martedì 31 dicembre 2013

A voi tutti un augurio (-:

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[se tutto va come ho previsto, questo articolo uscirà mentre io sarò impegnato a fare ben altro... (-: ]
Buonasera a tutti.
Visto che va di moda tirare le somme dell'anno appena passato, voglio farlo anche io. Tranquilli, cercherò di essere breve e, per quanto possibile, poco noioso. Però, anche se sono molto positivo per l'anno prossimo venturo, voglio riportare un po' non solo le cose positive, ma anche le cose negative di questo 2013. Perché è importante imparare anche dai propri errori.
L'anno 2013, nel complesso, è stato molto positivo, e mi ha permesso di scoprire nuove frontiere anche nell'amicizia (anche se, again, sono comunque mortalmente scapolo e in caccia eheh).

Il 2013 però è stato l'anno di alcune cose particolarmente negative. Dal boom del caso di "Stamina", con tutti i pareri, positivi e negativi, nei confronti di una terapia (e non chiamatela cura, maledizione!) proposta da un professore di letteratura. L'anno di vari sciami sismici, di scosse di terremoto anche di un certo rilievo, l'anno di emergenze di protezione civile gestite in ristrettezze economiche di vario genere. Ho visto rieleggere Giorgio Napolitano come Presidente della Repubblica in una crisi di governa pietosa e ridicola, e nel frattempo ho visto condannare in via definitiva per frode fiscale l'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che nonostante una condanna passata in giudicato ed una più o meno funzionale interdizione dai pubblici uffici, continua ad andare in televisione, continua a tenere comizi, contatti, telefonate ed ha addirittura fondato un altro partito politico, in un comportamento che se tenuto da qualsiasi altro pregiudicato comporterebbe il suo immediato internamento.
In generale ho scoperto come in Italia le cose vadano sempre peggio perché anziché applicare la semplice logica e un po' di amor proprio, si preferisce complicare anche le cose più semplici.
Penso ai due marò italiani rimasti bloccati in Kerala, oppure anche alle famiglie bloccate in Congo con i bambini che avrebbero adottato (e che il governo adesso si rifiuta di dare i visti...).
Penso, in generale, a come gli italiani si facciano sempre più spesso mettere i piedi in testa da tutto il resto del mondo.
Penso a Lambrenedetto XVI, seguo il suo canale youtube da qualche tempo anche se in realtà mi fa sentire così come mi faceva sentire guardare la tv qualche anno fa. In particolare guardare "Report", "Le Iene", "Striscia la Notizia", "Mi manda raitre" eccetera. Ci penso perché nonostante sia passato del tempo, resto nelle posizioni del mio articolo di giugno 2012: mi vergogno di essere italiano.
La logica. Ricordate?
Per esempio: l'anno scorso abbiamo ottenuto dall'India il permesso di far rientrare i marò in Italia. Bene. Si poteva farli arrivare davanti alle telecamere di tutto il mondo, e davanti a quelle telecamere si sarebbe potuto, molto semplicemente, ammanettarli, portarli su un cellulare e ficcarli in galera a Santa Maria Capua Vetere. Davanti a tutte le telecamere e i giornalisti del mondo, poi dire all'India "Visto? Sono in galera. E DA QUI NON SI MUOVERANNO FINO AL PROCESSO" (poi li si faceva uscire dopo venti minuti di nascosto e li si mandava in una località segreta). L'India non poteva prendere nessuna decisione senza rischiare una violazione internazionale, invece ha persino bloccato il nostro ambasciatore in patria e tutto il mondo si è girato dall'altra parte perché siamo stati NOI a fare le capre e dire "adesso non ve li mandiamo più".
La stessa cosa si potrebbe fare in Congo: è logica, ma ovviamente la logica in Italia non funziona. Che vuol dire la stessa cosa? Vuol dire che in Congo arriva un gruppo di guerriglieri sconosciuti, armati e sparanti raffiche di mitra, che piglia famiglie e bambini e li fa scomparire. E l'Italia esprime TREMENDA PREOCCUPAZIONE per un rapimento che appare senza motivo, e l'intelligence cerca di capire con quali terroristi brutti e cattivi si deve avere a che fare, salvo che improvvisamente tutti quanti vengono liberati, misteriosamente, in qualche altro stato che ha una bella base militare italiana all'interno, così per intanto vengono portati in Italia, rifocillati, interrogati dalla magistratura e vengono loro sequestrati tutti i passaporti, così nessuno può tornare in Congo finché non si chiarisce ogni punto oscuro di questa storia... eh già, i tempi burocratici della giustizia italiana sono un po' lunghi, ma che ci volete fare?
Invece no. Sempre a prendersi piedi in testa da tutto e da tutti.
Ma basta con le cose negative, ora voglio analizzare un po' le cose che reputo positive del 2013.
Prima fra tutte, ci metto la letteratura. Questo 2013, grazie al fatto che non guardo più la televisione e che quindi la sera mi metto in poltrona (ora ancora di più ehehe finalmente mi sono ritagliato il mio angolino in camera) a leggere, nel corso di quest'anno ho avuto l'onore e il piacere di leggere alcuni libri.
In particolare ho affrontato alcuni temi del fantasy e della fantascienza con il filone fantasy, fra cui:
  • Ho conosciuto la produzione letteraria di Licia Troisi, di cui ho apprezzato anzitutto la saga de "La ragazza drago" (Tutti e cinque i volumi: L'eredita di Thuban, L'albero di Idhunn, La clessidra di Aldibah, I gemelli di Kuma e L'ultima battaglia), e poi tutta la saga delle Terre Emerse: "Le cronache del Mondo Emerso" (Nihal della terra e del vento, La missione di Sennar, Il talismano del potere), "Le guerre del Mondo Emerso" (La setta degli assassini, Le due guerriere e Un nuovo regno), "Le leggende del Mondo Emerso" (Il destino di Adhara, Figlia del sangue e Gli ultimi eroi);
  • Ho fatto una pausa dedicata alla lettura del secondo capitolo della produzione di Lucy Bongiorno (di cui approfondirò un'altra volta);
  • Ho riletto, con calma e dovizia di dettagli la "tetralogia" di Christofer Paolini: Eragon, Eldest, Brisingr, Inheritance;
  • Ho letto due saghe su Dragonlance di Margareth Weis (ossia "Le cronache di Dragonlance": I draghi del crepuscolo d'autunno, I draghi della notte d'inverno e I draghi dell'alba di primavera; e subito seguito da "Le leggende di Dragonlance": Il destino dei gemelli, La guerra dei gemelli e La sfida dei gemelli);
  • Ho letto parte della saga di Pern di Anne McCaffrey: Volo di drago, La cerca del drago e Il drago bianco, poi (Sarebbe la "Trilogia di Harper Hall") Il canto del drago, La ballata del drago e Il mondo del drago;
  • Poi ho affrontato un autore che mi è stato consigliato da moltissimi, che è Dean Koontz, e di lui ho potuto approvare, fra gli altri: Jumbo-10 il rinnegato, Nascita dell'anti-uomo, La sinfonia delle tenebre, Sonda mentale, Carne nella Fornace, Ladri di tempo, Spedizione verso il niente, Generazione Proteus, In un incubo di follia, Sogno dentro sogno, La pista dei mutanti, Quando scendono le tenebre, Morsa di ghiaccio, Il volto della paura, Visioni di morte, In fondo alla notte, La voce della notte, Sussurri, Il tunnel dell'orrore e La casa del tuono (che sto leggendo in questi giorni, vi ringrazio se nei commenti non mi spoilerate che "l'assassino è il maggiordomo", grazie! ^_^ ).
Che, tirando le somme, fanno 51 libri in... beh, in 52 settimane!
Qualcuno diceva che fra i buoni propositi per il 2014 ci sarebbe da leggere almeno un libro alla settimana, e io ci sono riuscito già quest'anno, e posso dire che per l'anno venturo ho intenzione anche di arrivare a tirare su questo limite: in questo momento mi sto muovendo non tanto per titoli, quanto proprio per "autori": sto finendo di leggere quello che ho trovato di Koontz, poi voglio passare di nuovo a Heinlein, di cui fino ad oggi ho letto solo: Cittadino della galassia, Fanteria dello spazio e I figli di Matusalemme. Seguirà una bella ripresa di Arthur Clarke e poi, dopo una breve parentesi con un autore fantasy che non ho ancora deciso, con il 2014 ho intenzione di riprendere con tutto quello che mi manca di Asimov (ho letto pochissime cose sparse in passato, ed ho intenzione di fare una bella full-immersion).
Quello che continuo a rinviare è George R. R. Martin, perché da una parte mi incuriosisce (e sono intenzionato a non guardare la saga de "Il trono di spade" finché non ho dato almeno una certa lettura alla catena dei romanzi), ma dall'altra osservo anche che moltissimi, dei cui giudizi mi sono fidato su molti autori che ho affrontato fino ad oggi, mi ha detto che non l'ha fatto impazzire.
Ma la storia non si conclude solo con la lettura, e si apre anche sulla scrittura, dato che finalmente in questi giorni comincerò la revisione del mio ultimo romanzo di fantascienza, in pubblicazione fra breve. E non tanto per il risultato di portare a compimento una delle opere che più di ogni altra ho messo da parte nel tempo, quanto perché nel farlo ho in serbo due novità importanti: la prima, che avevo già accennato su questo blog, è che per questo 2014 ho intenzione di "cambiare genere" e buttarmi in un esperimento per cui mi è servito leggere un bel po' di fantasy è che...
... beh sì: il mio prossimo romanzo (che, a giudicare dalla lunghezza dei soli appunti con cui sto lavorando, probabilmente uscirà fra un po', e difficilmente sotto forma di un unico libro) sarà un romanzo fantasy: mi sposto dallo spazio e dal cyberpunk, dalle astronavi e dai pianeti sconosciuti per affrontare la magia, le foreste, le città, lo spirito delle razze delle terre conosciute e di quelle sconosciute, ma soprattutto il bisogno di potere che logora imperatori, maghi e negromanti, e che porterà un ragazzo a riscoprire la natura, e a stringere amicizia con l'ultimo essere cui le razze immaginavano fosse possibile. Ma di questo parlerò più avanti, così come parlerò più avanti del terzo capitolo della saga de "L'Impero del Manyo", in cui le avventure di Jesswa Perkins continuano senza esclusione di colpi [ma intanto, date un'occhiata alla sua vetrina su Lulu.com, e già che ci siete comprate i suoi tre romanzi: meritano veramente, molto più di quanto posso raccontarvi con una semplice recensione eheheh (-: ], e come parlerò più avanti di quali novità ho intenzione di portare sia al blog e sia ai miei altri canali operativi.
Tutto quanto arriverà piano piano, un passettino alla volta, ma so già che saranno grandi soddisfazioni. Grazie a tutti per avermi seguito fino ad oggi. Con il 2014 ci sarà anche un traguardo importante: i primi dieci anni di vita di questo blog, e mi sembra giusto festeggiare nella maniera corretta...
... per esempio ringraziando per il graditissimo regalo di un paio di amici: un cappello di pelliccia (con allegata "sciarpa" che finisce in "guanti") completo di orecchie da Grizzly che... beh, diciamo che ho gradito ^_^
[e sì, che con il 2014 non ho intenzione di smettere di buttarmi un po' di ridicolo addosso: ci vuole un po' d'ironia per affrontare il mondo senza diventare degli animali feroci; per di più adesso ci assomiglio pure di più a un orso... GROWL!]
BUON ANNO A TUTTI VOI!

