domenica 31 ottobre 2004

Domenica 31 Ottobre

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Mi sveglio che l'orologio segna le 7:15. Piove, per quanto mi giro e rigiro nel letto so che non ci sono altri ca%%i di riaddormentarsi e allo stesso modo si è svegliato Bruno.
Ci rivestiamo al volo e usciamo intorno alle 7:45 [Alla fine della fiera sono le 8:45 del vecchio orario: mica da stupirsi se non riusciamo più a riaddormentarci] sotto una maledettissima e fitta pioggia battente di quelle che pur non diluviando ti rompe le balle e riempie le ossa.
Rispetto a ieri sera che stavamo in Piazza Duomo quasi a maniche corte e sudando, stamani è molto più fresco.
Andiamo al bar, un caffettino veloce, poi cerchiamo un posto dove sedersi, leggere il giornale e bere qualcosa, ma dopo diversi giri per mezza Trento chiusa, lasciamo il furgone di Bruno nel parcheggio di Piazza Fiera, poi dopo un giretto veloce a piedi [sempre sotto la pioggia...], troviamo un baretto in Piazza Duomo.
Durante il tragitto verso Piazza Duomo incrociamo Flavio Falcinelli che si lancia verso il museo, più tardi ci diranno che [Di per sé già ieri aveva la febbre] è ritornato a casa perché non sta bene.
Io un succo, Bruno una Coca, e scorriamo un po' il giornale.
Bruno ha comprato il "Corriere della Sera", ci dividiamo lui il corriere, io il "Corriere del Trentino" e il tavolino si becca il "Corriere Salute" come sottobicchiere ((-: dato che non ce ne frega di meno a entrambi.
Oddio a dire la verità prima ci sediamo sui tavolini fuori, sotto i portici, ma poi la temperatura poco ospitale ci fa optare per un trasferimento dentro il locale...
Verso le nove e un quarto partiamo verso il Museo, la pioggia continua ma, per fortuna, la porta è già aperta.
Saluti generici a tutti, poi cominciamo con le varie presentazioni.
La mancanza di Falcinelli consente al dr. Maccone di prendersi qualche minuto in più con i suoi due interventi.
Intorno alle 12:20 si propone di fare una pausa pranzo veloce, cercando di ritornare al museo per l'una e mezzo massimo.
Di nuovo l'idea di base è di andare a mangiare tutti assieme al Pedavena; sempre un casino immondo ma riusciamo a mangiare e ritornare al museo entro le due.
Quando rientriamo sono già ricominciate le presentazioni da qualche minuto. Seguiamo le principali presentazioni; intorno alle 15 il dr. Maccone si prende un momento per salutare tutti quanti dato che è il suo treno è in partenza verso le 16.
Noi andiamo avanti ancora un po'. Verso le 17 mi allontano assieme a Bruno per una sigaretta e Bruno mi dice che ormai è un po' stanco e preferirebbe salutare tutti e partire per ritornare verso Varese. Essendo stanco anche io, ed essendo appoggiato ad un suo passaggio [Anche se potrei scroccare un passaggio a qualcun altro o prendere l'autobus], lo seguo.
Si salutano tutti, si riparte per Cadine.
Giungo a casa, una veloce sistemata e finisco di riportare note al computer.
E qui si conclude il mio racconto: segue una partenza in treno di cui ho potuto prendere pochi appunti e senza nulla di troppo particolare. Il mio lavoro e il mio tran tran ricominciano, i miei orsi sono contenti che io sono ritornato a far loro compagnia (-: e i miei clienti mi chiamano sempre a 94832094 alla volta ogni giorno...

sabato 30 ottobre 2004

Sabato 30 Ottobre

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Oggi è il gran giorno!
In mattinata scendo in città, dove compro le sigarette e faccio un saltino al postamat.
Noto che al postamat c'è qualcosa che non va, ma dato il dubbio controllerò con calma via internet quando ritorno e, se ci ho beccato, partirà il primo colpo di forbice alla carta di credito. [Non ci ho beccato, ndG]
Fatta qualche altra cosa giù in città, finalmente torno a casa. Non sono riuscito a trovare informazioni specifiche sul programma della manifestazione [Come era ovvio, ho letto il programma un mese fa, e mi sono scordato di stamparlo e/o salvarlo sul portatile...], ma ricordo che è nel pomeriggio fra le 14 e le 15, per cui mangio rapidamente e poi scendo in città.
Il tempo di trovare un parcheggio che non mi limiti a livello orario e poi mi dirigo verso il museo, facendo una breve pausa al bar per un caffè.
Entro al museo alle 14:30 in punto, appurando che la manifestazione era già cominciata da mezzora [Grrrrr].
Mi saluta Mario S. che praticamente non vedevo da due anni e, dopo qualche breve saluto circolare e la consegna del badge prestampato [rigorosamente appuntato alla camicia tramite il porta-badge Linux-IBM], mi dirigo verso le poltrone dove prendere posto e seguire la presentazione in corso.
Un'occhiata veloce alla platea e identifico subito la stazza non indifferente di Bruno Moretti, a cui mi avvicino per salutarlo e, già che ci sono, prendere posto vicino a lui, in seconda fila.
Questo primo giorno va avanti lentamente ma gli argomenti trattati e la funzionalità degli stessi è indubbiamente interessante.
Un progetto di cui si era ventilato qualcosa con Salvo P. e il dr. Claudio Maccone durante il raduno del 2002, ha avuto un seguito che, a mio parere, era più che insperato: il progetto è pressoché sulla dirittura di arrivo e, allo stesso modo, una serie di proposte, ipotesi e altri progetti che si erano ventilati nel 2002 hanno preso piede e funzionalità direttamente.
Quest'anno sono presenti due delegazioni che riguardano l'ambiente scolastico, fra cui una che viene addirittura da Caltanissetta.
I due studenti nisseni che presentano il progetto che hanno trattato parlano con un fortissimo accento di quelle aree: sono un ragazzo e una ragazza.
Il ragazzo è vistosamente emozionato e io, approfittando del fatto che, poco prima del loro intervento, abbiamo parlato della cena, annuncio al ragazzo: "Tranquillo: non ti preoccupare che non ti mangiamo!" seguito a ruota da qualcun altro che aggiunge: "Ancora è presto, ceneremo stasera alle otto" e attirando le risate della platea e del ragazzo, che si calma un pochetto...
Durante una pausa fra gli interventi, e durante l'ennesimo trasferimento fuori dalla porta pro-sigaretta, parlando con Bruno che cerca il numero di telefono di un albergo poiché non ha ancora prenotato da nessuna parte, ne approfitto per ospitarlo su in casa a Cadine, proponendogli anche la mia disponibilità in caso di futuri raduni in Trentino, proponendogli un eventuale scambio di disponibilità in caso di raduni nel varesotto [e, forse, se ne parla per la primavera dell'anno prossimo].
Alla fine della serata di base c'è la proposta di andare a cenare tutti assieme; ci si rimanda, qualcuno va in albergo a lasciare i vari portatili ed altri materiali e per cambiarsi. Nel frattempo mi chiama il figlio maggiore di mia cugina che mi chiede se gli posso lasciare la macchina [Alla fine della fiera, me l'ha prestata mia cugina], per cui salgo al volo a Cadine per lasciare la macchina e, poi, ritorno giù per raggiungere il gruppo al Pedavena [Quando alla geniale idea di Mario S. di trovarsi tutti quanti di sabato sera alle 21 circa nel pub più famoso & frequentato di Trento, e dover restare in fila quasi un'ora, stendiamo un velo pietoso].
Dopo aver ordinato la cena, in ordine: ci portano da bere, e spariscono. Ci siamo scolati metà delle birre e tutta la mia lattina di Coca aspettando persino il tagliere di formaggi di antipasto.
Quando finalmente arrivano le varie portare, io e Gabriele S. rimaniamo a bocca asciutta [Il "Piatto Pedavena" (Wurstel, polenta, crauti, gulasch e canederlo) non si vede...], assieme a Bruno Moretti, che aspetta uno stinco sul quale aveva buttato un occhio mentre attendevamo in fila di prendere posto.
Finalmente portano i nostri due piatti [Sono quasi le dieci e mezza] e - nel frattempo - la cameriera annuncia a Bruno che lo stinco è finito.
Anche Bruno si fa convincere per il piatto Pedavena, e si fa garantire che non dovrà aspettare un'altra ora. Nel frattempo, essendomi scolato tutta la lattina di coca chiedo se ? gentilmente ? mi possono portare una birra bionda media [Dato che non si è vista, ma alla fine della cena ci siamo fatti dire il conto completo per dividerlo "alla romana", non so se poi è stata messa in conto].
Il piatto di Bruno arriva velocemente, la birra non si vede.
Finiamo di cenare, io prendo un caffè mentre Bruno non disdegna un doppio Averna, poi ci separiamo da tutti gli altri e saliamo a Cadine, a questo punto col furgone di Bruno [ero senza macchina, no?]
A casa io e Bruno ne approfittiamo per concludere qualcuno dei discorsi che abbiamo messo in cantiere durante la manifestazione e qualche altra cosa che riguarda altri argomenti, poi finalmente col giochetto che possiamo dormire un'ora in più grazie al ritorno all'ora solare, andiamo a dormire circa all'una di notte [e regoliamo gli orologi...].

