interessa un bel niente di quello che avete fatto o speso prima. Ora state parlando con me, e state chiedendo a ME, ed IO chiedo venti giorni e $bella_cifra".

Ho consegnato il lavoro dopo 15 giorni lavorativi (lo avevo finito forse anche un paio di giorni prima, ma insegna Star Trek: chiedi sempre un po' piu' di tempo del dovuto per fare un lavoro, e poi potrai giocare sui tempi, ma gli ho fatto pesare di aver anche fatto tutto di corsa e ben oltre gli orari di lavoro dovuti).
Perfettamente funzionante, non ho ricevuto piu' nessuna lamentela.
Funziona tuttora (a distanza di due anni: uhmm chi me l'ha fatto fare di farlo cosi' bene? Cosi' se non mi chiamano per la manutenzione, niente danari...).
Ma adesso arrivano gli "informatici" iscritti all'albo, perche' loro si sono laureati, hanno il pezzo di carta in mano, e io povero cristo che si fa il mazzo da anni, non vale niente.
No comment, va, che e' meglio.

martedì 4 aprile 2006

Tommaso, VoIP, sassi ed altro

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Il tempo e' passato, il funerale anche e forse ora gli animi sono piu' tranquilli. I commenti sono aperti. Commenti politicizzati (sulla necessita' di un cambio di governo o di un'intervento dell'attuale del nuovo del vecchio, e' colpa di questo o quel leader politico) saranno abbondantemente triturati, per cui risparmiatevi questo genere di pipponi in quanto non li gradisco. Vi ricordo sempre il mio numero di telefono: 3-931 702 385, lun-ven 9-13 e 15-19.
Mi sono piaciuti moltissimo i commenti che mi hanno telefonato (molte persone mi hanno chiamato un po' da tutta italia per questa storia) sul falso moralismo su un newsgroup di barzellette. (-:

Quindi passo ad analizzare i fatti di questi giorni.