lunedì 23 dicembre 2013

Feste di... sangue

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Ieri sera a Priolo una ragazza di 24 anni è morta, colpita accidentalmente da una fucilata mentre il fratello era intento a pulire l'arma.
Tralascio i commenti su quale dovrebbe essere la corretta procedura per la manutenzione e la pulizia di un'arma da fuoco, ma li tralascio solo perché rimango sgomento a pensare di quanto il fine settimana siracusano sia stato macchiato da gravissimi fatti di sangue.
Ma non rimango in rispettoso silenzio: a questo punto voglio augurarmi e augurare a tutti che questo pietoso stillicidio di cronaca nera finalmente si concluda.

Il mistero del castelloAHEMcasello

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A natale siamo tutti più buoni
E già, perché poi finisce il natale, così ritorneremo tutti a essere gli stron$i di sempre. Naaa, si scherza (ma poco: io comunque ritengo di essere parecchio stron$o di mio, soprattutto in certe cose ehehe).
Eppure guardandomi intorno, non posso che notare una cosa: mai la frase "la madre degli imbecilli è sempre incinta" fu più adeguata a raccontare e definire la situazione che viviamo.
Perché in certi momenti mi chiedo, sinceramente, come sia possibile che succedano certe cose, che a rigor di logica dovrebbero essere ben lontane dal succedere.
[origine immagine]