venerdì 29 ottobre 2004

Venerdì 29 Ottobre

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Una giornata di pioggia e umido che comincia in compagnia di mio cugino. Entrambi guardiamo con disperazione il gigantesco mucchio di erbaccia e residui di alberi e trucioli vari, risultato di una parte di rimessa in ordine del giardino.
Facciamo diversi viaggi, a bordo di un apecar scassatissimo che hanno prestato a mio cugino proprio per facilitargli questi vari viaggi alla discarica.
E i viaggi sono stati lunghi (data anche la velocità del mezzo), abbiamo scaricato a Sopramonte in un bidone carichissimo e ricoperto di robaccia fino a strati impossibili.
è seguito il pranzo in compagnia delle due figlie di mio cugino e del figlio dell'altra cugina. In ultimo abbiamo preso la vecchia macchina di mio zio [parcheggiata inutilmente sul bordo della strada: ormai non funziona più], infine dato che non rimaneva molto da fare e mio cugino staccava per andare a lavorare, mi sono limitato a riposare un po' e passare la serata davanti al computer.

giovedì 28 ottobre 2004

Giovedì 28 Ottobre

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Stamattina mi sono fatto una volata a Trento per vedere se mi riusciva di prenotare un'oretta di navigazione in internet tanto per poter guardare un paio di cose e, magari, pubblicare qualcosa sul blog, ma a quanto pare i tempi di attesa sono giganteschi, per cui ho rinunciato e sto continuando la compilazione del diario personale sul portatile, con l'intenzione di pubblicarlo una volta tornato a Siracusa, dividendolo per giorni.
Ormai sono gli ultimi giorni e non mi sembra neppure utile approfittare di una qualche linea telefonica dato che il modem del portatile funziona, mentre per quanto riguarda la connessione via cellulare non sono in grado di fare nulla dato che ho lasciato il videofonino di Tre a Siracusa per mandarlo in garanzia dati i non pochi problemi che si ritrova.
Nel pomeriggio sono andato avanti un po' con il lavoro, poi ne ho approfittato per tirare le somme della giornata in questo documento, infine cena e ora mi aspetta un po' di televisione e per stasera abbiamo finito.

mercoledì 27 ottobre 2004

Mercoledì 27 Ottobre

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Stamattina sono sceso in città nella mattinata presto. Un caffettino veloce e poi mi sono diretto nella biblioteca comunale di via Verdi.
Ho provato in diversi modi a cercare dei libri su IBM System/370 perché vorrei approfondire un po' la storia del VM/370 dato che sto facendo esperimenti molto interessanti con hercules sotto Linux.
Ho cercato sul sistema informatico integrato, ma da quando hanno abbandonato il CICSP1 per una insulsa interfaccia web, il risultato è stato che ci sono centinaia di problemi: se cerco solo IBM o VM mi da una pagina bianca. Spesso dopo una ricerca mi dice che ha perso il collegamento e mi tocca ritornare alla pagina iniziale, reinserire il mio nome utente e il numero di tessera, e ricominciare per la millesima volta una ricerca che, spesso, non va a buon fine.
Rinuncio, vado al banco informazioni e chiedo all'impiegata se mi può aiutare lei.
Cerchiamo libri sull'argomento e ne vengono identificati tre. Uno è già in prestito, gli altri due sono uno a Povo e uno alla Facoltà di Sociologia, che si trova in via Verdi, vicino piazza Duomo. Manco a perdersi per ordinarlo, farlo arrivare, aspettare settimane eccetera vado io direttamente nella biblioteca dell'università.
Ottengo la possibilità di visionare il libro [RPG and RPGII programming on System/360, System/370 and System/3], che è un testo in inglese degli anni '80 [Credo 1983 o, forse, 1984], ma a quanto pare il testo non tratta la programmazione tramite il sistema via terminale video, bensì la programmazione tramite card da compilare a penna per poi trasferirle sulla macchina tramite schede perforate.
Persino l'ambito di gestione dei record di dati per mezzo dei nastri o delle partizioni dei dischi fissi, si basano sull'input tramite schede perforate. Nulla di fatto. Lascio il libro e mi faccio un giretto per Trento.
Da quello che mi ha detto mio cugino, dovrebbe essere vicino all'ospedale Santa Chiara, per cui mi dirigo verso di là.
Mi chiamano anche un paio di clienti, ma alla fine della fiera quando riesco a rintracciare mio cugino, si trova dall'altra parte di Trento.
Senza perdere tempo, sono le 11:15, gli annuncio al telefono: "Ascolta: io adesso prendo il primo autobus che passa e scendo alla stazione, aspettami lì."
Pochi istanti e mi passa davanti il "pollicino" [Linea A], che una volta faceva un breve giro nel centro della città. Quali ca%%i? Salgo al volo e finisco persino in via De Gasperi, praticamente all'estrema periferia della città. Arrivo alla stazione dopo 35 minuti buoni. Per strada perdiamo persino diversi minuti dietro un camion per la raccolta differenziata che deve svuotare una campana dei cartacei.
Finalmente arrivo alla stazione: andiamo subito a fare un po' di spesa, poi torniamo a casa dove a breve arriveranno le due figlie di mio cugino per il pranzo. Mangiamo tutti assieme e poi stacco per tornare giù a casa, approfittare per alcuni lavori da fare al computer e poi per riposare un po' [Se non approfitto di questi dieci giorni, quando posso riprendermi cinque minuti dato che fra meno di una settimana mi ritrovo a combattere con il solito tran-tran?].
A cena di nuovo mangiamo assieme, ma poi mentre mio cugino scende da mio zio per guardarsi la partita, io ne approfitto per andare giù a casa e lavoricchiare un po' al computer, mentre guardo la serata di "Affari tuoi" su raiuno.

martedì 26 ottobre 2004

Martedì 26 Ottobre

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Oggi mi sono svegliato presto per scendere in città: devo fare un po' di spesa perché praticamente sono rimasto con quattro fesserie ed ho bisogno di qualcosa da mangiare e qualche altra piccola fesseria. Rimando per la miliardesima volta di scendere in biblioteca: probabilmente ne approfitterò per scendere domani mattina, approfittando del fatto che ci sono diverse persone che devono scendere in città.
A pranzo ho mangiato con la figlia minore di mio cugino [La maggiore, finita la scuola, è andata a fare il turno del pomeriggio in uno dei negozi di sua madre]. Poi sono tornato in casa dove sono andato avanti un altro po' con il portatile e poi ne ho largamente approfittato per fiondarmi a letto un po'.
Finalmente in serata è venuto mio cugino: abbiamo cenato assieme e guardato un po' di televisione; ci siamo appena lasciati per andare a dormire: io gli ho detto che se domani mattina scende a Trento lo seguo, così ne approfitto per passare in biblioteca. In effetti dovrei anche passare da una cartoleria e procurarmi un bloc-notes con collatura americana e poi, se possibile, vedere se per caso riesco a trovare per la consultazione un qualche libercolo su VM/370 e sul CMS6.0 per IBM/370.
Sono riuscito a far girare bene hercules con il VM rel 6 freeware, e ne voglio approfittare per vedere di realizzare una piccola applicazione di tipo gestionale e mettere on-line tutte le istruzioni per farla funzionare.
Poi così mi metto materialmente un mainframe IBM/370 emulato in perfetta funzione dentro l'ufficio (-:
Adesso sono a casa davanti alla tele che aspetto che compaia Berry e il suo "Invisibili".
Considero questa trasmissione a dir poco geniale, la ho vista sin dalla prima serie e mi è piaciuta tantissimo.
Mi è piaciuto molto anche il suo ?caso televisivo?, di quando cioè Berry si è commosso in diretta per la storia di Ditmar: questa è tv verità, non il reality, ca%%o!