Partiro' dal sequestro di Tommaso Onofri non tanto perche' e' l'argomento di questi giorni ma piuttosto perche' mi dara' spunto per toccare altri argomenti simili [e chi mi conosce sa che raramente approfondisco questo genere di argomenti perche' non mi piace gettare benzina sul fuoco mediatico (Quanto a chi mi ha fatto notare che anche il mio e' fuoco mediatico, rispondo "si, e' vero, ma io non sottolineo la notizia di cronaca nera; io sottolineo il comportamento piu' che stigmatizzabile degli organi di stampa nelle situazioni del genere, ed uso le loro stesse armi (-: ")].
Ci sono delle cose che sono dei punti fermi, e nell'esprimere il piu' grosso rammarico per quanto accaduto al povero bambino, mi sento di esprimere un grande rammarico anche per quanto accaduto intorno a questo terribile fatto di cronaca.
Nel 1980 la "stampa" si trovo' a tu per tu con un altro grave fatto di cronaca diventato il piu' celebre "caso italiano" a livello di peso mediatico: parlo della terribile storia del piccolo Alfredo Rampi.
Per chi non lo sapesse, o non lo ricordasse, Alfredo Rampi era un bambino di sei anni, caduto (e morto) dentro un pozzo artesiano a Vermicino (piccolissima frazione del comune di Frascati) nel 1981.
Al di la' della tristezza di questa storia, uno dei fattori di interesse su questo argomento e' che questa storia e' molto famosa.
Sapete perche' e' molto famosa? Perche' - data la vicinanza di Vermicino con gli studi televisivi di Roma - fu il piu' grosso caso mediatico dell'Europa degli anni '80: i "fatti di Vermicino" vennero trasmessi in diretta televisiva a reti unificate; fecero uno share del 90% (con punte di share del 100%, sic et simpliciter) e una media di oltre 30 milioni di spettatori.
Da allora, con il senno di poi - ovviamente -, molti giornalisti stigmatizzarono l'accaduto (ad esempio il dott. M. Costanzo, intervistato in occasione della festa dei 20 anni di italia 1) riconoscendo che gli organi di stampa avevano approfittato di quella notizia per lanciarcisi sopra come avvoltoi.
Ma nonostante tutto, questo non ha insegnato nulla alla stampa: ieri sera ero a casa di un amico, stavamo preparando la cena e ascoltavamo il telegiornale. Non bastava che quel povero bambino fosse morto: si cercava l'arma e adesso il tg2 annunciava che forse era stata trovata una pala vicino al cadavere etc. etc.
Ma dico io: basta. E' morto, cosa volete fare ancora? Mostrarci in televisione l'arma del delitto sporca del sangue di quella creatura? Non vi e' bastato venirci a dire, dopo un mese dalla sparizione di un bambino epilettico e febbricitante "dobbiamo darvi la notizia che non avremmo mai voluto darvi"?
In questi anni in cui si paventa tanto la "privacy" dobbiamo ancora entrare nella casa della famiglia Onofri a vedere il dolore minuto per minuto in una cronaca sciatta o con lo spirito voyeristico da grande fratello?
Io saro' anche pessimista, forse mi tirero' appresso le ire di qualcuno, ma sin dall'inizio di questa storia mi sono chiesto se fosse vero che il bambino fosse sofferente di epilessia o se - invece - questa non fosse una "scusa ad hoc" inventata contemporaneamente dai genitori, dai medici e dalle forze dell'ordine (tutti in concerto fra di loro) per "mettere il pepe al culo" dei rapitori.
E' gia' successo, in passato, che si usassero anche questi metodi. Pensate che siano sporchi trucchi? Cosa avreste preferito, sentire: "No il bambino sta bene e' perfettamente in salute, e' perfettamente in grado di badare a se stesso e non ci sono problemi perche' e' stato rapito"? Andiamo.
Ma poi le effettive condizioni di salute (precarie) del piccolo si sono delineate.
A questo punto io sono curioso. Io lo dico sinceramente: tutti quanti abbiamo sperato che venisse ritrovato vivo, ma tutti quanti sapevamo che, ad oltre un mese di distanza non poteva essere cosi'. (E' comunque da aggiungere quanto possa considerarsi terribile venire poi a scoprire che il bambino e' stato ucciso dopo solo due ore dal rapimento)
Un genitore si occupa di un bambino malato con grande sacrificio e devozione (ed e' sempre pronto a farlo ed a rifarlo, non ditemi di no), ma quale rapitore potrebbe avere la stessa pazienza, la stessa devozione?
Il ritrovamento del cadavere ha scatenato le reazioni piu' comuni in questo caso: c'e' chi ritorna a proporre la pena di morte, chi la tortura.
C'era in preparazione una manifestazione che avrebbe dovuto coinvolgere molte citta' d'Italia: "Un palloncino per Tommy", con la proposta di lanciare dalle piazze il 2 aprile grappoli e grappoli di palloncini con attaccata sopra una foto (possibilmente plastificata perche' non si rovinasse con le intemperie) del piccolo: ma dico? Tutti li a usare i deodoranti senza CFC perche' bucano l'ozono e poi si vogliono liberare in atmosfera migliaia di palloncini che: liberano svariati metri cubi di elio in atmosfera, ma diamolo per buono; sono centinaia di kg di lattice, biodegradabile in almeno un anno, a parte i coloranti chimici, fotografie plastificate che diventano peggio del fenomeno dei "santini" sparsi per le strade durante la campagna elettorale. Certo, sarebbe stato un segno di tutta Italia, ma e' il caso di pensare a mente fredda a queste cose, non certo facendosi prendere dal panico e usando la mente calda.
Tanto per dire, questo va anche a sminuire sparizioni di bambini che accadono - purtroppo - non di rado e delle quali raramente si riesce a cavare un ragno dal buco. Che ne dite della piccola Denise Pipitone? Lei invece la mettiamo di lato? Gia' Denise e' sparita, pero' Tommy fa piu' tristezza. Poi quando si saranno calmate le acque su Tommy arrivera' qualche altro rapimento o terribile fatto di cronaca che ci buttera' tutti nello sconforto.
E' un mondo di merda. Riconosciamolo. Bisogna essere cinici per restare solo a guardare, ma al punto in cui ci troviamo il falso moralismo che ci vogliono insegnare i media e' di considerarci cinici se non ci strappiamo i capelli [voi: a me non ne restano molti (-: ], non ci disperiamo e - magari - non tentiamo il suicidio ad ogni terribile fatto di cronaca.
E che dire, senza voler essere su casi di neonati o bambini molto piccoli, di casi come il giovane Giuseppe Sammiceli, scomparso da Lineri e per il quale posso dire (e purtroppo non certo perche' ne ho piacere) di aver partecipato alle ricerche con la Protezione Civile: abbiamo passato tutto il circondario dell'Etna letteralmente al pettine, ma il ragazzo si e' volatilizzato.
Sono fatti di cronaca terribili, ed e' difficile analizzarli con la mente fredda, come e' stato difficile in passato e sara' difficile in futuro; pero' e' a mente fredda che si fanno i ragionamenti piu' coerenti.
Concludo ricordando le parole di Gianfranco Funari in occasione del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, a dimostrazione che bisogna anche analizzare i fatti per come sono: "Vorrei ricordare a tutti che il Paradiso non ci aveva fatto richiesta per avere altri angeli: siamo stati NOI che abbiamo voluto mandarglieli!"