Mesi fa un'auto con a bordo l'attuale presidente della regione, Rosario Crocetta, si distrugge colpendo frontalmente il controverso casello intermedio sull'autostrada Cassibile-Rosolini (tratta finalmente aperta dopo molti anni e molte discussioni della ancora mancante dopo anni e anni "Autostrada A18 Messina-Siracusa-Gela").
E (scusami Rosario se lo dico: non ce l'ho con te, è solo una questione di concetti) dobbiamo anche dire meno male che c'è andato a sbattere il presidente della regione! Sapete perché? Non perché se lo meritasse (tuttaltro! E anzi tutta la mia solidarietà anche all'agente di scorta che è rimasto gravemente ferito), bensì perché solo grazie a quell'incidente si è potuto evidenziare la palese pericolosità di quel catafalco di cemento armato che appare all'improvviso in mezzo alla carreggiata. Perché se ci si fosse fotocopiato sopra un signor Mario Rossi qualsiasi, avrebbero detto tutti che andava a 300 all'ora e magari era ubriaco e/o drogato e/o un colpo di sonno e/o le cavallette, le locuste, gli extraterrestri! Tutto! Ma figurarsi se una colonna di cemento armato che interrompe di colpo una corsia autostradale sia un pericolo.
Invece no: invece chi ci è andato a sbattere non era ubriaco. Perché il problema non è chi guida, il problema è l'ostacolo.
E scoppia lo scandalo. Le discussioni. Va segnalato. No, va demolito. No, va segnalato. No, va spostato. No, antani. No, scappellamento quadratico a destra. No, io voglio il caffè, io il cappuccino, io la brioche e io l'orsacchiotto con ripieno di cioccolatini.

Intanto quel coso è ancora lì. Soprannominato "Il cimitero degli specchietti", dato che molti camion ce li lasciano dentro. Ogni tanto qualcun altro (soprattutto camion, o autobus) ci si incastra dentro, ogni tanto qualcun altro ci fa un incidente. Perché la logica che vorrebbe pigliare quel catafalco e demolirlo in un paio d'ore, non funziona...
... e mi sa che neanche Babbo Natale riuscirà a farci il regalo di tirarlo via, visto che c'è anche qualcuno che l'ha omologato e qualcun altro che dice che va benissimo così com'è, e anzi che dovrebbe anche farsi quello sull'altro tratto di carreggiata.
O forse no, magari qualcuno lo demolirà. A forza di andarci a sbattere contro, magari. Oppure gli extraterrestri, invece di distrarre chi guida mandandolo a sbattere contro quell'affare, potrebbero teletrasportare via quella struttura e buttarla dentro il cratere di un vulcano. Magari...

sabato 21 dicembre 2013

Processione nel sangue

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Non seguo le processioni religiose. Lo sapete: anzitutto per l'ovvio motivo religioso in sé (sono agnostico: semplicemente non mi interessa), ma anche perché non sono amante della confusione che si genera, soprattutto al sud, in occasione di certe manifestazioni che sinceramente mi danno molto l'impressione di aver perso il senso di religioso (o fortemente pagano, come avviene spesso qui al sud) per lasciare lo spazio ad una splendida ed efficace "facciata" di falsa modestia e discutibile fede.
Non è la prima volta (e, temo, non sarà l'ultima) che sento amici che mi dicono di non andare a seguire la processione della patrona da anni, per colpa di incontri poco piacevoli.
Ma una cosa, anche da agnostico, la osservo: ho rispetto per il culto degli altri. Ho rispetto per la festa, per il modo in cui i siracusani vivono la fede. Ho abbastanza rispetto da sentirmi molto colpito per quello che è successo.
Perché non posso immaginare il dolore e lo sgomento di un fatto di sangue così grave che ha colpito con violenza due famiglie (perché non c'è solo un ragazzo di vent'anni che è morto, ma anche un altro coetaneo che si è rovinato per tutta la vita non solo per il gesto in sé che avrà le sue conseguenze legali, ma anche perché comunque passerà il resto della sua vita con la vita di quel suo coetaneo sulla coscienza), in quello che dovrebbe essere un giorno felice, in prossimità delle feste natalizie, davanti alla santa a cui moltissimi dichiarano la loro devozione e il loro rispetto. Rispetto che è mancato, sostituito dal silenzio. Dalla banda che smette di suonare, dal percorso della processione che è costretto a deviare, dalla gioia che si smorza, dai fuochi d'artificio che vengono smontati e riposti, dal simulacro della santa che diviene un oggetto ingombrante, che si vuole solo conservare nel silenzio e nella tristezza.
Da oggi la festa patronale di Siracusa non sarà più la stessa. L'ultima volta che la festa è cambiata, è stato a causa del terremoto, nel 1990. Ora cambierà di nuovo. Come è cambiata la vita di due ragazzi di soli vent'anni: una finita tragicamente, una bloccata nella macchina legislativa. Come è cambiata la vita di due famiglie, a pochi giorni dal natale.
Sono cose che ti fanno riflettere, veramente. E concludo anche io, in silenzio, per ricordare una giovane vita spezzata in un momento che sarebbe dovuto essere felice, festoso, non così tragico ed improvviso.

domenica 15 dicembre 2013

Lo Hobbit, la desolazione del cinema

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«Grazie al cielo» disse Bilbo ridendo, e gli porse la borsa del tabacco.
Circa 160 pagine dopo aver letto "In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit" si conclude il romanzo per ragazzi "Lo Hobbit - o La Riconquista del Tesoro" di un certo John Ronald Reuel Tolkien, già autore di un romanzo in trilogia appena dieci volte più lungo (1574 pagine nell'edizione che ho io) intitolato "Il Signore degli Anelli", nonché considerato (e per me a buona ragione) padre del genere Fantasy.
Ora, il romanzo "Il Signore degli Anelli", che ho letto anni fa e che ho intenzione di riprendere a breve, lo consiglio a molti. Soprattutto a chi ha visto ed apprezzato la trilogia filmica di Peter Jackson, per capire e scoprire quanto sia possibile tagliare, cucire e variare un romanzo per renderlo un'edizione cinematografica (e quanto, spessissimo, i romanzi scritti siano tutta un'altra cosa rispetto alle "riduzioni" cinematografiche. Anzi: è dopo aver fatto questa azione che si apprezza di più il concetto di "riduzione", e non solo inteso con il concetto di tagli indiscriminati alla trama).
Bene. Lo Hobbit lo avevo letto circa due anni fa e, lo dico tranquillamente, subito dopo aver rinunciato per la quinta volta nella mia vita a leggere "Il Silmarillion", che considero comunque come il risultato di un improbabile amplesso fra l'antico testamento e l'elenco telefonico di Milano.
Come dicevo, l'ho letto circa due anni fa. In poco più di una settimana. Perché in realtà non è molto lungo (di 160 pagine, molte sono di illustrazioni, diciamo che ci sono un centinaio di pagine complessivamente), e ciò nonostante è pregno di avventure.
Ora: "Lo Hobbit" è un romanzo ambientato circa sessanta anni prima de "Il Signore degli Anelli" (sì: è un prequel) e racconta di come Bilbo Baggins sia venuto in possesso dell'Unico Anello, e dell'Avventura (con la "A" maiuscola) che ha avuto e di cui abbiamo sentito parlare nel Signore degli Anelli, per l'appunto. Un'avventura, in realtà, molto ricca di colpi di scena ma non tale da meritare che il romanzo potesse essere facilmente trasposto cinematograficamente.
Almeno: non era facile farlo stirando la trama fino a TRE FILM di DUE ORE E QUARANTA L'UNO. Ma, state tranquilli, nonostante il secondo capitolo durasse appunto due ore e quaranta, Peter Jackson è riuscito a tagliare comunque tratti interi della trama che avrebbero anche dato un senso ad alcune scene e, dato che poi una volta tagliato parti, bisogna allungare le scene (non è facile fare due ore e quaranta con poco materiale. Ragazzi: Un terzo di cento pagine fà una trentina di pagine scarse!), ed ecco che vengono introdotti personaggi e situazioni che fanno storcere un po' il naso.