A domani!

lunedì 25 ottobre 2004

Lunedì 25 Ottobre

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Come sempre, mio cugino sta lavorando e per il momento non ci sono specifiche possibilità di incontrarlo fino a domani sera. Rimando l'andata alla biblioteca per un accesso all'internet point [Porca miseria, ci vuole una prenotazione mesi prima, a meno di non andare in un internet point a pagamento. E allora il portatile che me lo sono portato a fare? Datemi una linea telefonica, ca%%o!].
Sono stanco dalle corse di Milano e perciò decido di non scendere in città e passare il tempo a lavorare sul portatile, dove tiro un po' le somme di questi giorni di SMAU e di viaggio, pronto a rimettere in ordine le idee e i gadget. La SUSE mi sta dando qualche strano problema con KDE, credo che sia legato alla mancanza della scheda di rete, per ora ho risolto inserendo e lasciando appunto inserita la schedina di rete PCMCIA.
Peraltro ho preso ultimamente una scheda Wireless all'emmezeta che era legata ad un Access-Point con porta per modem adsl ethernet o router con supporto per la modalità bridge, ma a quanto pare la schedina pcmcia [Che, peraltro, viene fornita senza driver manco per Windows, che mi sono dovuto scaricare a manina da internet] fa parte di una serie che non è compatibile con Linux.
Sullo stesso sito del produttore ci sono dei supporti specifici per Linux.

domenica 24 ottobre 2004

Speciale: Bottino di guerra

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Elenco di tutta la roba che ho raccolto a Milano.
Gadget:
02 portabadge IBM/Linux a molla, di colore blu;
01 spilla Tux IBM/Linux da camicia;
01 penna The Beauty Of Technology di IXIXStore;
01 prolunga ISDN/LAN (piattina 8poli-rj45) a molla di Avaya;
quanto ai resti del palloncino Pinnacle, sono stati buttati [sob, sob (-:]

CD-ROM:
Avaya: The Avaya Microsoft CRM Solution
Pinnacle Instant CD/DVD Version 8 Interactive Demo (+ TRIAL)
Pinnacle Studio version 9 Demo CD
RaYTalk solutions catalogo prodotti wireless per rivenditori
Microsoft Business Solution-NAVISION

Inoltre:
Cartacei vari, qualcosa su open source per IBM, eccetera, questi sono più legati al mio lavoro per cui non specifico più di tanto...

Domenica 24 Ottobre

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Risveglio presto come ieri, controllo di tutto prima di uscire [grin] compreso il marsupio. Poi raggiungo la stazione di nuovo alle 7:10. Caffè ristretto mezzo bruciato e imbevibile [Io non capisco perché a Trento non sanno fare il caffè...], infine treno fino a Verona [Stavolta quello delle 7:47] in cui a vendetta della Dea di ieri ci sono due ragazze [Sempre una brunetta e una biondina] che stanno starnazzando a proposito di ragazzi. La brunetta ha i capelli tinti e, nel complesso, non è molto curata. La biondina credo che abbia 18, massimo 19 anni. Molto carina, in stile con la biondina di ieri.
Nello scompartimento ci sono queste due ragazze, un tipo un po' strano e un signore distinto che sta leggendo il giornale.
A Rovereto entra una ragazza e si siede accanto a me.
Ero con la schiena alla marcia del treno e di fronte al tipo strano. La ragazza quando riparte il treno gli chiede se cortesemente vuole scambiare il posto perché lei a viaggiare all'indietro soffre il mal di treno. Il ragazzo, con un sorriso, dice solo "No".
Soffoco una risata [ed un commentaccio, anvedi che maleducato], e a questo punto è il signore distinto che offre il suo posto. Evviva la gioventù: io lo avrei scambiato subito: chi se ne frega della direzione in cui viaggio.
Il bello è che quando la ragazza si è seduta, a questo punto accanto al tipo strano, il ragazzo le offre una golia "Magari per calmare un po' il mal di treno", lei rifiuta [Brava! Bene! Io tifo per te! Fagli vedere chi sei!!!], poi lo ignora del tutto, si gira dall'altra parte e si addormenta.
Giungiamo a Verona, dove l'attesa è snervante ed il freddo è incredibile, pur sapendo che a Milano mi aspetta non poco caldo...
Finalmente si parte, su un treno ben carico. Questa volta però sono deciso a spolpare lo SMAU... (-:

Arrivo verso le 11:30, dopo aver saltato bagarini che stavolta sono persino dentro il cortile del quartiere fieristico, quasi davanti alla porta d'ingresso del padiglione 9. Questo mi sembra esagerato: ma i soldi che la società Fiera di Milano da ad un'istituto di vigilanza a che servono? Così è proprio sfacciata la cosa...
Entro e mi faccio non più il giro fuori standard alla ricerca di alcuni espositori, bensì comincio a scorrermi uno dietro l'altro ognuno dei padiglioni, raccogliendo informazioni, brochure e qualche gadget. Ne approfitto per altri due colloqui di lavoro, che mi risultano un futuro contatto, un catalogo su CD ed un gadget che sembra essere una strana prolunga ISDN avvolgibile a molla...
Faccio una breve pausa per pranzo, mentre mi dirigo ai padiglioni 14 e 15. Il casino lì è a dir poco impronunciabile [Si tratta di tutta la sezione consumer, dove si fa di tutto: persino un concorso che da in premio alcuni lettori MP3/chiave USB (Sì, bello, da 16Mb però...)]. Vado fuori sulla terrazza, cerco un posto in cui non ci sia un casino bestiale, e faccio una scoperta.
Giungo sopra la Porta Teodorico. Mangio un panino [Che mi sono opportunamente portato da casa...], poi mi avvicino alla porta d'ingresso ai padiglioni che c'è a disposizione. Nessuna sbarra o transenna. Le scale portano giù e fuori dalla porta, dove non c'è un po' di viavai. Alla porta che corrisponde con le scale, invece, c'è un ingresso con la biglietteria ed il separatore a sbarre in cui è necessario introdurre il biglietto per passare. Non capisco.
Prendo la terrazza alla mia destra, continuo lungo di essa, e riesco ad entrare nel padiglione 14: nessuno mi ha chiesto biglietti o altro. Boh...
Dopo il pranzo scappo dal gruppo di padiglioni 13-14-15 in preda a casino, urla, musica e altri macelli e ritorno verso il piazzale Italia.
Continuo il mio giro, scrocco un porta-badge di Linux alla IBM e riesco a intascarmi uno spillino Tux in un momento di distrazione dei due attendenti (-: poi arrivo a seguire la presentazione del Pinnacle Studio 9, tento di fregare un portacellulare e una pallina che s'illumina quando rimbalza, ma non ci riesco: i ragazzi hanno una decina di gadget a testa e la ressa durante la distribuzione è insostenibile.
Mi avvicino al banco per chiedere il catalogo pinnacle e la versione dimostrativa di Studio 9; mentre sono in fila uno degli stewart comincia a distribuire palloncini a tutti, e mi fionda in mano a viva forza un palloncino nero gigantesco [Che colore funereo, però...(-: ] con stampata sopra la "P" di Pinnacle.
Adesso nella ressa del banco con quel palloncino mi trovo impacciato e non riesco a raggiungere schede da compilare per avere il disco. Impreco, ficco il bastoncino a cui è legato nel sacchetto FOXCONN che ho a tracolla e in cui sto raccogliendo tutti i gadget, poi guadagno il bancone dal lato giusto.
Compilo la scheda e ritiro un po' di materiale informativo, metto tutto nello stesso sacchetto, mi allontano dalla ressa e riprendo fiato.
Giro e vado dietro la Pinnacle nello stand della IXIXstore, dove cerco di nuovo di scroccare un portacellulare, previa registrazione alla quale sono pronto a registrare un'altra persona [Aho! Se siamo nel campo professionale va bene, ma spargere la mia e-mail in giro dappertutto, mi pare esagerato], ma anche lì finiscono e la ragazza ci offre una penna senza doversi registrare al sito.
Grrr.
Mi allontano lentamente, pensando a dove potrei andare a cercare altri gadget. Il palloncino Pinnacle mi sbatte sulla schiena. Lo riprendo e penso che potrei lasciarlo a qualche bambino la intorno, ma a quanto pare praticamente tutte le persone che mi girano intorno ne hanno già uno o più.
"Boh, forse in un altro padiglione..."
Il problema si toglie direttamente: il palloncino all'improvviso scoppia [Gu! Nooo, il mio povero palloncino... ((-:], o forse dovrei dire detona seminando il panico nel raggio di una decina di metri [Oddio che vergogna: sono rimasto con uno stecco rosso in mano con un coriandolo di gomma sopra, mentre tutte le persone intorno si sono allontanate con un balzo].
Mi avvicino ad un bidone della spazzatura e getto via lo stecco, allontanandomi.
Sono prossimo alla porta di uscita, quando scoppia un altro palloncino [Altre scene di panico, un bambino si mette a piangere, dal corridoio compare una bambina con uguale stecco con pezzi di gomma sopra, che annuncia ai genitori: "Vabè, non fa nulla, dai!"].
Ho già appurato con gli altri SMAU che ho poca fortuna con i palloncini, e di solito non ci arrivo mai a fare più di qualche decina di metri dalla consegna... ((-:
Intorno alle 15:15, stanco e carico, decido di anticipare la mia partenza ed esco (Stavolta dalla Porta Metropolitana) e vado a prendere la linea Rossa.
Alla stazione ci sono due agenti di polizia che hanno compiuto un fermo del classico tipo che passa il giorno a passeggiare in metropolitana chiedendo l'elemosina, senza essere un barbone...
Stavolta decido di non fare duomo e linea gialla, ripuntando sulla linea Verde da prendere a Buonarroti; peggio di quanto immaginassi: ci trovo il triplo del casino dell'andata, ma di nuovo grazie al trucco di prendere l'ultima carrozza trovo posto.
A Milano anziché prendere il treno delle 17:15 prendo quello che parte alle 16:15, supponendo che ci sarà anche qualche coincidenza per Trento prima delle 19:23 da Verona.
Giunto a Verona, infatti, guardo e vedo che il primo treno per Bolzano/Brennero è un IC alle 18:25 [sono le 18:10 (Arriva a Trento alle 19:20)], e poi c'è un IR alle 18:30 [Arriva a Trento però alle 19:45].
Non ho molta voglia di andare di corsa a prendere un supplemento rapido. Qui al binario 12 dove è previsto il treno, c'è molta gente, ma non si vede né l'annuncio sul tabellone, né il treno vero e proprio. Sulla tabella degli arrivi non c'è il numero del treno, per cui si suppone che si forma a Verona. Dubbio atroce: "Ma questo treno c'è la domenica?".
Riguardo il quadro partenze e, alle 18:15, mi rendo conto che quel treno circola dal martedì al sabato.
ODDIOOOO!