Una aggiunta: frequento un newsgroup di barzellette (italia.bologna.barzellette) e - come e' avvenuto spesso in questi casi - l'avvento di terribili fatti di cronaca ha portato all'arrivo dei soliti falsi moralisti che vogliono che anche li si osservi il rispetto per il terribile fatto di cronaca accaduto. Perche' falsi moralisti? Leggetevi il thread e lo capirete da soli.

Andando avanti, non posso lasciare di lato la storia del nuovo lancio di sassi contro le auto nella zona della Val Camonica.
Non posso ne' in memoria delle vittime e dei feriti di questi gravissimi ed incresciosi fatti, e non posso in memoria della fortuna che, solo per poco, ci ha fatto diventare vittime incolumi di questo nuovo sport.

Questa e' una cosa tutta italiana, un nuovo prodotto da esportare: venghino signori venghino a vedere fino a che punto la coglioneria umana puo' spingersi.
Come gia' raccontato in passato (repetita iuvant) mi era capitato di andare con degli amici da Siracusa ad un paesino del catanese. Fra gli amici c'era una ragazza americana, venuta a passare qualche giorno di ferie qua in italia e venuta appunto a trovare alcuni degli amici. Mentre percorrevamo l'autostrada (ehm...) dopo qualche istante di incertezza, mi chiese: "come mai c'e' un cartello con un numero prima e dopo ogni cavalcavia?"
Tutti quanti non sapevano bene come spiegarlo, per cui presi subito la parola io: "Si tratta di un fatto legato ad un nuovo sport tutto italiano: siccome in passato alcuni ragazzi in giro per l'Italia da quei ponti hanno lanciato dei sassi contro le auto che passavano sulla strada, grazie a questi cartelli se dovesse ripetersi il fatto chiunque puo' chiamare la polizia e poter dire: 'dal cavalcavia numero X sulla SS 124', ad esempio, piuttosto che cercare di capire dove si trova; specie se non si sa bene il km o - magari - non si e' originari di questa zona. Sono numerati i cavalcavia di tutta Italia, grazie a questo nuovo sport.".
Ma ecco che giunge la soluzione: dato che tutti ormai hanno iniziato a guardare dai cavalcavia con la coda dell'occhio e che tutti i posti di questo genere sono abbondantemente numerati, ci si inventa il nuovo sport: continuare a lanciare sassi, ma dal ciglio della strada o - addirittura - dalle auto in corsa. Il lancio dal ciglio della strada e' geniale: mica si possono numerare tutti i posti dai quali si puo' lanciare un sasso contro la carreggiata, e dalla macchina in corsa, poi, vallo a beccare chi e' stato, specie di notte.

Venerdi', invece - e saltiamo di palo in frasca - e' stata approvata la normativa sui numeri VoIP nomadici. Mi chiedo come sara' combinata la storia riguardo i geografici gia' esistenti, visto che - come moltissimi - io mi sono attivato un numero di Siracusa per alcuni usi ed uno di Trento perche' i miei parenti mi possano chiamare in urbana...

Infine: ha chiuso Blockbuster in via Costanza Bruno! Si stanno trasferendo in via Tevere: e chi se l'aspettava? Io e FC ieri sera eravamo andati li per noleggiare un DVD e ce ne siamo tornati con abbondanti quantita' di pive nel sacco!

Ora direi che stacco: stamattina devo anche andare a rinnovare la patente (incredibile: sono gia' dieci anni che ho la patente, sono gia' dieci anni che guido... sto invecchiando e sono ancora qui a chiedermi come si festeggia il compleanno del mio orsacchiotto di peluche).

L'ufficio lentamente prende piede: devo fare delle modifiche a livello tecnologico per quanto concerne il nodo ipcop (mi servono una piastra madre ed una cpu, mo' vediamo) e - come ho gia' appurato - il sistema con l'antenna esterna risulta pure esagerato per la ricezione del segnale ADSL ma melius abundare quam deficere in questi casi. (-:

PS: Quando ho finito il laboratorio non inauguro, e lo ho gia' detto, perche' inaugurare mi ha sempre portato sfiga, ma quantomeno vorrei fare delle foto durante la sistemazione dello stesso da poter pubblicare sul mio sito aziendale: se qualcuno almeno in questo lavoro non troppo pesante volesse darmi una mano, e' ben accetto ((-:

PS2: Tanto per restare fuori tema, dato che un blog si merita anche questo, ieri pomeriggio mi sono buttato a letto dopo non aver [ (-: ] spostato Gerhard, e durante il sacro riposo ho terminato sognando di essere con FC, Midian ed altri amici in un bar di camionisti, c'era un caldo della malora e tutti quanti - per rinfrescarci - bevevamo da un bicchiere molto generoso una stranissima accoppiata di birra peroni gelata con una spruzzata di succo d'ananas. Un sapore stranissimo ed indescrivibile (mi sono svegliato con ancora quel sapore in bocca) e chissa' che non sia una accoppiata da provare... (-:

Saluti.