Il risultato: questa sera con Francesco sono stato a vedere il secondo capitolo della trilogia di Jackson. Piacevole, il drago Smaug è fatto molto bene e le scene che lo comprendono sono veramente eccezionali. I combattimenti sono ben fatti e danno proprio l'impressione della confusione e della ferocia (e si evidenziano le grandi qualità di combattimento dei Nani e degli Elfi; ammetto che legato alle immagini degli Elfi di Paolini e di Brooks, questi elfi che squartano & sbudellano anche i ragni mi sembrano un po' fuori posto con gli Elfi Silvani legati alla natura, ma nel film ci stanno).
Però ci sono due problemi.
Il primo è logistico: è piacevole andare a vedere un film in 3D in cui l'effetto tridimensionale non è fatto per sbatterti elementi davanti al naso come se piovesse (ne ho già parlato tempo fa, per l'appunto), bensì per dare una profondità dell'immagine piacevole, tanto da farti sentire "immerso" nel film, come se stessi guardando l'azione da spettatore "attivo" sul posto, attraverso una finestra, piuttosto che su un piatto schermo di proiezione. Ma non è piacevole farlo per due ore e quaranta senza neanche una pausa di cinque minuti. Sulle poltroncine del cinema che non è che siano il massimo della comodità, peraltro. Io mi sono alzato sentendomi le costole mischiate come carte napoletane, ai titoli di coda, capperi!
Il secondo problema, invece, non è logistico, ma riguarda il film in sé. Come mi ripeto per l'ennesima volta, due ore e quaranta minuti di film. Sapete perché lo ripeto fino ad annoiarvi? Perché in tutto quel tempo ci si annoia.
Sinceramente.
Scene tirate (cito dal mitico "The Matrix Regurgited") "fino all'ultimo secondo tollerabile prima che in sala gli spettatori diano fuoco alle poltroncine".
Per darvi un'idea, vi riassumo una parte iniziale del film:
I nostri eroi scappano inseguiti dagli orchi e da un orso mannaro gigantesco(*), giungono nella casa di un mago dove si riparano per la notte. L'indomani mattina partono e giungono alle pendici di una foresta; la attraversano ma ci si perdono dentro. Vengono attaccati prima da ragni giganti e recuperati (e incarcerati) da un gruppo di elfi.(*) Sì, se esce il pupazzo OVVIAMENTE lo voglio nella mia collezione (-: ma questa è un'altra storia
Ci siete? Bene! Ora provate a immaginare a quanto film corrisponde questo. Magari potrebbero essere i primi dieci minuti? Oppure, visto che la trama è tirata, sono quindici o venti?
Siete fuori strada.
Di tanto, credetemi.
Questo è UN TERZO dell'intero film: sono (ssiore e ssiori!) poco più di cinquanta minuti. Poco meno di un'ora in cui, per dirla con dolcezza, NON SUCCEDE UN CA££O!
Poi ci sono combattimenti epici, ci sono scene spettacoli, c'è il drago Smaug che è splendido e ti viene voglia di comprarti l'action figure da tenere sulla scrivania dell'ufficio, non metto bocca...
... ma sono ugualmente CENTOSESSANTA MASSACRANTI MINUTI di film che sarebbe potuto essere epico anche con la durata da classico film fra i 90 ed i 110 minuti: tutte le scene sono luuuuuunghe, le inquadrature sono luuuuuunghe, i dialoghi sono luuuuuunghi e leeeeeenti, i combattimenti sono epici ma la gente si massacra di botte per INTERI MINUTI con le telecamere che girano dappertutto a guardare chi si piglia mazzate in testa e chi si trova frecce che lo passano dovunque, a due decapitati contemporaneamente prima che dietro arrivi l'altro Orco che viene abbattuto da un Nano sbraitante e l'inquadratura si gira ancora per vedere altre mazzate... minuti interi... ok, epico, MA CAZZAROLA rimpiango le scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill in "Altrimenti ci arrabbiamo".
Che cosa penso nel complesso? Il mio voto è un sei, una sufficienza, la mia schiena è a pezzi e domani ne patirò peggiori conseguenze, ma soprattutto richiamo alla mente la trama del primo capitolo così come interpretata dal mitico blog Bagni Proeliator, cui cito la cosa secondo me più mitica:
Tutto è fatto per essere commercializzato. Ogni cosa, ogni scena, ogni inquadratura più che un film è una reclame. Senti l'odore di plastica dovunque. L'aquilone che brucia nel cielo? Vendibile. I piatti che volano? Li potremo comprare. La canzone? La potremo acquistare su CD e iTunes. Gli interni della casa di Bilbo, i tappeti? Idem. Le spade? Certo. I nemici? Già fatte le action figures. Tutto è studiato e inquadrato perché tu lo possa ammirare, valutare e comprare. Il seguito dei film esiste già, devi solo comprare i biglietti. Comprare i cofanetti con i dietro le quinte, le scene tagliate, le interviste.
Vabbè, io comunque aspetto di vedere il terzo e ultimo capitolo, più per curiosità che per altro (tocca aspettare un altro anno, uff), e nel frattempo se c'è il pupazzo dell'Orso Mannaro Beorn, si accettano regali di natale eheheh ^_^