Mi butto dal binario 12 alla biglietteria, faccio la fila, prendo il supplemento IC, mi fiondo di nuovo verso la stazione, salgo al binario 3 di corsa, oblitero al volo ed entro sul treno nella prima carrozza che trovo davanti mentre già suona l'avviso di chiusura delle porte. Il terno parte ed io mi dirigo lentamente fuori dalle carrozze di prima classe in cui sono entrato per fare prima. Se non è culo anche prendere un treno così per il rotto della cuffia... ma non è finita. Ci sono tutti gli scompartimenti di seconda classe pieni, ma ne vedo uno in cui ci sono sei targhette di prenotazione ma solo cinque persone.
Guardo la targhetta della prenotazione e leggo, con grande soddisfazione "PRENOTATO DA ANCONA A VERONA" e prendo posto (-:
Quando arrivo a Trento sono le 19:20 di domenica sera, l'edicola è chiusa e così penso che sia chiusa anche la tabaccheria.
Guardo se posso prendere un autobus per tornare a casa, ma intanto mi rendo conto che la tabaccheria, invece, è aperta.
Prendo un biglietto dell'autobus, poi scendo alla fermata. Sono le 19:35 e il primo autobus per Cadine passa alle 20:05.
Un paio di sigarette, qualche telefonata veloce, e poi finalmente arrivo a casa, dove scarico tutta la roba che mi sono portato dietro da Milano, mi fiondo sotto la doccia e poi me ne vado a letto stanco ma soddisfatto.

sabato 23 ottobre 2004

Sabato 23 Ottobre

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Mio zio mi accompagna in stazione alle 7:10 circa [Il treno è alle 7:47], scendo dalla macchina, saluto mio zio, entro in stazione, vado per prendere il biglietto e obliterarlo...
OH CA%%O! HO LASCIATO IL MARSUPIO A CASA!!! MER%A!!!!!
Esco di corsa, conto alcuni minuti perché mio zio possa rientrare a casa, comincio a chiamarlo [Dann! è senza cellulare!] ma non ottengo nessuna risposta.
7:30, niente da fare. Decisione di fretta. Ok. Taxi. "Voliamo a Cadine che prendo i documenti e torniamo qui in stazione!"
Corsa di volata, il tassista per distrazione passa col rosso ad un semaforo gestito dagli autobus mentre parliamo di radio-rai (e giù bestemmie e io a tranquillizzarlo che era appena passato dal giallo al rosso).
Arrivo a casa, ancora mio zio non è tornato [Non c'è la macchina: forse si è fermato a Trento per prendere il giornale, un caffè o qualcosa del genere], prendo il marsupio con i biglietti e torniamo in stazione, ma è troppo tardi: sono le 7:55.
Entro in stazione e guardo che cosa passa il convento: c'è un treno che parte alle 8:15 e arriva a Verona alle 9:23 [La coincidenza con l'InterCity 606 è dichiarata alle 9:21], per cui mi butto su quel treno, incrociando le dita e sperando in un ritardo del treno successivo.
La botta di culo è totale. Arrivo a Verona al binario 3, guardo sulla voce "Partenze" il binario dell'IC 606, il 12, e parto a razzo. Giungo e leggo "TORINO (BRESCIA, MILANO C.LE) IC 1/2 9:23" e mi butto sopra. Niente treno, ma ci sono diecimila persone.
Annuncio "Treno IC etc. etc. viaggia con circa cinque minuti di ritardo", che vengono segnalati sul tabellone. Ficco il biglietto nell'obliteratrice sull'orlo dei salti di gioia, e non riesco a spiegarmi perché per tutto il tragitto ad ogni stazione la voce che annuncia la stazione in arrivo continua a scusarsi per il ritardo di cinque minuti.
Finalmente stazione. Non ricordo bene come raggiungere il quartiere, e al volo vedo che devo prendere la Verde verso Famagosta e poi a Cadorna prendere la rossa. E lo vedono altri 84793827493287 avventori dello smau. Un casino immondo.
Mentre aspetto il treno finalmente mi ricordo che potevo prendere la Gialla fino al duomo e poi la rossa da lì. 'Stica%%i, ormai sono in ballo [anzi, nel fiume di gente che mi spinge]. Prendo quattro biglietti per la metropolitana [A/R di oggi e di domani, così non devo fare km di fila], e poi via, scavalcando decine di bagarini NAPOLETANI ["Ue' Guaglio! Biglietti pe lo SMAUU a metttà prezzooou!") che trovo persino subito fuori dal treno.
Giunti ad Amendola Fiera, ancora scavalco di decine e centinaia di bagarini [Sentite, ditemi quello che volete, ma secondo me questi semplicemente sono al soldo della Fiera di Milano, perché non è possibile che girino migliaia di biglietti di invito validi...] e finalmente guadagno l'ingresso, offro la scheda stampata dei preregistrati [gu! sono uno scroccone!] e mi viene dato il tesserino nominale, entro. Un minuto di pausa, un giretto veloce, ed è il momento di un caffè.
Il resto a dopo, esco, sigaretta.
Fuori c'è un casino di gente che gira con sacconi ASUSTek o FOXCONN ripieni di gadget & carte varie, ma oggi per me è la giornata dedicata ai contatti di lavoro, per cui non mi dilungherò su questa. Ho incontrato il mio ex collega M.P. che è in SMAU con un paio di colleghi, poi ho seguito qualche presentazione.
Mentre parlavo con un commerciale IBM ho avuto anche il tempo di seguire e sentire parlare per un po' il ministro Lucio Stanca, che è passato dallo SMAU seguito da una nutrita scorta.
Di questa giornata sono notabili solo alcuni contatti di lavoro per me e/o per il mio venditore. Ah, al teatro "Microsoft for Business" durante la presentazione del CRM Microsoft integrato con Outlook va via la luce [C'è un caldo tremendo, per cui accendono l'aria condizionata, il che provoca continui distacchi del magnetotermico del padiglione].
Questo manda in crash il server dimostrativo del CRM e l'Outlook 2003, costringendo il già evidentemente imbranato presentatore [Che non è neanche in grado di riaccendere il computer dopo che si è spento ed ha bisogno del collega anche per riaccenderlo, digitare la password e far partire il VirtualPC su cui è installata una versione demo] alla fine annuncia che per maggiori informazioni di carattere commerciale ci si può rivolgere ai suoi colleghi perché lui è un tecnico.
Le mie risate interiori si sprecano, quanto ai miei propositi per domani, sono quelli di girare esclusivamente per la raccolta di gadget e fesserie, con qualche altra finale informazione di carattere commerciale.
Ritorno alla stazione, deciso a prendere la Rossa fino al duomo e poi la Gialla fino alla stazione FS, e di nuovo vengo emulato dalla stessa quantità di persone che c'era all'andata.
Con buon occhio mi allontano dal centro della stazione portandomi all'estremità inferiore, dove ci sono due persone.
Una voce all'altoparlante annuncia che il treno in arrivo è pieno, e chiede di voler preferire il prossimo treno, senza tentare di caricarlo ulteriormente. Il treno arriva e le carrozze sono effettivamente traboccanti. L'ultima [In cui entriamo in una decina in tutto] invece è quasi vuota.
Quando il treno parte, vedo che la stazione è rimasta stracarica.
Finalmente sono alla stazione Centrale. Il tempo di comprare un panino [Ho un certo languorino...] e mi porto verso il treno che va a Verona.
Milioni di persone si accalcano sui primi vagoni. Io mi faccio una luuuuuuuunga passeggiata fino quasi alla locomotiva e salgo sul primo vagone, pressoché vuoto.
Di fronte a me si siede una ragazza brunetta, evidente studentessa universitaria di una qualche facoltà di disegno o architettura con relativa custodia per disegni arrotolati.
Il treno parte e la ragazza viene raggiunta da un'amica della stessa facoltà [E con lo stesso portadisegni].
Come posso dire? Una Dea.
Bionda. Occhi azzurri, lineamenti sottili, capelli naturali [e non ossigenati con ricrescita].
22, forse 23 anni, corporatura snella e di misure corrette e non esagerate, vestita con un maglione nero e una sciarpa bianca. Zainetto nero di pelle, voce gentile e suadente... ragazzi mi sono innamorato direttamente a colpo di fulmine, non le sono saltato addosso solo perché si capiva che non era quel tipo di ragazza. Ma poi lei è scesa a Romano, e io sono rimasto lì da solo...
Mio Dio, roba da doccia fredda...
A Trento cerco un modo di tornare, ma a quanto pare, di sabato alle 21 non ci sono più autobus, la stazione delle autocorriere è chiusa, e come sempre non riesco a rintracciare mio zio, che non risponde al telefono [Grrrr]. Ennesimo taxi fino a casa, col tassista che accetta 25 centesimi di meno pur di non cambiarmi 50 euro.
Ed a fine serata le mie mani, veloci, sul portatile [Ehi! Cosa stavate pensando? DEPRAVATI!] hanno riportato tutto questo racconto fino a voi.