giovedì 12 dicembre 2013

Samsung reprise: quando una società ha seri problemi di relazione col pubblico

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Nel corso dell'IFA 2012 l'anno scorso, la società Samsung dimostrò di avere prodotti interessanti ma una politica di relazioni con il pubblico piuttosto discutibile. In particolare nel mostrare rispetto nei confronti di quel pubblico che i loro prodotti si suppone che li compri o li dovrebbe comprare.
Perché io sono un imprenditore, e so che generalmente la mia ricchezza di imprenditore non è la mia azienda, bensì lo sono i miei clienti, perché è grazie a loro se io posso guadagnare qualcosa (di questi tempi, decisamente poco, ma questa è un'altra storia). E quindi se ci tengo a tenere stretti i miei clienti, li tratto bene, li coccolo, faccio conoscere loro i miei prodotti in anteprima e, soprattutto, offro loro un servizio di assistenza tecnica funzionale.
Io. A quanto pare Samsung, invece, forse ha bisogno di qualche ripetizione del concetto "CRM", che sta per "Customer Relationship Management" e che non identifica, come pensano molti markettari che sia semplicemente un software per la gestione dell'elenco dei clienti. Al contrario con la sigla CRM si identifica l'insieme di procedure, tecniche e modalità con cui l'azienda si relaziona con i propri clienti.
Per esempio, quando un telefonino s'incendia [articolo su "Corriere della Sera"], potrebbe contattare il cliente e avviare un'indagine conoscitiva per capire se la colpa è imputabile a un difetto di costruzione del telefono stesso, oppure a una qualche procedura errata compiuta dal cliente.
Dico: potrebbe. Samsung no.
Samsung propone di cambiare subito gratuitamente il telefono del cliente. E fin qui, uno gli viene da dire "wooow, senza neppure indagare! Caspita che bravi, che veloci e che servizio di assistenza tecnica efficace". Finché non scopre che sì, è pronta a cambiare il telefono, ma a patto che il cliente rimuova da youtube il filmato in cui spiega come quel telefono ha preso fuoco e tutti i link e riferimenti che possono spiegare questa situazione.
No. Non scherzo. Dalla lettera pubblicata dall'utente su Pastebin:
As a condition of exchanging the phone with a similar model, *** agrees to remove his Youtube video from the following link
https://www.youtube.com/watch?v=dc4duKuPrQ0
or any other link or statement relating to these matters and refrain from making other videos or statements about or relating to the matters set out herein.
E a quel punto, mi viene da dire: ci sono due modi di relazionarsi col cliente. Uno è con la cortesia e la gentilezza che dovrebbe contraddistinguere la funzione fornitore-cliente e soprattutto la gestione della relazione col cliente (ricordate? Il "CRM", appunto). L'altra è di usare la forza, le minacce, gli avvocati. Questa seconda modalità tende a diventare la strada più veloce per far allontanare i clienti, rischiare di perdere gravemente sul fronte legale (non a caso molte normative, nel mondo, tutelano soprattutto il consumatore finale contro l'azienda) e soprattutto di perdere profitti.
Già dopo l'IFA 2012 avevo deciso di non acquistare prodotti Samsung. Ora posso dire di essere soddisfatto di non possedere uno smartphone Samsung, e questo comportamento mi fa anche dire che in futuro farò le scelte molto oculatamente, e guardando con un certo occhio di riguardo l'azienda sudcoreana. Ma soprattutto mi fa dire che non sono il solo ad aver preso questa decisione.
E, infine, che è difficile farci tornare indietro. Sapete come si dice: errare è umano, perseverare...

domenica 8 dicembre 2013

Blocco dei forconi a Siracusa

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Nel corso di gennaio 2012, un'altra ben nota manifestazione di "blocchi" ha fermato la regione Sicilia per alcuni giorni.
Ed ha evidenziato una serie di irregolarità, di errori, di gravi mancanze, di danni, una disorganizzazione totale, un chiamarsi fuori dalla politica per far entrare a viva forza un movimento di estrema destra che obiettivamente potrà essere anche libero di esistere e di operare, ma non è che trovi esattamente il 100% di gradimento da parte della gente che lavora.
I risultati della manifestazione del 2012? Sì, hanno ridotto le accise sul carburante per autotrazione. Tuttavia la manifestazione per mancanza cronica di organizzazione e funzionalità è degenerata, i blocchi hanno danneggiato seriamente diverse aziende siciliane che sono rimaste senza materie prime (un paio di aziende hanno anche perso commesse di una certa entità per colpa dei ritardi provocati dai blocchi), c'è stata una palese ed efficace infiltrazione della criminalità sia spicciola (diversi facinorosi in diverse postazioni si sono adoperati per minacciare manifestanti e passanti, ci sono state aggressioni un po' dovunque, dalle parti di Catania, se non ricordo male il luogo, qualcuno ha persino tirato fuori coltelli), sia organizzata (che ha trovato ottimo sbocco).
Ed ora, non soddisfatti di come le cose siano andate totalmente fuori dal seminato e totalmente fuori da quanto si potesse immaginare, che cosa fanno i forconisti? Ripetono l'esperienza. Di nuovo un blocco nazionale che dovrebbe partire domani, 9 dicembre (o forse oggi, 8 dicembre), continuare c'è chi dice fino al 13 dicembre, c'è chi dice fino a natale, c'è chi dice a oltranza.
Ed ecco di nuovo che lo stesso errore di sempre: la mancanza palese di organizzazione e controllo, che si evidenzia. I prefetti non autorizzano i blocchi, parte dei forconi subito a sbraitare che "Ci faremo arrestare" [articolo su "Repubblica" ndG] e voglio vedere quanti padri di famiglia che faticano ad arrivare a fine mese sono disposti a farlo in virtù di non si sa bene quale interesse.
Intanto, niente paura, di nuovo ci sono tutti i segni delle infiltrazioni della criminalità: volantini che minacciano tutte le aziende che faranno girare i loro camion, gente che sbraita che non ha intenzione di togliere i blocchi... non so ancora che cosa succederà, ma vista l'esperienza precedente me la sento di fare una previsione ben assestata: il blocco dei forconi ci sarà. Durerà tutto lunedì 9 dicembre. Difficilmente arriverà al pomeriggio di martedì, e a quel punto rimarranno i presidi, e come già successo il primo che cerca di fermare un camion o un'auto sarà riportato alla ragione da tre-quattro poliziotti che lo butteranno di peso dentro la tenda del presidio. Ci saranno delegazioni che andranno qua e là per piangere merenda con qualche politico. Ci saranno le classiche risposte dello stato, che tanto mi ricordano "Don Raffaè" di De André-ana memoria:
Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s'indigna, s'impegna
poi getta la spugna con gran dignità
Ma soprattutto, per quanto mi auguro di sbagliare questa previsione il più possibile, di nuovo ci saranno palesi infiltrazioni di facinorosi più interessati a fare danni agli altri che a far funzionare la manifestazione, e temo pertanto che ci sarà più di qualcuno che si porterà alla manifestazione coltelli, bombe carta, mazze e/o altri strumenti atti ad offendere.
Insomma: la manifestazione difficilmente durerà, difficilmente partirà bene, difficilmente troverà l'appoggio degli italiani.
E sapete perché? Per le file di auto che in questi giorni si sono approvvigionate di carburante o hanno fatto incetta di roba nei supermercati? Anche, ma soprattutto per le stesse domande che già mi ponevo a gennaio 2012:
Io: "Vorrei capire le ragioni della manifestazione, i programmi, cosa chiedono i forconi e come vorrebbero ottenerlo... e mi pare che come lo voglia capire io, lo vorremmo capire in molti imprenditori qui in Sicilia."
Ma tranquilli: di nuovo mi sentirò rispondere (come molti casi in cui apro bocca) che non so niente e non capisco niente.
Finché i fatti non dimostreranno DA SOLI che, invece, ovviamente avevo capito tutto sin dall'inizio, ma a quel punto sarà troppo tardi e molti cadranno dalle nuvole oppure sosterranno a spada tratta che "tanto l'avevano capito tutti".
Bene. Voglio dare a tutti una grande lezione. Io dico tante ca££ate, e lo so. Però ogni tanto capita anche che ho ragione. Bene. Quando capita che ho ragione, l'ultima cosa che dovete fare, è venire da me e dirmi "Sì, avevi ragione", perché io con la ragione mi ci posso fare la birra, ma mi viene male. Se io ho ragione, dovete andare davanti a uno specchio, TIRARVI UN PAIO DI SBERLE DA SOLI e ripetervelo a voi stessi guardando la vostra immagine riflessa, che avevo ragione. Chissà che un domani quando qualcuno (non necessariamente io) vi dice una cosa, prima di tacciarlo per ca££aro, non sappiate far girare gli ingranaggi nella testolina, elaborare, e determinare che forse in quello che vi stanno dicendo c'è anche un fondo di verità...