venerdì 22 ottobre 2004

Venerdì 22 Ottobre

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In mattinata mi sono svegliato presto, intorno alle 6:40, e mi sono preparato lentamente dentro lo scompartimento cercando di non disturbare troppo i miei due compagni [che, peraltro, russano nella grossa], poi sono andato in bagno a finire di prepararmi e lavarmi per bene.
Giunge la colazione: ho preso il the caldo [Mi sono portato dei biscotti al cioccolato da Siracusa, dato il costo dei biscotti sul treno], mentre i due ragazzi hanno scelto Luca un cappuccino e l'altro ragazzo un caffè; io in serata avevo sconsigliato caldamente di fidarsi del caffè che esce da quella macchinetta gaggia.zip parcheggiata nella garritta del conduttore.
Luca, tanto per non smentirsi, per avere il cappuccino ci chiede: "Ma, te lo porta lui o glielo devi chiedere?"
Io, innocentemente: "Beh, di solito vai li e glielo chiedi...".
Lui quindi esce, fa un metro [Scompartimento 31, circa poco oltre le ruote di testa: la garritta del conduttore è sulle ruote opposte] e grida: "Scusa, mi porti il cappuccino!?!?".
Io e l'altro ragazzo ci guardiamo negli occhi e soffochiamo una risata.
Portano finalmente il giornale, e qui poi aprirò una parentesi sulle pagine de "La Repubblica" che ho potuto leggere in attesa dell'arrivo a Bologna, con i soliti 45 minuti di ritardo...
Giunto a Bologna, saluto Luca [Che continua fino a Venezia] e l'altro ragazzo [Che, invece, ha l'auto al seguito], poi finalmente mi dirigo alla sala d'attesa del binario 1 dove passo una buona parte dell'ora e mezza di attesa per il treno continuando a leggere il libercolo del Trio Medusa.
Due pause veloci: una per andare in bagno (e approfittarne per comprare il giornale: prendo all'edicola una copia di Linux Pro dalla cui copertina sono attirato), l'altra per un caffè.
Davanti al bar ci sono le persone che manifestano per il rinnovo del contratto di lavoro [è in corso uno sciopero generale dei servizi pubblici in ambito locale, non so se avete presente: le solite cose che il governo ignora solo per poter dire meglio che va tutto bene].
Alcuni lavoratori mi invitano ad astenermi dal consumare il caffè nel bar della stazione (che, peraltro, è l'unico aperto dei sei disponibili in stazione). Non acconsento e prendo il caffè: non capisco cosa c'entri con la manifestazione, e mi risulta quantomeno discutibile invitarmi a non prendere un caffè restando fissi di fronte al bar.
Di per se la signora che mi ha invitato a non prendere il caffè sbattendomi in faccia un volantino, me lo strappa di mano e se ne va via disgustata.
Roba da matti!
Finalmente giunge il treno, salgo e tento di prendere posto: rimango fuori dallo scompartimento il cui posto ho prenotato per alcuni minuti durante i quali un gruppetto di amici si sistema, lascia armi & ritagli, e poi una loro amica incontrata alla stazione cerca di approfittare della comitiva chiedendo mentre tenta di entrare per sedersi, se l'ultimo posto rimasto libero accanto al finestrino fosse libero.
Con un certo dispiacere [ma, ca%%o, ho pur sempre pagato il mio euro e mezzo] le annuncio di averlo prenotato. Capisco gli amici, ma ho prenotato proprio per non farmi Bologna->Trento in piedi a forza di chiedere cortesie con una valigia di una tonnellata al seguito; finalmente riesco ad entrare e guadagnare il mio posto [sbloccando le persone che si erano incastrate dietro di me].
Il viaggio a questo punto scorre lentamente senza troppi particolari intoppi.
Giunti a Verona, mi porto in piattaforma e approfitto della lunga fermata per scendere dal treno qualche momento, sgranchirmi le gambe e fumarmi una sigaretta [in effetti sul treno, che è un EuroCity per Monaco di Baviera, non vige il divieto di fumare generalizzato che vige sui treni regionali e interregionali, ma sebbene abbia prenotato un posto nello scompartimento fumatori non mi va di disturbare le persone presenti].
Parlando con una signora, tanto per far scorrere il tempo [e di tempo parlavamo, ma meteorologico: ho lasciato Siracusa con la gente che andava al mare per finire a Verona con il cielo nuvoloso, un freddo cane e un nebbione tremendo] ho attirato l'attenzione di un tipo che mi dice di aver vissuto per molti anni a Siracusa, e che adesso sta salendo ad Arco (TN) per arbitrare un torneo di scacchi [per chi lo conosce: Massimo Rossi]; abbiamo discusso un po' di Siracusa e di amici comuni [quali Maurizio B. e Stefano N.] conosciuti lui per via degli scacchi e io per via dell'informatica.
Dopo un po' di discussione ritorno al mio posto per un'altra oretta di attesa, prima di giungere finalmente a Trento.
Un po' di confusione in stazione, poi riesco a procurare i biglietti del treno per Milano e ritorno, quindi è il momento di giungere a casa, smantellare la valigia pesantissima, preparare il letto, estrarre dallo zaino il povero orsetto da viaggio (tale sig. "Lucky") schiacciatissimo [Come dite? Non ve lo aspettavate? Io secondo voi viaggio fino a Trento e lascio i miei orsi soli & abbandonati? ((-: Comunque ho già detto che di norma non sono io che dormo con l'orsacchiotto: è lui che dorme con me...], una sacra doccia per togliermi di dosso il fetore del viaggio... e giù a dormire io e Lucky fino all'ora di cena!

Speciale: "La Repubblica"

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Come tutte le mattine, sul vagone letto ci viene portata la bevanda calda e il giornale, la copia de "La Repubblica" che ho sottomano è parecchio cicciuta [La bellezza di 76 pagine, forse per questo di solito leggo La Sicilia o, quando sono in trentino, L'Adige] e ricca di notizie, informazioni, fesserie etc.
Ma finalmente noto qualcosa che attira la mia attenzione: il giudice De Benedictis ha raccolto in un verbale ufficiale (con il quale, peraltro, pone il severo divieto d'espatrio a Spinelli, arruolatore) i commenti e le situazioni di oscurità che girano intorno al caso Quattrocchi-Stefio-Cupertino-Agliana.
La cosa che scatena le più grosse polemiche è una specifica dichiarazione: "Erano dei mercenari al servizio degli USA".
Il fatto di aver scatenato delle polemiche, fa si che il giudice spieghi di essere stato frainteso [Ach! Vi venisse un colpo chiunque voi siete quando usate questo termine, specie in dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa], ma non sono per niente d'accordo.
Io non voglio infangare la memoria di quel bravuomo che è stato Fabrizio Quattrocchi, ma gradirei sinceramente che qualcuno, una buona volta, mi spiegasse in virtù di quale fatto Quattrocchi è considerato un eroe?

Cominciamo da un analisi: la parola mercenario al dizionario De Mauro Paravia viene definita come: "1. chi lavora alle dipendenze altrui in cambio di un compenso in denaro   2. chi esercita il mestiere delle armi per professione al servizio di uno stato straniero o di gruppi politici o economici".

Se quanto dichiarato dai quattro è vero, ossia che facevano i body guard a favore di ditte estere, allora è ben vero che erano dei mercenari. Allora erano dei mercenari eccome!!!
Tanto per mettere i puntini sulle "i" i quattro erano in Iraq sebbene totalmente allo scuro della Farnesina e del Governo Italiano; erano in Iraq al soldo di una società con sede fuori dall'Italia e che non svolgeva compiti per l'Italia, e soprattutto non erano quattro poveri cristi di panettieri o squattrinati, dato che avevano tutti quanti porto d'armi per armi da guerra, specializzazione in uso di sistemi da guerra, allenamento e preparazione del corso delle guardie giurate PUR NON AVENDO FATTO IL GIURAMENTO [come mai niente giuramento? Mica stiamo parlando di un po' di palestra: dubito anche che sia del tutto sia legale].
E la famiglia ed i parenti s'incazzano come iene, sostenendo che le parole del giudice sono infamanti e gravi: ma come? Se voi eravate lì solo per fare i body guard e - secondo voi - era tutto legale, allora non avete niente da temere! Si deve fare chiarezza su questa storia, e voi dovreste essere i primi a volere questa chiarezza per eliminare tutte le macchie che ci possono essere sulla vostra storia.
Questo ostruzionismo, questo sensazionalismo (Il vostro, non quello del giudice) e questo bisogno di sottolineare la vostra persona anziché chiarire la vostra posizione, vi mette in una situazione ancora più complessa: a mio parere voi eravate lì per fare attività di controspionaggio da rivendere agli Stati Uniti, o al miglior offerente.
Ai miei occhi, di persona, di Italiano e di simpatizzante di centro-sinistra, voi vi siete macchiati del reato di alto tradimento e non siete affatto degli eroi, e voi, sinora, l'unica cosa che avete fatto per dimostrarmi (e dimostrarci) di essere nel torto, è stata quella di criticarci.
Devo temere che la verità sia un'altra? Devo temere di aver ragione? Perché io non sarei contento di aver ragione, è questo che fa la differenza: io non mi diverto a sostenere che quattro illustri ignoti italiani siano dei mercenari, delle spie al soldo dello straniero in tempo di guerra ed in zona di guerra.
Siamo entrati in Iraq facendo i leccaculo degli americani, e la cosa non la ho digerita: Colin Powell è stato semplicemente uno stron%o che è andato a fare il bambinello capriccioso dal Comitato di Sicurezza delle Nazioni Unite, e il risultato è davanti agli occhi di tutti.
Mi auguro che il Governo ci vada più piano prima di fare dichiarazioni violente sui giudici e sostenere l'incompatibilità ambientale per minacciare di sollevare il giudice dall'incarico, perché lascia pensare ancora di più che ci sia qualcosa di molto più grosso sotto.

giovedì 21 ottobre 2004

Giovedì 21 Ottobre

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Mercoledì 20 avrei dovuto non lavorare, ed invece mi sono trovato pieno di casini di ogni genere, per cui giovedì mattina, con un paio di ba%%e così, mi sveglio per una giornata che promette di essere tremenda.
Finisco di fare la valigia, vado con la nonna a fare la spesa [e ne approfitto per prendere qualche altra cosa da portarmi in viaggio], poi tornato a casa mi preparo; andiamo a mangiare da mia nonna, poi torniamo a casa, chiudo tutte le valigie [Ossia il maxi-trolley che pesa 50kg già da vuoto e lo zainetto invicta della scuola media] e finalmente andiamo alla stazione.
In treno prendo posto nello scompartimento "Turistico T3" che al momento è vuoto ma, a quanto ho potuto determinare, destinato a riempirsi entro la Sicilia: è in corso una strana serie di offerte sul biglietto integrato viaggio+WL a 60 euro, qualsiasi destinazione [offerta che mi sono abbondantemente perso, grazie all'agenzia di viaggi presso cui ho fatto i biglietti...].
A Catania salgono i miei due compagni: sono due ragazzi [Ma non viaggiano assieme]; uno è tranquillo ed è impegnato, per quanto possibile, nella lettura di una copia della rivista "Newton" [Per la cronaca, io cercavo invece di leggere ?culattoni e raccomandati? del Trio Medusa], ma il geniaccio di terzo incomodo si dimostra un personaggio pesantemente e palesemente logorroico, anche se comunque nel complesso relativamente simpatico. Ci dice di essere titolare di un albergo in Val di Xxxx e poi starnazza a tutto spiano senza argomenti specifici.
Capisco che uno si rompa un po' le palle a viaggiare in treno, ma io di solito prendo il WL proprio allo scopo di evitare di viaggiare in compagnia di ?gente-di-terza-classe-che-paga-poco-per-risparmiare?; la speranza a quanto pare è vana, ma perlomeno durante la notte riusciamo a dormire tranquillamente.
Poco prima di traghettare il ragazzo dell'albergo (Ah, si chiama Luca, ignoro invece il nome dell'altro ragazzo) ci spiega che durante il viaggio di andata è riuscito a farsi fregare 10 euro.
Il punto di questione è che, essendo la sua prima discesa al Sud Italia, giunti a Villa San Giovanni si era raccolto le valigie ed era in procinto di scendere.
Il suo compagno di scompartimento gli chiede: "Che stai facendo?"
E Luca: "Beh: scendo, traghetto, e prendo il treno a Messina!"
Il tipo insiste che deve restare sul treno, Luca si incazza: "Mi stai facendo perdere tempo inutilmente!"
E continua pure: "Ma figurati se adesso mettono il treno sulla nave e lo fanno traghettare".
Il compagno s'inalbera e lo convince a scommettere: gli è costato, per l'appunto, dieci euro di scommessa persa... però voglio dire: ma è mai possibile?

Finalmente ci caricano sul traghetto (sic) e propongo di andarci a prendere un po' di fresco su, in coperta.
C'è caldo in Sicilia - per carità - ma sono anche le 19:30, e io quindi prima di prendermi la scaletta di petto e salire di sopra, afferro la giacca senza maniche e la infilo. Luca subito mi dice: "Ma perché ti metti la giacca: c'è un caldo fuori..."
In coperta lascio i ragazzi a prendersi un caffè, mentre io passo il tempo rispondendo al cellulare [Mi sta chiamando mezza Siracusa, fra cui Marco C. che ha ancora problemi al masterizzatore e al computer...].
Dopo un po' - quando il traghetto ha appena fatto inversione - me ne vado sul ponte alto di prua: come sempre in questi casi, tira un vento umido della madonna; andando su quel ponte incontro Luca e l'altro ragazzo sotto la porta d'ingresso del bar, intirizziti, e io sorridendo dico loro: "... e LUI mi ha chiesto perché metto la giacca... tze!".
Finito il traghettamento, come avviene in questi casi (Mangiato, rilassati, un viaggio lungo che ci attende), ci viene un sonno della madonna e - sebbene siano solo le 22:00 - ce ne andiamo a letto. La notte, nel complesso, scorre tranquilla: mi sono svegliato un paio di volte [Praticamente quando il treno si è fermato a Roma e Firenze. Sono diventato quella categoria di viaggiatore che in treno dorme tranquillamente finché il treno è in movimento e si sveglia se rimane fermo per più di cinque minuti] ma nel complesso ho riposato veramente molto bene.

mercoledì 20 ottobre 2004

Smau Travel 2004

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Appunti ordinati di viaggio

Quanto successo nei giorni compresi fra giovedì 21 ottobre e mercoledì 3 novembre, in cui mi sono recato a Trento per seguire lo SMAU, il II raduno nazionale di radioastronomia amatoriale ed una serie di manifestazioni collaterali per avere maggiori informazioni su alcune cose che riguardano la Regione Trentino.
Tutto quanto, con i miei commenti più o meno sarcastici, è raccolto in queste pagine di g-Log che mi sono opportunamente preparato sul portatile durante la mia permanenza, tramite una serie di appunti che ho preso durante il viaggio.
Questo fa anche parte di una mia famosa abitudine [Chi viene da fidonet forse se la ricorda] chiamata "Il Pippone di Grizzly" in cui avevo l'abitudine di raccontare i fatti salienti del giorno o dei giorni inerenti una qualsiasi manifestazione a cui avevo partecipato, dal mio primo SMAU nel '96 ai raduni freaknet etc.
Con la speranza di non annoiarvi e di non mettermi troppo in ridicolo [Sì, vabè alla fine chi se ne frega di essere messo in ridicolo? (((-: ]. Ho separato la storia in giorni, ed eventualmente nei giorni ho messo qualche commento separato.
L'unica cosa che forse disturba è la lettura inversa del testo, ma alla fine della fiera, chissenefrega? (-:
All'attacco! ((-:

giovedì 14 ottobre 2004

Il signor B

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Il signor B. ha dichiarato:
"Io volevo stabilire la normalità della vita politica italiana. Ma come si è risposto a questo mio principio? Con una campagna giornalistica durata nei mesi di giugno, luglio, agosto, campagna immonda e miserabile che ci ha disonorato per tre mesi. Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali..."