PS: Vedremo che succederà "solo vivendo". Stavolta la batteria della dashcam è funzionante, per cui dopo non ci potranno essere commenti a la "No, non è così, ti sbagli, perché invece succedeva questo e quello", sappiatevi regolare (e sappiate che da dicembre 2011, adesso non sono il solo siciliano che gira con una dashcam).

AGGIORNAMENTO del 12 dicembre 2013
A Torino i forconi sono stati "affiancati", come d'altronde ci si poteva aspettare, dai vari no-tav, dagli ultrà e compagnia cantante e ballerina. Nel resto d'Italia si stanno evidenziando entrambe le cose che ci si sarebbe aspettati: la protesta seria e atta a chiedere un cambiamento, e la protesta pietosa e violenta, atta a spaccare, distruggere, danneggiare. Se pur vero che non si può escludere a priori l'arrivo dei violenti, è anche vero che piuttosto che applaudirli e sbraitare che si prendono le distanze, si potrebbe anche isolarli. Quando un gruppo (notizia giusto di ieri) insegue un camion che rifiuta di bloccarsi e due stronzi (scusate il francesismo, ma è così) gli tagliano i copertoni per bloccarlo, i criminali non sono soltanto quei due stronzi. Mi dispiace dirlo, ma i criminali sono anche tutti i manifestanti che erano lì, che li hanno visti ed hanno applaudito, e che quando poi gli si dice "ma questi gesti?" "AAAAAAHHHH!!!! NOI NON SIAMO VIOLENTI!!!1!11!!!! NOI PRENDIAMO LE DISTANZEEEE!!!!111!!!11!!!".

Io due anni fa non ho partecipato alla protesta dei forconi, perché sono l'unico in azienda, e se chiudo, posso pure smettere di mangiare, direttamente. Però due anni fa approvavo i motivi (quelli che ho capito, dato che poi c'erano 1000 siti che esponevano 1000 motivi diversi, e 1000 liste diverse di richieste che "dovevano essere presentate alla regione", finché non è arrivata ufficialmente quella sul sito della regione, in cui moltissime cose risultavano comunque mancanti). E due anni fa, quando ho visto la lista delle richieste, quando ho visto vari punti disattesi, quando ho visto la manifestazione degenerare non solo nella violenza in alcuni casi, ma anche nell'inutilità in molti altri (danneggiare aziende siciliane che hanno perso commesse e lavoro per mancanza di materia prima: ma è questo il modo di fare manifestazione?) e compreso il bloccare tutti gli automobilisti per lasciarli (anzi: lasciarCI, vero CM? Ricordi di avermi detto che venivano bloccati solo i camionisti?) lì cinque minuti a testa dicendo "lo facciamo per voi".
Questa volta la protesta non l'approvo. Perché sono un imprenditore siciliano. Perché vivo la crisi, perché con dicembre, saranno diciotto mesi che non mi verso lo stipendio e tre anni che continuo a tentare di pagare tasse arretrate rateizzate e in ritardo, saranno tre anni che cerco di sistemare la mia posizione, saranno tre anni che cerco di tirare su la testa.
Perché io mi sono rotto i coglioni, come tutti gli altri italiani, è vero. Ma me li sono rotti tre anni fa, e prima di mettermi a sbraitare come una iena contro la crisi e "questi politici", ho acceso il cervello.
Perché lo so che questi politici non sono lì a fare i politici perché ce li ha portati al parlamento o al senato un disco volante con gli extraterrestri: ce li abbiamo portati noi italiani quando siamo entrati nei seggi elettorali e abbiamo votato.
E io da tre anni ho capito che lo strumento più importante nelle mie mani, soprattutto qui in Sicilia, è quello di smetterla di credere agli "amici". È quello di aprire gli occhi, di usare la testa. Quando ci sono state le ultime elezioni a Siracusa, per il sindaco e i consigli di quartiere, ho cercato. Ho parlato coi candidati, ho parlato di programmi, ho accolto candidati in ufficio.
Ed ho avuto il piacere di buttare un candidato al quartiere fuori dal mio ufficio a calci, e anche di minacciarlo di chiamare i carabinieri se non si fosse smaterializzato entro pochi secondi. Perché non me ne faccio niente (anzi: non ce ne facciamo niente) di un ignorante che si è candidato per fare una cortesia a un partito e che vuole fare "l'amico" e non sa neppure mettere due congiuntivi in fila. Perché la Sicilia, che è la realtà che vivo, ha intrapreso la strada dello sfacelo e dello scatafascio, che la porterà lentamente e inesorabilmente verso il baratro (se non ci siamo già finiti: quanti sono i dipendenti della provincia di Palermo? Quanto quelli in tutta la Gran Bretagna, per caso? Woow) è soprattutto dovuta a questa brutta e tremenda abitudine di votare per "l'amico", anziché per la persona seria, onesta e - soprattutto - funzionante.
Io ho votato per un sindaco di una lista civica. Non è salito (anche se ha preso una buona quantità di voti*) e in compenso l'attuale sindaco l'ha preso e lo fa lavorare come assessore al bilancio. Perché è un banchiere, ed è uno seriamente ed efficacemente preparato sull'economia e sul bilancio, e sta dimostrando ai siracusani che funziona. Secondo me avrebbe funzionato anche come sindaco, forse mi sbaglio, per carità: ma forse no.
Il problema è che quando io vado a votare mi ricordo due cose, che di solito le ricordano gli americani, e dire che dovremmo ricordarlo anche noi: il voto è un diritto [anche un dovere, tra l'altro] ed una responsabilità. Quando si vota guardando al proprio tornaconto personale dei prossimi cinque minuti o in base alla simpatia dell'amico che viene in ufficio a coccolarti, o peggio che viene a prometterti posti di lavoro o ti porta la spesa a casa (e succede anche questo, cavoli...) le cose non cambieranno.
Io il mio piccolo lo sto facendo per cambiare le cose, e se tutti quanti vogliamo far cambiare le cose, forse ci vogliono veramente manifestazioni come quella dei forconi. Ma diversamente.
Anziché andare a fermare le macchine per strada, e sbraitare contro la crisi (che è come sbraitare contro le foto dei gattini su internet o contro le eruzioni vulcaninche), perché si può invece manifestare contro:
  • Quelli che sbraitano che non vanno a votare: perché per ognuno che non va a votare ce ne sono uno che vota l'amico, uno che vota l'amico perché gli ha portato la spesa a casa, uno che vota l'amico perché gli paga il voto, uno che vota l'amico perché gli trova il posto di lavoro in regione, uno che vota l'amico perché l'ha minacciato la mafia... uno che vota l'amico perché... e noi che votiamo col cervello restiamo in due contro dieci;
  • Quelli che in campagna elettorale vanno in giro casa per casa portano regali, spesa, cibo e promesse di posti di lavoro;
  • Quelli che offrono soldi in cambio di voti (come dite? "C'è un cartello che proibisce di entrare nei seggi coi telefonini"? Sì. C'è. Secondo voi basta quel cartello per rompere il segreto del seggio?);
  • Quelli che promettono mari e monti e, quando sono lì, s'incollano alla poltrona col cemento, che tanto il loro scopo era quello e ci sono arrivati.
Se tutti quanti cominciassero a usare la testa, se il "voto di protesta" anziché concentrarsi verso agitatori di folle (che richiamano a miracoli o a fanculi generalizzati) venissero invece portati al mulino di chi le capacità ce le ha, forse le cose potrebbero cominciare a funzionare meglio. La prova? Su oltre seicento parlamentari, ce ne sono tre o quattro che lavorano benissimo. Ci sono sempre stati, spesso non è neppure un problema di colore politico, ma solo di testa. La legge sul "banco alimentare" fu proposta anni fa da un deputato di "destra" e uno di "sinistra" che si erano incontrati alla bouvette e ne avevano parlato e avevano pensato di cominciare l'iter insieme, perché gli altri colleghi del partito erano troppo impegnati a sbraitarsi uno contro l'altro. Sapete perché spesso, dai quartieri, ai comuni, alle regioni, fino al parlamento, ci sono solo due o tre che funzionano su decine e centinaia? Per statistica? Sì. Perché statisticamente quelli che credono che le cose si cambiano nel momento in cui si mette una croce su qualcuno con una matita copiativa, fanno una minoranza piccola ma efficace. Quello che deve cambiare non è il sistema, ma solo la dimensione di quella minoranza che quando s'incazza, anziché tirare sassi e bombe carta, sbraitare al vento o chissà cos'altro, usa la testa, e poi le mani le usa correttamente con una matita copiativa in mano e una scheda elettorale sotto la matita.

Ed è per questo che non appoggio la protesta dei forconi questa volta. Perché ho usato la testa, prima che cominciasse.
Perché i forconi vogliono che i politici se ne tornino a casa. Ok. Pensateci. Domani mattina tutti i parlamentari e i senatori dicono "avete vinto: ci dimettiamo in massa e non ci ricandidiamo". Bene. Dopodomani si va alle elezioni per eleggere il parlamento. E quindi? E quindi moltissimi degli italiani che adesso sono in piazza voteranno per l'amico e l'amico dell'amico, e non raccontate che non è vero: perché l'hanno sempre fatto e perché nel frattempo altri non voteranno dicendo che non cambia mai nulla. Perché non è cambiato nulla negli anni, nonostante tutto. Io non ho manco votato per i pentastellati, ma all'inizio ero quantomeno positivo sul movimento, che prima di entrare in politica analizzava i problemi e proponeva soluzioni. Solo che poi sono saliti al governo, e a quel punto sono arrivati solo l'evidenziare i problemi e il fanculizzare a destra e a manca: sulle proposte risolutive? Fanculo la crisi? Fanculo il lavoro? Fanculo gli italiani, forse?

Poi, quando centomila voteranno per l'amico, e noi quattro gatti voteremo per quello che potrebbe veramente risollevare la situazione in Italia, sarà come la barzelletta di quello che ha preso l'autostrada contromano**: noi quattro siamo gli scemi, mentre i centomila sono quelli buoni.
Ma non è così, purtroppo: quelli buoni siamo rimasti noi quattro, e gli altri centomila, anche se sono una grande quantità, sono loro quegli scemi. Non è che se uno c'ha torto, più se ne porta assieme a lui, più aumenta la sua ragione: torto era e torto rimane...
Io ora potrei anche dire, di nuovo e per l'ennesima volta, che mi auguro che i fatti mi smentiscano. Me lo auguro, solo che prima ero ottimista, ora comincio ad essere non già pessimista, quanto piuttosto realista: ma già da tre anni non rispondo più al mantra "questi politici" con "li abbiamo votati noi", bensì "li avete votati VOI", perché io non ho votato per loro, fatevene una ragione.

NOTE:
* - Sì, facciamo poco gli sconvolti: succede. I voti si comprano, ogni tanto qualcuno finisce nei guai per questo. Ogni tanto qualcuno finisce sotto processo, e poi il reato viene prescritto. Poi, raramente, qualcuno finisce condannato. Se in Italia ci fosse l'interdizione permanente dai pubblici ufficio fino alla quinta generazione per chi viene sorpreso a farlo, forse le cose cambierebbero. Forse...