B. sta per Benito: è una dichiarazione di Mussolini da un discorso del 1924
[Lello Vitello - from www.drzap.it]

lunedì 11 ottobre 2004

ER: esagERati in prima linea

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All'inizio dell'inizio ER aveva ancora quel senso di fiction da ospedale americaneggiante di terzo livello con la possibilità di sopportare quattro menate sui generis ed una serie di storie legate alle persone che svolgono servizio nel pronto soccorso del grande ospedale newyorkese.
Ma ora si va sempre peggio.
Lunedì sera il panorama televisivo proponeva tante di quelle menate che sono andato a scegliere l'unica che ancora poteva salvarsi.
E come sempre l'americanata se non è in grande non fa pubblico, allora vai con i medici che non hanno problemi a farsi rappresentare da sindacalisti ringhiosi come cani idrofobi, ma sempre pronti a mandare a fan%%%o figli, mariti, nonni e altri familiari la sera del ringraziamento per farsi un dodici, quindici ore di straordinario a fine turno senza retribuzione minima sindacale [perché a fine turno al max lo stato ti consente tre ore di straordinario, data la situazione a rischio di un pronto soccorso...].
Ma niente tocca l'apoteosi dello sfascio come il vento che cambia di colpo e che fa impiantare un elicottero contro il tetto dell'ospedale prima di spatasciarsi sulle spalle del dr. Romano mentre il collega era appena stato sorpreso a spippacchiarsi una canna a) rubata ad un nero con il glaucoma a cui ha ammonito il divieto d'uso della marijuana [peccato, però, che questo è un messaggio che ci lancia la produzione, dato che nello stato di New York si fa uso terapeutico della marijuana proprio per ridurre la pressione dei capillari nell'occhio] per poi andarsi a scegliere il posto più ridicolo [fuori dalla porta dell'ospedale, accanto all'ingresso... con tutti i bar, vicoli, bagni, sgabuzzini...] e poi non muovere un dito per tutta l'emergenza mentre Romano era impegnato a farsi tostare da un elicottero in fiamme.
Ma per favore!

domenica 10 ottobre 2004

Goodbye Christopher

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BEDFORD, NY ? Christopher Reeve died suddenly at 5:30 p.m. of heart failure. He was 52 years old. [da http://www.christopherreeve.org/]

Sono solo due attori a confronto

Due periodi storici, intesi come quello del Superman con cui chi ha qualche capello bianco ha sognato in gioventù, e quello inteso come il sogno di giovani che riscoprono un personaggio nato da un piccolo fumetto americano molti anni fa.
Tom Welling (Il giovane Superman) si ritrova per un cammeo a ricevere notizie importanti ed un vero e proprio "passaggio di testimone" proprio da chi per molto tempo ha impersonato il superman adulto. Un confronto diretto fra passato e futuro che si presta ben poco a semplici canoni di share televisivo.
Sono solo due attori Christopher

Rimasi colpito, come molti - d'altronde - non solo quando seppi che una semplice caduta da cavallo gli era costata ben più di quanto potrebbe meritare un povero quarantacinquenne nelle menti e negli occhi di tutto il mondo, quanto piuttosto da come il suo amico - forse di fama ben paragonabile per le sue grandi interpretazioni [da "Risvegli" a "Toys", da "Patch Addams" a "Good Morning Vietnam"] - Robin Williams non ha esitato a sostenere le spese delle complesse cure mediche a cui Reeve si è dovuto sottoporre.
Mi è piaciuta la forza d'animo di Reeve, sfociata nelle sue interpretazioni, nelle sue attività, nella sua ricerca di aiutare le persone invalide.
Mi è piaciuta la sua campagna a sostegno di un Internet Provider Europeo, World On Line ["Freedom to communicate, freedom to act, freedom to reach... WOL: freedom of movement"].

Pochi personaggi hanno lasciato un'impronta indelebile nel mondo del secondo dopoguerra. Amo pensare che ora Reeve potrà cavalcare in tutta libertà, in un posto dove Charles McSchultz, magari, continua a disegnare le strisce di Snoopy e la voce di Corrado Mantoni accompagna ancora trasmissioni radiofoniche che fanno la storia dell'emittenza pubblica.

Goodbye Christopher, I'll miss you.

sabato 9 ottobre 2004

lavoro possibile

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Una settimana tremenda, trascorsa cercando di capire se sono io quello che squaglia o se sono i clienti quelli che vogliono farmi fondere.
Sono stanco, non ce la faccio più.
Mi sono dimenticato di fare gli auguri a F.C. per il suo onomastico, mi sono dimenticato di farli a mia nonna (No, aspettate, deve ancora farlo), ho cercato di riposarmi e non ci sono riuscito neppure nel fine settimana, però in compenso sono riuscito a montare e (quasi) far funzionare per benino il computer di F.C.
Gli ho dato la mia vecchia piastra madre QDI KinetiZ 7E e la CPU AMD Thunderbird 1800+ tiratella a 1900+, 512Mb di ram DIMM [e non DDR, ma lui quantomeno non fa videomontaggio come me...].
Sono stanco e mi devo organizzare per andare a Trento. Mi aspettano lo SMAU e il II raduno di radioastronomia amatoriale.
Sono curioso di vedere che succederà quest'anno.
Per ora basta, il resto a poi!

sabato 2 ottobre 2004

Report su Telecom

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Nulla di anomalo da segnalare, non ho avuto tempo di gestire tutta la trasmissione.
Bello l'intervento di Bebo Storti dentro la vasca in cui: "Mangio, dormo, fumo, piscio, cago e rutto".

Unica nota di colore: Avete notato che uno di quelli che lamentavano unbundling non richiesti aveva alle spalle un portatile HP Pavillion con la schermata di login di KDE? (((((-:

venerdì 1 ottobre 2004

[FWD] Buonanotte papà

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Questa conversazione viaggia anonima sul Web.



Scena: tipica casetta in un tipico quartiere residenziale della media borghesia americana in una tipica cittadina del Middle West.
Interno, notte.

Il tipico buon papà americano medio mette a letto la sua bambina, che però, dimostrando di non essere una tipica bambina media americana, gli fa qualche domanda.