** Tizio che percorre l'autostrada con la radio accesa. Improvvisamente un'edizione straordinaria del giornale orario sbraita che su quel tratto un pazzo è entrato controsenso". E infatti dopo qualche istante il tizio vede un'auto che arriva dal senso opposto. Suonano il clacson, lampeggiano i fari, si evitano scartando e zigzagando, per un soffio non c'è un frontale. Il tizio non fa in tempo a riprendere il fiato che ne arriva un altro. E poi un altro, e un altro ancora. E il tizio sbraita: "UN pazzo? Ma qui sono TUTTI pazzi!!!"

venerdì 6 dicembre 2013

Goodbye Madiba

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Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013)

The world has loss one of its milestones, and there aren't words capable to repair such a damage.

giovedì 5 dicembre 2013

Allevato in Italia, macellato in Italia, distribuito in Italia... made in?

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Su tutti i giornali la notizia della protesta della Coldiretti ieri mattina al valico del Brennero, per fermare e identificare camion che trasportano prodotti alimentari esteri che arrivano qui in Italia per venire spacciati come "Made in Italy".
Approvo la protesta, dato che il finto made in Italy sta rovinando le aziende italiane. La approvo in pieno, ma mi permetto di notare una piccolissima cosa: non è che camion che portano quarti di maiale e/o di bue allevato in Moldavia e macellato in Ukraina, si fermano in piazza e vendono la carne al pubblico.
E io vi racconto una favoletta: c'era un paesino piccino picciò abbarbicato lontano lontò dalle montagne e dalle città. E c'è una vecchina tanto dolce e simpatica che di sabato mattina passeggia lungo la strada per andare a messa. Quand'ecco che un grosso articolato frigorifero si ferma e un giovane camionista lituano, in italiano molto stentato, chiede: "Scusare signora... sapere me indicare dove trovare $macelleria_industriale?"
Un camion frigorifero che porta maiali già macellati e pronti per il lavoro di insaccatura o affumicatura (per prosciutti, spek e via discorrendo).
Diretto a una grossa macelleria industriale che distribuisce prodotti "Made in Italy" a Paperopoli, a Topolinia, ma anche in "tutta Italia isole comprese".
E mi chiedo: ok, l'apporto di merce dall'estero tende a rovinare il made in Italy. Ma a quegli imprenditori (mi auguro che siano pochi, ma ho come l'impressione di nascondermi dietro un dito) che fanno il "Made in Italy" coi prodotti acquistati a basso costo all'estero... dico: a loro due paroline non le vogliamo dire?

martedì 3 dicembre 2013

La legge non è uguale per la Santanché?

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La parlamentare del PDL Daniela Santanché è stata condannata, per manifestazione non autorizzata, al pagamento di un'ammenda di 1100 (millecento) euro.
Il fatto si riferisce a una manifestazione a Milano nel corso delle celebrazioni per l'ultimo giorno di Ramadan, e concernente il fatto che la parlamentare e/o alcuni dei collaboratori/partecipanti avrebbero disturbato la manifestazione e cercato di strappare il burqa (o forse i giornalisti si riferiscono al niqab) ad alcune donne presenti.
Prima premessa che faccio, molto importante. Pur essendo agnostico, sono favorevole all'integrazione religiosa multiculturale, al rispetto delle tradizioni storiche, al pieno rispetto della propria identità culturale. Quando questa identità culturale è intrisa di significati profondi e fatti per evidenziare, elevare e onorare l'essere umano. Non quando sono tradizioni schiaviste, grette, dedicate all'annullamento della personalità, dei diritti, del rispetto, della dignità.
E considero le varie forme di velo islamico (anche le più "innocenti") come un'imposizione posta al solo scopo di degradare la donna. Perché, come dicevo, sono favorevole all'integrazione, ma di certo non all'integralismo.
Seconda premessa: in Europa ci sono stati che hanno emesso specifiche normative di legge a contrasto dell'uso di elementi come burqa e niqab. L'Italia per ora è in leggerissima controtendenza, e come sempre in questi casi la norma è fumosa e complessa (ma d'altronde le migliaia di norme e normette esistenti in Italia seguono tutte questa stessa strada).
Terza premessa: osservo tuttavia come sia moralmente sbagliato emettere normative che, proibendo l'uso del burqa e/o niqab in pubblico, quello che ottengono come principio basilare è quello di colpire e sanzionare, comunque, la donna. Che in questo discorso è spesso l'inconsapevole vittima.
Fatte queste premesse, guardo il commento della Santanché raccolto "a caldo" dalle tv subito dopo la pronuncia della sentenza (link del servizio sul tg la7). E sento queste parole:
È proprio vero che la legge è uguale per tutti: ho avuto lo stesso trattamento che hanno i centri sociali, i no tav e i black box. Vergognoso.
E mi chiedo. Anzi, gentile Onorevole Daniela Santanché, visto che sei un deputato parlamentare e quindi mi auguro che sia fatta chiarezza su questo dubbio con una specifica interrogazione parlamentare, io ti chiedo:
Per quale motivo hai accostato il concetto che la legge è uguale per tutti con l'aggettivo vergognoso?
E questo, giusto per non strumentalizzare delle parole, per togliere il dubbio che tu possa essere fraintesa. Per capire cosa dovrebbero avere in comune i "centri sociali" ed i "no tav", che di solito svolgono manifestazioni per le quali chiedono ampia e specifica autorizzazione, con il comportamento dei black block (penso obiettivamente che "black box" fosse un semplice lapsus e il riferimento fosse per le frange violente).
Io mi chiedo, infatti, anzi TI chiedo, se per caso non intendi sostenere che la legge debba fare differenze in base alla propria razza, al credo religioso, alla posizione lavorativa, al ceto, al colore dei capelli o alla dimensione del conto in banca, o rispetto al colore della propria automobile. Ti chiedo se per caso ritieni che essere un deputato parlamentare ti faccia pensare di essere al di sopra di quelli che invece sono gli obblighi e i doveri di un incaricato di pubblico servizio. Perché se è così, io ti consiglio caldamente di dimetterti dall'attività di deputato parlamentare, perché il rispetto delle normative vigenti e del concetto stesso che "la legge è uguale per tutti" sta alla base dell'attività di deputato parlamentare, di senatore, di rappresentante del popolo italiano, che proprio su concetti di uguaglianza di fronte alla legge ha costruito la Repubblica Italiana.
Repubblica che esiste grazie alla costituzione, che giusto all'articolo tre recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Così, giusto per ricordarti che come deputato parlamentare hai giurato di rispettare regole come questa. E se non sei o non ti senti in grado di far fede a questo giuramento, nessuno ti obbliga a continuare a prestare servizio come deputato parlamentare, tutt'altro!