D: Papà, perché abbiamo attaccato l'Iraq?
R: Perché avevano armi di distruzione di massa.
D: Ma gli ispettori non hanno trovato armi di distruzione di massa..
R: Perché gli iracheni le avevano nascoste.
D: È per questo che abbiamo invaso l'Iraq?
R: Sì. Le invasioni funzionano sempre meglio delle ispezioni.
D: Ma anche dopo che li abbiamo invasi non abbiamo trovato armi di distruzione di massa, non è così
R: Perché le armi erano nascoste molto bene. Non ti preoccupare, vedrai che troveremo qualcosa. Probabilmente prima delle elezioni del 2004.
D: Perché l'Iraq voleva avere tutte quelle armi di distruzione di massa?
R: Per usarle in guerra, sciocchina.
D: Non capisco. Se possedevano tutte quelle armi per utilizzarle in guerra, perché non le hanno usate quando li abbiamo attaccati?
R: Perché non volevano che gli altri sapessero che le possedevano, così hanno deciso di morire a migliaia piuttosto che difendersi.
D: Ma non ha senso. Perché hanno scelto di morire se avevano quelle armi potenti per combatterci?
R: La loro è una cultura diversa dalla nostra. Non è detto che abbia una logica per noi.
D: Non so cosa ne pensi tu, ma io non credo che avessero davvero quelle armi, come invece dice il nostro Governo.
R: Beh, sai, non è importante che avessero o meno quelle armi. Avevamo altri buoni motivi per invaderli.
D: E quali?
R: Anche se l'Iraq non avesse avuto le armi di distruzione di massa, un altro buon motivo per invaderlo era che Saddam Hussein era un dittatore crudele.
D: Perché? Cosa fa un dittatore crudele che giustifichi il fatto di invadere il suo Paese?
R: Beh, per esempio, tortura il suo stesso popolo.
D: Come succede in Cina?
R: Non paragonare la Cina all'Iraq. La Cina è un ottimo partner economico,dove milioni di persone lavorano per salari da schiavi per far arricchire le aziende americane.
D: Vediamo, se un Paese lascia che il suo popolo venga sfruttato per il profitto di aziende statunitensi è un Paese buono anche se tortura la propria gente?
R: Esatto.
D: Perché le persone venivano torturate in Iraq?
R: Principalmente per reati politici, come, ad esempio, criticare il Governo. Chi criticava il Governo in Iraq veniva messo in prigione e torturato.
D: E non succede la stessa cosa in Cina?
R: Ti ho gia' detto che la Cina è differente.
D: Qual è la differenza tra la Cina e l'Iraq?
R: Beh, per esempio, l'Iraq era governato dal partito Ba'ath, mentre la Cina dai comunisti.
D: Ma non mi hai detto una volta che i comunisti erano cattivi?
R: No, solo i comunisti cubani sono cattivi.
D: E perché i comunisti cubani sono cattivi?
R: Beh, per esempio, le persone che a Cuba criticano il Governo vengono imprigionate e torturate.
D: Come in Iraq?
R: Esattamente.
D: E come in Cina?
R: Ti ho gia' detto che la Cina è un partner economico, mentre Cuba non lo è.
D: E come mai Cuba non e' un buon partner economico?
R: Beh, vedi, negli anni sessanta il nostro Governo ha varato delle leggi che vietavano di fare affari con Cuba fino a che non avessero sostituito il loro regime comunista con un sistema capitalista come il nostro.
D: Ma se cambiassimo quelle leggi, aprissimo il commercio con Cuba e cominciassimo a fare affari con loro, non aiuteremmo in questo modo i cubani a diventare capitalisti?
R: Sei proprio una perfetta asinella.
D: Non pensavo di esserlo.
R: Comunque, non hanno nemmeno la libertà di religione a Cuba.
D: Come in Cina con il movimento Falun Gong?
R: Ti ho già detto di smetterla di dire brutte cose sulla Cina. In ogni caso, Saddam Hussein è salito al potere con un colpo di Stato e quindi non era il legittimo capo dell'Iraq. In nessun modo.
D: Che cos'e' un colpo di Stato?
R: È quando un generale prende il comando di un Paese con la forza, invece di indire libere elezioni come facciamo noi negli Stati Uniti.
D: Ma, scusa, chi governa il Pakistan non è salito al potere con un colpo di Stato?
R: Intendi il generale Pervez Musharraf ? Sì, effettivamente sì, ma il Pakistan è nostro amico.
D: Come fa il Pakistan a essere nostro amico se il suo leader non è legittimato?
R: Non ho mai detto che Pervez Musharraf non è legittimato.
D: Non hai appena detto che un generale militare che prende il potere con la forza spodestando il legittimo Governo di una nazione, è un leader non legittimato?
R: Soltanto Saddam Hussein. Pervez Musharraf è un nostro amico perché ci ha aiutato a invadere l'Afghanistan.
D: Perché abbiamo invaso l'Afghanistan?
R: Per quello che hanno fatto l'11 settembre.
D: Cos'ha fatto l'Afghanistan l'11 settembre?
R: Beh, l'11 settembre 19 uomini, 15 dei quali sauditi, dirottarono 4 aeroplani e ne lanciarono 3 contro dei palazzi a New York e Washington, uccidendo 3.000 persone innocenti.
D: E cosa c'entra l'Afghanistan in tutto questo?
R: È in Afghanistan che quegli uomini cattivi si erano addestrati, sotto l'oppressivo regime dei talebani.
D: Ma i talebani non erano quei musulmani cattivi ed estremisti che tagliavano la testa e le mani della gente?
R: Sì, proprio loro. Non solo tagliavano la testa e le mani alla gente, ma opprimevano anche le donne.
D: Scusa, ma il Governo Bush non diede 43 milioni di dollari ai talebani nel maggio del 2001?
R: Sì, ma quei soldi erano una ricompensa per il loro ottimo lavoro di repressione contro la droga.
D: Repressione contro la droga?
R: Sì, i talebani sono stati molto efficaci nell'impedire ai contadini di coltivare l'oppio.
D: E come ci sono riusciti?
R: Semplice. Se i contadini continuavano a coltivare l'oppio, i talebani gli tagliavano la testa e le mani.
D: Allora, quando i talebani tagliavano la testa e le mani a quelli che piantavano i papaveri andava bene, ma se glieli tagliavano per altri motivi, no?
R: Sì. Per noi va bene se i fondamentalisti islamici tagliano testa e mani di quelli che piantano i fiori, ma troviamo terribilmente crudele se li tagliano a chi ruba il pane.
D: Ma non tagliano la testa e le mani alla gente anche in Arabia Saudita?
R: È diverso. L'Afghanistan era governato da patriarchi tiranni che opprimevano le donne e le costringevano a indossare il burqa in pubblico e quelle che si rifiutavano le lapidavano a morte.
D: Ma anche le donne saudite indossano il burqa in pubblico, o no?
R: No, le donne saudite portano un mantello islamico tradizionale.
D: Qual è la differenza?
R: Il mantello islamico tradizionale che portano le donne saudite è un modesto capo di vestiario che copre tutto il corpo eccetto gli occhi e le dita. Il burqa, invece, è un malefico emblema dell'oppressione patriarcale che copre tutto il corpo tranne gli occhi e le dita.
D: Sembrano la stessa cosa con nomi differenti.
R: Smettila di paragonare l'Afghanistan con l'Arabia Saudita. I sauditi sono nostri amici.
D: Mi era sembrato di capire che avessi detto che 15 dei 19 dirottatori dell'11 settembre fossero sauditi.
R: Sì, ma si erano addestrati in Afghanistan.
D: Chi li ha addestrati?
R: Un uomo molto cattivo che si chiama Osama Bin Laden.
D: È afghano?
R: Ehm, no, saudita anche lui. Ma è un uomo cattivo, molto cattivo.
D: Mi pare di ricordare che fosse nostro amico un tempo.
R: Solo quando abbiamo aiutato lui e i mujahadeen a reprimere l'invasione sovietica dell'Afghanistan negli anni ottanta.
D: Chi sono i sovietici? Non erano quelli dell'Impero Comunista del Male di cui parlava Ronald Reagan?
R: I sovietici non esistono più. L'Unione Sovietica è crollata nel 1990 o giù di lì e adesso hanno elezioni e capitalismo come noi. Li chiamiamo russi, adesso.
D: Così i sovietici, cioè, i russi, adesso sono nostri amici?
R: Beh, non proprio. Sono stati nostri amici per qualche anno dopo aver smesso di essere sovietici, ma hanno deciso di non appoggiare la nostra invasione dell'Iraq, cosi' non andiamo proprio pazzi per loro in questo momento. Allo stesso modo non facciamo follie per i francesi e i tedeschi perché anche loro non ci hanno aiutato a invadere l'Iraq.
D: Quindi anche tedeschi e francesi sono malvagi?
R: Non esattamente malvagi, ma abbastanza cattivi da obbligarci a ribattezzare le French fries (patatine fritte) in Freedom fries e il French toast (pane dorato saltato) in Freedom toast.
D: Cambiamo sempre nome ai cibi quando un altro Paese non fa quello che vogliamo?
R: No, lo facciamo soltanto con i nostri amici. I nemici li invadiamo.
D: Ma l'Iraq non era nostro amico negli anni ottanta?
R: Beh, sì, per un pochino.
D: Scusa, ma Saddam Hussein non governava l'Iraq anche allora?
R: Sì, ma in quegli anni stava combattendo contro l'Iran, la qual cosa l'ha reso temporaneamente nostro amico.
D: E perché questo l'ha reso nostro amico?
R: Perché in quel momento l'Iran era nostro nemico.
D: Non è stato quando gasava i curdi?
R: Sì, ma siccome stava combattendo contro l'Iran noi guardavamo dall'altra parte, per dimostrargli che eravamo suoi amici.
D: Allora, se qualcuno combatte contro uno dei nostri nemici automaticamente diventa nostro amico?
R: Il più delle volte, sì.
D: E chiunque combatta contro uno dei nostri amici diventa automaticamente nostro nemico?
R: Talvolta. Comunque, se le aziende americane possono trarre profitto dalla vendita di armi a entrambe le parti, tanto meglio.
D: Perché?
R: Perché la guerra fa bene all'economia, che significa anche che la guerra fa bene agli Stati Uniti. E poi, finché Dio sta dalla parte degli Stati Uniti, chiunque si opponga è un anti americano senza Dio e comunista. Hai capito perché abbiamo attaccato l'Iraq?
D: Penso di sì. Li abbiamo attaccati perché Dio lo voleva, giusto?
R: Sì.
D: Ma come abbiamo capito che Dio voleva che attaccassimo l'Iraq?
R: Beh, vedi, Dio ha parlato personalmente con George W. Bush e gli ha detto cosa fare.
D: Quindi, in sostanza, stai dicendo che abbiamo attaccato l'Iraq perché George W. Bush sente delle voci nella sua testa?
R: Sì! Finalmente hai capito come gira il mondo. Adesso chiudi gli occhi, mettiti comoda e dormi. Buona notte.
D: Buona notte, papà